mercoledì 31 agosto 2016

Inquilini Morosi INcolpevoli? Il Fondo morosi incolpevoli 2016 potrà darti un aiuto

Il contributo affitto 2016 è un’agevolazione straordinaria che lo Stato riconosce dal 1° dicembre 2014 al 31 dicembre 2016 alle famiglie che a causa di vari e gravi motivi non riescono a pagare l’affitto. Tale contributo, riconosciuto sulla base di specifici requisiti e previa domanda da parte dell’inquilino, consente di accedere, a seconda della situazione in cui si trova la famiglia, ad un Fondo Morosità incolpevole, al Fondo Nazionale Sostegno all'Accesso alle Abitazioni in Locazione o a veri e propri bandi che i Comuni provvedono ad istituire per aiutare le famiglie proprietarie ed affittuarie che non riescono a pagare il mutuo o l’affitto.. Vediamo cos’è il contributo affitto, come funziona, quali sono i requisiti e come presentare al domanda.

Contributo affitto 2016 cos'è e a chi spetta?
Il contributo affitto 2016 è un aiuto che lo Stato attraverso i Comuni riconosce agli inquilini vittime di morosità incolpevole, ossia, quando a causa di un motivo molto grave che va al di là della propria volontà, l’affittuario non riesce a pagare l'affitto.
Tale contributo, viene concesso - pagato attraverso le risorse che il Governo ogni anno stanzia con la Legge di Stabilità, al Fondo Morosità incolpevole, istituito presso il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, dal decreto anti-sfratti legge 102/2013 convertito nella legge 124/2013.
Ricordiamo che tale Fondo opera solo nei Comuni ad alta tensione abitativa, e prevede una dotazione originaria di 20 milioni per il 2014 e 2015 che è stata successivamente incrementata dal Piano Casa di Renzi il 28 marzo 2014 n.47, convertito in legge il 20 maggio 2014, con 12,73 milioni per il 2015 e nuovi stanziamenti tra il 2016 e il 2020 per un ammontare totale di 190 milioni di euro.
Per aiutare gli inquilini in difficoltà e prevenire lo sfratto, il Governo ha provveduto ad istituire come altra misura al Fondo Anti-sfratti, anche un Fondo Nazionale Sostegno all'Accesso alle Abitazioni in Locazione, che concede un contributo affitto pari alla differenza tra il canone di locazione per un alloggio di residenza popolare ed il canone di affitto pagato per la propria abitazione.
Anche in questo caso, il Fondo è nazionale ma è gestito dai Comuni attraverso l'annuale emanazione di appositi bandi, specifica scadenza e modulo domanda.
Dal momento che tali bandi, possono cambiare da Comune a Comune, si consiglia di verificare l'uscita del bando direttamente attraverso il proprio Municipio o il sindacato inquilini quali ad esempio, Sunia, Sicet i Unione Inquilini.

Contributo affitto 2016 requisiti e cause gravi:

Le famiglie per poter accedere al contributo affitto concesso tramite il Fondo Morosità Incolpevole, devono essere in possesso di determinati requisiti, individuati dal decreto anti-sfratto. Tra i requisiti principali, c'è quello che prevede che l'accesso al fondo e quindi agli aiuti per gli inquilini morosi che riescono a pagare il canone a causa della perdita o riduzione del reddito, debbano essere per le seguenti cause gravi:
Licenziamento o riduzione dell’orario di lavoro,
Cassa integrazione;
Mancato rinnovo del contratto a tempo determinato;
Cessazione, per causa di forza maggiore, di attività lavorativa autonoma,
Infortunio o decesso di un componente della famiglia che concorreva al reddito del nucleo.
Requisiti Fondo Inquilini morosi:
Avere un ISE non al di sopra di 35.000 euro o un ISEE di 26mila euro;
Nessun componente del nucleo familiare deve avere la proprietà, usufrutto, uso o abitazione di un immobile fruibile nella stessa provincia;
Aver ricevuto l'atto di convalida di sfratto per morosità;
Aver registrato regolarmente il contratto di affitto;
L'Abitazione non deve essere di lusso/pregio, per cui non deve rientrare nelle seguenti categorie catastali A1, A8, A9;
Richiesta residenza di almeno 1 anno nella casa in affitto per la quale si è ricevuto lo sfratto;
Avere cittadinanza italiana o UE, se extracomunitaria occorre essere in possesso del permesso di soggiorno CE;
Criterio preferenziale a parità di requisiti e in vista dell'esaurimento risorse: la presenza nel nucleo familiare di un minore, over 70 o di un invalido almeno al 74%, familiare in carico ai servizi sociali o alle ASL.
Priorità: per gli inquilini con sfratto esecutivo per morosità che stipulano un nuovo contratto di affitto a canone concordato.

Contributo affitto come si richiede al Comune?

