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Visualizzazione dei post da settembre, 2018

Beneficio prima casa anche se si ha altro immobile purché non idoneo a soddisfare le proprie esigenze abitative

Il beneficio fiscale prima casa spetta anche a chi acquista un immobile da adibire ad abitazione del nucleo familiare, benché proprietario di un piccolo appartamento per il quale non è stata richiesta alcuna agevolazione e nel quale, in virtù delle dimensioni troppo piccole, era impossibile adibire la propria residenza.  La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 19989 depositata il 27 luglio 2018, ha stabilito che il requisito per fruire dell’agevolazione prima casa è l’inesistenza di altro immobile concretamente idoneo a soddisfare le esigenze abitative dell’acquirente.  Pertanto ove quest’ultimo sia già proprietario di un bene ma lo stesso non sia idoneo a soddisfare dette esigenze, sussistono comunque i presupposti per il beneficio in questione: si rientra in tale ipotesi ove l’immobile posseduto sia indisponibile per la presenza di un contratto di locazione con un soggetto terzo. È interessante osservare che l’inidoneità dell’alloggio già posseduto deve essere  valutata anc

Donazione simulata: a rischio la perdita delle agevolazioni prima casa

Le agevolazioni prima casa decadono in caso di donazione simulata dell'immobile entro cinque anni dall'acquisto e decorso un anno senza acquistare un altro immobile da adibire ad abitazione principale. Lo afferma la Corte di Cassazione con l’ordinanza del 29 agosto 2018 N. 21312, con la quale la Corte ha respinto il ricorso di un contribuente.  I Giudici di legittimità non hanno ritenuto sufficiente l'esistenza di una dichiarazione sottoscritta tra le due parti interessate dalla donazione: ormai era venuto meno il presupposto per l’agevolazione. «Va premesso – si legge in ordinanza – che il negozio simulato ex art. 1414 c.c.  non produce effetti tra le parti e, tuttavia, produce effetti nei confronti dei terzi in base all'art. 1415 c.c. secondo cui la simulazione non può essere opposta dalle parti contraenti ai terzi, salvi gli effetti della trascrizione della domanda di simulazione. Non vi è dubbio, pertanto, che il negozio simulato, nel caso di specie la donazion

Back to school: le dritte per risparmiare con gli sgravi fiscali

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Quasi un italiano su due non sa di poter detrarre il 19% delle spese per la scuola dei figli, mentre l’8% sceglie consapevolmente di non approfittarne, come rivela una ricerca della Doxa. Sono tante le voci che consentono di avere la detrazione del 19% per le spese di istruzione, non sempre conosciute e spesso trascurate. La detrazione Irpef del 19% riguarda tutte le spese direttamente legate alla frequenza degli istituti del sistema di istruzione nazionale, di ogni ordine e grado, ossia scuole materne, elementari, medie e superiori.   Rientrano nel sistema tutti gli istituti pubblici, statali e degli enti locali, e le scuole private paritarie. Per il 2018 è previsto un tetto di spesa detraibile pari a 786 euro per ogni alunno o studente, ossia una detrazione massima di circa 150 euro per ogni figlio iscritto. Dal 2019 il tetto passa a 800 euro . Tra le spese legate alla frequenza scolastica risultano detraibili ovviamente le somme versate per l'iscrizione alle

Allargamento della platea dei minimi : punto in agenda del governo

Riportiamo testualmente quanto segue : Applicheremo l’aliquota del 15% fino a 65 mila euro, poi cui sarà un’aliquota incrementale del 5% fino a 100 mila, si pagherà, cioè, solo sulla parte che supera i 65 mila euro”. Si parla di misure per 10 miliardi: “La quota parte della Lega è di 5 miliardi, altri cinque sono per le misure del Movimento 5 Stelle. Loro impiegheranno la loro parte per il reddito di cittadinanza”. Ma come sarà divisa la quota tra le varie misure? “La flat tax sui minimi circa 1,5 miliardi. Il resto andrà alla riduzione dell’ Irpef e alle altre proposte che presenteremo al tavolo martedì”.

La casistica per cui se risulti assente alla visita fiscale Inps sei giustificato ugualmente

I casi di assenza giustificata devono essere tutti documentati e devono aver reso imprescindibile la presenza del lavoratore altrove. In linea generale, le situazioni in cui il dipendente può uscire di casa negli orari della visita fiscale sono le seguenti: assenza dovuta a forza maggiore, socialmente accettata; visite mediche, prestazioni sanitarie ed accertamenti specialistici, impossibili da effettuare in orari differenti dalle fasce di reperibilità. Alcuni casi più specifici, che sono stati confermati dalla legge, sono i seguenti: Visita all’ambulatorio del medico curante, nella situazione in cui gli orari di ricevimento siano inconciliabili con le fasce di reperibilità della visita fiscale Urgente necessità di recarsi in farmacia per l’acquisto delle medicine Visita a familiari e parenti stretti che si trovano in nosocomio, in particolare se l’orario in cui è possibile andare a trovar loro coincide con le fasce di reperibilità Urgenti cure dentistiche Attività di volon
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Se mangi una bistecca di carne bruciata sappi che........

