giovedì 28 novembre 2013

Un brutto regalo di Natale per almeno cinque milioni di italiani.

Imu seconda rata, addio con beffa: qualcuno a gennaio dovrà pagare

La cancellazione della seconda rata dell’Imu sarà in parte addebitata a nuove tasse per banche e assicurazioni, in parte al salvadanaio dello Stato ma 250 milioni freschi li metteranno i contribuenti
Un addio con colpo di coda. L’Imu mette a segno l’ultima beffa della sua breve ma contestatissima vita nel giorno in cui scompare. Nemmeno il tempo di dire addio alla tassa, e fine del tormentone, che spunta un ‘però’ a rimettere in discussione la sostanza delle cose. Partiamo dalle certezze: che la seconda rata non ci sarà è formalmente vero.

Il Consiglio dei ministri spiega in un comunicato diramato ieri sera: «Si abolisce la seconda rata dell’Imu 2013 sull’abitazione principale ad eccezione degli immobili classificati nelle categorie A/1, A/8, A/9. Per quanto riguarda l’Imu agricola per i fabbricati rurali e per gli imprenditori agricoli professionali relativamente ai terreni è prevista l’esenzione totale dal pagamento della seconda rata. Lo Stato rinuncia così a un gettito previsto di circa 2.150 mln. Il mancato gettito viene compensato tramite acconti e aumenti d’imposta a carico del settore finanziario e assicurativo». È tutto molto simile all’uscita di scena immaginata da molti: la tassa se ne va sulle prime case (compresi i terreni agricoli purché coltivati) e per stavolta rimango col portafogli chiuso, come se nulla fosse. In più c’è il sollievo per lo scampato ritocco delle accise sui carburanti.
Senonché, dopo aver chiarito analiticamente le coperture (1,5 miliardi con l’aumento dell’acconto Ires e Irap di banche e assicurazioni più 650 milioni a carico degli intermediari finanziari), la frase sibillina. Questa: «Per quanto riguarda il gettito ulteriore atteso dai comuni che hanno deliberato per l’anno 2013 aliquote superiori a quella standard, circa metà dell’importo viene ristorata dallo Stato; a fini perequativi l’altra metà verrà versata dai contribuenti interessati a metà gennaio 2014, alle stesse scadenze già programmate per altri tributi».

Traduzione. La norma impone ai Comuni che hanno deliberato per il 2013 aliquote superiori a quelle standard del 4 per mille, di fare pagare ai cittadini metà della maggiorazione, con scadenza gennaio 2014. L’altro 50% ce lo metterà lo Stato; ma in città come Milano ad esempio, dove l’aliquota è al 6 per mille, bisognerà chiamare alla cassa la gente per il restante 1 per mille. Il Fisco sulla casa non è riuscito a sfuggire dal cul de sac paradossale nel quale si è cacciato nemmeno nell’ora delle decisioni irrevocabili.
Questo accade perché quei 2.150 milioni di copertura non bastano a rimborsare alle città la differenza per gli aumenti di aliquota decisi nel 2013. Necessariamente, dovranno farsene carico i contribuenti per almeno 250 di quei 500 milioni che restano fuori. Avverrà in almeno 600 Comuni, dalle città grandi come Milano, Napoli o Bologna passando per capoluoghi di provincia come Brescia e Verona fino a una miriade di centri medi e piccoli. L’Imu in pratica è un’imposta che da abolita rischia di costare a molti anche più di quando era del tutto operativa.

Anche perchè tutta l’Imu pagata nel 2012 è inferiore alla sola quota mancante dell’Imu 2013. A Milano con l’aliquota balzata dal 4 al 6 percento, chi nel 2012 pagava 80 come un bilocale da 70mila euro, ora si troverà a gennaio con 140 di quota scoperta da rifondere. Più il valore della casa diminuisce più cresce la differenza. Anche a Bologna l’aliquota è stata alzata (dal 4 al 5) ma quella stessa casa da 70mila euro pagherà 70 invece che 80 euro. Il differenziale peggiore sotto le Due Torri è per chi nel 2012 ha versato zero (per valore catastale di 50mila euro) e ora dovrà dare 50 euro. A Milano è addirittura il doppio, cento euro.
Nel calcolo dell’Imu 2012 i proprietari di valore medio-basso potevano beneficiare della giostra di detrazioni, quelle da 200 euro per tutti più 50 euro per ogni figlio convivente. Mentre invece il conto lasciato inevaso da questa Imu — che scappa dal ristorante lasciando giusto un caffè pagato — è già comprensivo degli sconti.

La dichiarazione dei redditi in bianco non è “omessa”



La presentazione di una dichiarazione dei redditi “bianca”, priva degli elementi reddituali e contenente solamente i dati identificativi del contribuente, non può considerarsi omessa (Sentenza CTP di Brescia n. 71/05/13 del 12 agosto 2013).
Si può essere puniti se si presenta una dichiarazione dei redditi non compilata come si dovrebbe? Di primo acchito, per i non addetti ai lavori, la risposta sembrerebbe scontata: ovviamente sì che si sarebbe puniti. E, invece, pare proprio di no.



E’, infatti, notizia di questi giorni circa una sentenza emessa l’estate scorsa con la quale la Commissione Tributaria Provinciale di Brescia ha dato ragione ad un contribuente che aveva presentato l’atto non completamente redatto. In estrema sintesi, si è guardato più all’apparenza che alla sostanza. Infatti, ha sentenziato il CTP bresciano che sarebbe stato ben diverso se la persona non si fosse curata di presentare la dichiarazione. In quel caso sì che sarebbe stata omessa. Va da sé che un tale pronunciamento ha innescato un intenso dibattito per le implicazioni che potrebbe portare a livello nazionale. Nel Paese dei “furbetti” si potrebbe ricorrere alla dichiarazione in bianco – ovviamente debitamente firmata e con almeno dei dati fondamentali inerenti al contribuente – per evitare di indicare tutto e subito.
Vediamo meglio il contenuto di questa sentenza – la numero 71/05/13 datata 12 agosto 2013 – che sta facendo tanto discutere. Il tutto è stato “innescato” da un contribuente che aveva presentato la sua dichiarazione parzialmente compilata; pare ci fosse tutto “eccetto” i dati inerenti al reddito. L’Agenzia delle Entrate che aveva ricevuto l’atto aveva ritenuto che non fosse evidentemente valido e che non avesse alcun valore presentata in questo modo così che il contribuente era stato sanzionato. Quest’ultimo, tuttavia, convinto di essere nel giusto e considerando che la Legge prevede la possibilità di un’integrazione successiva alla consegna della dichiarazione stessa, aveva promosso ricorso immediatamente alla Ctp di competenza, per l’appunto quella di Brescia. Esaminati tutti gli incartamenti la Commissione non solo ha accolto il ricorso, ma ha anche condannato l’Agenzia delle Entrate a pagare le spese legali. L’Agenzia delle Entrate aveva asserito che la dichiarazione incompleta com’era stata presentata non potesse essere considerata valida e che, “a cascata”, non essendo valido il primo atto non sarebbe potuto esserlo neanche uno successivo relativo ad una eventuale integrazione circa il primo; di conseguenza per l’ente aver presentato una dichiarazione in quel modo era come non averla per nulla presentata.

Da parte sua, il diretto interessato riteneva di aver operato correttamente, poiché la Norma in materia gli consentiva poi di porre rimedio ad eventuali mancanze od inesattezze e che quindi non lo si poteva tacciare di omessa dichiarazione. E di questo avviso è stata anche la Commissione Tributaria Provinciale che ha dato ragione a lui e “bocciato” l’Agenzia delle Entrate. Quest’ultima per la CTP “avrebbe potuto tutelarsi in tal senso con banali modifiche dell’applicativo, finalizzate al non accoglimento di dichiarazioni non compilate in determinati campi” ma di certo non giudicare come se il contribuente non avesse assolto al suo dovere; viene inoltre rimarcato nella sentenza come “La dichiarazione de qua dovesi considerare validamente presentata in quanto accettata e non rifiutata dal sistema informatico all’uopo predisposto dall’Agenzia stessa, pur non contenendo i dati contabili”.

Partite Iva iscritte all'Inps, congelato per un anno l'aumento dei contributi di Matteo Prioschi


Congelato per un anno l'aumento dei contributi a carico delle partite Iva iscritte alla gestione separata dell'Inps. Nel maxi emendamento alla legge di stabilità votato dal Senato è stato inserito un comma che blocca gli effetti degli incrementi previsti dalla legge 92/2012 e dal Dl 83/2012 dopo. Anche nel 2014, quindi, i liberi professionisti non iscritti ad altre forme previdenziali e non pensionati continueranno a versare il 27% invece del 28 per cento.

La decisione è stata presa per tutelare una fascia di lavoratori che nella sostanza già oggi è chiamata a pagare di tasca propria tutti i contributi, mentre per i parasubordinati l'onere è suddiviso con il committente, che si fa carico dei due terzi dell'importo. Il tutto a fronte di un reddito medio procapite che nel 2012 è stato pari a 15.511 euro in calo di quasi il 18% rispetto all'anno precedente. Si tratta di una platea relativamente limitata, che conta circa 180mila persone, mentre la gestione separata dell'Inps conta quasi 1.7 milioni di iscritti. Tuttavia il rinvio consente alle partite Iva di tirare un sospiro di sollievo per il 2014, ma non risolve il problema nel suo complesso, con la prospettiva di arrivare al 33% di contribuzione nel 2018 come previsto dalla legge Fornero. Già l'anno scorso, infatti, dopo il rinvio degli aumenti per il 2013 stabilito con il Dl 83/2012, si sarebbe dovuto rimettere mano all'intero sistema definendo un sistema di contribuzione sostenibile per i professionisti, ma ciò non è avvenuto. Quindi tra un anno ci si potrebbe ritrovare nella stessa situazione.


Pronta la rottamazione delle cartelle esattoriali



C'è una novità nel maxiemendamento alla legge di Stabilità che riguarda chi ha debiti col fisco.

È stata ribattezzata la "rottamazione delle cartelle esattoriali", ed equivale all'azzeramento degli interessi sulle cartelle esattoriali. Il provvedimento riguarderà le cartelle affidate ai concessionari della riscossione (Equitalia su tutti) fino al 31 ottobre 2013. Su queste  bisognerà pagare l'intero importo iscritto a ruolo e quello residuo, nonché le sanzioni, ma non saranno dovuti gli interessi di mora.

La condizione: versare il 50% della somma
Entro il 30 maggio 2014 i concessionari della riscossione avviseranno i contribuenti debitori interessati alla definizione agevolata, che per aderire dovranno versare il 50% delle somme richieste. Il restante importo dovrà essere versato entro il 16 settembre del 2014. Restano inoltre dovuti i dazi e i tributi propri dell'Unione europea e quelli che derivano da condanne della Corte dei conti.

Serve un decreto ministeriale
Il maxiemendamento che contiene la misura è stato aprpovato ieri con voto di fiducia al Senato, e dovrà passare oggi l'esame della Camera (ma il sì è scontato). Nonostante ciò il provvedimento non sarà immaediatamente operativo. Per la definizione agevolata delle cartelle esattoriali servirà un modello ad hoc e le istruzioni di pagamento. Bisognerà dunque attendere un decreto del ministero dell'Economia.
L'ultima volta - quando il governo ha approvato la rateazione dei debiti col fisco fino 120 rate - i contribuenti hanno atteso il decreto per sei mesi.

In particolare, tale intervento riguarderà i carichi inclusi in ruoli emessi da uffici statali, agenzie fiscali, Regioni, Province e Comuni, affidati agli agenti della riscossione fino al 31 ottobre 2013. Relativamente a questi ruoli, i debitori potranno estinguere il debito senza il pagamento di interessi, mentre occorrerà pagare integralmente la somma pari all’intero importo originariamente iscritto a ruolo, oppure la residua somma ancora dovuta, nonché le somme spettanti all’agente della riscossione a titolo di remunerazione del servizio di riscossione ai sensi dell’articolo 17 del D.Lgs. n. 112 del 1999. (Italia Oggi del 27 novembre 2013, pag. 27, di Roberto Rosati)

mercoledì 27 novembre 2013

L'annuncio del Movimento dei Forconi: «Bloccheremo l'Italia» di Maurizio Zoppi

 
Lo hanno promesso.
Giurano di bloccare tutta Italia. Il movimento dei Forconi, dopo quasi due anni di silenzio, si risveglia con l'obiettivo di far partire una rivolta che investirà l'intero Paese e non solo la Sicilia.
Un letargo dovuto alla difficoltà di reperire i fondi necessari per organizzare le nuove proteste. Perché, tengono a precisare, «non sono sponsorizzati da nessun partito politico». La linea è dura: «Nessuna presa in giro da parte delle istituzioni».


