venerdì 13 luglio 2018

Donne vittime di violenza: dal congedo agli sgravi contributivi per il datore di lavoro



Le cooperative sociali che nel 2018 assumono a tempo indeterminato donne vittime di violenza di genere possono beneficiare di un esonero dal versamento dei contributi previdenziali fino a 350 euro al mese. Questa è l’ultima misura introdotta dal Legislatore a sostegno delle donne inserite in specifici percorsi di protezione per le vittime di violenze. Inoltre, allo sgravio contributivo per la rioccupazione si affianca la possibilità per le lavoratrici di chiedere la trasformazione del rapporto di lavoro da tempo pieno a tempo parziale, ovvero di fruire di un congedo retribuito fino a 3 mesi: con quali modalità?

Il panorama degli interventi in favore delle donne vittime di violenza di genere si amplia con l’introduzione della possibilità per le cooperative sociali di beneficiare di specifici sgravi contributivi in caso assunzione. Tale misura, introdotta dalla legge di Bilancio 2018 e resa operativa dal D.M. 11 maggio 2018, si innesta in una sempre maggiore attenzione da parte del Legislatore nel fornire strumenti di sostegno sociale per le donne che hanno subito violenze.

A lezione di vendita

Vendere serve a tutti. Anche se non siamo commerciali, tutti vendiamo ogni giorno: un progetto, le nostre idee, noi stessi. Ecco perché la vendita è uno skill da potenziare
Venditori eccezionali si nasce, ma buoni venditori si può diventare. «Una volta si diceva che le abilità commerciali facessero parte del dna. Adesso invece è noto che la vendita è una scienza e che per concludere positivamente una trattativa, esistono tecniche precise» spiega Emanuele Maria Sacchi, consulente e formatore per privati e aziende, con un’esperienza commerciale a 360 gradi.

Ecco tre suoi consigli al top

Evita le frasi killer come «Scusi il disturbo», «Le rubo solo due minuti», «Non si preoccupi».
Trova un mentore. Affianca uno o più venditori bravi, impara le loro tecniche di successo, trova il tuo stile di vendita.
Ascolta il cliente, soddisfa le sue aspettative, indicagli il benefit, limita l’uso di parole astratte.
Su Millionaire di aprile c’è anche un’intervista a Colleen Stanley, super formatrice americana, che sarà all’evento di Performance Strategies “Dritti al sì” a Milano il 12 maggio. «L’intelligenza emotiva aiuta a colmare il gap tra sapere e fare. In genere, i venditori sanno come condurre un colloquio di vendita, ma nelle situazioni più difficili le emozioni hanno la meglio».

RESTO AL SUD

Si chiama Resto al Sud la misura che favorisce la nascita di nuove imprese nel Sud Italia. Non è un bando a scadenza, ma un incentivo a sportello, disponibile dal 15 gennaio 2018: le domande sono esaminate senza graduatorie, in base all’ordine di arrivo. E da oggi si può seguire in tempo reale anche lo stato di avanzamento della domanda, grazie a un’app dedicata. L’applicazione permette di essere aggiornati su notizie, workshop ed eventi relativi a Resto al Sud, di cercare le banche e i partner convenzionati che possono aiutare a sviluppare il proprio progetto.

La dotazione è di 1,25 miliardi di euro

Tanti soldi, che non cadranno a pioggia, ma solo su progetti validi, fattibili, con team competenti. Su imprese già partite, ma anche su idee che diventeranno attività, proprio grazie ai finanziamenti di Invitalia, l’Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d’impresa, di proprietà del Ministero dell’Economia.

Chi può partecipare
Giovani tra i 18 e i 35 anni in Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Abruzzo, Puglia, Sardegna o Sicilia. Non solo quelli i residenti, ma anche chi si trasferisce lì nell’arco di due mesi. Dall’estero, ci sono quattro mesi di tempo per tornare a casa. Attenzione: chi si candida non deve essere titolare di un’impresa costituita prima di giugno 2017, non deve essere assunto in un’altra impresa (quando il finanziamento è concesso) e non deve avere ricevuto incentivi negli ultimi tre anni. Porte aperte invece per chi l’impresa l’ha fondata dopo giugno 2017 o vuole costituirla entro 60 giorni (120, dall’estero), dalla data di presentazione del primo titolo di spesa ammissibile alle agevolazioni. La realizzazione dei progetti deve essere ultimata entro due anni dal provvedimento di concessione. Per data di ultimazione s’intende la data dell’ultimo titolo di spesa ammissibile.