Lo sai che mangiare carne rossa non è salutare per l’organismo,ma se la si mangia bruciata gli effetti sono devastanti!Ecco a quanto equivale una bistecca bruciata. Per seguire un’alimentazione sana è preferibile evitare di mangiare cibi bruciati perché possono contenere delle sostanze dagli effetti cancerogeni. Una bistecca bruciata, che si presenta con il caratteristico color marrone o nero, può rivelarsi molto dannosa perché può essere paragonata a 600 sigarette! Seguire un’alimentazione sana e regolare è la base per prevenire l’insorgenza di molteplici patologie. Per stare in salute gioca un ruolo fondamentale la metodologia di cottura degli alimenti che non dovrebbe essere eccessiva.Mangiare una bistecca bruciata, secondo il parere dell’oncologo Cesare Gridelli, è come fumare 600 sigarette. Dalla carne cotta troppo e bruciata si formano delle sostanze potenzialmente pericolose e cancerogene come gli idrocarburi policiclici aromatici che sono presenti, in aggiunta ad altre, anc

Canone concordato agevolazioni fiscali

Ecco i vantaggi per i locatori che scelgono il contratto a canone concordato: riduzione IRPEF del 30%, del reddito imponibile derivante dalla proprietà affittata. Il corrispettivo annuo per determinare la base imponibile per l’applicazione dell’imposta proporzionale di registro, è quindi del 70%. (Art. 8, Legge 9 dicembre 1998, n. 431); se avete optato per la cedolare secca, l’aliquota della cedolare secca calcolata sul canone pattuito dalle parti è ridotta al 10 (normalmente è il 21%). Questa opzione sostituisce le imposte di registro e di bollo sul contratto di locazione, e le imposte di registro e di bollo sulla risoluzione e sulle proroghe del contratto di locazione; per i locatori che stipulano un contratto concordato a titolo di abitazione principale, ad un inquilino che prenderà la residenza anagrafica, l’imposta per I.m.u. e Ta.s.i. è calcolata applicando l’aliquota stabilita dal comune, con una riduzione al 75%. Per usufruire di queste importanti agevolazione fisca

Chi può aprire la SRL semplificata

Fino alla versione originale della norma non tutti potevano  accedere al regime semplificato e agevolato delle SRL semplificata infatti veniva stabilito che potevano aprire una srl solo le persone fisiche che alla data della costituzione hanno meno di 35 anni di età. Tuttavia fortunatamente è stata superata questa previsione e quindi l’obbligo ed il limite di età non esiste più. Non sarà possibile ovviamente avere soci all’interno che abbiano oltre 35 anni e sarà possibile associarsi con altre persone sempre che rispettino i requisiti anagrafici per aprire questo nuovo tipo di società. Per coloro che hanno oltre 35 anni di età si parla di società a responsabilità limitata a capitale ridotto o anche SRL Occhio però alle novità introdotte dalla Legge 99 dell’agosto 2013 (conversione del D.L. 28 giugno 2013, n. 76) che ha modificato alcune disposizioni in materia di Srl semplificate, ordinarie e a capitale ridotto.

Srl semplificata: sai che forma societaria è?

A tutti gli effetti è una soggetto giuridico al pari di una SRL comune solo che per la sua costituzione ci vorrà un capitale minimo da sottoscrivere simbolico e pari ad un euro, ripeto 1 euro, al rispetto di alcuni requisiti e comuqnue con capitale inferiore ai 9.999 euro che dovrà essere interamente sottoscritto e versato. Il capitale sociale dovrà essere formato solo di denaro non potenrodi prevedere anche conferimento in natura, d’opera o immobili o altro bene o servizio diverso. Il novato articolo 2463-bis del Codice civile introduce la possibilità di costituire una società a responsabilità limitata semplificata con un capitale sociale minimo compreso tra 1 euro e 10 mila.

clausola risolutiva del contratto di locazione

La volontà di avvalersi della clausola di risoluzione di un contratto di locazione commerciale è efficace soltanto se comunicata all’Agenzia delle entrate. È questo l’orientamento che si desume dalla lettura della sentenza n. 756/09/2018 emanata dalla Commissione tributaria regionale del Lazio. Pertanto, per far valere la risoluzione ipso iure, è necessario che la parte comunichi la chiara volontà di voler avvalersi della disposizione di cui all’art. 1456 del codice civile.