BLOCCHI DALL'8 DICEMBRE. Da Bolzano a Lampedusa, tante sono le adesioni ai blocchi stradali previsti a partire dalla notte dell’8 dicembre. Ma se un inizio è stato deciso, la fine non ancora.
I motivi della rabbia sono sempre gli stessi: «Ci hanno accompagnati alla fame, hanno distrutto l'identità di un Paese, hanno annientato il futuro di intere generazioni», recita l'annuncio dello sciopero, che si scaglia contro la politica italiana e non solo. Accuse pesanti sono rivolte, infatti, anche all'Unione europea e alla moneta unica.
A guidare la protesta, portata avanti soprattutto sui social network, sono camionisti, agricoltori, disoccupati. Che presenteranno le loro richieste «solo quando i poteri saranno in ginocchio».
Mariano Ferro: «Ora la politica deve passare ai fatti»

Mariano Ferro, leader del Movimento dei Forconi. «Lo Stato non ci fa scegliere chi ci governa, ci tartassa con le tasse, le grandi aziende finiscono all'asta». E, ancora, «è stata tolta l'assistenza ai disabili mentre le pensioni d'oro e i costi della politica restano uguali», spiega a Lettera43.it Mariano Ferro, leader del movimento siciliano. «Le nostre aziende vengono derise dai cinesi. I cittadini chiedono a gran voce di passare ai fatti».

«LA PROTESTA NON PUÒ ESSERE PACIFICA». Per questo, secondo Ferro, «la protesta non può essere democratica e pacifica. Continuerebbero a prenderci in giro. Ormai la macchina della rivolta è partita e questa volta speriamo che non ci scappi il morto».
Il numero uno dei Forconi siciliani tiene poi a precisare che il governo non ha dato loro un'altra scelta. «In tutte le salse abbiamo avvisato il ministro degli Interni, Angelino Alfano di non mettersi contro di noi. Ci diranno che non è legale? Bè, quello che sta facendo lo Stato italiano a tutti noi è legale? Qui c’è gente che si uccide, non ce la fa ad andare avanti, a cui viene pignorata la casa dopo 50 anni di lavoro. Tutto questo deve finire».

LA DELUSIONE PER IL M5S.  E dire che di acqua sotto i ponti ne è passata dai primi blocchi che misero in ginocchio la Sicilia. Ma nulla, secondo Ferro, è cambiato nei fatti, nonostante il Movimento 5 stelle, il governo Letta e il governatore di centrosinistra Rosario Crocetta. Anzi. «La situazione si è aggravata», tuona il capo protesta. «Il nostro movimento quando si è presentato alle scorse elezioni regionali, sapeva di perderle. La nostra è stata solo una provocazione. Per questo speravamo sulla componente politica del M5s. Ma ora crediamo che i grillini, come tutti i politici, servono a ben poco».
Dal battesimo di Avola alle accuse di Lo Bello


Il movimento dei Forconi nacque nell’estate del 2011 ad Avola, dopo la visita dell’allora ministro all’Agricoltura Saverio Romano.
Proprio in quella giornata il movimento rivendicò le sue richieste: la defiscalizzazione dei carburanti e l’applicazione dell’articolo 37 dello Statuto siciliano che prevede di trattenere sull’Isola le imposte sulle imprese che hanno stabilimenti e impianti sul territorio regionale.

IL POPOLO DELLA RIVOLTA. Davanti al nulla di fatto, il 16 gennaio 2012, il movimento predispose blocchi stradali in ogni parte dell’Isola a cui parteciparono, oltre che agricoltori, allevatori, pescatori e autotrasportatori anche commercianti, semplici cittadini e studenti. Tutti uniti contro le politiche del governo Monti e dell'ex presidente della Regione Siciliana Raffaele Lombardo.
A causa dei blocchi, molti distributori esaurirono le scorte di carburante, i supermercati si svuotarono e cominciarono a scarseggiare i beni di prima necessità.

Dopo cinque giorni di caos, Ivan Lo Bello, presidente di Confindustria Sicilia, denunciò infiltrazioni mafiose all'interno del movimento. Dichiarazione confermata anche dal procuratore capo di Palermo, Francesco Messineo, che parlò di «giustificato allarme». E alla quale Martino Morsello, rappresentante dei Forconi, rispose: «Si facciano i nomi senza essere omertosi davanti ai siciliani»

La Legge di Stabilità 2014 ha finalmente ottenuto la fiducia al Senato con 171 si e 135 no e ora la manovra passa alla Camera.: le novità del maxiemendamento


Con 171 voti favorevoli, 135 contrari e nessun astenuto ieri sera il Senato ha accordato la fiducia al governo, posta sul maxiemendamento interamente sostitutivo della legge di stabilità. I sì sono arrivati da Pd, Nuovo centro destra, Scelta civica, Autonomie, oltre a 4 voti in più che sarebbero arrivati dal gruppo misto. I voti contrari sono stati dei senatori di Forza Italia (che ieri ha sancito il suo passaggio all'opposizione), Lega Nord, Gal, M5S e Sel.

Questa mattina, dopo un rapido Consiglio dei ministri per approvare la variazione di bilancio, l'Aula del Senato voterà la legge di bilancio e il Ddl stabilità passerà alla Camera, dove sono già state preannunciate alcune nuove modifiche.

Il testo licenziato dal Senato prevede l'allentamento del patto di stabilità interno, riduce il carico fiscale sul lavoro per i redditi più bassi e sulle imprese, prevede 1,5 miliardi di risorse per gli ammortizzatori sociali e un sistema nazionale di garanzia per il credito alle imprese. La lettura a palazzo Madama ha visto inoltre l'eliminazione della Tares e l'istituzione della Iuc, che  prevede detrazioni per l'abitazione principale e riduce di un quarto la tassazione sulla casa, e lo stanziamento di nuovi fondi per l'alluvione in Sardegna.
Quali sono le novità del maxiemendamento alla Legge di Stabilità 2014?

Eccole riassunte.

Per la sanità molte conferme, sia rispetto al testo originale del ddl che agli emendamenti passati al vaglio della Commissione Bilancio.

Tra le misure approvate: il taglio di 1,150 miliardi al Fondo sanitario per il biennio 2015/2016 a seguito delle misure sul Pubblico Impiego che riguardano anche il personale sanitario dipendente e convenzionato; il finanziamento di 400 milioni di euro ai policlinici privati dal 2014 al 2024; la revisione del Prontuario ospedale territorio (PHT) per identificare farmaci ospedalieri da vendere in farmacia; il potenziamento del Fondo per la non autosufficienza e malati di Sla che arriva complessivamente a 350 milioni di euro nel 2014; l’avvio degli screening neonatali per le malattie del metabolismo , l’istituzione dell’Anagrafe nazionale degli assistiti e molte altre misure.
Da notare che è ricomparsa anche l’idoneità dei medici ad operare nelle cure palliative anche senza specializzazione ma con esperienze triennale nel campo. Tale misura, prevista già da un emendamento della Commissione Igiene e Sanità era stata respinta dalla Bilancio ma poi è stata ripescata nel maxiemendamento.

Ecco una sintesi di tutte le misure inerenti alla SANITA':

Commi 6 e 7 - Fondi europei
Si prevede che tra le finalità del Fondo di rotazione siano finanziati interventi pilota , per un ammontare di 3 mln nel 2014, 43,5 mln per il 2015/2016, che riguarderanno tra gli altri anche interventi socio sanitari.

Commi 77, 78 e 79 – Infortuni sul lavoro, danno biologico e morte sul lavoro
Viene ridotto dal 2014 l’importo dei premi e contributi dovuti per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali (fatte salve alcune specifiche tipologie)  in misura di 1 miliardo per il 2014, 1,1 miliardi per il 2015 e 1,2 miliardi a decorrere dal 2016.
Novità anche per l’indennità a favore dei superstiti in caso di morte sul lavoro.

Commi 128 e 129 – Non autosufficienza
Il Fondo per la non autosufficienza e per persone affette da Sla sale a 275 milioni per l’anno 2014.
Inoltre vengono stanziati ulteriori 75 milioni, sempre per il 2014, da destinare espressamente agli interventi per l’assistenza domiciliare ai non autosufficienti e malati di Sla.

Comma 139 – Violenza sessuale e di genere
30 milioniin più nel triennio 2014/2016 per il finanziamento del piano di azione straordinaria contro la violenza sessuale di genere.

Comma 141 – Finanziamento all’Istituto nazionale di genetica molecolare
Finanziamento  di 1 milione di euro all’INGM per il 2014.

Comma 145 e 146 - Pay back per le aziende farmaceutiche
Si applicherà dal 1 gennaio 2014 su richiesta delle imprese interessate anche sui farmaci immessi in commercio dopo il 31 dicembre 2006.
 
Comma 147 – Screening neonatale per la diagnosi precoce patologie metaboliche
Stanziati 5 milioni di euro per il 2014 per l’avvio sperimentale nelle Regioni dello screening neonatale per la diagnosi precoce di patologie metaboliche ereditarie per la cui terapia farmacologica e dietetica esistano evidenze scientifiche di efficacia o del fatto che la diagnosi precoce faciliti l’acceso a terapie in sperimentazione.

Comma 149, 150, 151 – Anagrafe nazionale assistiti
Viene istituita l’Anagrafe nazionale degli assistiti al fine di rafforzare il monitoraggio della spesa sanitaria, accelerare l’automazione amministrativa e migliore i servi per i cittadini e la PA. L’Agenzia subentrerà alle anagrafi e agli elenchi degli assistiti delle singole Asl che manterranno però la titolarità dei dati e ne dovranno comunque assicurare l’aggiornamento.
Entro il 30 giugno 2014 con Dpcm saranno stabiliti caratteristiche e operatività dell’Agenzia. Per la nuova Agenzia vengono stanziati 2 milioni per 2014 e 1 a decorrere dal 2015.

Comma 153 – Distribuzione gratuita generi alimentari
E’ previsto l’obbligo per gli operatori del settore, inclusi quelli della ristorazione ospedaliera,  di registrazione dell’oggetto, luogo, data, ora e destinatario della fornitura di prodotti alimentari destinati agli indigenti.

Comma 183 – Finanziamento Istituto mediterraneo di ematologia
Previsto un stanziamento di 3,5 milioni di euro a decorrere dal 2014 per l’Istituto mediterraneo di ematologia (IME).

Comma 196 – Fitosanitari
Con riferimento all’emergenza derivante dal batterio Xylella Fastidiosa è autorizzata la spesa di 5 milioni per il 2014.

Comma 210 – Adroterapia oncologica
Vengono stanziati 3 milioni di euro per il 2014 che andranno al Centro Nazionale di Adroterapia Oncologica (CNAO), il primo centro ospedaliero in Italia (e il quarto del mondo, dopo gli Stati Uniti, la Germania e il Giappone) espressamente dedicato al trattamento dei tumori mediante l'adroterapia.

Comma 223 – Visite medico legali delle Asl
Dal 2014 sarà un decreto dell’Economia, d’intesa con la Stato Regioni, a decidere il riparto delle somme finalizzate ai controlli da parte delle Asl sulle assenze di malattia. Lo stesso emendamento stabilisce inoltre che tali somme saranno vincolate a questo uso esclusivo e che pertanto non potranno essere usate dalle Regioni per altre finalità.

Comma 253 – Finanziamento ai policlinici universitari privati
Previsto il concorso statale alle attività strumentali dei policlinici universitari privati. In tutto 400 milionidi euro, di cui 50 nel 2014 e poi rate da 35 milioni l’anno fino al 2024. L’erogazione di tali somme è subordinata alla sottoscrizione di protocolli d’intesa tra Regioni e Università “comprensivi della definitiva regolazione condivisa di eventuali contenziosi pregressi”.

