venerdì 28 febbraio 2014

La delega fiscale è legge

La Camera ha approvato in via definitiva il disegno di legge sulla delega fiscale, che arriva così a compiere il suo iter parlamentare oltre due anni dopo la sua presentazione.
Con 309 voti a favore, 99 astenuti e zero contrari, da Montecitorio è così arrivato il sì, definitivo alla riforma del fisco, che contiene, al proprio interno, anche le nuove, attesissime disposizioni per il catasto.
La legge entrerà in vigore nel quindicesimo giorno dalla pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale. Da quella data decorreranno i dodici mesi di tempo a disposizione del Governo per emanare i decreti legislativi di attuazione.

Non si tratta di una delega per una vera riforma del sistema fiscale, poiché non interviene sui presupposti fondamentali del sistema tributario né sui tributi che lo caratterizzano. Tuttavia prevede una tale miriade di interventi di revisione e razionalizzazione del sistema vigente, che il Governo si trova conferiti i poteri per un'opera di manutenzione profondissima e di aggiornamento pressoché completo di tutti gli aspetti delle regole fiscali.

Nel seguire la struttura della legge di delegazione, si scorgono le seguenti: revisione del catasto; stima e monitoraggio dell'evasione fiscale; monitoraggio e riordino delle disposizioni in materia di erosione fiscale; disciplina dell'abuso del diritto ed elusione fiscale; gestione del rischio fiscale, governance aziendale, tutoraggio, rateizzazione dei debiti tributari e revisione della disciplina degli interpelli; semplificazione; revisione del sistema sanzionatorio; rafforzamento dell'attività conoscitiva e di controllo; revisione del contenzioso tributario e della riscossione degli enti locali; revisione dell'imposizione sui redditi d'impresa e di lavoro autonomo e sui redditi soggetti a tassazione separata; previsione di regimi forfetari per i contribuenti di minori dimensioni; razionalizzazione della determinazione del reddito d'impresa e della produzione netta; razionalizzazione dell'imposta sul valore aggiunto e di altre imposte indirette; fiscalità energetica e ambientale; giochi pubblici.

Riguardo il catasto, si tratta di una riforma epocale, che mancava da circa ottant’anni e che terrà impegnati uffici territoriali e agenzie almeno per un quinquennio nella ridefinizione dei valori catastali. Resta da capire quanto le novità nel calcolo delle rendite, inciderà sul portafogli dei contribuenti, ora che le tasse sugli immobili son state riscritte per l’ennesima volta.

Sul fronte più strettamente fiscale, poi, numerose e tutte rilevanti le modifiche introdotte dalla nuova legge delega, a cominciare dalla lotta all’evasione, che viene implementata con la nuova spinta verso i pagamenti elettronici, più le limitazioni sull’utilizzo del contante e al ricorso alla fatturazione elettronica, finanche all’utilizzo dell’anagrafe tributaria da mettere a confronto con le informazioni disponibili su scala nazionale.
Sugli sconti fiscali, poi, la legge appena approvata interviene al fine di rivedere centinaia di voci diverse sia inerenti i nuclei famigliari – e a questo senso rimandiamo alla riforma sul nuovo Isee – che le aziende.
In ottica economica, alle imprese viene destinato il piano che prevedde per le Pmi l’adesione volontaria a programmi specifici di tutoraggio per il taglio degli adempimenti fiscali, mente vengono introdotte nuove modalità di accedere a pagamento a rate per i debiti con il fisco.

Poi, nel provvedimento è inclusa un’ulteriore agevolazione per l’ecobonus ristrutturazioni, recentemente prolungato dalla legge di stabilità: in caso di lavori di riqualificazione energetica, vengono introdotti nuove agevolazioni fiscali. Ancora, da ultimo, la legge delega stabilisce il divieto di pubblicità sui mass media di giochi che prevedano vincite in denaro, con l’obiettivo di ridurre la dilagante “azzardopatia”.

Per darsi un'immagine migliore, la legge si conclude con un'affermazione che, per le speranze della nostra economia soffocata dalle tasse, finisce col risultare quasi irritante: la legge “persegue l'obiettivo della riduzione della pressione tributaria”, ma attraverso “la crescita economica”. Come dire, sperando in un aumento del prodotto interno lordo per ridurre il rapporto tra entrate fiscali, che mantiene invariate, e Pil.

"Rating Imprese" per il Rimborso Iva


L'Agenzia delle Entrate darà i voti alle aziende, per misurare la loro affidabilità nelle procedure di rimborso fiscale. Chi avrà un "rating" elevato potrà beneficiare di modalità speditissime e minimi adempimenti per vedere esaudite le richieste di rimborso IVA.

Chi avrà un "rating" elevato potrà beneficiare di modalità speditissime e minimi adempimenti per vedere esaudite le richieste di rimborso IVA.

Chi si troverà nel secondo gruppo, comunque troverà semplificazioni e tempi più veloci per recuperare l'IVA in eccesso.

Solo una piccola parte dei contribuenti, che sarà classificato dall'Agenzia a più elevato rischio fiscale, dovrà continuare a seguire le procedure attuali. Si tratterà, comunque, di un numero ristretto di imprese, probabilmente meno di 1/5 del totale.