Quali imprese possono essere finanziate

Aziende di produzione, trasformazione, artigianali, di servizi, turistiche di promozione. Non sono ammesse libere professioni, attività commerciali e imprese agricole. Vanno bene sia le imprese individuali sia le società, incluse le cooperative. Un terzo dei soci può anche essere un po’ più vecchio.

Quanti soldi vengono dati?
50.000 euro per ogni richiedente. 200.000 euro al massimo per quattro richiedenti o più (già costituiti in società o prossimi alla costituzione). Il finanziamento copre il 100% delle spese ammissibili e consiste in un contributo a dondo perduto, pari al 35% dell’investimento complessivo (erogato in due tranche, in genere, presentando la documentazione dell’avvenuta spesa) e un finanziamento bancario pe il restante 65% concesso da una delle banche che aderiscono alla convenzione tra Invitaloa e Abi. Il finanziamento bancario è garantito dal Fondo di Garanzia per le Pmi e deve essere restituito in otto anni, di cui due di preammortamento. Un contributo erogato da Invitalia copre gli interessi sul finanziamento bancario. Le agevolazioni sono erogate in regime di de minimis.

Le spese finanziabili

Il finanziamento serve pre affrontare la ristrutturazione o manutenzione straordinaria di beni immobili (massimo 30% del programma di spesa), utenze, affitti, leasing, garanzie assicurative, materie prime (20%). Poi, l’acquisto di impianti, attrezzature, macchinari nuovi, hardware, sftware, soluzioni ICT. Non sono finanziabili i costi del personale e le spese di progettazione e di consulenza. Invitalia, però, accredita enti pubblici, università e organismi di terzo settore che offrono un accompagnamento gratuito per sviluppare il progetto imprenditoriale.

Come ottenere i finanziamenti

Su www.invitalia.it ci sono anche tutoria per compilare i moduli, webinar, esperti cui porre domande in diretta. La domanda si presenta online, registrandosi. Serve la firma digitale e un indirizzo di Pec. Le domande sono vvalutare in base a competenze dei soci, potenzialità del mercato, target, vantaggio competitivo, strategie di marketing, sostenibilità tecnico-economica e finanziaria. Esito della valutazione entro 60 giorni.

Info: www.invitalia.it

I conti in tasca agli avvocati

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Lo stipendio in Italia è tra i più bassi in Europa, i professionisti giovani sono in crisi e le donne penalizzate: guadagnano fino a 40mila euro in meno dei colleghi maschi

Malatta durante le tue tanto sospirate ferie: conosci i tuoi diritti?

Si avvicinano le vacanze e visto il periodo è importante capire come comportarsi se ci si ammala o si ha un infortunio durante le ferie.

È importante sapere che la malattia sospende il godimento delle ferie ma solo se talmente grave da impedire il recupero delle energie psicofische, ovvero il medico deve verificcare che la patologia della quale si soffre non permette la fruizione del periodo di vacanza.

QUANDO LA MALATTIA SOSPENDE LE FERIE – La funzione delle ferie è quella di permettere al lavoratore di recuperare le energie psico-fisiche dopo un duro anno di lavoro, nonché di consentirgli di partecipare alla vita familiare e sociale al fine di soddisfare le esigenze di carattere ricreativo e culturale.

Una malattia, quindi, potrebbe impedire alle ferie di svolgere la loro funzione ed è per questo che il lavoratore ha diritto a goderne in un secondo momento. Infatti, gli stessi giudici della Corte Costituzionale hanno dichiarato che le ferie sono sospese solo quando la malattia insorta è talmente grave in presenza di una determinata patologia da impedire il recupero delle energie psico-fisiche. Naturalmente è necessario valutare caso per caso, in ragione della compatibilità della malattia con le ferie stesse. Ad esempio ci sono dei contratti collettivi in cui la sospensione si ha solo in caso di prognosi superiore ad un certo numero di giorni, oppure in seguito ad un ricovero ospedaliero.