Morosità Incolpevole aiuti fino a 8.000 euro: La somma massima erogabile con il Fondo Morosità Incolpevole è un contributo per affitto fino a 8000€ da erogare secondo 3 modalità:
1) In caso di rinuncia allo sfratto da parte del proprietario: il contributo è pari alla morosità pregressa fino ad un massimo di 8mila euro;
2) Nel caso in cui il proprietario decida per una proroga dell'esecuzione dello sfratto: il contributo erogato è pari al numero dei mesi interessati dal differimento, e comunque  non inferiori a 6 + 3 mesi di morosità pregressa.
3) In caso di stipula di un nuovo contratto di locazione, per un alloggio diverso da quello oggetto di sfratto esecutivo, il contributo è pari a 3 mensilità del nuovo contratto di affitto.
Dove va fatta la domanda Inquilini morosi? Quale modulo usare? La domanda per accedere al Fondo Morosità Incolpevole va presentata al Comune di Residenza che verificati i requisiti e le condizioni, le risorse disponibili, e la presenza di bandi aperti, comunica al Ministero delle Infrastrutture, se l'inquilino richiedente può ottenere il contributo per l'affitto onde evitare lo sfratto per morosità incolpevole.
Nella sezione Aiuti alle famiglie troverete inoltre tanti altri sostegni e bonus dedicati alla famiglia a basso reddito, a quelle numerose, agli over 60-85 ma anche bonus bebè, il bonus bollette luce e gas, le social card ecc.

Contributo per affitto domanda:
Il Fondo Nazionale Sostegno all'Accesso alle Abitazioni in Locazione è un aiuto che lo Stato, sempre tramite i Comuni, concede preventivamente al fine di evitare lo sfratto. Di cosa si tratta? Di un contributo per affitto pari alla differenza tra il canone di locazione che si pagherebbe per un alloggio di residenza popolare e l'affitto che effettivamente la famiglia paga per la propria abitazione.
Dal momento che questo tipo di aiuto, come quello elargito con il Fondo inquilini morosi, è stanziato dallo Stato tramite i Comuni, per verificare la pubblicazione del bando comunale, le risorse assegnate, la scadenza della domanda, i requisiti e le condizioni che possono variare da bando a bando e di conseguenza da comune a comune, si consiglia di rivolgersi sempre al municipio della propria città, siti comunali istituzionali o presso i sindacati inquilini.

In generale, i requisiti per accedere al contributo affitto con il Fondo Nazionale Sostegno all'Accesso alle Abitazioni in Locazione sono:
Essere cittadini italiani, comunitari o extracomunitari con permesso di soggiorno CE;
Avere la residenza nel Comune in cui si presenta la domanda;
Avere un contratto di affitto registrato all'Agenzia delle Entrate e non averlo stipulato tra parenti o affini;
Non essere assegnatari di alloggi di edilizia residenziale pubblica o comunali come ad esempio alloggi ATER ex IACP;
Nessun componente della famiglia beneficiaria, deve essere proprietario, usufruttuario, uso o abitazione di un immobile ubicato nella stessa provincia;
L'abitazione non deve rientrare nelle categorie catastali A1, A8, A9;
La famiglia richiedente non deve aver ricevuto per l'anno in corso altri aiuti e contributi affitto;
Reddito ISEE variabile in base alla delibera comunale.

SIA ...... Il nuovo strumento di contrasto alla povertà.... ma servirà?

Si tratta di una misura adottata dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali: la sigla SIA sta per Sostegno per l'Inclusione Attiva. Viene erogato un beneficio economico mensile alle famiglie in condizioni disagiate. A gestire le procedure di richiesta è il comune di residenza

Il progetto del SIA è quello di fornire strumenti alle famiglie in particolari situazioni di disagio: le misure di sostegno economico si affiancano a progetti, in capo ai Comuni, volti all'inserimento sociale e lavorativo per i richiedenti.

I benefici economici vengono erogati su carte prepagate in base a particolari requisiti economici, lavorativi e familiari e saranno corrisposti ai destinatari con un assegno bimestrale. Sono calcolati in base al numero dei componenti del nucleo familiare e si parte da un minimo di 80 euro, ad un massimo di 400 per famiglie dai 5 o più membri.

La presentazione delle domande per richiedere di essere ammessi al progetto di sostegno all’inclusione comincerà il 2 settembre. 
La domanda va presentata al proprio Comune di appartenenza, il quale procederà entro 15 giorni all’invio della documentazione all’Inps.

L’Inps verificherà le domande, valutando le condizioni per l’accesso ai benefici. Le domande verranno respinte, nel caso non si dovesse rientrare nei requisiti richiesti, o accettate e quindi si potrà accedere ai benefici previsti dal progetto SIA.

Ai beneficiari della prestazione verrà fornita una card precaricata contenente l’importo spettante; l’assegno verrà erogato a cadenza bimestrale, dopo la verifica della sussistenza dei requisiti.
SIA: guida alla compilazione del modello
Il frontespizio del modello per la richiesta del SIA specifica le condizioni per poter mantenere il beneficio:
i requisiti economici e familiari devono rimanere stabili per tutta la durata del beneficio, pena la revoca;
il beneficio viene revocato nel caso di mancata adesione al progetto per l’inclusione attiva;
la revoca o l’esclusione dal beneficio possono essere stabiliti dai Comuni nel caso vengano meno le condizioni di bisogno.
Le successive pagine del modello sono predisposte alla compilazione dei dati anagrafici e della situazione economica e familiare del richiedente.

Il Quadro A contiene i dati anagrafici del soggetto che richiede il beneficio, il quale sarà poi, nel caso la domanda dovesse essere ritenuta idonea, il titolare della card SIA
Il Quadro B deve essere compilato con i dati relativi a residenza e cittadinanza per poter accedere al beneficio.
Indispensabile, per poter presentare domanda, l’essere residenti in Italia da almeno 2 anni e essere cittadini italiani o titolari di permesso di soggiorno in corso di validità. 
Per i cittadini stranieri non appartenenti all’UE, in questa sezione bisognerà inserire i dati del permesso di soggiorno di cui si è titolari, ovvero il numero e la scadenza dello stesso.