Comma 254 – Finanziamento Bambino Gesù
E’ rifinanziata l’attività dell’ospedale pediatrico Bambino Gesù per il 2014 per un totale di 30 milioni.

Comma 289 – Costi standard
Stanziati 4 milioni di euro per ciascuno anno nel 2014 e 2015 per completare l’attività di monitoraggio e revisione dei fabbisogni e dei costi standard delle funzioni e dei servizi di Regioni ed Enti locali.

Comma 290 – Cure palliative
Anche se precedentemente respinta dalla Bilancio, ricompare nel maxiemendamento la norma che stabilisce che sono idonei a operare nelle reti per le cure palliative pubbliche o private accreditate i medici che, indipendentemente dal possesso di una specializzazione, alla data dell’entrata in vigore della presente legge documentino un’esperienza almeno triennale nel campo delle cure palliative, previa certificazione dell’attività svolta rilasciata dalla regione sulla base di criteri determinati con Dpcm, su proposta del Ministro della salute, previa intesa con la Conferenza Stato-Regioni.

Comma 291 – Aggiornamento del Prontuario ospedale-territorio (PHT) e vendita in farmacia
E’ previsto l’aggiornamento annuale del Prontuario della continuità assistenziale ospedale territorio (PHT) da parte dell’Aifa che dovrà individuare ogni anno un elenco di medicinali che potranno essere dispensati attraverso le farmacie convenzionate. Di conseguenza si provvederà ad abbassare il tetto della spesa farmaceutica ospedaliera e alzare contestualmente quello della territoriale.

Comma 292 – Spending review per beni e servizi e immobili della PA
Stabilita una riduzione di spesa per tutte le PA in misura non inferiore a 60 milioni per il 2014, 700 per il 2015 e 1,410 miliardi per gli anni 2016 e 2017 per l’acquisto di beni e servizi e attraverso l’ottimizzazione dell’uso degli immobili.

Comma 307, 308, 309, 310 e 311 – Pubblico impiego
Per gli anni 2015-2017 l’indennità di vacanza contrattuale da computare quale anticipazione dei benefici complessivi che saranno attribuiti all’atto del rinnovo contrattuale è quella in godimento al 31 dicembre 2013.
Viene  inoltre sottolineato come “si dà luogo alle procedure contrattuali e negoziali ricadenti negli anni 2013-2014, per la sola parte normativa senza possibilità di recupero per la parte economica”.
Per effetto di queste disposizioni, viene segnalato come le Regioni non debbano tener conto dell’indennità di vacanza contrattuale riferita al periodo 2015-2017.
Il blocco della parte economica dei contratti viene prorogato al 31 dicembre 2014 e, a decorrere dal 1 gennaio 2015, le risorse destinate annualmente al trattamento economico accessorio sono decurtate di un importo pari alle riduzioni operate per effetto del precedente periodo.

Comma 327 – Finaziamento Ssn
In conseguenza delle misure sul pubblico impiego il finanziamento a carico dello Stato per la sanità viene ridotto di 540 milioni nel 2015 e di 610 milioni nel 2016.

Comma 362 – Assunzioni nelle farmacie pubbliche e nei servizi socio assistenziali
Le farmacie pubbliche e i servizi socio assistenziali potranno differire dalle limitazioni nelle assunzioni di personale, con propria motivata deliberazione, fermo restando l’obbligo di garantire il raggiungimento degli obiettivi di risparmio e contenimento della spesa di personale.


Lavoro
Sul tema lavoro i punti da sottolineare sono i seguenti:

Cartelle esattoriali da pagare senza interessi, minimo reddito garantito per le fasce più deboli e più soldi per gli sconti per le tasse sulla casa. Queste le principali modifiche alla Legge di stabilità introdotte col maxi-emendamento che verrà votato stanotte. 

La costituzione di un fondo di contrasto alla povertà finanziato con il prelievo sulle pensioni d'oro è una delle novità che entreranno nel maxi-emendamento, come riferisce il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Giovanni Legnini. E con questo fondo dovrebbe essere finanziata la misura sul reddito minimo di inserimento. La copertura arriverà dall'allargamento della platea delle pensioni per le quali scatterà il contributo di solidarietà: si partirà da 90mila euro. 

LA IUC (TASSA SULLA CASA) INCLUDE SERVIZI E RIFIUTI 
La Iuc, la nuova imposta unica comunale, per la parte patrimoniale non riguarderà la prima casa e conterrà per tutti, abitazioni principali comprese, la tassa sui servizi e quella sui rifiuti. L'aliquota massima sarà al 10,6 per mille.

CUNEO FISCALE SOTTO I 35MILA EURO
Il Senato ha ristretto la platea dei beneficiari ai redditi sotto i 35mila euro (il governo aveva fissato l'asticella a 55mila euro) e l'ha concentrata su quelli più bassi, favorendo in particolare quelli tra i 15mila e i 18mila euro a cui andrà uno sconto di 225 euro annui.

CONTRIBUTO DI SOLIDARIETA' DA PENSIONI D'ORO
Cresce il contributo di solidarietà a carico delle pensioni d'oro che scatta a partire dagli assegni sopra i 90mila euro. Dal primo gennaio 2014 e per tre anni, sugli importi dei trattamenti pensionistici sopra i 90mila euro il contributo di solidarietà è pari al 6% della parte eccedente del predetto importo, su quelli sopra i 128mila euro è pari al 12% e su quelli sopra i 193mila euro è pari al 18%. Le risorse che arriveranno saranno destinate alla carta acquisti ma anche a forme di inclusione dei poveri, primo passo verso l'introduzione di un reddito minimo.

ELECTION DAY FINO ALLE 23
Dal 2014 ci sarà l'election day e le operazioni di voto si svolgeranno in una sola giornata, dalle 7 alle 23. La manovra prevedeva già l'election day ma la modifica allunga di un'ora l'apertura dei seggi.

RISORSE PER EMERGENZA SARDEGNA
In arrivo circa 103 milioni di euro per la messa in sicurezza e il ripristino del territorio della Sardegna dopo l'alluvione.

3 MILIONI PER ACQUISTARE ISOLA DI BUDELLI
Lo Stato avrà il diritto di prelazione sull'acquisto dell'isola. Stanziati i 3 milioni di euro necessari.

RISORSE A CALAMITÀ NATURALI DA TAGLIO FONDI PARTITI
Il taglio che due anni fa decurtava i fondi ai partiti andrà a finanziare il fondo sulla calamità naturale.

SALTANO NUOVI STADI, SI AMMODERNANO QUELLI VECCHI
Viene integrato il fondo di garanzia presso l'istituto del credito sportivo per l'ammodernamento di impianti sportivi già esistenti e non per finanziare la costruzione di nuovi. Entra solo la versione 'light' della norma che prevede l'aumento del fondo di garanzia presso l'istituto di credito sportivo per l'ammodernamento degli impianti sportivi già esistenti e non per la costruzione ex novo. Salta quindi anche la possibilità prevista, in prima battuta, di edificare in aree non contigue agli stadi.

GARANZIA PMI-MUTUI 
Estesi poteri di intervento della Cdp a favore delle Pmi – piccole e medie imprese - per il sostegno all'economia, anche con la garanzia dello Stato. Nasce un 'sistema di garanzia nazionalè che si articola in tre direzioni: un fondo di garanzia per le Pmi, una sezione di questo fondo dedicata alla ricerca e l'innovazione e un fondo per i mutui prima casa delle famiglie.

SCONTI PER LE IMPRESE PER IL 2013
Sconti imprese: aumenta dal 20 al 30% la deducibilità Imu sui beni d'impresa ai fini Ires e Irpef ma solo per il 2013, con una dote di 200 milioni di euro.

STRETTA BILANCI MUNICIPALIZZATE
Salta l'obbligo di dismissioni delle partecipate (peraltro previsto dal 2010 e sinora rinviato) e c'è una stretta sugli enti locali con partecipate in rosso: il Comune, a fronte di perdite in capo alla società o all'ente partecipato, deve effettuare un accantonamento di bilancio di pari ammontare che verrà resa di nuovo disponibile solo se c'è un ripiano effettivo delle perdite.

STABILITÀ: 120 MLN IN TRE ANNI PER FONDO EDITORIA
Il maxiemendamento alla legge di stabilità istituisce presso la presidenza del Consiglio un «fondo straordinario per gli interventi di sostegno all'editoria» con una dotazione di 50 milioni nel 2014, 40 milioni nel 2015 e 30 milioni nel 2016. Il fondo, si legge nel testo, «è destinato a incentivare gli investimenti delle imprese editoriali, anche di nuova costituzione, orientati all'innovazione tecnologica e digitale e all'ingresso di giovani professionisti qualificati nel campo dei nuovi media e a sostenere le ristrutturazioni aziendali e gli ammortizzatori sociali».

EQUITALIA, CARTELLE SENZA INTERESSI
Altra novità la norma relativa alle cartelle esattoriali di Equitalia che entra nel maxi-emendamento prevede che possano essere pagate senza interessi: imposta e sanzioni si pagheranno al 100%, mentre vengono azzerati gli interessi.

300 MILIONI ALL’AUTOSTRASPORTO
Le risorse per l’autotrasporto ammontano ad oltre 300 milioni di euro.

UN ANNO IN PIU’ PER RIVALUTARE BENI IMPRESA-TERRENI
I termini per la rivalutazione dei beni di impresa e dei terreni edificabili slittano al 1 gennaio 2014. La perizia giurata dovrà essere effettuata il 30 giugno 2014.

SGRAVI PER LE TASSE SULLA CASA
Il capitolo “casa” prevede che la dote complessiva degli “sconti” sulla tassazione immobiliare (casa e imprese) nella legge di stabilità arriva a 750 milioni. Ai 500 milioni previsti per le detrazioni sulla Tasi che dovranno essere applicate dai Comuni si aggiungono altri 250 milioni per finanziare l'aumento della deducibilità Imu sui beni d'impresa ai fini Ires e Irpef, attualmente al 20%.

SALTA VENDITA DELLE SPIAGGE
Saltano la sanatoria sulle pendenze delle concessioni marine e la sdemanializzazione delle aree attigue alle spiagge. Le misure, contenute in un emendamento dei relatori al disegno di legge di stabilità, non sono state recepite all'interno del maxiemendamento che il Governo ha presentato al disegno di legge di stabilità in Senato.

SALTA NUOVA TASSAZIONE SU SIGARETTE ELETTRONICHE
Salta nel maxiemendamento alla legge di stabilità la norma che prevedeva la modifica della tassazione sulle sigarette elettroniche su cui il governo era stato battuto in Commissione Bilancio del Senato. La norma stabiliva la riduzione per i liquidi delle e-cig dell'imposta di consumo dal 58,5% al 25% del prezzo di vendita al pubblico. Per tutti gli altri prodotti contenenti nicotina e altre sostanze sostitutive dei tabacchi lavorati era prevista un'imposta di 0,25 euro.
La manovra ora passa alla Camera.
Ci saranno ulteriori modifiche o potremmo finalmente conoscere il testo definitivo?

martedì 26 novembre 2013

Non solo ieri, non solo l'8 marzo perchè si è DONNE sempre



Un omaggio a tutte le donne...e perchè no? anche a tutti gli uomini


"Chi ha deciso che il sesso si fa solo per amore?
Chi ha deciso che se indosso vestiti aderenti mi sto offrendo sessualmente?
Chi ha deciso che devo essere una cuoca eccellente?
Chi ha deciso che i lavori di casa li faccio solo io?
Chi ha deciso che le pubblicità dei detersivi parlino solo a me?
Chi ha deciso che il mio aspetto determina il mio successo sul lavoro?
Chi ha deciso che le donne non capiscono niente di sport?
Chi ha deciso che le donne non capiscono niente di politica?
Chi ha deciso che mi paghino meno per lo stesso lavoro?
Chi ha deciso che i vestiti per le donne grasse debbano essere diversi?
I 10 COMANDAMENTI AL FEMMINILE:
1. La mia libertà non finisce quando mi unisco a qualcun altro
2. Come madre non educo né maschi maschisti, né figlie sottomesse
3. Niente mi terrà zitta se qualcosa non mi piace
4. Non accetterò nessun tipo di violenza contro di me
5. Non mi tradirò mai smettendo di essere chi sono davvero
6. Nessuno, nemmeno il mio partner toccherà il mio corpo se io non voglio
7. Lavorerò per non dipendere economicamente da qualcuno
8. Le zitelle non esistono, io decido se sposarmi o no
9. Non farò io sola le faccende domestiche e questo non mi rende una cattiva donna
10. Non mi accontenterò di un uomo qualsiasi solo perché i miei figli abbiano un padre"

UN PICCOLO GESTO SIMBOLICO (e non politico) PER UN GRANDE OBIETTIVO FUTURO.