COSA FARE – Per prima cosa il dipendente che si ammala in ferie deve far accertare il proprio stato di salute da un medico, sottoporsi quanto più tempestivamente possibile alla visita fiscale per poi darne comunicazione al datore di lavoro allegando il certificato medico. A questo punto le ferie verranno sospese e ciò significa che il dipendente – dal 3° giorno in poi – percepirà l’indennità di malattia dall’Inps. A quel punto, il lavoratore dovrà rispettare le norme in merito alle visite fiscali all’indirizzo presso cui è reperibile, poiché sarà soggetto al controllo del medico inviato dal Polo Unico Inps il quale accerterà che la patologia impedisce effettivamente il godimento delle ferie.

SE CI SI AMMALA PRIMA DELLE FERIE? – Se la malattia insorge prima dell’inizio delle ferie, non dà luogo al decorso delle ferie. Nel caso in cui il lavoratore entri in ferie quando è già ammalato – cioè se la malattia è insorta prima – essa allora non permette il decorrere delle ferie stesse.

MALATTIA DEL FIGLIO – La legge riconosce il diritto alla sospensione delle ferie senza limiti di durata anche in caso di ricovero in ospedale di un figlio piccolo (fino a tre anni), per un limite di 5 giorni (l’anno) se questo ha un’età compresa tra i 3 e gli 8 anni.

MESSAGGIO INPS - 11 LUGLIO 2018 ORE 18:52 - Trattamento fine rapporto: da luglio termina la liquidazione della quota integrativa della retribuzione

 A partire dalla mensilità di luglio, i lavoratori non potranno più ricevere il rateo di liquidazione maturato mensilmente assieme allo stipendio, o Quir (quota integrativa della retribuzione).
Il tfr maturato verrà accantonato presso l’azienda, e non verrà più quindi erogato ai dipendenti di mese in mese. L’accantonamento porterà ad accumulare la somma che sarà versata al dipendente quando lascerà l’azienda a termine rapporto di lavoro.

È un ritorno a tutti gli effetti alla disciplina ordinaria e all’articolo 2120 del Codice civile, che afferma: “ogni caso di cessazione del rapporto di lavoro subordinato, il prestatore di lavoro ha diritto ad un trattamento di fine rapporto. Tale trattamento si calcola sommando per ciascun anno di servizio una quota pari e comunque non superiore all’importo della retribuzione dovuta per l’anno stesso divisa per 13,5. La quota è proporzionalmente ridotta per le frazioni di anno, computandosi come mese intero le frazioni di mese uguali o superiori a 15 giorni”.

TASSAZIONE IN BUSTA PAGA – Non sono stati i molti i lavoratori che hanno deciso nei tre anni sperimentali di aderire all’iniziativa, soprattutto per via della mancata applicazione della tassazione agevolata sul trattamento di fine rapporto pagato assieme alla retribuzione. A differenza del tfr liquidato al termine del rapporto, che beneficia della tassazione separata, il tfr pagato ogni mese era infatti assoggettato alla tassazione ordinaria, nella generalità dei casi più pesante. Solo negli ultimi tempi l’opzione per la Quir stava iniziando a destare un maggiore interesse nei lavoratori, per via dell’incremento della retribuzione (seppure esiguo).

DESTINAZIONE TRF – Alla luce dello stop, il lavoratore potrà ora accantonare il tfr come avviene nella normalità dei casi, esclusivamente:

all’interno dell’azienda;
al Fondo di Tesoreria INPS;
oppure, ad una forma pensionistica complementare di destinazione.

Cambiano le regole di accesso al REI, il Reddito di Inclusione, sussidio contro la povertà introdotto dall’ormai vecchio governo.



Il REI è una misura di lotta alla povertà che si compone di un beneficio economico mensile, erogato tramite carta di pagamento elettronica, e di un progetto di inclusione sociale e lavorativa che ha l’obiettivo di superare la condizione economica precaria.