Quando la cedolare secca proprio non conviene

La cedolare secca non fa sempre risparmiare: è bene che tu lo sappia! Attenzione però: non sempre la cedolare secca permette di risparmiare sull’affitto ed è necessario fare gli opportuni calcoli di convenienza in base alla propria situazione reddituale. In primo luogo è bene ricordare che chi sceglie la tassazione con cedolare secca del reddito da locazione rinuncia agli adeguamenti Istat del canone d’affitto all’inquilino. Inoltre chi sceglie la cedolare secca al 10% non potrà stabilire autonomamente il prezzo del canone di locazione, che dovrà al contrario rispettare i limiti minimi e massimi determinati dalle associazioni di categoria, sindacati dei proprietari e degli inquilini. Non è questa l’unica valutazione da fare per capire effettivamente quando la cedolare secca conviene permette di risparmiare. È bene ricordare che quando quello da locazione è l’unico reddito da dichiarare nell’anno o quando si hanno redditi bassi il vantaggio della cedolare secca potrebbe essere addi

Contratto di affitto: i proprietari possono risparmiare con la cedolare secca

Ad oggi l’unica agevolazione fiscale prevista per i proprietari che danno casa in affitto è la cedolare secca al 10% o al 21%. La cedolare secca è una tassazione opzionale che può essere esercitata dal locatore in sede di stipula del contratto di affitto e che consente (quasi sempre) di risparmiare sulle imposte dovute sul reddito da locazione. Si tratta di una tassazione sostitutiva delle ordinarie aliquote Irpef, delle addizionali e dell’imposta di bollo e di registro dovute sul contratto di affitto. Sono previste due diverse aliquote: la cedolare secca può essere al 10% (contratto a canone concordato) o al 21%. Mentre per beneficiare della flat tax al 10% è necessario il rispetto di specifici requisiti (stipula di un contratto di affitto a canone concordato 3+2 in determinati comuni), la cedolare secca al 21% è un’opzione libera che non prevede specifiche regole.

Agevolazioni sui contratti di locazione destinati agli studenti universitari

Tra i tanti che cercano sul web dritte per risparmiare sull’affitto non mancano gli studenti universitari e le loro famiglie. Studiare è un vero e proprio investimento economico per i fuori sede e soprattutto per chi decide di frequentare un’università nelle città più care d’Italia, tra cui Roma o Milano. Gli studenti universitari fuori sede possono usufruire di un’agevolazione fiscale apposita, ovvero la detrazione del 19% dell’affitto pagato entro il limite di 2.633 euro annui (qui tutti i dettagli). In sostanza, con le detrazioni si risparmiano circa 500 euro all’anno, una somma non di poco conto!

Affitto troppo alto? Chiedi il contributo al Comune

Se la spesa per l’affitto è troppo alta rispetto a quello che è il proprio reddito è possibile richiedere anche il contributo comunale di integrazione al canone di locazione. Anche in questo caso le regole specifiche sono stabilite con bando da ciascun Comune e nella maggior parte dei casi è necessario possede un ISEE di valore non superiore a 28.000 euro. L’importo del contributo verrà erogato considerando la differenza tra i propri redditi e l’importo dell’affitto, nonché le ulteriori condizioni relative al proprio nucleo familiare. Per maggiori dettagli si consiglia di rivolgersi presso l’URP del proprio Comune o di consultare il portale online.

Fondo Morosità Incolpevole

Non solo detrazioni: chi non riesce a pagare l’affitto per problemi di natura economica può richiedere l’accesso al Fondo per la Morosità Incolpevole. L’agevolazione si rivolge agli inquilini che hanno perso il lavoro a seguito di licenziamenti, accordi aziendali o sindacali che hanno comportato la riduzione dell’orario di lavoro o altri casi come il mancato rinnovo di contratti a tempo determinato o cessazione di attività libero-professionali. Possono accedervi, inoltre, anche i contribuenti che a causa di gravi malattie, infortuni o decesso di un componente della famiglia hanno dovuto affrontare spese impreviste e si trovano in situazioni di difficoltà economica. In questo caso il Fondo è gestito direttamente dalle Regioni e pertanto per fare domanda bisognerà far riferimento ai singoli bandi regionali.

Breve, ma esaustiva panoramica su tutte le agevolazioni fiscali per risparmiare sull’affitto

Nei confronti dei contribuenti che per studio o per lavoro prendono casa in affitto il Fisco ha previsto alcune importanti agevolazioni fiscali per risparmiare su quella che è una spesa obbligata e spesso molto elevata. Stiamo parlando delle detrazioni sull’affitto previste sia per i lavoratori che per gli studenti fuori sede e che consentono, previa presentazione della dichiarazione dei redditi, di recuperare una parte dell’importo corrisposto nell’anno. Per ogni tipologia di spesa per l’affitto sono previste detrazioni di importo differente, in base al reddito complessivo totalizzato dal contribuente che ha stipulato il contratto d’affitto (inquilino). Per l’affitto dell’abitazione principale la detrazione prevista è pari a 300 euro, se il reddito complessivo non supera 15.493,71 euro, e a 150 euro nel caso di redditi superiori. Chi ha preso casa in affitto con contratto a cedolare secca potrà detrarre un massimo di 495,80 euro all’anno, che si riducono a 247,90 euro per i r

Risparmiare sull’affitto è possibile sia per i proprietari (locatori) che gli inquilini (locatari).

Nel primo caso, il proprietario della casa data in locazione può beneficiare della cedolare secca che consente di ridurre l’importo delle tasse dovute sul reddito da locazione. Nel secondo caso, l’inquilino che prende l’appartamento in affitto può beneficiare di importanti agevolazioni fiscali sull’affitto, con la possibilità di detrazione in dichiarazione dei redditi di una quota del canone previsto dal contratto. Regole particolari sono previste per gli studenti fuori sede. Vediamo di seguito come risparmiare sull’affitto analizzando quali sono le regole in merito alla tassazione del reddito da locazione per i proprietari e le agevolazioni sul contratto di affitto previste per gli inquilini.