UN PICCOLO GESTO SIMBOLICO (e non politico) PER UN GRANDE OBIETTIVO FUTURO.

Dove si fa?
La serrata si farà in tutta italia,
ognuno nella propria azienda,
il 27 di Novembre dalle ore 8.00 alle 12.00
esponendo la locandina ufficiale scaricabile qui:
http://sphotos-c.ak.fbcdn.net/hphotos-ak-ash3/841279_10201823201013101_1737153803_o.jpg
Serrande abbassate, porte chiuse, portoni chiusi.. non si risponde al citofono, al telefono, non si spediscono mail, fax, non si eseguono attività di carico e scarico etc.



https://www.facebook.com/events/1428721020677766/

Sugli immobili arriva la Iuc, esenti le prime case


Governo e maggioranza hanno raggiunto l'intesa sulla nuova tassazione degli immobili.
Nel DDL Stabilità al posto della Trise, che scompare prima di venire alla luce, arriva la Iuc, l'imposta unica comunale che andrà a sostituire l'Imu a partire dal prossimo anno.

L'emendamento dei relatori al DDL stabilità che sarà depositato in commissione Bilancio del Senato prevede l'esenzione della prima casa, a esclusione delle case di lusso.

Non si applicherà alla prima casa e l'aliquota massima sarà del 10,6 per mille. E porterà in dote ai sindaci italiani ulteriori 500 milioni da destinare alle detrazioni sulle abitazioni principali soprattutto per le famiglie più deboli. È questo il contenuto dell'emendamento dei relatori del ddl Stabilità, depositato in commissione bilancio al Senato.

Si lavora ancora per trovare le risorse per coprire la deducibilità della vecchia Imu e della nuova Iuc da parte delle imprese - deducibilità ai fini Ires e Irpef nella misura del 30%, contro il 20% previsto dal governo con il disegno di legge di stabilità. Nessuna modifica invece alle aliquote della componente servizi (Tasi), l'1 per mille a regime e del 2,5 per mille per l'anno d'imposta 2014.

Come la Trise, la tassa sui rifiuti e sui servizi indivisibili, la Iuc avrà tre anime: Imu, Tasi e Tari. Legnini ha spiegato che sulle case diverse dall'abitazione principale la somma delle aliquote Imu e Tasi non potrà superare il 10,6 per mille, contro l'11,6 previsto dalla Trise. "Abbiamo rispettato l'impegno di una riduzione generale delle imposte sulla casa", ha ribadito anche il relatore del Pd, Giorgio Santini.

Il lavoro del futuro è green


La green economy creerà in Europa 250mila posti di lavoro da qui al 2020. A cui vanno aggiunti un altro milione circa di opportunità nella white economy (settore legato all’efficienza energetica, alla climatizzazione e l’illuminazione).

I dati vengono forniti da un’indagine del Programma ambientale delle Nazioni Unite (UNEP). Stando a queste cifre, avere una buona formazione nel settore può essere determinante per trovare un lavoro oggi e nel prossimo futuro.

Per questo il tuo Studio Commerciale Semeraro ti segnala R.E.P.L.I.C.A. , progetto della Regione Lazio che offre a tutti l’opportunità di diventare esperti nei green job. Si tratta di quattro corsi gratuiti (di 20 partecipanti ciascuno) a cui potrai accedere con un diploma di scuola superiore, sia da occupato che da disoccupato:

1. Esperto di agricoltura eco-compatibile. L’obiettivo è formare una figura esperta nelle pratiche colturali a basso impatto ambientale. Il corso si tiene a Latina e dura 175 ore. INFO e BANDO: http://bit.ly/1bM5Ye4

2. Esperto di sviluppo sostenibile della destinazione turistica. Il corso vuole formare una figura professionale che aiuti le imprese turistiche ad adottare una gestione aziendale più sostenibile. Le attività si svolgono a Frosinone e durano 175 ore. INFO e BANDO: http://bit.ly/1fRpfLM

3. Esperto in impianti di produzione energetica a basso impatto ambientale. I partecipanti potranno acquisire competenze per realizzare impianti di produzione energetica a basso impatto ambientale. Il corso si tiene a Rieti per una durata di 175 ore. INFO e BANDO: http://bit.ly/I2sDbs

4. Esperto di sostenibilità ambientale dei sistemi turistici locali. Qui i partecipanti impareranno come pianificare l’offerta turistica valorizzando il territorio. Il corso dura 810 ore e si tiene a Ostia.

 INFO e BANDO: http://bit.ly/1cEJ7PI

Hai tempo fino al 3 dicembre 2013 per presentare le domande.

Nei singoli bandi trovi le modalità di consegna della documentazione.

Un concorso offre la possibilità a giovani precari o disoccupati under 35 di costruire una startup.

Sodalitas Challenge è il concorso di Fondazione Sodalitas che premia le idee sostenibili dei giovani!
Cerca business ideas innovative, sostenibili e in grado di generare nuova occupazione proposte da giovani laureati o diplomati under 35, in cerca di lavoro o con un lavoro precario.

Le idee più meritevoli verranno adottate dai Partner Tecnici per diventare start up di successo.
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In palio 200mila euro in attività di coaching e formazione per i progetti che arriveranno in finale all’interno degli incubatori che aderiscono all’iniziativa: H-Farm, Luiss Enlabs, Make a cube, Oltre Venture, PoliHub, Talent Garden, UniCredit,  nonché la possibilità – per tutti i partecipanti – di entrare a far parte di un database che le imprese aderenti a Sodalitas Challenge consulteranno per individuare nuovi talenti da inserire al proprio interno.

Per partecipare alla competizione devi elaborare un’idea di business nelle categorie di:
1) innovazione tecnologica;
2) Expo 2015 (progetti innovativi  e sostenibili legati all’evento di Milano);
3) ambiente ed ecostenibilità;
4) lavoro, salute e benessere delle persone;
5) sviluppo del territorio e delle comunità (es. assistenza a malati e ad anziani);
6) produzione e consumo sostenibile.

Come partecipare.

La candidatura è gratuita. Se vuoi provare, puoi registrarti sul sito Ideatre60 e compilare le voci richieste (titolo del progetto, categoria della business idea, descrizione, motivazione, capacità di generare nuova occupazione…).

Hai tempo fino al 31 gennaio 2014.

Rysto.com, il social che aiuta la ristorazione



Un portale che aiuta a trovare lavoro nel settore della ristorazione. Si chiama Rysto ed è l’idea di Massimo Fabrizio (27 anni) e Jacopo Chirici (28 anni): «Nella ristorazione il successo dipende all’80% dal personale»

Come è nata l’idea?

Un’esperienza nel settore della ristorazione mi aveva fatto capire come fosse difficile trovare in fretta del personale “skillato”. Così quando si è trattato di portare negli Usa, a una scuola per startup, un progetto ho scelto questo» racconta Massimo Fabrizio. Lì ho incontrato Jacopo Chierici e abbiamo deciso di lavorarci insieme».
Come siete riusciti a trasformarla in un business?

La nostra fortuna è che abbiamo in casa le competenze necessarie. Io sono sviluppatore e ho realizzato una versione beta del sito. Poi abbiamo cominciato a promuoverlo partecipando a vari eventi per startup. La svolta c’è stata a luglio grazie a un evento organizzato a Tel Aviv. Lì ci siamo fatti conoscere dal venture capital, Principia Sgr, che ha investito su di noi un milione di dollari».
Come funziona?

Rysto si rivolge a tre categorie di persone: 1) Chi cerca lavoro nel settore alberghiero e della ristorazione può inserire il proprio Cv digitale. 2) I datori di lavoro che mettono annunci per posizioni vacanti. 3) Le scuole, che segnalano corsi e iniziative di formazione».
Soddisfazioni o difficoltà?

Di positivo l’ottima accoglienza e l’attenzione mediatica. Di negativo la burocrazia eccessiva e il costo del lavoro molto alto».

100mila euro per un’idea innovativa nella cultura


Il sapere è sempre più reticolare e diffuso.

La centralità delle nuove tecnologie sta contribuendo a fare emergere un particolare tipo di intelligenza collaborativa basata sull’empatia. I processi cooperativi ne risultano facilitati, col risultato di dare vita a nuove pratiche di produzione sociale, culturale, economica.
Le buone idee oggi si trovano dappertutto, il loro valore ha a che fare col consenso costruito all’interno delle comunità e dei territori.
La nostra epoca è segnata dalla comunicazione di tipo orizzontale e obliquo. L’industria culturale tradizionale, con la ricerca del consumo di massa, sembra non essere in grado di rispondere alle necessità contemporanee. Per questo c’è bisogno di immaginare nuove formule – di progettazione, organizzazione, distribuzione della cultura – che siano in grado di agire nella molteplicità.
È necessario sperimentare nuovi modi per sostenere economicamente le iniziative culturali, nuove forme di economia basate su creatività, innovazione e collaborazione, giocate su definizioni alternative di valore.
CheFare è uno strumento per indagare le trasformazioni del presente e le strade del futuro.

Se hai un’idea innovativa nel campo culturale, partecipa a “cheFare”, il bando promosso dall’associazione culturale doppiozero.

In palio 100mila euro per il vincitore.

Chi partecipa. Il bando è rivolto a tutte le associazioni e organizzazioni profit e non profit.

Che progetti proporre. Se vuoi candidarti devi proporre un’idea nei seguenti campi della cultura: letteratura, musica, teatro, danza, pittura, cinema, video, fotografia, arti plastiche, performing arts, editoria, filosofia, pedagogia, psicologia, sociologia, antropologia.

Le idee devono sapere promuovere la collaborazione, essere scalabili e riproducibili, economicamente sostenibili e avere un impatto sociale positivo sul territorio.

Come candidarsi. Se vuoi partecipare invia la sintesi del tuo progetto online tramite il form (clicca qui).

Hai tempo fino al 9 dicembre 2013 per candidarti.

Eccoti il bando
http://www.che-fare.com/web/uploads/bando_chefare_2013.pdf

lunedì 25 novembre 2013

Gli acconti di imposta 2013


Entro il prossimo 2.12.2013 (il 30.11 cade di sabato) va effettuato il versamento della seconda o unica rata dell’acconto IRPEF, IRES, IRAP, “cedolare secca”, IVIE e IVAFE, maggiorazione IRES per le società di comodo e imposta sostitutiva per i contribuenti “minimi” dovute sul reddito / valore della produzione conseguito nel 2013. In sede di determinazione della seconda (o unica) rata dell’acconto, è necessario considerare l’incremento disposto dal DL n. 76/2013 (Decreto c.d. “Lavoro”), in base al quale:
a decorrere dal 2013 l’acconto IRPEF passa dal 99% al 100%;
per il periodo d’imposta in corso al 31.12.2013 (2013 per i soggetti con periodo d’imposta coincidente con l’anno solare), l’acconto IRES passa dal 100% al 101%.
I predetti aumenti hanno effetto anche ai fini IRAP e, pertanto, per i soggetti IRPEF e le società di persone l’acconto IRAP passa dal 99% al 100% a decorrere dal 2013, mentre per i soggetti IRES passa, per il 2013, dal 100% al 101%.
 Per il 2013 le maggiorazioni sono applicabili in sede di versamento della seconda (o unica) rata dell’acconto IRPEF / IRES / IRAP 2013 da determinare quale differenza tra l’acconto complessivamente dovuto applicando la nuova misura e quanto versato per la prima rata.