Da luglio non è più necessario avere in famiglia un minore, un disabile, una donna in stato di gravidanza o un disoccupato sopra i 55 anni per ottenere il sussidio e la platea potenziale si allarga. Da 500.000 famiglie per 1,8 milioni di persone si passa a 700.000 nuclei per un totale di 2,5 milioni di persone. L’ormai ex ministro Graziano Delrio ha definito la nuova manovra come un cambiamento che rende “universale” il sussidio, mentre l’ex premier Paolo Gentiloni ha dichiarato in un tweet: “#REI Da oggi il reddito di inclusione si rafforza. Come previsto dalla nostra legge di bilancio, arriva a coprire 2,5 milioni di persone in condizioni di povertà. Si può e si deve fare di più, magari in una pausa tra annunci e comizi”.

L’importo del sussidio si modula sulla base del numero di componenti della famiglia, passando da un massimo di 187,5 euro per una persona sola a 539,8 euro per un nucleo di 6 persone. Per usufruire del REI è necessario avere un Isee non superiore a 6.000 euro e possedere, oltre alla prima casa, un patrimonio immobiliare di valore inferiore a 20.000 euro.

È possibile usufruire del REI anche se occupati, ma non se si riceve già la Naspi, ovvero la pensione sociale. Era possibile presentare domanda entro il 1 giugno ed essendo cambiati i requisiti familiari richiesti, verranno riconsiderate le richieste inviate nei primi mesi dell’anno e accantonate perché non rispettavano i vecchi requisiti familiari.

È possibile beneficiare del REI per 18 mesi, dopo i quali dovranno trascorrere sei mesi per poter rinnovare il sussidio. Se sono state erogate mensilità di Sostegno per l’inclusione attiva (Sia), queste dovranno essere sottratte dalla durata massima del REI.

Per usufruire del sussidio è necessario essere cittadino italiano o straniero con carta di lungo soggiorno e residenza in Italia da almeno due anni. Inoltre è necessario portare prove di adesione a un progetto personalizzato di inclusione sociale e lavorativa.

Nei primi tre mesi del 2018 hanno già usufruito 300 mila persone, corrispondenti a più di 100 mila famiglie.

Chissà se è davvero la volta buona

Si va verso l’addio definitivo agli studi di settore e l’Agenzia delle Entrate ha diffuso (in ritardo rispetto alla scadenza del primo termine per il versamento delle imposte), la circolare n. 14/e che contiene i necessari chiarimenti per l’applicazione delle regole per il periodo d’imposta 2017.

Tra i temi in merito presenti nella circolare, si possono trovare “dagli interventi correttivi da applicare nei confronti delle imprese minori in contabilità semplificata alle novità dei modelli di dichiarazione, passando per i “correttivi” congiunturali, il regime premiale e le comunicazioni di anomalie”.

Nel documento viene ricordato che “la legge di bilancio per il 2018 (articolo 1, comma 931, della legge 205/2017) ha disposto la proroga di un anno degli indici sintetici di affidabilità fiscale, che il Dl 50/2017 aveva originariamente previsto di introdurre dal periodo d’imposta 2017, differendone l’applicazione a quello 2018″.

AGGIORNAMENTI – La circolare, inoltre, “nel premettere che nessuno dei 193 studi di settore applicabili all’annualità 2017 è stato oggetto di evoluzione rispetto a quelli previsti per il 2016, mette in evidenza che gli stessi sono stati aggiornati per consentirne una corretta applicazione anche al periodo d’imposta 2017, con degli interventi specifici e che tale aggiornamento ha riguardato (in parte) anche i parametri”.

LE NOVITA’ – Tra le principali novità ci sono: “Aggiornamento delle analisi territoriali, approvate con Dm 23 marzo 2018, a seguito dell’istituzione di nuovi Comuni e Province; interventi correttivi da applicare nei confronti delle imprese minori in contabilità semplificata, che determinano il reddito secondo quanto previsto dall’articolo 66 del Tuir; revisione congiunturale speciale (crisi); principali novità della modulistica; regime premiale (articolo 10 del Dl 201/2011); comunicazioni di anomalie relative al triennio d’imposta 2014-2016; modifiche ai parametri contabili, approvate con Dm 24 maggio 2018″.

