martedì 30 novembre 2021

Superbonus 110%, scadenze e proroghe definitive

Lo notizia era nell'aria, ma mancava l'ufficialità: il superbonus 110% è stato prorogato, secondo quanto previsto dalla Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2021 (NADEF).

La detrazione 110% può essere richiesta per le spese documentate e rimaste a carico del contribuente, e il periodo di fruizione varia al variare dell'oggetto di intervento: condominio, villetta unifamiliare, unità funzionalmente indipendente, edifici composti da 2 a 4 unità di proprietà di una sola persona fisica.

Vediamo tutte le categorie:

Condomini: Per questi immobili, la possibilità di aderire al Superbonus 110% è fissata al 31 dicembre 2023. Inoltre, per le spese sostenute nell’anno 2024 si avrà diritto ad un superbonus ad aliquota ridotta al 70 per cento, ed infine, per quelle sostenute nell’anno 2025, al 65 per cento. Tutto ciò, indipendentemente dallo stato di avanzamento dei lavori. Questo significa che, se a fine dicembre 2023 non avessi terminato i lavori, potresti portare in detrazione la spesa restante e sostenuta nel 2024 al 70%.

Edifici composti da 2 a 4 unità di proprietà di una sola persona fisica: Per le persone fisiche, al di fuori dell'esercizio di attività di impresa, arte o professione, con riferimento agli interventi su edifici composti da due a quattro unità immobiliari distintamente accatastate, anche se posseduti da un unico proprietario o in comproprietà da più persone fisiche varrò la medesima scadenza dei condomini.

Edifici unifamiliari e unità funzionalmente indipendenti all'interno di edifici plurifamiliari: Per questi immobili, ad oggi la scadenza è fissata al 30 giugno 2022. La proroga al 31 dicembre 2022 riguarda solo:

  • i proprietari di abitazioni principali e con tetto Isee inferiore ai 25mila euro (in pratica un reddito molto basso e risparmi minimi);
  • persone fisiche proprietarie di case unifamiliari che abbiano già presentato la Cila o avviato le formalità amministrative per la demolizione e ricostruzione al 30 settembre 2021;

Difatti, è possibile ottenere una proroga al 31 dicembre 2022 solo per unità immobiliari adibite ad abitazione principale dalle persone fisiche di cui al comma 9, lettera b), che hanno un valore dell'indicatore della situazione economica equivalente ISEE, stabilito ai sensi del regolamento di cui al decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 5 dicembre 2013, n. 159, non superiore a 25.000 euro annui.

IACP Case popolari: L'incentivo viene prorogato al 31 dicembre 2023 se al 30 giugno 2023 si è raggiunto almeno il 60% dei lavori

Reddito di Libertà: 400 euro per le donne vittime di violenza

 Il reddito di libertà (RdL) mette a disposizione un aiuto economico di 400 euro al mese al massimo per un anno, ed è rivolto a donne vittime di violenza e in difficoltà. Il reddito di libertà è un sussidio istituito per garantire e favorire indipendenza economica, l’emancipazione e dei percorsi di autonomia per le donne vittime di violenza che si trovano in condizioni di povertà. Il reddito di libertà ha come scopo, inoltre, quello di contenere i gravi effetti economici provocati dall’emergenza da Covid-19 per le donne vittime di violenza e in condizioni di povertà.

Il reddito di libertà può essere richiesto dalle donne vittime di violenza, sole o con figli minori a carico, già seguite dai centri anti violenza riconosciuti dalle Regioni e dai servizi sociali locali. Destinatarie del contributo sono le donne residenti nel territorio italiano che siano cittadine italiane o comunitarie oppure, in caso di cittadine di Stato extracomunitario, in possesso di regolare permesso di soggiorno.

Queste donne devono avere intrapreso un percorso di fuoriuscita della violenza. Il reddito quindi interviene per sostenere il loro percorso di autonomia personale, nonché per la tutela e il sostegno per la crescita dei figli o per la propria “libertà”.

Il reddito è destinato alle donne che, inoltre, si trovano in una particolare condizione di povertà e di vulnerabilità. La condizione di “urgenza e di bisogno” di chi fa richiesta deve essere dichiarata e certificata dal servizio sociale professionale di riferimento territoriale che si sta occupando della donna interessata. Ogni donna può presentare richiesta di un solo sussidio.

La domanda va fatta nella Regione di residenza o in quella di domicilio, attraverso gli sportelli comunali, secondo le specifiche scadenze stabilite da tali Enti. A gestire operativamente le domande per ottenere il reddito di libertà è l’INPS, come disciplinato nella Circolare n. 166 del 08-11-2021. Al fine di facilitare la presentazione in via telematica delle istanze all’INPS, è stata predisposta una specifica piattaforma di collegamento con i Comuni italiani che permetterà di inoltrare l’istanza redatta dalla cittadina interessata. L’INPS nel messaggio del 24 novembre 2021 ha comunicato anche il rilascio della procedura dedicata all’acquisizione delle domande per il Reddito di Libertà da parte degli operatori comunali.  