Stay tuned se hai stipulato un contratto di locazione

Stamattina ti illustreremo le diverse agevolazioni che sono legate ad un contratto di locazione, agevolazioni sia per gli inquilini che per i proprietari. Restare connesso con noi ti conviene ogni giorno più che mai Studio Commerciale Semeraro

Riflessioni personali delle 19.20 di un lunedì sera

.... Accendo la radio, cambio stazione e pare che tutti i telegiornali parlano sempre della medesima cosa: Di Maio e la chiusura domenicale dei negozi!!! Ma penso e dico : tutti i problemi dell'Italia sono solo questi? Se i commercianti vogliono/devono/possono aprire la propria azienda di domenica anzichè stare con i propri cari? Perchè se così fosse siamo messi meglio di quanto credevo: sciocca a pensare che fossero altri i nostri problemi.....mancanza di lavoro....come arrivare a fine mese..... pressione fiscale alle stelle...... ed invece no..... si parla continuamente della chiusura/non chiusura domenicale dei negozi....... Prendetela per lo sfogo di una commercialista ......e saluti e baci a te che hai avuto la bontà di leggere

LA DESTINAZIONE A STUDIO PROFESSIONALE NON ESCLUDE LA NATURA ABITATIVA

Come è noto, per poter godere delle cd. agevolazioni fiscali prima casa è necessario che: l'immobile sia ubicato nel Comune in cui l'acquirente abbia o stabilisca entro 18 mesi dall'acquisto la propria residenza o nel Comune nel quale svolga la propria attività, incluse quelle senza remunerazione; per gli italiani trasferiti all'estero per motivi di lavoro, l'immobile deve essere situato nel comune dove ha sede o esercita l'attività il datore di lavoro (che può essere anche un soggetto non imprenditore), mentre per i cittadini emigrati l'abitazione può essere la prima casa, ovunque ubicata, nel territorio nazionale; nell'atto di acquisto (o nel contratto preliminare, al fine di usufruire dell'aliquota agevolata sin dagli acconti eventualmente corrisposti1) l'acquirente dichiari: di voler stabilire la residenza nel comune dell'acquisto, se non vi si trova già o se in questo non si trova la sua sede dell'attività (vedi sopra); di non

PER OTTENERE GLI SCONTI DEL FISCO FATTURE DA CONSERVARE PER 15 ANNI

PER OTTENERE GLI SCONTI DEL FISCO FATTURE DA CONSERVARE PER 15 ANNI LEGITTIMA LA CARTELLA EMESSA DALL’UFFICIO CHE RECUPERA LA DETRAZIONE FISCALE PERCHÉ IL CONTRIBUENTE NON HA PRODOTTO LA DOCUMENTAZIONE DELLE SPESE SOSTENUTE NEL 2005 Per ottenere gli sconti del Fisco, che si frazionano in dieci anni, le relative fatture devono essere conservate per più di 15 anni. Il contribuente che non conserva la documentazione, a seguito del controllo formale dell’ufficio, “perde” la quota della detrazione indicata nella dichiarazione dei redditi. E’ quindi legittima la richiesta dell’ufficio che recupera la detrazione, iscrivendo a ruolo le imposte detratte, con l’aggiunta di sanzioni ed interessi.

Split Payment, professionisti esenti dal 12 agosto

I professionisti non sono più soggetti al meccanismo di scissione del pagamento dell’Iva per le prestazioni di servizi rese alle PA. La novità riguarda le fatture emesse dopo il 12 agosto 2018, giorno dell’entrata in vigore della legge. Secondo il meccanismo dello Split Payment, lo ricordiamo, chi emette una fattura nei confronti delle Pubbliche Amministrazioni inserite nel conto economico consolidato e delle società controllate o incluse nell’indice FTSE MIB, non incassa l’Iva, perché questa viene versata direttamente all’Erario per evitare dimenticanze o fenomeni di evasione fiscale. Lo Split Payment non è mai piaciuto ai professionisti, che hanno sempre obiettato di essere già soggetti alla ritenuta d’acconto e hanno parlato di discriminazione dei professionisti che lavorano con la Pubblica Amministrazione rispetto a quelli che operano nel settore privato. Con l’entrata in vigore della norma, questa distorsione è stata corretta.

Contributo di costruzione, il Comune può chiedere integrazioni entro 10 anni

Il contributo di costruzione può essere rideterminato solo in caso di errori di quantificazione da parte del Comune. È inoltre necessario che il ricalcolo sia effettuato secondo la tariffa vigente al momento del rilascio del permesso di costruire. Dal momento del rilascio del titolo abilitativo, il Comune ha dieci anni di tempo per accertare eventuali errori di calcolo e chiedere un aumento del contributo. Si applica quindi il termine ordinario per la prescrizione, decorso il quale non è più possibile richiedere una rettifica.