Scegli online la cartella esattoriale che decidi di saldare: ecco come fare

Agenzia delle Entrate-Riscossione lancia i servizi web per semplificare le procedure della cosiddetta rottamazione bis delle cartelle, che permetteranno di richiedere online la copia della comunicazione inviata ai contribuenti in risposta alla richiesta di Definizione agevolata e decidere, con pochi click e in autonomia, quali debiti si vogliono effettivamente pagare.
A titolo di esempio, chi ha chiesto la rottamazione per 7 cartelle, ma si rende conto che potrà riuscire a pagarne soltanto 4, può scegliere i debiti che intende rottamare e la piattaforma digitale fornirà un nuovo totale e i relativi bollettini Rav indispensabili per poter saldare i debiti prescelti.

Collegandosi al portale http://www.agenziaentrateriscossione.gov.it, il contribuente può utilizzare ‘ContiTu’, il servizio online che consente di scegliere di ‘rottamare’ solo alcune delle cartelle e degli avvisi indicati nella comunicazione formale inviata agli interessati entro il 30 giugno. Grazie ai servizi online, spiega l’Agenzia delle Entrate, i contribuenti possono richiedere una copia della comunicazione nell’area pubblica del portale, senza la necessità di pin e password. Nell’area riservata, invece, è possibile scaricare direttamente la comunicazione. Un servizio che risulterà particolarmente utile a coloro che, per qualunque motivo, non sono entrati in possesso della comunicazione originaria. In questo modo “sarà loro possibile utilizzare la copia coi relativi bollettini RAV e procedere a pagare nei termini previsti dalla legge” segnala l’Agenzia.

L’Agenzia delle Entrate spiega quindi come funziona il nuovo servizio. ‘ContiTu’ è il servizio web di Agenzia delle entrate-Riscossione che consente di scegliere di pagare in via agevolata soltanto alcuni degli avvisi-cartelle contenuti nella “Comunicazione delle somme dovute”. Se la domanda di adesione alla Definizione agevolata è stata accolta e il contribuente non intende saldare tutto l’importo, può effettuare entro la scadenza della prima rata (31 luglio 2018 per i carichi affidati nel 2017 e 31 ottobre 2018 per i carichi affidati dal 2000 al 2016), il pagamento soltanto di alcuni debiti (cartelle/avvisi) compresi nella ‘Comunicazione delle somme dovute’. È necessario compilare il form online presente sul sitowww.agenziaentrateriscossione.gov.it e specificare le cartelle/avvisi che si intendono pagare. Il servizio calcolerà l’importo di ciascuna rata e anche il totale. Dopo aver confermato la scelta, Agenzia delle entrate-Riscossione invierà all’indirizzo email indicato dal contribuente i nuovi bollettini Rav con cui sarà possibile effettuare il pagamento entro le scadenze previste.

Per i restanti debiti riportati nella ‘Comunicazione’, la Definizione agevolata, aggiunge l’Agenzia delle Entrate, non produrrà effetti e l’Agente della riscossione dovrà riprendere – come prevede la legge – le azioni di recupero. Le cartelle e gli avvisi per i quali il contribuente sceglie di non aderire alla definizione agevolata, fatte salve le eccezioni previste dalla legge, non potranno essere rateizzati. Riguardo infine la copia comunicazione sul sito, l’Agenzia delle Entrate spiega che si chiama ”Comunicazione delle somme dovute” la lettera, prevista dalla legge, con cui Agenzia delle entrate-Riscossione informa sull’accoglimento o l’eventuale rigetto della adesione alla definizione agevolata, così come su possibili debiti che non possono rientrare nella definizione agevolata, sugli importi da pagare e sulle scadenze entro cui effettuare il pagamento.

La comunicazione, segnala l’Agenzia, è stata già inviata agli interessati in base alla modalità scelta nella domanda di adesione, ma ora è possibile ottenerla anche online nell’area riservata del portale, oppure richiederne una copia, senza necessità di pin e password, compilando il form ”Richiesta comunicazione” presente nella sezione del sito dedicata alla Definizione agevolata.