Il Quadro C è composto dalle sezioni riguardanti i requisiti familiari. Si ricorda che per poter presentare domanda di SIA, è indispensabile la presenza nel nucleo familiare di:
almeno un figlio di età inferiore ai 18 anni;
un componente familiare con disabilità e almeno un genitore;
una donna in stato di gravidanza accertata.
Lo stato di gravidanza deve essere accertato con documentazione rilasciata da un ente pubblico. Se il requisito della gravidanza è l’unico per il quale si presenta richiesta di beneficio, la domanda non potrà esser presentata prima di 4 mesi dalla data presunta del parto.

Il Quadro D è dedicato ai requisiti economici. Per poter presentare richiesta di beneficio è necessario essere in possesso di una Dichiarazione Sostitutiva Unicaai fini della presentazione ISEE. L’indicatore della situazione economica del nucleo familiare non deve essere superiore ai 3000 euro.
La dichiarazione ISEE è fondamentale per l’accesso e per il mantenimento del beneficio. Non verranno prese in esame le domande che non presentino dichiarazione ISEE.


L'acquisto dell'auto con la legge 104

 Risultati immagini per Legge 104: come comprare l’auto per un disabile? Agevolazioni e requisiti

Con la legge 104 è possibile comprare l’auto per un disabile sfruttando delle agevolazioni, ma come? Ecco tutto quello che bisogna sapere su procedura d’acquisto e requisiti.
La Legge concede importanti agevolazioni ai disabili per comprare auto, come previsto dalla legge 104, rivolta ai soggetti che presentano “una minorazione fisica, psichica o sensoriale, stabilizzata o progressiva, che è causa di difficoltà di apprendimento, di relazione o di integrazione”.

Comprare un’auto per un disabile comporta quattro agevolazioni fiscali:
IVA agevolata al 4%;
la detrazione Irpef del 19%;
l’esenzione permanente dal bollo auto;
l’esenzione dall’imposta di trascrizione al Pra.

Queste spettano anche se l’auto è intestata ad un familiare che ha il disabile a carico, mentre non spettano ad altri soggetti al di fuori del nucleo familiare.
In molti non sanno come sfruttare questi vantaggi, perciò è importante spiegare nel dettaglio in che modo si può comprare un’auto per un disabile e che tipo di procedura seguire.
Acquisto auto legge 104: quale auto comprare?

Comprare un’auto sfruttando le agevolazioni dell’accompagno presuppone dei vantaggi, a patto che si segua un iter corretto, perciò è opportuno chiedersi prima ancora di procedere all’acquisto: quale macchina comprare?

Le alternative sono due:
cilindrata fino a 2000 centimetri cubici, se con motore a benzina;
fino a 2800 centimetri cubici, se con motore diesel.


Ovviamente l’agevolazione della Legge 104 è relativa sia all’acquisto di veicoli nuovi che usati.
Importante sottolineare che l’auto deve obbligatoriamente essere «adattata».
Per auto «adattata» per guida disabili si intende anche un’auto dotata di cambio automatico di serie, purché questo sia prescritto dalla competente commissione medica locale.
Gli adattamenti devono risultare dalla carta di circolazione e possono riguardare sia le modifiche ai comandi di guida, che solo la carrozzeria o la sistemazione interna del veicolo.

Acquisto auto legge 104: IVA agevolata al 4%
Per quanto concerne l’aliquota IVA, questa è ridotta al 4% (anziché’ 20%) e si applica ad un auto nuova o usata, che sia acquistata già «adattata».
Questo beneficio si può sfruttare per un solo autoveicolo ogni quattro anni e non viene concesso oltre i 2.000 o 2.500 centimetri cubici di cilindrata.
A chi bisogna intestare l’auto? L’agevolazione della Legge 104 su IVA e detrazione si applica agli acquisti fatti dal disabile o dal familiare che lo ha a carico, l’auto dunque non deve essere intestata obbligatoriamente al P.RA. del disabile.
Acquisto auto legge 104: cosa succede se il disabile decede?
Riguardo alle agevolazioni ai disabili per acquisto auto è importante precisare che se il disabile decede dopo aver comprato un’auto, le agevolazioni rimangono valide anche a beneficio degli eredi.
Il riferimento è a tutte le agevolazioni tranne l’esenzione dal bollo e delle detrazioni sulle spese di manutenzione successive al decesso.
Di contro nessuna agevolazione può essere concessa se la morte è sopraggiunta dopo l’ordine fatto ma prima della consegna del mezzo o prima dell’emissione della fattura di pagamento.
Acquisto auto legge 104: detrazione Irpef del 19%
La detrazione Irpef del 19% spetta integralmente nella misura del 19% della spesa sostenuta per l’acquisto.
Non ci sono vincoli di cilindrata in questo caso, ma la spesa non è detraibile oltre i 20.000 euro.
Acquisto auto legge 104: esenzione permanente dal bollo auto
L’esenzione dal bollo auto è permanente e per ottenerla basta presentare la documentazione per il primo anno, visto che poi è valida anche per quelli successivi.