Le predette disposizioni si riflettono anche sull’acconto IVIE / IVAFE / maggiorazione IRES società di comodo, MA non si riflettono sul versamento dell’acconto della cedolare secca che rimane fissato al 95%.

Il DL n. 102/2013, c.d. “Decreto IMU”, prevede che entro il mese di novembre 2013 il MEF potrà stabilire l’aumento della misura degli acconti IRES / IRAP 2013 qualora con le misure finalizzate alla copertura finanziaria delle disposizioni introdotte dallo stesso non si raggiungano gli obiettivi previsti.

ACCONTO IRPEF, IRES E IRAP 2013
Come di consueto, ai fini della determinazione dell’acconto dovuto è possibile utilizzare, alternativamente, il metodo storico o il metodo previsionale.

METODO STORICO
L’acconto 2013 è determinato in base all'importo evidenziato a:
rigo “DIFFERENZA” o “IRES dovuta o differenza a favore del contribuente” del mod. UNICO 2013;
rigo “Totale imposta” del mod. IRAP 2013.
Per determinare l'ammontare da versare va considerato anche l'eventuale saldo a credito risultante dal mod. UNICO / IRAP.

METODO PREVISIONALE
Se si presume di conseguire un reddito e quindi un’imposta 2013 inferiore rispetto al 2012, è consentito effettuare un versamento in misura inferiore (rispetto a quanto risulterebbe dovuto con il metodo storico) ovvero non effettuare alcun versamento.
Se la previsione in base alla quale si è versato l’acconto risultasse errata (versamento inferiore a quanto dovuto in base al reddito effettivamente conseguito nel 2013) è applicabile la sanzione per insufficiente versamento pari al 30%. La scelta dell’uno o dell’altro metodo riguarda la singola imposta; così, ad esempio, può essere utilizzato il metodo storico per l’IRAP e il metodo previsionale per l’IRPEF.

ACCONTO IRPEF
APPLICAZIONE DELLA “CEDOLARE SECCA” DAL 2013
Le persone fisiche che dal 2013 hanno scelto di assoggettare il reddito degli immobili abitativi locati alla cedolare secca:
non sono tenute al versamento dell’acconto 2013 per la cedolare secca;
possono determinare l’acconto IRPEF considerando che il reddito fondiario di detti immobili non sarà assoggettato ad IRPEF. A tal fine l’acconto 2013 potrà essere determinato utilizzando il metodo previsionale.

FUORIUSCITA DALLA “CEDOLARE SECCA” DAL 2013
Le persone fisiche che dal 2013 fuoriescono dal regime della cedolare secca e pertanto devono assoggettare il reddito degli immobili abitativi locati a tassazione ordinaria:
non sono tenute al versamento dell’acconto IRPEF 2013 per il reddito dell’immobile che nel 2013 sarà assoggettato ad IRPEF;
possono, in applicazione del metodo previsionale, non versare l’acconto per la cedolare secca ovvero versare un acconto inferiore.

IMMOBILI LOCATI A INQUILINI DISAGIATI
L’art. 29, comma 16, DL n. 216/2011 ha prorogato al 2012 la disposizione ex art. 2, Legge n. 9/2007 in base alla quale il reddito dei fabbricati degli immobili locati ad inquilini che possono beneficiare della sospensione legale degli sfratti ex art. 1, DL n. 158/2008, non concorre alla formazione del reddito imponibile del proprietario per tutta la durata del periodo di sospensione.
Ai fini della determinazione dell’acconto IRPEF 2013 è prevista la necessità di considerare, quale imposta del periodo precedente, quella che si sarebbe determinata in assenza dell’agevolazione.
Tuttavia, l’art. 1, comma 412, Legge n. 228/2012, ha ulteriormente prorogato tale agevolazione fino al 31.12.2013; pertanto, si potrebbe ritenere non necessario procedere alla predetta rideterminazione dell’acconto 2013.

RIVALUTAZIONE REDDITO DOMINICALE ED AGRARIO
Considerato che l’art. 1, comma 512, Legge n. 228/2012 ha previsto, per il triennio 2013 – 2015, ai
fini delle imposte dirette, un incremento della rivalutazione del reddito dominicale ed agrario (applicabile aull’importo risultante dalla rivalutazione ex art. 50, Legge n. 662/96, pari all’80% per il reddito dominicale e al 70% per il reddito agrario), nella misura:
del 15%;
del 5% per i terreni agricoli e per quelli non coltivati, posseduti e condotti da coltivatori diretti e imprenditori agricoli professionali (IAP) iscritti nella previdenza agricola; l’acconto 2013 va determinato tenendo conto di tale ulteriore rivalutazione.
Pertanto, utilizzando il metodo storico, l’IRPEF 2012 su cui determinare l’acconto 2013 va rideterminata considerando il reddito dominicale ed agrario rivalutati con le percentuali maggiorate.

SPESE RELATIVE A VEICOLI A DEDUCIBILITÀ LIMITATA
Per effetto della riduzione, dal 2013, della percentuale di deducibilità dei costi relativi agli autoveicoli utilizzati dalle imprese e dai lavoratori autonomi, che passa dal 40% al 20% ovvero dal
90% al 70% per i veicoli concessi in uso promiscuo ai dipendenti, ai fini del calcolo dell’acconto 2013 con il metodo storico è necessario considerare, quale imposta del periodo precedente, quella che si sarebbe determinata applicando le predette nuove percentuali.

ADDIZIONALE REGIONALE E COMUNALE IRPEF
In relazione alle addizionali comunale e regionale IRPEF, va evidenziato quanto segue:

ADDIZIONALE COMUNALE
L’acconto va versato entro il termine del saldo IRPEF e quindi l’acconto 2013 doveva essere versato entro lo scorso 17.6 / 17.7 (+ 0,40%) - 8.7 / 20.8 (+ 0,40%), ferma restando la possibilità di rateizzare quanto dovuto.

ADDIZIONALE REGIONALE Non sono dovuti acconti.
Di conseguenza entro il 2.12.2013 non è dovuto alcun acconto dell’addizionale regionale e comunale.

CONTRIBUTO SOLIDARIETÀ
Con riferimento al contributo di solidarietà del 3% dovuto, per i contribuenti aventi un reddito complessivo superiore a € 300.000 lordi annui, sulla parte eccedente il predetto importo, il relativo
versamento va effettuato entro il termine previsto per il saldo IRPEF. Per lo stesso non sono dovuti versamenti a titolo di acconto.

ACCONTO IRES
Come accennato, in sede di versamento della seconda (o unica) rata dell’acconto IRES 2013 dovuto dalle società di capitali, enti commerciali e non commerciali, è necessario tener conto dell’incremento dello stesso dal 100% al 101%, da applicare all’“IRES dovuta o differenza a favore
del contribuente” esposta nei seguenti righi:
rigo RN17 del mod. UNICO 2013 SC;
rigo RN28 del mod. UNICO 2013 ENC.
Per effetto del citato incremento, la seconda (o unica) rata dell’acconto IRES va determinata sottraendo dall’importo dovuto per il 2013 calcolato applicando il 101% ai predetti righi, quanto corrisposto a titolo di prima rata (individuata nella misura del 40% del 100%).

SPESE RELATIVE A VEICOLI A DEDUCIBILITÀ LIMITATA
Come evidenziato ai fini IRPEF, anche per il calcolo dell’acconto IRES 2013 con il metodo storico è necessario considerare, quale imposta del periodo precedente, quella che si sarebbe determinata applicando le nuove percentuali di deducibilità dei costi relativi ai veicoli.

ACCONTO MAGGIORAZIONE IRES SOCIETÀ DI COMODO
Le società di comodo tenute dal 2012 all’applicazione della maggiorazione del 10,50% dell’IRES devono versare altresì l’acconto 2013 di tale maggiorazione, entro gli stessi termini previsti per l’IRES, utilizzando gli specifici codici tributo.
Si evidenzia che anche per tale maggiorazione opera l’incremento, da applicare in sede diversamento della seconda / unica rata, della misura dell’acconto dal 100% al 101%.

ACCONTO IRAP
L'acconto IRAP 2013 va determinato e versato applicando le medesime regole previste per l’acconto IRPEF / IRES, differenziate a seconda del soggetto tenuto al versamento.
Ai fini dell’individuazione della seconda (o unica rata) è necessario tener conto dei predetti incrementi e pertanto applicare all’importo evidenziato a rigo IR21 “Totale imposta” del mod. IRAP 2013 le seguenti misure:
100% per persone fisiche, società di persone ed equiparate;
101% per società di capitali, enti commerciali e non commerciali;
e sottrarre quanto versato a titolo di prima rata (determinata applicando il 99% ovvero il 100%).
L’acconto non è dovuto se l’importo del predetto rigo IR21 è non superiore a € 51,65 per le persone fisiche / società di persone ovvero a € 20,66 per gli altri soggetti (IRES).

MODALITÀ DI VERSAMENTO
Il versamento dell’unica o seconda rata dell'acconto 2013 va effettuato con il mod. F24 (esclusivamente in via telematica per i titolari di partita IVA) utilizzando i seguenti codici tributo:
Acconto IRPEF (2° o unica rata) 4034
Acconto IRES (2° o unica rata) 2002
Acconto maggiorazione IRES (10,5%) società di comodo (2° o unica rata) 2019
Acconto IRAP (2° o unica rata) 3813
Acconto imposta sostitutiva (5%) regime minimi (2° o unica rata) 1794
Acconto imposta sostitutiva “cedolare secca” (2° o unica rata) 1841
Acconto imposta patrimoniale immobili all’estero – IVIE (2° o unica rata) 4045
Acconto imposta patrimoniale attività finanziarie all’estero – IVAFE (2° o unica rata) 4048

COMPENSAZIONE
Come di consueto, in sede di versamento dell’acconto 2013, è possibile avvalersi della compensazione.
Con riferimento alla compensazione orizzontale, si rammenta che:
la sanzione per l’utilizzo in compensazione di crediti inesistenti è pari dal 100% al 200% dei crediti stessi;
è fissato a € 5.000 l’ammontare annuo del credito IVA compensabile superato il quale: va preventivamente presentato il mod. IVA; è necessario l’utilizzo degli strumenti telematici resi disponibili dall’Agenzia delle Entrate; fermo restando che per la compensazione di importi superiori a € 15.000 è richiesta l’apposizione del visto di conformità al mod. IVA;
è vietato l’utilizzo dei crediti in compensazione nel mod. F24, in presenza di imposte erariali iscritte a ruolo e non pagate di importo superiore a € 1.500.

IMPORTO MASSIMO COMPENSABILE
Il limite massimo di crediti d'imposta compensabili è fissato a € 516.456,90 per ciascun anno (senza considerare l'importo dei crediti utilizzabili in compensazione verticale). Tale limite opera anche per la compensazione dei crediti IVA infrannuali (Comunicato stampa Agenzia delle Entrate 20.7.2004). L’eventuale eccedenza può essere richiesta a rimborso o utilizzata in compensazione nell’anno successivo.
A favore delle imprese subappaltatrici con volume d’affari dell’anno precedente costituito per almeno l’80% da prestazioni rese a seguito di contratti di subappalto, tenute ad applicare, ai fini IVA, il reverse charge, il predetto limite è elevato a € 1.000.000. Si rammenta che l’innalzamento, ad opera del DL n. 35/2013, Decreto c.d. “Sblocca Debiti” del limite massimo di compensazione a € 700.000 decorre dal 2014.

Buon inizio di settimana




"No, non bisogna togliere ai giovani la sete dell’irrealizzabile.
Preferiresti, pur essendo delusa, vivere come Pierre e Paul cicalando durante la settimana e facendo un giro sui viali la domenica?
No, decisamente; io preferirei essere schiacciato, stritolato dalla vita.


E. Mounier, Lettere e diari

La Fondazione CON IL SUD promuove la terza edizione del “Bando Educazione dei Giovani” per sostenere interventi concreti per contrastare la dispersione e l’abbandono scolastici nelle regioni meridionali.