Questa misura è compatibile con il reddito di cittadinanza o altri sussidi economici.

mercoledì 24 novembre 2021

Pagamenti in contanti, da gennaio si cambia.

 Per chi è abituato a pagare in denaro in contante per i propri acquisti, arriva la cattiva notizia: da gennaio 2022 sarà possibile pagare entro i nuovi limiti di 1.000 euro utilizzando il contante. Per cifre superiori, sarà obbligatorio provvedere al pagamento tramite bancomat o altri sistemi tracciabili.

La novità ancora una volta va ad abbassare la soglia massima per cui un cittadino può usufruire dei contanti per i propri acquisti, in linea con l'obiettivo generale dello stato di limitare il denaro in circolazione, favorendo i sistemi di pagamento come il bancomat o i bonifici bancari.

Un cambiamento simile era stato già introdotto quest'anno, con l'abbassamento della soglia massima a 2.000 euro. Tuttavia ancora una volta verrà modificata questa regola, limitando ulteriormente i pagamenti. Dal primo giorno di gennaio il limite massimo accettabile sarà di 1.000 euro, per pagamenti superiori effettuati con il contante, saranno previste importanti sanzioni. 

lunedì 15 novembre 2021

Bonus facciate: a gennaio passa dal 90% al 60%.

Ormai è sicuro che dal 1° gennaio 2022 il bonus facciate perderà consistenza e permetterà ai contribuenti di recuperare meno soldi per i lavori di sistemazione esterna dell’edificio rispetto ad oggi. A partire dal 1 gennaio 2022, l'aliquota verrà ridotta al 60%. 

La proposta è finalizzata a riqualificare le nostre città, curarne il decoro e il risparmio energetico e riguarda proprio tutti: condomini, case private, villette in centro storico e fuori. Non riguarda solo i vecchi edifici in muratura ma anche i moderni in cemento armato. Si tratta di un bonus piuttosto generoso perché vi rientrano addirittura pulitura e tinteggiatura della facciata. Ma non basta: anche i lavori di ripristino o consolidamento di balconi e cornicioni sono coperti da questo bonus. E’ stato chiarito che persino i lavori che riguardino fregi ed ornamenti sono coperti dal bonus. Una serie risposte successive sul portale dell’Agenzia delle Entrate hanno chiarito che si tratta davvero di un bonus ampio.  Anche i parapetti, i pluviali e le grondaie rientrano in questo bonus. Addirittura vi rientrano i noleggi dei ponteggi e gli onorari dei professionisti per la progettazione. Insomma qualsiasi intervento sulla facciata visibile dalla strada beneficia del bonus.

Altro vincolo per accedere all’agevolazione: la facciata oggetto dei lavori deve essere visibile dalla strada, quindi non rientrano nel bonus le parti che si affacciano, ad esempio, al cortile interno dell’immobile. Il beneficio spetta sia ai proprietari dell’immobile sia agli inquilini che partecipano alla spesa ed è fruibile tramite:

  • detrazione fiscale da riportare nella dichiarazione dei redditi e da recuperare in dieci quote annuali di pari importo;
  • cessione del credito;
  • sconto in fattura.

martedì 9 novembre 2021

Incentivi sostituzione camino

Per l’acquisto di caminetti, sia a pellet che a legna, sono previste diverse forme di detrazione fiscale, che possono rendere il risparmio molto interessante. È importante però scegliere prodotti di qualità che rispondano a requisiti piuttosto severi in termini di rendimenti e di emissioni.

Se si volesse sostituire o installare per la prima volta un camino nella propria abitazione, ci si potrebbe avvalere dei bonus previsti e validi per l’anno in corso, che ci permetterebbero di recuperare fino al 65% delle spese previste per acquisto e posa di un camino. 

Ma quali sono gli incentivi per la sostituzione del camino e come vi si accede? Le modalità per accedere a questi incentivi sono tre, rispettivamente:

  • Ristrutturazione edilizia: durante una ristrutturazione edilizia è possibile inserire l’acquisto e la posa di un caminetto o di una stufa. Il recupero fiscale previsto è del 50% fino ad un massimo di 96.000 €, che si traduce in un recupero di 48.000 € ridistribuiti in 10 anni (e non in un’unica soluzione). Questa cifra deve comprendere tutti i lavori facenti parte della ristrutturazione, perciò non è dedicata ai soli lavori per il caminetto. 
  • Riqualificazione energetica: anche in questo caso, il recupero ammonta al 50% per un massimo di 30.000 €, ossia 15.000 € sempre distribuiti in 10 anni;
  • Conto termico: è “l’incentivazione della produzione di energia termica da fonti rinnovabili ed interventi di efficienza energetica di piccole dimensioni” (D.M. 16/02/16). Questo incentivo è gestito dal Gestore dei Servizi Energetici e viene attivato in caso di interventi residenziali ed è generalmente erogato nell’arco di 5/6 mesi. A differenza dei metodi precedentemente descritti, non si tratta di una detrazione, ma di un bonifico direttamente sul conto corrente e può ammontare al 65% delle spese sostenute. 