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Acquisto auto legge 104: esenzione dall’imposta di trascrizione al Pra
L’esenzione dall’imposta di trascrizione al Pra (Pubblico registro automobilistico) spetta sia per le auto nuove che per il passaggio di proprietà di un’auto usata.

martedì 30 agosto 2016

La sai l'ultima sul Bonus Bebè 2016?

Il bonus bebè Inps nuovi nati 2016 è stato confermato dall’attuale Legge di Stabilità. Il bonus, riconosciuto alle neo mamme e ai neo papà con un reddito basso e con i requisiti utili per farne domanda, dall’anno prossimo potrebbe addirittura raddoppiare, durare fino ai 5 anni d’età del bambino e avere un importo superiore per il secondogenito.

Ma le novità non finiscono qui: si parla, infatti, del nuovo bonus bebé anticipato e concesso alle donne al 7° mese di gravidanza, erogato sotto forma di voucher asili nido e altri incentivi. E, ancora, di detrazioni sui prodotti per la prima infanzia e sconti sull’Iva per le mamme under 30.

Il bonus natalità 2016 consiste nell’erogazione di un assegno di 80€ al mese per ogni figlio alle famiglie con un ISEE inferiore a 25 mila euro, e di 160€ mensili a chi è in una fascia ISEE al di sotto di 7 mila euro. Fermo restando la soglia reddituale, tramite apposita richiesta all’Inps tutti i neo genitori o genitori adottivi (italiani, cittadini dell’UE o extracomunitari con permesso di soggiorno) possono fruire del bonus bebè 2016, ma solo fino al compimento del 3° anno di età del figlio naturale o adottivo.

Adesso ci sono buone notizie per le neo mamme sul fronte bonus bebè: l’assegno potrebbe essere doppio e ancora maggiore per il secondo figlio. Inoltre, il bonus natalità Renzi, come lo definisce l’INPS, non solo sarà riconfermato con la Legge di Stabilità 2017, ma allo studio del governo c’è la possibilità che la sua durata passi da 3 a 5 anni.

Vediamo in cosa consiste il nuovo bonus bebè, i soggetti beneficiari, gli importi e tutte gli interventi al vaglio dell’INPS per l’anno 2016/2017.

La revisione del bonus bebè inaugurato nel 2015 è una delle contromisure su cui sta puntando il Ministero della Sanità per arginare il drammatico crollo delle nascite in Italia. Le coppie con reddito basso che mettono al mondo un bambino riceveranno un assegno doppio di quello emesso oggi dall’Inps. Se poi decideranno di avere un secondo figlio, la cifra concessa sarà ancora superiore.

Il progetto del bonus bebè raddoppiato per aiutare le famiglie in difficoltà ad affrontare le spese dovrebbe essere inserito nella prossima Legge di Stabilità e sarà affiancato da un’altra misura: la durata del bonus natalità, attualmente di 36 mesi, potrebbe arrivare fino a 5 anni. Vediamo cosa cambia con le ipotesi al vaglio del governo e come richiedere il bonus bebè 2016.

Bonus Bebè 2016: importo raddoppiato e assegno fino a 400€
Il bonus bebè è riconosciuto alle famiglie con un Isee inferiore a 25mila euro all’anno, che oggi ricevono 80€ al mese (960€ all’anno) per ogni figlio; e ai nuclei familiari con un Isee al di sotto di 7mila euro, ai quali viene concesso un assegno mensile di 160€ (1920€ all’anno).

Il progetto del ministro Lorenzin per far fronte al crollo demografico è quello di raddoppiare la quota mensile per il primo figlio, portandola a 160€ e a 320€ a seconda della soglia Isee.

Le coppie che decideranno di dare al primogenito un fratellino non riceveranno la stessa somma come oggi, ma 80€ in più.

Ricapitolando, quindi, con la Legge di Stabilità 2017 l’importo del bonus bebè potrebbe essere così riarticolato:

  • Isee < 25mila euro: 160€ per il primo figlio; 240€ per il secondo figlio
  • Isee < 7mila euro: 320€ per il primo figlio; 400€ per il secondo figlio


Attualmente il bonus bebè è previsto per i bambini nati dal 1° gennaio 2015 al 31 dicembre 2017 e la durata del bonus bebè 2016 è di 36 mesi. A partire dalla data di nascita (o dall’ingresso nel nucleo familiare in caso di adozione) del bambino fino a 3 anni di età, le famiglie con un reddito Isee basso possono usufruire di una somma mensile erogata dall’Inps per l’acquisto di beni di prima necessità.

Nel progetto di Lorenzin la durata del bonus è portata fino al 2020: se la novità dovesse essere inserita nella manovra finanziaria del 2017, come prevedibile, si potrà godere del bonus bebè fino al compimento del 5° anno di età del figlio. Inoltre, tutte le mamme e i papà che hanno fatto richiesta nel 2015 potranno continuare a riceverlo senza interruzione a patto, però, che abbiano rinnovato l’ISEE entro il 31 gennaio 2016 comunicando i nuovi dati all’Inps.

Chi non riuscirà a rinnovare l’Isee entro questa data potrà ricevere il bonus bebè solo fino al mese di febbraio, dopodiché sarà sospeso fino alla nuova dichiarazione del reddito. A quel punto non c’è da preoccuparsi perché le famiglie che lo hanno richiesto continueranno a percepirlo insieme ai mesi arretrati.