In Italia 114 mila adolescenti lasciano gli studi. E’ un fenomeno diffuso nel Paese, ma in alcune aree del Mezzogiorno si registrano percentuali elevatissime. In Sicilia e in Sardegna, ad esempio, la media regionale di abbandoni scolastici supera rispettivamente il 25% e il 28%, mentre in Veneto e Lombardia, per fare un paragone, è del 14% e 15%. Il Bando punta a coinvolgere per la prima volta in Italia l’intera “comunità educante”, mettendo in rete associazioni, scuole, insegnanti, famiglie e studenti con mondo della ricerca scientifica, università, imprese

Il Bando mette a disposizione complessivamente 4,5 milioni di euro ed è rivolto alle organizzazioni del volontariato e del terzo settore delle aree meridionali in cui si registrano sia un elevato tasso di studenti a rischio abbandono scolastico sia un’elevata percentuale di early school leavers (ESL) : Crotone in CALABRIA; Caserta, Napoli e Salerno in CAMPANIA; Brindisi, Foggia, Taranto in PUGLIA; Cagliari, Nuoro, Oristano, Sassari in SARDEGNA; Catania, Caltanissetta, Enna, Palermo, Ragusa, Siracusa, Trapani in SICILIA.

L’iniziativa prevede due specifiche linee di intervento: una contro l’abbandono scolastico e l’altra contro la dispersione scolastica.

La prima è rivolta a percorsi formativi individualizzati, complementari a quello tradizionale, per contrastare l’abbandono. Si sosterranno, con un massimo di 2,5 milioni di euro, progetti che prevedano azioni congiunte “dentro e fuori la scuola” puntando, ad esempio, a creare occasioni di sperimentazione del lavoro nel periodo di formazione scolastica secondaria di secondo grado, attraverso percorsi di alternanza scuola-lavoro.

La seconda linea mette a disposizione fino a 2 milioni di euro per interventi contro la dispersione scolastica che prevedano attività di potenziamento delle competenze in ambito scientifico, tecnologico e economico, nella convinzione che una più diffusa e profonda preparazione in questo campo possa aumentare l’interesse dei giovani verso la scuola e contribuire al loro successo formativo.

Le partnership dovranno essere costituite da almeno tre soggetti, di cui un’organizzazione non profit e un istituto scolastico pubblico. Tutte le attività previste dovranno svolgersi con la partecipazione concreta e il pieno coinvolgimento, fin dalla fase di progettazione, delle scuole pubbliche con forti criticità educative, e con la partecipazione di insegnanti e genitori. I progetti potranno coinvolgere, inoltre, il volontariato, le università, il mondo della ricerca scientifica, delle imprese, le istituzioni locali e altri operatori interessati nella sperimentazione di soluzioni innovative per prevenire e contrastare la dispersione e l’abbandono scolastico.

Il Bando prevede la presentazione delle proposte esclusivamente online.

La scadenza è diversificata in base alla regione di intervento: Sicilia 23 gennaio 2014; Campania e Sardegna,  30 gennaio 2014; Calabria e Puglia 6 febbraio 2014. Seguirà il processo di valutazione per selezionare le proposte ritenute più valide e capaci di generare valore sociale sul territorio.

Con le precedenti edizioni del Bando Educazione Giovani (2007 e 2010), la Fondazione CON IL SUD ha sostenuto complessivamente più di 70 iniziative “esemplari”, erogando complessivamente oltre 18,5 milioni di euro.

Bando MISE. Investimenti innovativi PER STUDI TECNICI E DI DESIGN domande dal 27 febbraio 2014




Il Decreto del 20 novembre 2013 del Ministro Flavio Zanonato fissa i termini di presentazione delle domande per l’accesso alle agevolazioni e contiene chiarimenti in merito alle modalità di istruttoria delle domande e ai successivi adempimenti a carico delle imprese.

È stato recentemente pubblicato in G.U. n. 236 del 08/10/2013 il Decreto del MISE 29/07/2013 che disciplina i termini, le modalità e le procedure per la concessione ed erogazione delle agevolazioni in favore dei programmi di investimento nelle regioni Calabria, Campania, Puglia e Sicilia.

Le risorse finanziarie disponibili ammontano a euro 150.000.000. Possono beneficiare delle agevolazioni di cui al presente decreto le piccole, medie e grandi imprese.

I programmi ammissibili alle agevolazioni devono prevedere la realizzazione di investimenti innovativi, ossia l’acquisizione di immobilizzazioni materiali e immateriali tecnologicamente avanzate in grado di aumentare il livello di efficienza o di flessibilità nello svolgimento dell’attività economica oggetto del programma di investimento, valutabile in termini di riduzione dei costi, aumento del livello qualitativo dei prodotti e/o dei processi, aumento della capacità produttiva, introduzione di nuovi prodotti e/o servizi, riduzione dell’impatto ambientale e miglioramento delle condizioni di sicurezza sul lavoro.

Sono considerati innovativi gli investimenti relativi a:
sistemi composti da una o più unità di lavoro gestite da apparecchiature elettroniche, che governino, a mezzo di programmi, la progressione logica delle fasi del ciclo tecnologico destinate a svolgere una o più delle seguenti funzioni legate al ciclo produttivo: lavorazione, montaggio, manipolazione, controllo, misura, trasporto, magazzinaggio;
sistemi di automazione industriale che tramite l’interazione, attraverso specifici algoritmi, tra parti meccaniche e dispositivi elettronici, quali computer dedicati, come i PLC (programmable logic controller), mezzi robotizzati, sensori, trasduttori, sistemi di visione artificiale, micro controller o altro, permettono il governo e il controllo di una o più fasi del ciclo produttivo;
computer dedicati per il disegno industriale dei prodotti, la progettazione tecnica dei processi produttivi, la produzione della documentazione tecnica, la gestione delle operazioni legate al ciclo produttivo o alla fornitura di servizi, il controllo e il collaudo dei prodotti o dei servizi lavorati nonché per il sistema gestionale, organizzativo e commerciale;
apparecchiature specialistiche per la fornitura di servizi avanzati;
programmi informatici per l’utilizzazione delle apparecchiature e dei sistemi di cui alle lettere precedenti non incorporati nelle apparecchiature e nei sistemi stessi;
apparecchiature scientifiche destinate a laboratori ed uffici di progettazione aziendale;
sistemi e macchinari, gestiti da apparecchiature elettroniche, finalizzati alla riduzione degli impatti ambientali oltre i livelli stabiliti dalle norme nazionali e comunitarie in materia o in grado di innalzare il livello di tutela ambientale in assenza di norme definite;
sistemi, macchinari e programmi, gestiti da apparecchiature elettroniche, finalizzati al miglioramento delle condizioni di sicurezza in conformità alle normative europee, nazionali e regionali in materia.
Possono beneficiare degli aiuti le imprese operanti nel settore manifatturiero (sezione C della classificazione ATECO 2007), nel settore della produzione e distribuzione di energia elettrica e di calore e nelle attività di servizi. In quest’ultima categoria rientrano, tra gli altri:
-    attività degli studi di architettura, ingegneria e altri studi tecnici;
-    design e styling relativo a tessili, mobili e altri beni per la casa;
-    attività dei disegnatori tecnici;
-    attività dei disegnatori grafici di pagine web;
-    consulenza in materia di sicurezza;
-    produzione di software, consulenza informatica;
-    attività di consulenza gestionale.

Sono esclusi i settori della siderurgia, della cantieristica navale, dell’industria carboniera e delle fibre sintetiche e al settore della trasformazione e commercializzazione dei prodotti agricoli.

Gli investimenti devono:
-    riguardare un’unità produttiva localizzata nei territori delle Regioni dell’Obiettivo Convergenza;
-    prevedere spese ammissibili non inferiori a € 200.000 e non superiori a € 3.000.000;
-    essere avviati successivamente alla presentazione della domanda di agevolazioni;
-    prevedere una durata non superiore a 12 mesi dalla data del provvedimento di concessione;

Non sono ammissibili alle agevolazioni i programmi costituiti da investimenti di mera sostituzione di impianti, macchinari e attrezzature. Non sono, altresì, ammissibili i programmi realizzati, in tutto o in parte, con la modalità del cosiddetto “contratto chiavi in mano”.

Nei limiti delle intensità massime di aiuto stabilite è concessa una sovvenzione rimborsabile per una percentuale nominale delle spese ammissibili complessive pari al 75%.

La sovvenzione rimborsabile deve essere parzialmente restituita dall’impresa beneficiaria per una percentuale articolata, in relazione alla dimensione dell’impresa beneficiaria, come segue:
a) per le imprese di piccola dimensione 70% della sovvenzione;
b) per le imprese di media dimensione 80% della sovvenzione;
c) per le imprese di grande dimensione 90% della sovvenzione.

La parte della sovvenzione da restituire è rimborsata, senza interessi, secondo un piano di ammortamento a rate semestrali costanti della durata di 7 anni a decorrere dalla data di erogazione dell’ultima quota a saldo della sovvenzione stessa. La parte della sovvenzione che non deve essere restituita dall’impresa beneficiaria è concessa a titolo di contributo in conto impianti.

I soggetti beneficiari devono garantire la copertura finanziaria del programma di investimento apportando un contributo finanziario, attraverso risorse proprie ovvero mediante finanziamento esterno, in una forma priva di qualsiasi tipo di sostegno pubblico, pari al 25 per cento delle spese ammissibili complessive.



Le imprese possono iniziare la fase di compilazione della domanda e dei relativi allegati a partire dal 13 febbraio 2014.

La chiusura dello sportello per la presentazione delle domande sarà disposta con provvedimento del Direttore generale per l’incentivazione delle attività imprenditoriali e comunicata nel sito internet del Ministero e nella Gazzetta Ufficiale.

ECCOVI IL LINK DEL BANDO http://www.sviluppoeconomico.gov.it/images/stories/normativa/dm_%2029luglio2013.pdf

Le spese che non faranno parte del redditometro grazie all'intervento del Garante della Privacy che ha estromesso dallo strumento del Fisco diverse voci che non permetteranno di ricostruire il tenore di vita dei contribuenti.


Il Garante della Privacy è intervenuto in maniera piuttosto precisa per modificare il redditometro: manca poco al debutto di questo strumento anti-evasione, ma le novità imposte sono diverse e riguardano voci di spesa con cui abbiamo a che fare ogni giorno. Dunque, è necessario fare chiarezza, distinguendo tra gli elementi che non consentiranno al Fisco di ricostruire un determinato tenore di vita e quelli su cui bisogna ancora pronunciarsi nei prossimi giorni.

Prescritte modifiche per rendere conforme lo strumento antievasione alle norme sulla privacy.
Il Garante per la privacy ha dato infatti il via libera al cosiddetto "redditometro", ma ha prescritto all'Agenzia delle entrate l´adozione di una serie di misure e accorgimenti per ridurre al minimo i rischi per la privacy delle persone e nel contempo rendere lo strumento di accertamento più efficace nella lotta all'evasione fiscale. Ricorda poi il Garante che per calcolare lo scostamento tra i redditi dichiarati e le spese effettuate e per selezionare i contribuenti da sottoporre a controlli, il nuovo redditometro si fonda sul trattamento automatizzato di dati personali in possesso dell´Agenzia delle entrate - comunicati dallo stesso contribuente o da soggetti esterni (es. società telefoniche, assicurazioni) - e sull'imputazione anche di spese presunte, determinate sulla base dell´attribuzione automatica al contribuente di un determinato "profilo". Questo tipo di trattamento, che comporta la "profilazione" dei contribuenti e presenta rischi specifici per i diritti fondamentali delle persone, ha reso necessaria la verifica preliminare del redditometro da parte del Garante. L'Amministrazione finanziaria ha scelto di quantificare le spese presunte anche ricorrendo alle cosiddette "spese medie Istat" ricavate dall´appartenenza del contribuente ad una specifica tipologia di famiglia e alla residenza in una determinata aera geografica

Gli aspetti da considerare nel ricostruire il reddito di una persona riguardano le spese (tra cui particolare attenzione agli affitti e all'abitazione), la raccolta dei dati, l'informativa e il contraddittorio in caso di rilevazioni anomale e non corrispondenti alla realtà.