Salvini vuol far fare pace a cittadini ed Equitalia....magariiiii

Salvini torna sulla pace fiscale e ribadisce la volontà di pensare ai piccoli contribuenti entro la fine dell’anno. “Pace fiscale italiani-Equitalia, entro il 2018. Mentre il Pd pensava ai grandi, noi pensiamo ai piccoli, è su di loro che si fonda l’economia del nostro Paese”. Lo scrive sui canali social il vicepremier e ministro dell’Interno, parlando degli interventi sulle cartelle esattoriali.

La pace fiscale è un progetto targato Lega-M5S che consiste in una sorta di maxi rottamazione delle cartelle esattoriali. Una misura contenuta nel contratto di governo pentaleghista che si rifà a una proposta della Lega, presentata nel programma elettorale da Salvini.

CR7 ....tirare calci ad un pallone (e non ce ne vogliano i tifosi) fa guadagnare da matti

ristiano Ronaldo alla Juventus: si tratta probabilmente dell’affare calcistico del secolo, che porta in Italia il portoghese cinque volte pallone d’oro e vincitore per tre volte consecutive della Champions League. CR7 a Torino non dovrà però dribblare solo gli avversari per portare il club bianconero al top sia in campionato che in Europa, ma dovrà fare i conti anche con il fisco italiano.

Si parte con le cifre astronomiche dello stipendio: ogni anno e per i prossimi quattro, Cristiano Ronaldo riceverà dalla Juventus 30 milioni di euro, ma il club torinese dovrà versarne altri 30 tra tasse e contributi. Capitolo a parte meritano invece i guadagni che il portoghese ottiene dalle sponsorizzazioni e dalle sue molteplici attività.
L'apertura online della Gazzetta dello Sport dedicata a Cristiano Ronaldo

CR7 non è infatti solo un calciatore vincente, un modello in campo, ma è soprattutto un uomo d’affari che gestisce il suo brand a 360 gradi. Ed è per questo che sarà stato senza dubbio ben impressionato dalla nuova normativa fiscale introdotta con la Legge di Stabilità del 2017. Tutti coloro che si trasferiscono in Italia o non hanno mantenuto residenza fiscale in Italia per 9 degli ultimi 10 anni, possono scegliere un regime sostitutivo per tutti gli introiti provenienti dall’estero.

Per tutti i redditi che non sono stati dichiarati entro i confini italiani, infatti, Cristiano Ronaldo potrà pagare una cifra forfettaria pari a 100mila euro all’anno, mentre i suoi parenti potrebbero ottenere un regime fiscale agevolato versando una forfait di 25mila euro ciascuno.

Anche se in questo particolare regime fiscale non rientreranno i 30 milioni di euro che Cristiano Ronaldo percepirà annualmente dalla Juventus, la notizia per l’asso portoghese è sicuramente importante, dal momento che questa modalità di pagamento è decisamente vantaggiosa e che i suoi guadagni sono molto importanti. Secondo Forbes, infatti, l’ex Real Madrid nel 2017 ha guadagnato 54 milioni di euro se non si considera lo stipendio percepito dalle merengues e 100mila euro da corrispondere in Italia sarebbero ben poca cosa rispetto a quanto avrebbe dovuto corrispondere.

Quella che tecnicamente si profila come un’imposta sostitutiva per i nuovi residenti, consente di sottoporre i guadagni sia al regime fiscale italiano, sia a quello della nazione di provenienza, sfruttando una quota forfettaria da corrispondere allo Stato italiano decisamente inferiore. Questa flat tax per ricchi consentirà a Cristiano Ronaldo di risparmiare vari milioni di euro in tasse. Basti pensare che in Spagna il portoghese era stato condannato a pagare quasi 19 milioni di euro per evasione fiscale, mentre in Italia basterà compilare un assegno da 100mila euro all’anno per avere tutti i conti in ordine con il Fisco.