Per avere accesso a questi incentivi, sono previsti dei requisiti da soddisfare necessariamente. Questi sono differenti a seconda dei casi e, rispettivamente sono:

  • Ristrutturazione edilizia: per avere accesso a questo recupero – e perché il camino o la stufa installati rientrino nella detrazione – è necessario che abbiano un rendimento non inferiore al 70%. La detrazione in contesto di ristrutturazione edilizia è consentita solamente nei casi in cui l’immobile sia già iscritto al catasto o che abbia una pratica d’iscrizione in corso, escludendo perciò dal recupero al 50% l’installazione di stufe e camini in abitazione nuove.
  • Riqualificazione energetica: il rendimento non deve essere inferiore all’85%, devono essere rispettate le normative per generatori e biomasse e vanno osservate le conformità delle classi A1 e A2 delle norme UNI EN 14961-2 per il pellet e le UNI EN 14961-4 per il cippato. In contesto di riqualificazione energetica possono essere recuperate le spese sostenute per acquisto, sostituzione (anche parziale) e posa di prodotti e impianti a biomasse per il riscaldamento.
  • Conto termico: questo rimborso può essere richiesto in caso di sostituzione di generatori a biomassa o gasolio con generatori a pellet, sostituzione di generatori con generatori a pompa di calore o sistema ibrido, sostituzione di scaldabagno elettrici con scaldabagno a pompa di calore, installazione di impianti solari termici non obbligatori.
Per poter ottenere i bonus in questione, è necessario che i pagamenti dei lavori siano effettuati esclusivamente tramite metodo tracciabile. 
Nel momento del pagamento deve essere indicato anche il codice fiscale di colui che paga e la causale del versamento con anche il riferimento alla norma.

lunedì 8 novembre 2021

Cashback addio, la manovra cancella la misura

Con una nuova norma inserita nella bozza della manovra di Bilancio per il 2022 il Governo mette fine al cashback di Stato che era già è stato sospeso per il secondo semestre 2021 con l’intenzione di un ritorno nei primi sei mesi del 2022. Ora però arriva l’addio definitivo. 

Chi ha maturato il diritto al rimborso per il primo semestre 2021 (quindi ha effettuato nel primo semestre 2021 almeno 50 pagamenti digitali) ha già avuto il suo accredito del cashback direttamente sull’Iban indicato al momento dell’iscrizione (entro il 29 agosto 2021). Quelli che invece hanno indicato Iban sbagliati dovrebbero avere i rimborsi entro il 3 dicembre, Per i primi 100.000 utilizzatori che abbiano fatto il maggior numero di operazioni nel semestre, è previsto anche un supercashback di 1.500 euro che si aggiunge al cashback ordinario. La classifica del supercashback è visibile sulla app IO. In questo caso i pagamenti avverranno entro il 3 dicembre 2021.

martedì 2 novembre 2021

Bonus Terme: online l’elenco delle strutture termali accreditate

A partire dal 2 novembre è possibile consultare, sul sito di Invitalia https://bonusterme.invitalia.it/terme-accreditate.html , la lista delle strutture termali accreditate per il Bonus Terme, l'incentivo finalizzato a sostenere l'acquisto di servizi termali. Le prenotazioni, invece, potranno essere effettuate presso lo stesso stabilimento termale scelto a partire da lunedì 8 novembre e avranno validità di 60 giorni a partire dalla data di emissione.

Previsto dal decreto attuativo del Ministero dello Sviluppo economico del 1° luglio 2021, il bonus coprirà fino al 100% del servizio termale acquistato, fino a un valore massimo di 200 euro. Potranno farne richiesta tutti i cittadini maggiorenni residenti in Italia e, per ciascuno di esse, sarà possibile usufruire di un solo bonus. Per richiederlo non sussistono limiti di Isee, non è cedibile a terzi. Inoltre, affermano dal Mise, non "costituisce reddito imponibile dell'utente e non rileva ai fini del computo del valore dell'indicatore della situazione economica equivalente"

I servizi per cui è possibile utilizzare il buono sono i seguenti:

  • trattamenti estetici e di benessere
  • trattamenti sanitari termali
  • esami diagnostici
  • visite specialistiche.

L'agevolazione non riguarda i servizi di ospitalità e ristorazione.

In Calabria risulta accreditata, alla data del 2 novembre, solo una struttura:

  • " TERME CARONTE - SOCIETA' PER AZIONI "- Lamezia Terme, CONTRADA CARONTE  e-mail: DIREZIONE@TERMECARONTE.IT -  telefono: 0968437180