SPESE CERTE 
Per ricostruire il reddito è necessario utilizzare unicamente spese certe e spese che valorizzano elementi certi (possesso di beni o utilizzo di servizi e relativo mantenimento) senza utilizzare spese presunte basate unicamente sulla media Istat. Il cosiddetto 'fitto figurativo' (attribuito al contribuente in assenza di abitazione in proprietà o locazione nel comune di residenza) non verrà utilizzato per selezionare i contribuenti da sottoporre ad accertamento, ma solo ove necessario a seguito del contraddittorio.

RACCOLTA DATI
L’Agenzia dovrà porre particolare attenzione alla qualità e all’esattezza dei dati.

INFORMATIVA AI CONTRIBUENTI
Il contribuente dovrà essere informato, attraverso l’apposita informativa allegata al modello di dichiarazione dei redditi del fatto che i suoi dati personali saranno utilizzati anche ai fini del redditometro.

CONTRADDITTORIO 
Nell’invito al contraddittorio dovrà essere specificata chiaramente al contribuente la natura obbligatoria o facoltativa degli ulteriori dati richiesti dall'Agenzia (es. estratto conto) e le conseguenze di un eventuale rifiuto anche parziale a rispondere.
Alimentari, bevande, vestiti e scarpe ma anche il barbiere e l'istituto di bellezza. Il Garante della privacy ha bloccato l'utilizzo di tutte quelle voci di spesa che derivano dalle medie Istat nel nuovo redditometro: se il Fisco cioè non ha altri elementi in suo possesso non può ricostruire il tenore di vita dei contribuenti solo con le medie Istat, neanche quindi in una seconda fase. Ma ci sono anche altre voci di acquisto in cui le medie Istat concorrono a determinare il valore e bisognerà vedere cosa deciderà l'Agenzia nelle prossime settimane.

Fitto figurativo -
Il cosiddetto "fitto figurativo" (attribuito al contribuente in assenza di abitazione in proprietà o locazione nel comune di residenza) non verrà utilizzato per selezionare i contribuenti da sottoporre ad accertamento, ma solo ove necessario a seguito del contraddittorio. Il "fitto figurativo" dovrà essere attribuito solo una volta verificata la corretta composizione del nucleo familiare, per evitare le incongruenze riscontrate dal Garante (che comportavano l’attribuzione automatica a 2 milioni di minori della spesa fittizia per l’affitto di una abitazione).

Abbigliamento e scarpe
Il valore della spesa media per abbigliamento e scarpe ricavato dai valori Istat è stato messo fuori gioco dal Garante della privacy. Quindi il Fisco non potrà utilizzare questa voce per calcolare il tenore di vita dei soggetti più a rischio evasione. Naturalmente il vincolo vale solo per le medie Istat. Se invece il Fisco dovesse avere dati certi, per esempio attraverso lo spesometro, quelle informazioni potrebbero essere utilizzate a patto che – come ha raccomandato la Privacy – si faccia sempre attenzione alla qualità e all'esattezza dei numeri disponibili.


Alimentari e bevande
Lo stop del Garante alle medie Istat coinvolge anche la spesa di alimentari e bevande. Così gli acquisti al supermercato o alla bottega sotto casa non potranno essere ricavati dai valori statistici. Il redditometro potrà utilizzare solo quegli importi che risultano da «dati certi» già presenti in Anagrafe tributaria, di cui comunque dovrà sempre essere valutata l'esattezza.


Riscaldamento centralizzato
Le temperature si sono abbassate improvvisamente in tutta Italia, segno che l’autunno è entrato nel vivo: il freddo sta dunque per arrivare, dunque diventa fondamentale, verificare il perfetto funzionamento delle nostre caldaie. Non si tratta soltanto di una questione di riscaldamento, ma anche della necessità di consumare il giusto e di evitare le multe. In effetti, c’è un regolamento piuttosto recente da rispettare.
Che cosa prevede? Stiamo parlando del Dpr 74 dello scorso 16 aprile: questo testo prevede nuove regole per quel che riguarda l’efficienza energetica degli impianti. Anzitutto, quelli domestici (la potenza è compresa tra dieci e cento chilowatt) e che funzionano a combustibile vanno controllati ogni due anni, mentre ogni quattro anni se si tratta di impianti a metano o Gpl. Ma sono diverse le precisazioni da fare.
Ad esempio, questi limiti temporali sono validi per quelle regioni che non hanno regolamentato il settore (alcune, come Liguria, Piemonte, Lombardia, Toscana e Sicilia, lo hanno già fatto). Ogni ispezione di sicurezza, inoltre, è diversa a seconda del territorio. Cosa bisogna fare allora? Chi abita in un comune con più di 40mila abitanti deve verificare la frequenza degli interventi presso il municipio stesso o la provincia. A questo punto, c’è un’ultima, fondamentale domanda a cui rispondere.

Niente medie Istat per determinare la spesa per il riscaldamento centralizzato.
Anche in questo caso il Fisco deve puntare sulle risorse a disposizione: se dall'Anagrafe tributaria il dato è in qualche modo ricavabile allora può partecipare alla ricostruzione dei consumi complessivi, altrimenti il solo ricorso ai valori dell'Istituto nazionale di statistica non sarà ammesso.

Tram, autobus, metro e taxi
Il decreto attuativo del nuovo redditometro (Dm Economia del 24 dicembre 2012) inseriva anche la spesa per i trasporti pubblici tra quelle utilizzabili per ricostruire l'effettivo tenore di vita del contribuente. Dopo il provvedimento della Privacy di giovedì 21 novembre, però, anche questa voce di spesa ricavata dalle medie Istat non potrà essere impiegata nel nuovo redditometro.

Computer, telefonini, televisori
Fuori dal redditometro – secondo le indicazioni della Privacy – anche spese rispettivamente per i telefonini e per tutta un'altra serie di prodotti anche hi-tech (computer, televisori) e di altri acquisti per il tempo libero se vengono usati come riferimento i valori dell'Istat. Solo quando l'agenzia delle Entrate avrà dati di prima mano (dati «certi») potrà avvalersene nella ricostruzione del reddito.

Barbieri, istituti di bellezza, cura della persona
Barbieri, parrucchieri, istituti di bellezza ma anche prodotti per la cura della persona. Tutte queste voci di spesa ricavate dall'Istat dovranno essere messe da parte secondo il provvedimento del Garante della privacy. Anche in questo caso il redditometro potrà ripescarle solo se derivano da dati certi già acquisiti in Anagrafe tributaria, per esempio attraverso lo spesometro o indagini mirate condotte su chi eroga questo tipo di servizi.

Pranzo fuori csa
Più che un lusso, una necessità per tanti lavoratori che escono di casa la mattina e rientrano il pomeriggio o addirittura la sera. La spesa per pasti e consumazioni fuori casa – prevista dal decreto attuativo sul nuovo redditometro – non potrà essere utilizzata nel nuovo redditometro se desunta solo dalle medie Istat.

Alberghi, pensioni, viaggi organizzati
Pernottamenti fuori casa e viaggi organizzati dovranno anche loro essere «estromessi» dal redditometro se il Fisco non dispone di altri dati rispetto alle medie Istat
Medicinali e visite mediche

Medie Istat fuori gioco per quantificare la spesa per medicinali e visite mediche. Va, però, ricordato che in questo caso molto probabilmente il Fisco già dispone di dati «certi»: le spese per farmaci e visite mediche entrano in Anagrafe tributaria tutte le volte che i contribuenti le portano in detrazione nella dichiarazione dei redditi (modello Unico o 730). Pertanto, quando il dato è già mappato dall'amministrazione finanziaria il redditometro potrà tenerne conto.

Animali domestici
Una delle domande paradossali che circolava nei mesi scorsi era la seguente: «Ma se non ho un animale domestico come faccio a dimostrarlo al Fisco nel caso in cui dovesse contestarmelo?». L'intervento del Garante della privacy dovrebbe consentire di rispondere a questo interrogativo: il redditometro dovrà fare a meno delle spese per animali domestici se l'unico dato di cui l'agenzia delle Entrate può disporre è quello delle medie Istat.

Violenza sulle donne: nel 2013 già 128 vittime. Fino a 17 miliardi spesi ogni anno in assistenza


La violenza contro le donne si scatena quasi sempre all'interno delle mura domestiche. L'autore è nel 48% dei casi il marito, nel 12% il convivente nel 23% l'ex; si tratta poi di un uomo tra i 35 e i 54 anni nel 61% dei casi, di un impiegato nel 21%, e di una persona istruita (il 46% ha la licenza media superiore e il 19% la laurea). Il persecutore non fa poi in genere uso di alcol e di droghe (63%).

Una vergognosa conta, quella delle donne vittime di violenza, che quest'anno é arrivata a quota 128, con una rapida escalation: ad agosto risultavano un'ottantina di casi e le richieste di aiuto di donne vittime di stalking al numero attivato da Telefono Rosa sono aumentate nei primi sei mesi del 2013 di circa il 10%. Anche il profilo della donna-vittima descrive una persona piuttosto normale: una donna di età compresa fra i 35 e 54 anni, con la licenza media superiore nel 53% e la laurea nel 22%. Percentuali e numeri amplificati da altri numeri. La violenza subita dalle donne ogni anno ha, infatti, un costo economico e sociale di quasi 17 miliardi di euro, l'equivalente di tre manovre finanziarie, il triplo della spesa pagata dal nostro paese ogni anno per incidenti stradali. A stimare questo prezzo, altissimo, è l'indagine nazionale «Quanto costa il silenzio?» presentata nei giorni scorsi da Intervita onlus.

Dei 16,719 miliardi di euro spesi ogni anno a causa della violenza di genere, 2,377 sono costi diretti: sanitari (460,4 milioni), consulenza psicologica (158,7 mln), farmaci (44,5 mln), ordine pubblico (235,7 mln), giudiziari (421,3 mln), spese legali (289,9 mln), costi dei servizi sociali dei Comuni (154,6 mln) e dei centri antiviolenza (circa 8 milioni). La mancata produttività è stimata invece in 604,1 milioni di euro. Soprattutto il dato sulle spese sanitarie, secondo Intervita, è sottostimato: perchè solo il 3,3% delle vittime ha fatto ricorso a cure ospedaliere. Il 96,7% di episodi di violenza non ha dato luogo a ricoveri, ma molto probabilmente ha determinato conseguenze sulla salute e prodotto costi.

Il prezzo della violenza, però, lievita soprattutto a causa dei costi non monetari: si calcola in 14,3 miliardi di euro il costo umano, emotivo ed esistenziale sostenuto dalle vittime, dai loro figli e familiari. Include l'impatto della violenza sui bambini, l'erosione del capitale sociale, la riduzione della qualità della vita e della partecipazione alla vita democratica.

La violenza sulle donne passa anche attraverso le disparità nel lavoro: lo ricorda AlmaLaurea, consorzio di 64 atenei italiani, in occasione della Giornata mondiale contro la violenza sulle donne. Nella classifica mondiale sulle disparità uomo-donna l'Italia è all'80/o posto, dopo Perù e Cipro: dati del Gender Gap Index, l'indice del World Economic Forum che misura le differenze fra sessi in 135 paesi.

Se come tutela della salute e istruzione la parità tra i generi si può dire raggiunta, sulla situazione politica, economica, professionale la strada da percorrere è ancora molto lunga. Il quadro non cambia se le donne sono più istruite degli uomini. Fra la popolazione dai 30 ai 34 anni le giovani con laurea sono il 24,2% contro il 15,5% dei maschi: quasi nove punti che contano assai poco. Tra i laureati specialistici biennali, già a un anno dalla laurea lavorano 55,5 donne e 63 uomini su cento, 7,5 punti di handicap al femminile. A un anno dal titolo, i laureati uomini possono contare più delle colleghe su un lavoro stabile (39 a 30%) e guadagnano il 32% in più (1.220 euro contro 924 euro mensili netti). A cinque anni dalla laurea lavorano 83 donne e 89 uomini su cento (6% di differenza).