Bonus Bebè 2016 raddoppiato e fino a 5 anni: come trovare i soldi?
Il ministro Lorenzin è tra i maggiori sostenitori del bonus bebè, e per fronteggiare il problema del crollo demografico il Governo sembrerebbe seriamente intenzionato a rimettere mano sul bonus bebè con la prossima Legge di Stabilità.

Ovviamente per erogare un aiuto più cospicuo alle famiglie a cui spetta il bonus bisognerà trovare i soldi. Tra le varie urgenze degli italiani, i vincoli europei e la riforma del sistema previdenziale si potrebbe correre il rischio che, dopo aver annunciato la manovra, non si riescano a trovare i fondi per aumentare l’importo e la durata del bonus bebè nel 2017.

Il piano della Lorenzin sarebbe quello di sfruttare i risparmi della spesa pubblica dovuti al decremento delle nascite e stanziare questi soldi per il nuovo bonus bebè. Basterebbe, quindi, aggiungere 300 milioni all’1,3 miliardi di risparmi per garantire la copertura del bonus raddoppiato. Per quanto riguarda il funzionamento, le regole dovrebbero restare invariate: ogni mese avverrà l’erogazione sull’Iban del genitore fino a 3 (o 5) anni d’età del bambino fermo restando il vincolo del possesso dei requisiti, oltre all’aggiornamento dell’ISEE ogni gennaio per confermare la situazione reddituale e continuare a godere del bonus.

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Bonus Bebè 2016: Sai come fare domanda?
La richiesta del bonus bebè va fatta entro 3 mesi dalla nascita o dall’arrivo in casa del bambino. Se la domanda viene fatta oltre i termini previsti, l’erogazione del bonus scatterà comunque dalla data di presentazione della stessa al compimento del 3° anno di vita del figlio e non si riceveranno gli arretrati.

Come abbiamo detto, questo è quanto previsto ora, ma la durata della concessione dell’assegno di natalità potrebbe essere rivista con l’inserimento del bonus bebè di 5 anni nella Legge di Stabilità 2017. Ricordiamo che la richiesta va presentata una sola volta per figlio e nel caso di gemelli la somma percepita va moltiplicata per il numero degli stessi.

Come fare domanda per il bonus bebè 2016? Basta inviare apposita domanda in via telematica attraverso il sito ufficiale dell’Inps dalla sezione Servizi online. Per accedere al sito e compilare la domanda è necessario avere il codice PIN rilasciato dall’Istituto.

Se non si è in possesso del PIN, in alternativa, si ci si può recare al proprio Patronato di fiducia o al Caf, oppure contattare il numero verde 803.164 da telefono fisso o 06 164.164 da cellulare.

Bonus Bebè: cosa fare se non viene più concesso?
Nel caso in cui il Bonus bebè non venisse più concesso al genitore che lo ha richiesto, a causa del decesso, decadenza o rinuncia, l’altro genitore può subentrare nel diritto dell’assegno presentando all’Inps, per lo stesso figlio, una nuova domanda.

La richiesta del bonus bebè va presentata entro i successivi 3 mesi (90 giorni) dalla data di decesso o di decadenza e va presentata all’Inps, sempre in via telematica, tramite sito web o Patronato. L’assegno spetta al nuovo genitore richiedente a partire dal mese consecutivo a quello in cui si verifica l’evento per cui il bonus bebè non è stato più concesso.

lunedì 29 agosto 2016

Pronti a RI-partire assieme a noi?

Buona RI-partenza a tutti voi, a tutti noi!

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Studio Commerciale Semeraro
...................................................... Al tuo fianco.....S E M P R E

mercoledì 10 agosto 2016

Buone Vacanze amici ed amiche che ci seguite con affetto :)

Eh si, anche il nostro blog va in vacanza per un pò..... contiamo di trovarvi tutti quanti al nostro e vostro rientro, però :)

Buone vacanze, qualunque sia la vostra meta, a tutti voi ....rilassate la mente, aprite il cuore e brindate alla vita

L'Anguria ...la regina della frutta estiva :)


L’anguria o cocomero composto per il 93 % circa da acqua, gustoso e dissetante, è il frutto estivo per eccellenza, ed oltre a essere un’autentica delizia è ricco di proprietà benefiche.

La sua polpa contiene infatti vitamine A e C, potassio, fosforo e magnesio. La presenza di vitamina C e potassio in particolare avrebbe un’azione depurativa e detossificante che rende l’anguria un frutto ideale per contrastare in maniera naturale la ritenzione dei liquidi, il gonfiore alle gambe e l’ipertensione.

Grazie all’elevato contenuto di sali minerali, l’anguria permette di contrastare la stanchezza causata proprio dalle alte temperature. È inoltre ricca di carotenoidi in grado di combattere l’azione dei radicali liberi e quindi l’invecchiamento delle cellule. Tra questi il licopene, è un potente antiossidante, noto per proteggere il sistema cardiovascolare dai danni dei radicali liberi. Protegge la  pelle dai danni dei raggi ultravioletti che possono provocare le rughe e il cancro della pelle. Un grande bicchiere di succo di anguria, prima di andare in spiaggia potrebbe fornire un po ‘di protezione extra antiossidante contro la luce ultravioletta sulla pelle.