Pratiche edilizie e accertamento della PA

Il Comune, prima di rilasciare il permesso di costruire, ha sempre l'onere di verificare la legittimazione del richiedente, accertando che questi sia il proprietario dell'immobile oggetto dell'intervento costruttivo o che, comunque, ne abbia un titolo di disponibilità sufficiente. L’Amministrazione non deve verificare ogni aspetto civilistico che potrebbe emergere, ma deve vagliare esclusivamente i profili urbanistici ed edilizi connessi al titolo richiesto. In altre parole, la PA non ha potere di accertamento e non può comprovare prima del rilascio, attraverso propri approfondimenti istruttori, la mancanza di elementi che possano limitare il titolo abilitativo. Il permesso di costruire in sé non incide sulla titolarità della proprietà o di altri diritti reali relativi agli immobili realizzati per effetto del suo rilascio, né tantomeno pregiudica la titolarità o l'esercizio di diritti relativi ad immobili diversi da quelli oggetto d'intervento. Questo vuol dire

Nuovi concorsi nel 2019 : inizia a studiare sin d'ora

Il Ministro ha dichiarato che “per l’assunzione di nuovo personale, ha già attivato un canale con la Funzione Pubblica per indire alcuni concorsi, il primo dei quali dovrebbe vedere la luce all’inizio del prossimo anno”. Bonisoli ha anche spiegato quali sono le sue priorità: “innanzi tutto la messa in sicurezza dei beni. Ma la carenza di personale è una delle emergenze che mi sta più a cuore. Sono partito con una serie di proposte normative che sono già a punto anche rispetto al quadro esigenziale di tipo finanziario”. Nel far questo il Ministro ha dichiarato che si muoverà con “pragmatismo, trasparenza e merito” aggiungendo che “i prossimi lavoratori del ministero per i Beni e le Attività Culturali saranno assunti attraverso concorsi pubblici. L’ordine di grandezza con il quale ci muoviamo è di alcune migliaia di assunzioni”.

Premio alla nascita

  Il premio alla nascita di € 800 viene corrisposto dall’INPS per la nascita o l’adozione di un minore, a partire dal 1° gennaio 2017, su domanda della futura madre al compimento del settimo mese di gravidanza (inizio dell’ottavo mese di gravidanza) o alla nascita, adozione o affidamento preadottivo.

Jobs Act: rinnovati i Bonus Bebè anche per il 2018

L’assegno di natalità (anche detto “Bonus Bebè“) è un assegno mensile destinato alle famiglie per ogni figlio nato, adottato o in affido preadottivo tra il 1° gennaio 2018 e il 31 dicembre 2018 con un ISEE per nucleo familiare non superiore a € 25.000. L’assegno è annuale e viene corrisposto ogni mese fino al compimento del primo anno di età o del primo anno di ingresso nel nucleo familiare a seguito di adozione o affidamento preadottivo.

Sgravio contributivo per conciliazione tempi di vita e di lavoro : hai tempo fino al 15 settembre 2018

I dettagli sulla procedura da seguire sono illustrati dall’INPS con la circolare n. 91 del 3 agosto 2018 ed è a partire da tale data e fino alla scadenza del 15 settembre che sarà possibile richiedere l’attribuzione del beneficio. Le agevolazioni per datori di lavoro e imprese che stipulano contratti collettivi aziendali contenenti misure di conciliazione tra vita professionale e vita privata sono state introdotte dal Decreto interministeriale del 12 settembre 2017. Lo sgravio, in questa fase, spetta con riferimento ai contratti aziendali stipulati dal 1° novembre 2017 al 31 agosto 2018 e al fine del riconoscimento del beneficio i datori di lavoro dovranno inoltrare domanda in modalità telematica all’INPS seguendo le istruzioni di seguito riportate. Sgravio contributivo conciliazione vita lavoro: domande entro il 15 settembre 2018 La circolare n. 91 pubblicata dall’INPS il 3 agosto 2018 fornisce le istruzioni operative che i datori di lavoro dovranno osservare per l’attribuzion

Se vuoi presentare le tue dimissioni ecco cosa devi sapere

Chi si dimette deve dare preavviso di licenziamento al datore di lavoro in forma scritta e inviarlo per via telematica: un preavviso dato solo verbalmente è una semplice informazione data al datore di lavoro, ma non è riconosciuto dalla legge come valido atto di dimissioni (il che significa che se si è comunicato solo a voce che non ci si presenterà più al lavoro a partire da una certa data si sarà responsabili di inadempimento di un contratto considerato legalmente ancora in corso). Il preavviso deve essere dato con un anticipo predeterminato, non ci si può licenziare volontariamente dall’oggi al domani (salvo che per giusta causa), ed il lasso di tempo che deve intercorrere tra il preavviso e il momento in cui non ci si presenterà più effettivamente al lavoro (senza risultare inadempienti a obblighi contrattuali) dipende da: tipologia di contratto di lavoro (es: tempo determinato o indeterminato); livello di inquadramento (es. III livello CCNL commercio); anzianità di servi