Addio ai vitalizi, addio a rimpolparsi la saccoccia più del dovuto

Addio ai vitalizi. L’ufficio di presidenza della Camera ha dato il via libera alla delibera del presidente Roberto Fico che taglia i vitalizi degli ex deputati, ricalcolando gli assegni percepiti in base al metodo contributivo.
La delibera sarà valida dal primo gennaio 2019 e prevede il taglio di 1.338 assegni, che saranno ricalcolati e dunque abbassati (il totale di quelli erogati alla Camera ammonta a 1.405) mentre gli altri 67 non verranno ritoccati. I 67 riguardano i deputati che hanno versato contributi per 4-5 legislature.

TAGLI DEL 40-60% – Nella maggioranza dei casi i vitalizi saranno tagliati dal 40 al 60%. Tutto ciò porterà a un risparmio “di oltre 40 milioni di euro all’anno” ha ribadito Fico, rivolgendosi agli ex parlamentari: “Non è un provvedimento punitivo è una delibera che ripara i guasti sociali. C’era un solco, un burrone che noi stiamo colmando”. Ad accogliere con soddisfazione il via libera della Camera ai vitalizi anche il leader della Lega e ministro dell’Interno, Matteo Salvini: “Stop a vecchi e assurdi privilegi. Con la Lega, dalle parole ai fatti!”.

CHI RIGUARDA – Sono circa 2.600 le persone che subiranno tagli. Alla Camera riguarda 1338 vitalizi su 1405 erogati. Per 67 ex deputati l’assegno sarà invariato. Ci sono due tetti minimi: uno di 980 euro per chi ha poche legislature alle spalle e uno di 1470 euro per i vitalizi che avrebbero un taglio di oltre il 50% con le nuove regole. A Montecitorio ci sarebbe un taglio di 40 milioni di euro che arriverebbe a 200 la legislatura. Le vedove di ex parlamentari non dovrebbero subire effetti dalla riforma. Nessun vitalizio invece per i condannati in via definitiva.

ULTRAOTTANTENNI DECURTATI- Cala l’assegno di tutti quelli che sono stati in Parlamento e sono in età da pensione. Molti sono ultraottentenni, come il democristiano veronese Valentino Perdonà che di anni ne ha ben 103: il suo assegno passa da 4480 euro al mese a 1250. L’88enne Luciana Castellina, volto storico della sinistra, passa da 3.140 euro a 500 circa, con un taglio dell’84,06 per cento. Non va meglio a Rossana Rossanda, 94enne punto di riferimento per almeno due generazioni della sinistra, che perde il 72,58 per cento dell’assegno pari a 2.123 euro netti.

TANTI NOMI FAMOSI – L’ex presidente della Federcalcio Antonio Matarrese vedrebbe più che dimezzarsi il suo assegno, frutto di 5 legislature: da 7.709 euro (lordi) a 3.045. Stessa percentuale per un altro big della Prima Repubblica, l’ex ministro socialista Claudio Martelli, in auge per quattro legislature. Per lui l’assegno passa da 8.455 euro a 3.398 lordi.
Veltroni e Prodi avrebbero tagli di 3.000 e 1.000 euro rispettivamente. Nichi Vendola passerebbe da 8 mila a 5 mila euro. Walter Veltroni da poco più di 9 mila a 6 mila. Calogero Mannino da 10 mila euro a 6.695.

GINO PAOLI E ILONA STALLER – La decurtazione maggiore riguarderà coloro che hanno trascorso in Parlamento il tempo di una sola legislatura: è il caso di Gino Paoli, alla Camera solo dall’87 al ’92, dal ’94 beneficiario di un vitalizio da 3.108 euro lordi che saranno ridotti a 1.088. Stessa legislatura e stesso taglio anche per la ex onorevole e pornostar Ilona Staller, meglio nota come Cicciolina.

E ORA LA SCURE SULLE PENSIONI D’ORO – Il prossimo passo sarà l’abolizion delle cosiddette “pensioni d’oro” che saranno tagliate “anche sopra i 4mila euro” per coloro che non hanno versato i contributi a sufficienza. È sempre Di Maio ad annunciare che il provvedimento è già pronto e sarà il passo successivo dopo il taglio ai vitalizi. Fino a oggi si era sempre parlato della soglia di 5mila euro ma per il ministro del Lavoro “l’obiettivo è quello di tagliare le pensioni d’oro per ridare alle minime”.