Altra sostanza di cui  è ricca l’anguria è la citrullina, un amminoacido che assicura l’equilibrio della pressione e mantiene elastiche le pareti arteriose e sarebbe quindi in grado di prevenire l’ipertensione e le malattie cardiache. Secondo alcune ricerche, una fetta di anguria al giorno sarebbe addirittura in grado di ridurre i livelli di colesterolo nel sangue. Infine, essendo ricca di acqua e quindi povera di calorie, l’anguria è infine un frutto perfetto per chi segue una dieta.
Se la vostra domanda è : l’anguria fa ingrassare? La risposta è no! L’anguria è uno dei frutti più leggeri e meno calorici che abbiamo a disposizione durante l’estate. Ciò avviene grazie alla sua ricchezza d’acqua e alla completa assenza di grassi. Le calorie derivano dal contenuto di zuccheri naturali dell’anguria, ma sono comunque davvero poche. Anche chi è attento alla linea può mangiare l’anguria senza problemi e trarre dei benefici perché questo frutto ricco d’acqua stimola la diuresi e l’eliminazione delle tossine. 100 grammi di anguria contengono soltanto 30 calorie.

Il consumo di anguria può inoltre contribuire a migliorare la qualità del sonno. Mangiare un paio di fettina di anguria dopo cena può stimolare nell'organismo la produzione di serotonina, per via del suo contenuto di carboidrati. Quando, nelle ore serali, i livelli di serotonina salgono, il cervello è meno sensibile ai segnali di disturbo, come i rumori, favorendo sonni tranquilli.

Anguria e segreti di bellezza
L’anguria è anche alleata per la bellezza. Si possono preparare maschere casalinghe a base di anguria per rigenerare la pelle stanca unendo la popla, latte e succo di limone. 
Per sconfiggere le occhiaie potete invece mettere sugli occhi chiusi due fettine di anguria fresca e tenerla in posa almeno 15 minuti. Gli effetti sono molto simili a quelli del cetriolo.

Per voi un pò di acqua detox all’anguria …
Ecco come potete prepararvi dell’acqua detox all’anguria:

-Ingredienti

Anguria ( eliminate i semi) e preparate dell’ anguria tagliata a dadi;
Limone o Lime (succo di mezzo limone o lime e qualche fettina);
qualche fragola se ne avete a disposizione;
un rametto di rosmarino;
 acqua;
ghiaccio (a vostro piacimento );
centrifughe-di-frutta-detox

Mettete l’anguria a cubetti nella parte bassa della vostra brocca/ bicchiere/ contenitore, (riempitela circa un quarto );

Aggiungete il rosmarino, le fragole (se volete), il succo di mezzo limone o lime;

Schiacciate il tutto delicatamente per rilasciare il succo della frutta.

Aggiungete le fettine del limone o lime , riempite poi la vostra brocca  con acqua mescolate bene.

Lasciate riposare nel frigorifero fino a quando non si raffreddi per bene.

Se volete berla al momento aggiungete prima il ghiaccio e poi l’acqua. ( mescolare bene)

Vi lasciamo assaporare questo gustosissimo frutto e buona estate!



#buonascorpacciata a tutti

martedì 9 agosto 2016

Non abbandonare l'Amore per strada

Si, ci piace intitolare questo post proprio così : NON ABBANDONARE L'AMORE PER STRADA, NON ABBANDONARE chi darebbe la vita per te......

No, non stiamo parlando di fidanzati e fidanzate..... vabbè vale anche per loro, ma stiamo parlando di cani, gatti, e tutti gli amici - I NOSTRI AMICI- a 4 zampe......



Un cane sa ascoltare, e sa persino leggere. Non i libri, quelli sono capaci tutti tranne lui. Il cane sa leggere il cuore dell’uomo.
(Fabrizio Caramagna)

#nonabbandonarel'amoreperstrada


Olimpiadi time!!


Piansi e mi vergognai: alzai il viso verso la pioggia, facendo finta di essere bagnato dalle gocce. Sentii il nastro della medaglia contro il petto e il mio primo pensiero fu: Ora papà sa che sono un atleta! (William Mills, americano, oro nei 10.000 metri nel 1964, migliorando di 46 secondi il suo record)




http://lifepretaporter.it/olimpiadi-time/

venerdì 5 agosto 2016

C'è chi può e chi non può..... i parlamentari evidentemente possono .....

Risultati immagini per parlamento ferie
Ferie record per i parlamentari italiani. Ben quaranta giorni di vacanza, che non sono contemplate in nessun contratto nazionale di lavoro. Quest’anno lo stop sarà ancora più lungo degli anni passati,  una settimana di vacanze in più rispetto alla media degli ultimi anni.

Le super ferie, come spiega Il Messaggero, scattano il 3 agosto e termineranno lunedì 12 settembre per i deputati e martedì 13 settembre per i senatori. I più ‘sfortunati’ dovranno rientrare prima dato che i lavori di alcune commissioni riprenderanno a Montecitorio il 5 settembre.

NON aprire quella porta

................. perchè sai chi è a bussare?
Risultati immagini per circe ciclone
E' Circe che è alle porte
E a Ferragosto Troy porta l’autunno
Il ciclone Circe è alle porte: a partire da venerdì l’Italia comincerà a essere funestata da temporali, venti di Bora e Maestrale e da un brusco calo delle temperature. L’anticiclone oceanico dunque cederà alla forza di Circe, venendone sopraffatto, tra il 5 e il 7 agosto, proprio in corrispondenza del weekend. Il freddo dal Nord Europa calerà sull’Italia e sul Mediterraneo.