Forse tramonterà l'era delle aperture selvagge commerciali: staremo a vedere

Negozi chiusi la domenica: è partito alla Camera l'iter per rivedere le liberalizzazioni del governo Monti sugli orari di apertura degli esercizi commerciali. La Lega ha incardinato in Commissione Attività produttive della Camera la proposta di legge che disciplina gli orari di apertura degli esercizi commerciali. Il testo, a firma della leghista Barbara Saltamartini, si compone di soli due articoli e di fatto va ad abrogare i due che hanno liberalizzato le aperture dei negozi del cosidetto "Salva Italia", varato dal governo Monti, il quale aveva introdotto massima autonomia da parte degli esercizi. Ora si prevede la reintroduzione della chiusura domenicale obbligatoria, affidando ai comuni e alle regioni il compito di determinare il nuovo quadro delle regole, fissando un massimo di otto aperture straordinarie durante l'anno. Si parla infatti di un "piano per la regolazione degli orari di apertura e di chiusura degli esercizi commerciali" e il documento

Bus, treni e metro: le novità sul bonus (anche per i familiari a carico)

Le spese sostenute quest'anno per l'abbonamento a metropolitana e trasporto pubblico locale, regionale e interregionale, possono essere detratte con la dichiarazione dei redditi 2019. E' quanto ricorda l'Agenzia delle Entrate, su Twitter, specificando che "la legge di Bilancio 2018 ha introdotto una detrazione Irpef del 19% per le spese sostenute per l'acquisto degli abbonamenti ai servizi di trasporto pubblico locale, regionale e interregionale, su un costo annuo massimo di 250 euro".

Bollette, presto sarà obbligatoria la data di spedizione dall'Ente

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Finalmente fra poco tempo sapremo quando la missiva di Enel, Telecom e compagnia varia è stata spedita al nostro indirizzo Infatti sulla fatture emesse dai gestori di luce, gas ed altri servizi di pubblica utilità, potrebbe essere finalmente indicata la data di spedizione. In sostanza, nel momento in cui gli operatori postali ricevono la corrispondenza da inviare al recapito, avranno l’obbligo di indicare sulla busta la data in cui la bolletta/fattura è stata presa in carico, con l’indicazione 'spedita il xx/xx/xxx'). Secondo l’Agcom questa soluzione "è l’unica che fornisce la certezza della data di spedizione consentendo quindi all’utente finale di individuare più facilmente le responsabilità di eventuali ritardi nel recapito delle bollette"“

Esenzioni e agevolazioni 2018:Ticket sanitario e Naspi per chi non ha ancora un lavoro

Esistono esenzioni e agevolazioni per chi è senza lavoro? Assolutamente sì. Ma prima di vedere quali sono i vantaggi, è necessario vedere la differenza tra disoccupato e inoccupato. Inoccupati e disoccupati Gli inoccupati sono coloro che non hanno svolto alcuna attività lavorativa né come dipendenti né tantomeno come autonomi. Per essere riconosciuti come tali è necessario essere alla ricerca di un'occupazione ed essere iscritti al Centro per l'impiego da almeno 6 mesi per i giovani. Il disoccupato, invece, è colui che un posto di lavoro lo aveva, ma lo ha perso. Per cosa si paga il ticket sanitario e chi può avere l'esenzione Le agevolazioni riconosciute oggi a queste due categorie sono più o meno le stesse. Ad esempio, a differenza degli anni scorsi sia per gli inoccupati che per i disoccupati spetta l'esenzione dal ticket sanitario, come tra l'altro confermato da una dal sito del Ministero della Salute. Naspi 2018, via alla sperimentazione: nuove moda

Rimborsi da Modello 730

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Come noto il 23 luglio sono scaduti i termini di presentazione del modello 730. A partire dal primo cedolino paga (luglio, con scadenza agosto) è stato possibile effettuare in busta paga i conguagli. E’ possibile, però, che alcuni lavoratori dipendenti non abbiano ottenuto il rimborso, nei casi di risultanza a credito da 730, con questa informativa intendiamo offrire una informativa utile in merito alle maggiori casistiche, a beneficio delle aziende e dei dipendenti. Per il lavoratore dipendente il credito riconosciuto sarà pagato direttamente in busta paga dal proprio datore di lavoro, mentre per il pensionato sarà l’Inps a riconoscerlo insieme all’assegno previdenziale. Quindi, per il dipendente è il datore di lavoro a porsi come sostituto d’imposta, mentre per il pensionato è l’Inps. Per i contribuenti che pur avendo diritto al rimborso Irpef sono privi di sostituto d’imposta, l’accredito avviene direttamente sul conto corrente (bisognerà indicare l’Iban all’interno del modello 7

Primi delineamenti della Manovra 2019

MANOVRA 2019: NON SOLO FLAT TAX E PACE FISCALE, MA ANCHE SEMPLIFICAZIONI Prende corpo l’ipotesi di una FLAT TAX modulata su tre aliquote con l’ampliamento delle soglie per poter accedere al regime forfetario previsto dalla legge n. 190/2014. È questa la possibilità che sembra farsi largo in vista della presentazione della legge di Bilancio 2019. Le tre aliquote dovrebbero essere così modulate: il 5 per cento per i soggetti che avviano una nuova attività; il 15 per cento per i contribuenti con ricavi fino a 65.000 euro; il 20 per cento per i contribuenti con ricavi fino a 100.000 euro. La misura riguarderà sia le imprese che gli esercenti arti e professioni, ma saranno escluse le società di capitali. In buona sostanza il legislatore intende potenziare il regime forfetario già applicabile. L’intervento dovrebbe così essere circoscritto all’incremento dell’ammontare dei ricavi e compensi per accedere al forfait e alla differenziazione delle aliquote con l’aggiunta di quella pari al 2