Il posto stabile è prerogativa tutta maschile. A cinque anni può contare su un'attività stabile l'80% degli occupati maschi e il 66% delle femmine. Tra uno e cinque anni dal conseguimento del titolo, le differenze di guadagno aumentano ulteriormente: il divario cresce al 30%, 1.646 contro 1.266 euro. Le laureate con figli lavorano e guadagnano meno rispetto alle colleghe senza prole. Se lavora l'89% dei padri e solo il 72% delle madri, la differenza di genere scende da 17 a 7 punti tra uomini e donne senza figli: 61% contro 54. Anche nel confronto tra laureate, chi ha figli risulta penalizzata: a cinque anni dal titolo lavora l'81% delle laureate senza prole e 69 di quelle con figli (differenziale di 12 punti). Il differenziale retributivo è del 14% a favore delle laureate senza figli: 1.247 euro contro 1.090. La percentuale vale per tutte le categorie sociali: fra i 24 e i 55 anni le donne lavoratrici con figli sono il 55%.

Fonte : Il Sole 24 H

venerdì 22 novembre 2013

Una perla su cui riflettere


Il mio amico aprì il cassetto del comodino di sua moglie e  trovò un pacchetto avvolto in carta colorata:  "Questo" mi disse, "non è  un semplice  pacchetto, è biancheria intima pregiata".

Gettò la carta che  lo avvolgeva ed osservò il merletto e la seta preziosa. "Lo comprò la prima volta che andammo a New York, otto o nove anni fa.  Non  lo usò mai. Lo teneva da parte per  un'occasione  molto speciale.  Bene, credo che questa sia l'occasione giusta". Si  avvicinò al letto e collocò il capo accanto alle altre  cose che  avrebbe  portato alla pompe funebri.

Sua moglie  era  appena morta;  lui mi disse: "Non conservare mai nulla per una occasione  speciale, ogni giorno che vivi è un'occasione speciale."

Queste poche parole hanno cambiato  la  mia vita. Adesso leggo di più e pulisco di meno. Mi siedo in giardino e  ammiro il paesaggio senza far caso alle erbacce…

Passo più tempo con la mia famiglia e gli amici e meno tempo lavorando. Ho capito che la vita deve essere un insieme di momenti da  godere, non soltanto per  sopravvivere.

Ormai non conservo nulla. Uso i miei bicchieri di cristallo tutti i giorni. Mi metto la giacca nuova per andare al supermercato, se decido di andarci e se ne ho voglia.

Ormai non conservo il mio miglior profumo per feste speciali, lo uso ogni volta che ne ho voglia.

Le frasi: "Forse, un giorno...." oppure "forse, uno di questi  giorni" stanno scomparendo dal mio vocabolario. Se c'è qualche cosa  che vale la pena di vedere, ascoltare, o fare, voglio vederlo, ascoltarlo o farlo adesso.

Non  so  cosa  avrebbe fatto la moglie del mio  amico  se  avesse saputo che i suoi giorni erano contati. Credo che avrebbe chiamato  attorno  a  sè i familiari e gli amici più intimi.

Magari  avrebbe chiamato alcuni vecchi amici per scusarsi e  fare la pace per una vecchia lite ormai passata. Forse sarebbe  andata a mangiare al suo ristorante preferito, anche se è un po’ caro...

Sono queste piccole cose non fatte, che mi farebbero soffrire  se sapessi che le mie ore sono contate. Soffrirei per aver smesso di vedere  i  buoni  amici aspettando "forse uno di questi giorni".  Soffrirei per non aver scritto certe lettere che avevo intenzione di scrivere "uno di questi giorni".

Sarei dispiaciuto e triste per non aver detto ai miei fratelli  e ai miei figli con sufficiente frequenza quanto li amo.

Adesso cerco di non ritardare, trattenere o conservare nulla che porterebbe gioia e allegria nelle nostre vite.

E ogni giorno dico a  me stesso che questo è un giorno speciale. Ogni  giorno,  ogni ora, ogni minuto è speciale.

SPESOMETRO: Indicazioni per come conservare il modello dopo l’invio


Ebbene anche per quanto riguarda la conservazione e la sottoscrizione della comunicazione polivalente in generale e dello spesometro ordinario in particolare, ci sono profonde lacune.
Le istruzioni ministeriali del 10 ottobre 2013 specificano che il modello debba essere debitamente sottoscritto dal contribuente, ma manca una cella dedicata alla firma.
Lo scorso 19 novembre 2013, con la pubblicazione delle FAQ, l’Amministrazione Finanziaria candidamente ricorda che non trattasi di dichiarazione da sottoscrivere, ma di comunicazione, dunque la firma non è necessaria.

Ora ci si chiede se coloro che stilano le istruzioni abbiano o meno un canale comunicativo attivo con coloro che rispondono alle FAQ. Si spera infatti che non si tratti dei medesimi operatori, perché altrimenti ci sarebbe da chiedersi il motivo per cui vi sia tale incongruenza e incoerenza.
Gli indici di non normalità nelle indicazioni fornite sono ormai ai massimi livelli.

Ma vediamo come è necessario procedere operativamente.

Firma e conservazione del modello secondo le FAQ - Per quanto concerne la firma della dichiarazione e la conservazione del modello di spesometro, dopo l’invio, l’Amministrazione specifica che trattandosi di un modello di comunicazione e non di un modello di dichiarazione, a esso non risultano applicabili gli ordinari obblighi in materia di conservazione dei documenti contabili.
In particolare, fermo restando l’obbligo da parte dell’intermediario di consegnare al contribuente la documentazione descritta al par. 4.4 delle istruzioni, la comunicazione potrà essere conservata su supporto informatico, entro i termini previsti dall’art. 43 del D.P.R. n. 600 del 1973, e dovrà essere esibita a eventuale richiesta dell’Amministrazione Finanziaria.

Documentazione che l’intermediario deve rilasciare al dichiarante e prova della presentazione della comunicazione - Sulla base delle disposizioni contenute nel citato D.P.R. n. 322 del 1998, l’intermediario abilitato e le società del gruppo incaricate della trasmissione telematica, devono:
rilasciare al dichiarante, contestualmente alla ricezione della comunicazione o dell’assunzione dell’incarico per la sua predisposizione, l’impegno a presentare per via telematica all’Agenzia delle Entrate i dati in essa contenuti, precisando se la comunicazione gli è stata consegnata già compilata o verrà da lui predisposta; detto impegno dovrà essere datato e sottoscritto dall’intermediario o dalla società del gruppo, seppure rilasciato in forma libera. La data di tale impegno, unitamente alla personale sottoscrizione e all’indicazione del proprio codice fiscale, dovrà essere successivamente riportata nello specifico riquadro “Impegno alla presentazione telematica” posto nel frontespizio della comunicazione;
rilasciare altresì al dichiarante, entro 30 giorni dal termine previsto per la presentazione della comunicazione per via telematica, l’originale del frontespizio e del riepilogo della comunicazione i cui dati sono stati trasmessi per via telematica, redatta su modello conforme a quello approvato dall’Agenzia delle Entrate, debitamente sottoscritta dal contribuente, unitamente a copia della comunicazione dell’Agenzia delle Entrate che ne attesta l’avvenuto ricevimento.
Detta comunicazione è prova per il dichiarante di avvenuta presentazione della comunicazione e dovrà essere conservata dal medesimo, unitamente all’originale del frontespizio e del riepilogo della comunicazione e alla restante documentazione per il periodo previsto dall’art. 43 del D.P.R. n. 600 del 1973 in cui possono essere effettuati i controlli da parte dell’Amministrazione Finanziaria;
conservare copia delle comunicazioni trasmesse, anche su supporti informatici, per lo stesso periodo previsto dall’art. 43 del D.P.R. n. 600 del 1973, ai fini dell’eventuale esibizione all’Amministrazione Finanziaria in sede di controllo.

Per la conservazione dei documenti informatici rilevanti ai fini delle disposizioni tributarie, occorre osservare le modalità previste dal decreto ministeriale 23 gennaio 2004 e le procedure contemplate nella delibera CNIPA n. 11 del 19 febbraio 2004.; è necessario cioè che detti documenti siano memorizzati su supporto informatico, di cui sia garantita la leggibilità nel tempo purché sia assicurato l’ordine cronologico e non vi sia soluzione di continuità per ciascun periodo d’imposta; inoltre, devono essere consentite le funzioni di ricerca e di estrazione delle informazioni dagli archivi informatici in relazione al cognome, al nome, alla denominazione, al codice fiscale, alla partita IVA, alla data o associazioni logiche di questi ultimi.
Tale procedura di conservazione termina con la sottoscrizione elettronica e l’apposizione della marca temporale.

Autore: Redazione Fiscal Focus

Slitta l'acconto di novembre dal 2 dicembre al 10 dicembre.


Notizia Flash :)

Il Consiglio dei Ministri del Governo Letta ha deciso di spostare la scadenza per il pagamento degli acconti Irpef, Ires, Irap al 10 Dicembre 2013, invece che il 30 Novembre (poi la data per pagare sarebbe stata il 2 Dicembre 2013).


Ricorda le tre "R": Rispetto per se stessi, Rispetto per gli altri, Responsabilità di tutte le tue azioni.....


Non è nostro nè l'aforisma con cui abbiamo intitolato questo post "Ricorda le tre "R": Rispetto per se stessi, Rispetto per gli altri, Responsabilità di tutte le tue azioni", né l'articolo a firma di Massimo Fracaro e Nicola Saldutti, ma li pubblichiamo entrambi per condividerli con tutti voi!



"Rispettate i contribuenti
Un principio sembra, purtroppo, difficile da scalfire. Quando una tassa entra in scena, farla scendere dal palcoscenico è sempre molto complicato. Prendiamo l’Imu, l’imposta municipale sugli immobili. A giugno c’è stata incertezza fino all’ultimo sull’abolizione, o meno, dell’imposta sull’abitazione principale. Adesso, per esonerare gli italiani dal pagamento della seconda rata, che scade il 16 dicembre, tra meno di un mese ricordiamolo, il percorso sembra ancora più tortuoso. La pagheremo o non la pagheremo? Di slittamento in slittamento l’addio dovrebbe arrivare martedì prossimo, come ha annunciato ieri il governo. E il premier, Enrico Letta, ha chiarito che si tratta solo di un «fatto formale». Una formalità legata alla rivalutazione delle quote della Banca d’Italia e a un parere della Bce.

L’Imu è davvero un’imposta senza pace.
Fu complicato calcolarne l’importo al momento della sua introduzione. È altrettanto complicato liberarsene. Certo, le ragioni del bilancio dello Stato restano fondamentali, ma i contribuenti meritano rispetto, si attendono certezze e andrebbero evitati questi continui «tira e molla». Che non restano senza conseguenze. Proprio ieri i Centri di assistenza fiscale, dai quali passano milioni di cittadini, per farsi aiutare nel loro (intricato) rapporto con il Fisco hanno dichiarato che per il conteggio delle imposte dovute sulle seconde case baseranno i loro calcoli solo sulle aliquote definite dai Comuni entro il 15 novembre. Il motivo? Non ci sarebbero più i tempi tecnici per fare i calcoli e predisporre i bollettini o i moduli di pagamento. Peccato, però, che i Comuni abbiano tempo fino al 9 dicembre per pubblicare le aliquote definitive. Una settimana prima del termine: una follia. E una evidente violazione delle regole. Lo Statuto del contribuente (poco applicato) prevede un periodo di almeno 60 giorni tra la decisione di imporre una tassa e il termine per farla pagare. Termine già abbondantemente violato. Un vizio, quello della retroattività delle imposte, che si ripete spesso.

La prova più difficile, quando si cancella un’imposta, è trovare i fondi per coprire quel vuoto che si crea nei conti. Così sta accadendo all’Imu. Si calcolano in almeno 2,4 miliardi i fondi necessari. Una parte verrà dalla rivalutazione delle quote della Banca d’Italia custodite dalle banche-azioniste, ma un’altra parte arriverà dagli stessi contribuenti. Come: con l’aumento degli acconti sulle imposte, ovvero sugli anticipi di gettito che lo Stato chiede ai contribuenti. Anticipi che, in tempi di crisi, spesso riflettono una situazione molto lontana dalla realtà del budget delle famiglie e delle imprese.

Così si assiste a una specie di gioco delle due tasche, da una parte si toglie e dall’altra si prende. Senza contare le cosiddette «clausole di salvaguardia», una sorta di Croce Rossa dei conti pubblici. Se un’imposta non dà gettito allora ne scatta un’altra. In questo caso per far quadrare i conti potrebbero aumentare, come sempre, benzina e sigarette."