Un duro colpo per l’estate del Belpaese, che subirà un brusco arresto proprio in corrispondenza delle sospirate vacanze, le più lunghe dell’anno. La fase di maltempo con nubifragi, grandine e perfino possibili tornado colpirà soprattutto il Nord e il Centro Italia, con temporali diffusi che si estenderanno anche al Sud tra sabato e domenica.

Canone Rai, ecco il modulo e le istruzioni per il rimborso

L’Agenzia delle Entrate ha appena comunicato le istruzioni per richiedere il rimborso del canone tv pagato mediante addebito sulle fatture elettriche, ma non dovuto. I contribuenti possono inviare l’istanza con raccomandata allo sportello Abbonamenti Tv.



Come ottenere il rimborso per un addebito improprio del canone Rai? L’Agenzia delle Entrate ha appena comunicato le istruzioni per richiedere il rimborso del canone tv pagato mediante addebito sulle fatture elettriche, ma non dovuto (clicca qui per scaricare il modulo). I contribuenti possono inviare da subito l’istanza con raccomandata allo sportello Abbonamenti Tv dell’Agenzia delle Entrate o, in modalità telematica, a partire dal 15 settembre 2016, tenuto conto dei tempi necessari per lo sviluppo dell’applicazione web dedicata. Quanto ai requisiti, il cittadino può chiedere il rimborso del canone tv, nel caso in cui lui stesso o un altro componente della sua famiglia anagrafica sia in possesso dei requisiti di esenzione e sia stata presentata l’apposita dichiarazione sostitutiva. Il documento ricorda che sono esenti i contribuenti over 75 con reddito complessivo familiare non superiore a 6.713,98 euro.

E’ possibile presentare la domanda di rimborso, se il contribuente ha pagato il canone tramite addebito sulle fatture di energia elettrica e lui stesso o un altro componente della famiglia anagrafica ha versato il canone anche con modalità diverse dall’addebito. La richiesta di rimborso è ammissibile anche quando il cittadino ha pagato il canone inserito nelle fatture di energia elettrica e lo stesso canone risulta corrisposto anche mediante addebito sulle fatture relative a un’utenza elettrica intestata ad altro componente della famiglia. I rimborsi sono effettuati dalle imprese elettriche mediante accredito sulla prima fattura utile, oppure con altre modalità, sempre che le stesse assicurino l’effettiva erogazione entro 45 giorni dalla ricezione, da parte delle stesse imprese elettriche, delle informazioni utili all’effettuazione del rimborso. Nel caso in cui il rimborso da erogare a cura delle imprese elettriche non vada a buon fine il rimborso sarà pagato direttamente dall’Agenzia.

Credito d’imposta nuovi investimenti nel Mezzogiorno


A decorrere dal 1° gennaio 2016 e fino alla chiusura del periodo di imposta in corso al 31 dicembre
2019 è riconosciuto un credito di imposta per investimenti in beni strumentali nuovi destinati a
strutture produttive nelle regioni del Mezzogiorno (in Campania, Puglia, Basilicata, Calabria e
Sicilia, nonché in Molise, Sardegna e Abruzzo), in misura variabile dal 10 al 20% a seconda delle
dimensioni aziendali. L'intento è sostenere l’economia delle Regioni meridionali attraverso una
serie di misure per accelerare gli investimenti delle imprese. Il Governo ritiene, infatti, che nel
Mezzogiorno sia necessario migliorare l’implementazione delle politiche nazionali.

La norma specifica anche che, alle imprese attive nel settore della produzione primaria di prodotti
agricoli, nel settore della pesca e dell’acquacoltura, disciplinato dal regolamento (UE) n. 1379/2013
del Parlamento europeo e del Consiglio, dell'11 dicembre 2013, e nel settore della trasformazione e
della commercializzazione di prodotti agricoli e della pesca e dell'acquacoltura, che effettuano
l'acquisizione di beni strumentali nuovi, gli aiuti sono concessi nei limiti e alle condizioni previsti
dalla normativa europea in materia di aiuti di Stato nei settori agricolo, forestale e delle zone rurali e
ittico.

La disciplina del nuovo credito d'imposta ricalca sostanzialmente quella dell'originario bonus
introdotto dall'art. 8 della Legge 23 dicembre 2000, n. 388 (Legge finanziaria 2001) e dovrebbe
rappresentare la prosecuzione del bonus investimenti che ha visto appena conclusa la sua operatività
nel mese di giugno 2015 (ex articolo 18 del Dl 91/2014), ma con notevoli differenze che lo rendono
sicuramente più vicino a quello introdotto dalla legge finanziaria per il 2007 (n. 296/2006).