Con "Resto al Sud" puoi davvero "Restare al Sud"

Si chiama Resto al Sud la misura che favorisce la nascita di nuove imprese nel Sud Italia. Non è un bando a scadenza, ma un incentivo a sportello, disponibile dal 15 gennaio 2018: le domande sono esaminate senza graduatorie, in base all’ordine di arrivo. E da oggi si può seguire in tempo reale anche lo stato di avanzamento della domanda, grazie a un’app dedicata. L’applicazione permette di essere aggiornati su notizie, workshop ed eventi relativi a Resto al Sud, di cercare le banche e i partner convenzionati che possono aiutare a sviluppare il proprio progetto. La dotazione è di 1,25 miliardi di euro Tanti soldi, che non cadranno a pioggia, ma solo su progetti validi, fattibili, con team competenti. Su imprese già partite, ma anche su idee che diventeranno attività, proprio grazie ai finanziamenti di Invitalia, l’Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d’impresa, di proprietà del Ministero dell’Economia. Chi può partecipare Giovani tra i 18 e i 35 ann

Sarà un autunno "caldo" non solo per le temperature

................. ma anche per gli esborsi che ciascuna famiglia dovrà fare..... Tipo quali? Si attende un autunno difficile sul fronte di prezzi e tariffe: al rientro dalle ferie, per i consumatori italiani sono previsti esborsi economici importanti. Lo afferma il Codacons, che ha elaborato uno studio sulle spese che le famiglie italiane dovranno affrontare nelle prossime settimane, e sul rischio rincari per una serie di prodotti di largo consumo. Si tratta in sostanza di una stangata per ogni famiglia di quasi 1.500 euro, precisamente 1.482 euro, nel prossimo trimestre così ripartiti: per la scuola (corredo e libri) si spenderanno 890 euro, per le bollette 390 euro, per la Tari 150 euro, per gli alimentari 33 euro in più e per i trasporti 19 euro in più. Rincari del 2% nel settore scolastico Nel dettaglio, il mese di settembre si apre con le spese relative alla scuola: le famiglie dovranno infatti provvedere all'acquisto del corredo scolastico per i propri figli, i cui pre

Save the date : Lo scadenzario di Settembre 2018

Le scadenze La prima scadenza dell’anno è stata quella del 31 maggio 2018, termine entro cui bisognava inviare lo spesometro del primo trimestre 2018. Una scadenza che ha in realtà natura facoltativa, perché è prevista la possibilità di comunicare i dati semestralmente: il termine coincide con quello del secondo trimestre, ovvero il 30 settembre 2018. Le novità introdotte dal decreto dignità Con specifico riferimento allo spesometro trimestrale, il decreto Dignità, in vigore dal 14 luglio scorso, ha invece stabilito una proroga del termine per l’invio dei dati delle fatture emesse e ricevute riferibili al terzo trimestre dell’anno 2018: l’invio deve essere effettuato entro il 28 febbraio 2019 (il precedente termine era fissato al 30 novembre 2018). Sono invece rimaste invariate le date per comunicare la liquidazione periodica dell’Iva: entro il 17 settembre 2018 il secondo trimestre, entro il 30 novembre 2018 il terzo. Tra le altre novità introdotte dal decreto anche l’esonero di

Quanto conosci il decreto dignità?

Ecco i contenuti del Decreto dignità Stretta sui contratti a termine, Inps verificherà costi Il limite massimo di durata dei contratti si riduce da 36 a 24 mesi e ogni rinnovo a partire dal secondo avrà un costo contributivo crescente dello 0,5%. Ridotte da 5 a 4 le possibili proroghe. Aumenta inoltre il valore dell'indennità per i lavoratori licenziati "ingiustamente", passando da massimo 24 mesi a massimo 36. Sul costo del pacchetto vigilerà trimestralmente l'Inps che informerà appositamente Mef e Ministero del Lavoro. Salta causale su stagionali Il decreto prevede il ritorno delle causali per i rinnovi dei contratti ma, rispetto alle prime bozze, salta la necessità di quelle per i lavoratori stagionali. A chi delocalizza multe da 2 a 4 volte i benefici Alle aziende che hanno ricevuto aiuti di Stato che delocalizzano le attività prima che siano trascorsi 5 anni dalla fine degli investimenti agevolati arriveranno sanzioni da 2 a 4 volte il beneficio ricevuto

Circolare esplicativa della Fondazione studi Cdl su IL DECRETO DIGNITA'

 La Fondazione studi consulenti del lavoro, con la circolare n.15/2018, analizza il decreto legge 12 luglio 2018 n. 87, il cosiddetto ‘decreto Dignità’, convertito con modificazioni dalla legge n. 96 del 9 agosto 2018, soffermandosi sulle novità riguardanti gli aspetti fiscali, economici e amministrativi del provvedimento. Nei prossimi giorni, con un’altra circolare, saranno analizzate le novità in materia di lavoro. La conversione in legge del decreto ha confermato l’impianto generale presente nella versione iniziale, ad eccezione di alcune modiche e integrazioni ex novo. Nel documento, la Fondazione Studi segnala in particolare che “è stata rinviata al 1° gennaio 2019 la decorrenza dell’obbligo, previsto dalla manovra finanziaria 2018, di fatturazione elettronica per la vendita di carburanti ai soggetti Iva presso gli impianti stradali di distribuzione; sono stati ridisegnati il perimetro e i termini di alcuni adempimenti posti a carico dei contribuenti relativi al redditometro, sp

Ma la fattura elettronica ha dei vantaggi? Leggi l'articolo e li saprai anche tu

Vantaggi L’obbligo della fatturazione elettronica si propone di spronare le imprese a emettere documenti fiscali in formato elettronico interamente tracciabile, potenziando così le attività di prevenzione dell’evasione fiscale. Un obbligo che, tuttavia, mira a trasformarsi in risorsa per tutti i soggetti coinvolti. Attraverso le fatture emesse e trasmesse in modalità digitale, infatti, si riducono non soltanto gli adempimenti a carico dell’Amministrazione Finanziaria (generando risparmi di risorse pubbliche) ma anche i margini di errore nell’intero ciclo di vita delle fatture, con significativi risparmi di tempo e costi nel medio e lungo periodo per imprese e professionisti. La dematerializzazione dei documenti fiscali cartacei e il passaggio alla fatturazione elettronica comporta inoltre una serie di vantaggi per i titolari di Partita IVA: esonero dalla comunicazione delle fatture ai fini dello spesometro; esonero dal modello Intrastat; deroga dalla comunicazione degli acquist

Iter procedurale fattura elettronica

Dal 2019 i professionisti e le imprese saranno tenuti a creare, firmare, trasmettere e conservare le fatture elettroniche emesse verso altri soggetti privati. Questi documenti devono transitare attraverso il Sistema di Interscambio (SdI) gestito dall’Agenzia delle Entrate e volto a ricevere le fatture, verificarne il formato e i contenuti per poi inoltrarle al destinatario. In particolare: ogni singola fattura o lotto di fatture elettroniche, costituisce un file fattura; è obbligatorio apporre su ogni file fattura la firma di chi la/le emette tramite certificato di firma qualificata (fornita da provider accreditati); il file, o più file singoli, possono anche essere racchiusi in un file archivio compresso; prima dell’invio si deve nominare il file secondo criteri standard (per farlo “accettare” dal SdI); a questo punto lo si carica sul Sistema di Interscambio, che lo elabora, lo verifica e lo trasmette al destinatario, inviando notifica al mittente.

Soggetti esonerati dalla fattura telematica

Il comma 909 lett. a) n.3) della Legge n. 205/2017, nell’ultimo capoverso, evidenzia un esplicito esonero per due categorie di soggetti ovvero: coloro che rientrano nel cosiddetto “regime di vantaggio” di cui all’articolo 27, commi 1 e 2, del decreto-legge 6 luglio 2011, n. 98, convertito, con modificazioni, dalla legge 15 luglio 2011, n. 111; coloro che applicano il regime forfettario di cui all’articolo 1, commi da 54 a 89, della legge 23 dicembre 2014, n. 190. Il tema dei soggetti minimi e forfettari, ripreso anche nel corso dell’evento Telefisco nei primi giorni di febbraio, è stato poi ulteriormente approfondito con l’emanazione del provvedimento concernente le regole tecniche per l’emissione e la ricezione delle fatture elettroniche. Posto che i soggetti sopra evidenziati non sono obbligati – salvo il caso in cui il destinatario sia una pubblica amministrazione – ad emettere fatture elettroniche tramite SdI verso i soggetti privati (ciclo attivo), l’Agenzia delle entrate, n

Fattura cartacea e telematica: conosci le differenze?

La prima distinzione da considerare è tra la fattura elettronica in contrapposizione a quella analogica: la fattura analogica, come tutti i documenti di quel genere, si materializza su supporti di vario genere, il più delle volte cartacei, ed è immediatamente leggibile; la fattura elettronica, invece, è composta da un insieme di simboli suscettibili di essere interpretati solo attraverso sistemi di elaborazione dati e può, ovviamente, essere commutata anche su carta in formato leggibile. La fattura elettronica, per via del suo formato condiviso, consente di tradurre in pratica il concetto di interoperabilità, che consiste nella possibilità dei diversi sistemi informatici di interagire tra di loro potendo leggere documenti informatici impostati nella medesima struttura. Sarà possibile immettere, per esempio, nei sistemi contabili l’intero ciclo attivo delle fatture emesse, soprattutto quelle relative ad operazioni standardizzate, attraverso riversamenti di dati che ridurranno notevo