In particolare, rispetto al credito di imposta di cui al decreto competitività (Dl 91/2014), viene:
-ridotto l'ambito territoriale di applicazione (dall'intero territorio nazionale si passa alle sole aree
svantaggiate del Paese);
-ampliata la tipologia di beni agevolabili (non solo beni rientranti nella divisione 28 della
Classificazione Ateco 2007, ma beni classificabili come impianti, macchinari e attrezzature varie);
-diversificata la percentuale di aiuto (dal 15% generale si passa da un minimo del 10% a un
massimo del 20% in relazione alla dimensione di impresa);
-modificata la base di calcolo dell'incentivo (si abbandona la media degli investimenti dei cinque
anni precedenti, per ritornare all'investimento netto dato come differenza tra costo complessivo dei
beni e ammortamenti).
Diversamente dalle precedenti regolamentazioni, però, la nuova disciplina non appare del tutto
completa, nel senso che mancano alcune indicazioni presenti nelle precedenti versioni; si pensi per
fare un esempio - alla mancata indicazione del trattamento tributario del predetto credito. Sul punto,
stante la sostanziale identità dei benefici, si ritiene che si possa far riferimento alle discipline ed ai
chiarimenti forniti in relazione ai precedenti crediti d'imposta.

Il credito d’imposta è riservato alle “imprese” che effettuano gli investimenti ai sensi del comma 98
laddove sono del tutto ininfluenti la natura giuridica assunta dall’impresa beneficiaria ed il regime
di contabilità in uso. Ciò significa che sono ammesse le imprese in forma individuale così come le
società di persone o le società di capitali. Ed ancora, l’agevolazione sussiste anche per le imprese in
regime di contabilità semplificata in assenza di un espresso divieto contenuto nella norma ed altresì
per gli enti non commerciali con riferimento all’attività commerciale eventualmente esercitata.
(circ. n. 38/E/2008).

Il comma 99 specifica che sono agevolabili gli investimenti, facenti parte di un progetto di
investimento iniziale come definito all'articolo 2, punti 49, 50 e 51, del regolamento (UE) n.
651/2014 della Commissione, del 17 giugno 2014, che detta il regime definitorio per gli aiuti di
stato compatibili con il mercato comune, relativi all’acquisto, anche mediante contratti di locazione
finanziaria, di macchinari, impianti e attrezzature varie destinati a strutture produttive già esistenti o
che vengono impiantate nel territorio.

Nello specifico l’agevolazione può essere concessa solamente agli investimenti in beni strumentali
nuovi per:
- la realizzazione di un nuovo stabilimento;
- l’ampliamento di uno stabilimento esistente;
- la diversificazione della produzione di uno stabilimento;
- la trasformazione radicale del processo produttivo complessivo di uno stabilimento esistente;
- la riattivazione di uno stabilimento chiuso o che sarebbe stato chiuso qualora non fosse stato
acquisito.
Pertanto, vanno considerati esclusi tutti gli investimenti che non realizzino una fattispecie di
investimento iniziale (ad esempio sostituzione di singoli beni strumentali) ed altresì gli investimenti
in immobili e veicoli in quanto non richiamati.

Risultati immagini per CREDITO D'IMPOSTA PER ATTIVITÀ DI RICERCA E SVILUPPO


Il comma 100 prevede che il credito di imposta non viene riconosciuto ai soggetti che operano nei
settori dell’industria siderurgica, carbonifera, della costruzione navale, delle fibre sintetiche, dei
trasporti e delle relative infrastrutture, della produzione e della distribuzione di energia e delle
infrastrutture energetiche, nonché ai settori creditizio, finanziario e assicurativo e neppure alle
imprese in difficoltà come definite dalla comunicazione della Commissione europea 2014/C 249/01
del 31 luglio 2014.

Il comma 101 prevede che l’agevolazione sia commisurata alla quota del costo complessivo dei
beni ammissibili, nel limite massimo, per ciascun progetto di investimento, pari a 1,5 milioni di
euro per le piccole imprese, a 5 milioni per le medie imprese e a 15 milioni per le grandi imprese,
eccedente gli ammortamenti dedotti nel periodo d’imposta, relativi alle medesime categorie dei beni
d’investimento della stessa struttura produttiva, ad esclusione degli ammortamenti dei beni che
formano oggetto dell’investimento agevolato. Viene inoltre specificato che, per gli investimenti
effettuati mediante contratti di locazione finanziaria, venga assunto il costo sostenuto dal locatore
per l’acquisto dei beni e che questo non comprenda le spese di manutenzione.
Orbene vanno evidenziati due aspetti inerenti al calcolo dell'agevolazione e, in particolare, la
determinazione dell'investimento netto. La deduzione degli ammortamenti calcolati nel periodo di
imposta deve essere effettuata solo con riferimento ai beni rientranti nella stessa categoria di quelli
per i quali si richiede l'agevolazione. In sostanza, se il progetto d'investimento ha previsto
l'acquisizione nel periodo d'imposta di nuovi impianti e di nuove attrezzature, il prezzo di acquisto
di tali beni deve essere ridotto degli ammortamenti degli impianti e delle attrezzature già esistenti
nella struttura produttiva, senza tener conto degli ammortamenti dei beni appartenenti alle restanti
categorie agevolabili, ossia i macchinari (per i quali non sono state effettuate nuove acquisizioni
nello stesso periodo di imposta e unità produttiva).
Di poi, è necessario tenere conto dei cosiddetti "ammortamenti figurativi", calcolati utilizzando le
aliquote d'ammortamento previste dalle tabelle ministeriali, relativamente ai beni detenuti in leasing
dall'impresa beneficiaria e impiegati nella medesima struttura produttiva.

La norma prevede espressamente che il credito d’imposta non è cumulabile con aiuti “de minimis”,
né con altri aiuti di Stato che abbiano ad oggetto i medesimi costi ammissibili