Le nuove regole per semplificare e accelerare i rimborsi saranno contenuti in una circolare, che sarà diffusa a breve. Il direttore dell'Agenzia delle Entrate, Attilio Befera, ne ha parlato con il presidente del comitato tecnico Fisco di Confindustria, Andrea Bolla, in occasione di uno dei periodi incontri organizzati sul territorio tra le due organizzazioni.


lunedì 24 febbraio 2014

Governo Renzi: chi sono i nuovi Ministri


Sedici ministri, otto donne e otto uomini, qualche conferma, molti nomi nuovi, moltissime sfide per la squadra di Governo di Matteo Renzi, il 39enne premier più giovane della storia d'Italia, sindaco di Firenze e segretario del Partito Democratico.

Il nuovo Esecutivo ha giurato sabato scorso al Quirinale. Oggi pomeriggio chiederà la fiducia al Senato, davanti al quale Matteo Renzi terrà il discorso programmatico. Domani sarà la volta della Camera.

Vediamo chi sono i nuovi Ministri che si occuperanno di casa, edilizia, ambiente, energia.
 
Infrastrutture e trasporti: Maurizio Lupi
Già Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti nel governo Letta, Maurizio Lupi, 54 anni, è esponente di Comunione e Liberazione e ha aderito al Nuovo centrodestra di Alfano. “Continua il lavoro iniziato col governo Letta. Con più forza, coraggio e determinazione!” ha dichiarato Lupi dopo la conferma a ministro. “Un po’ di continuità era necessaria anche per continuare il lavoro svolto in questi mesi di governo con Enrico Letta. Per esempio nel prossimo Consiglio dei Ministri va approvato il Piano Casa”.

Ambiente e tutela del territorio e del mare: Gianluca Galletti
53 anni a luglio, Gianluca Galletti è stato sottosegretario all'Istruzione nel governo Letta. Laureato in scienze economiche e commerciali all'università di Bologna. Tra le principali questioni sul tavolo del nuovo Ministro vi sono il contrasto del dissesto idrogeologico, il pacchetto clima ed energia dell'Unione Europea, la lotta ai reati ecologici, i piani di smaltimento dei rifiuti, le bonifiche della Terra dei Fuochi. “É per me un grande onore ma anche una grande responsabilità. Credo che sia una sfida per il mio partito, l'Udc, e per il Paese”, ha detto il neoministro commentando nel corso del Congresso del partito all'Auditorium della Conciliazione a Roma la sua nomina.

Beni e attività culturali e turismo: Dario Franceschini
Ex segretario del Partito Democratico, 55 anni, già ministro per i Rapporti con il Parlamento del governo Letta, è stato sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega alle Riforme istituzionali nel secondo governo D'Alema e nel secondo governo Amato. “Sono orgoglioso. È un onore guidare il ministero dei Beni Culturali in un Paese che ha il più grande patrimonio nel mondo. Questo Governo ha scelto di renderlo centrale. È il più importante Ministero economico del nostro Paese” - ha affermato Dario Franceschini arrivando a Palazzo Chigi.

Sviluppo Economico: Federica Guidi
Imprenditrice italiana, nata a Modena nel 1969, Federica Guidi è laureata in giurisprudenza prima di entrare nel 1996 nell'azienda di famiglia, la Ducati Energia. Dal 2002 al 2005 è stata Presidente regionale dei Giovani imprenditori dell'Emilia-Romagna e vicepresidente degli imprenditori della regione. Dal 2005 al 2008, ha affiancato Matteo Colaninno come vicepresidente dei Giovani imprenditori di Confindustria, di cui poi è stata presidente dal 2008 al 2011.

Economia e Finanze: Pier Carlo Padoan
64 anni, vice segretario generale e capo economista dell'Ocse, già professore di Economia alla Sapienza di Roma e direttore della Fondazione Italianieuropei. Consulente per la Banca mondiale, la Commissione Europea e la Banca centrale europea, consulente economico dal 1998 al 2001 dei premier Massimo D'Alema e Giuliano Amato. Tra il 2001 e il 2005 è stato Direttore esecutivo per l'Italia al Fondo monetario internazionale. Presidente in pectore dell'Istat.

Giustizia: Andrea Orlando
Deputato Pd, 45 anni, Orlando passa dal Ministero dell’Ambiente a quello della Giustizia che, ricordiamo, si occupa anche di professioni regolamentate.

Lavoro e Politiche sociali: Giuliano Poletti
Presidente di Legacoop, 62 anni. Dal 1989 al 2000 è stato presidente della Legacoop di Imola, poi presidente regionale e vicepresidente nazionale. È presidente di Coopfond, la società che gestisce il fondo mutualistico per la promozione cooperativa. È stato segretario del Pci di Imola e assessore alle attività produttive del Comune di Imola.

domenica 23 febbraio 2014

FELICE DOMENICA

BUONA DOMENICA A TE CHE CI SEGUI SEMPRE CON AFFETTO ED INTERESSE.

STUDIO COMMERCIALE SEMERARO

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87100 COSENZA (CS) 

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venerdì 21 febbraio 2014

Per ridere un po' :D

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Quanto fa 2+2 ? INGEGNERE: Porca puttana, ho dimenticato la
calcolatrice a casa ! MATEMATICO: La domanda non ha senso: non hai
specificato le variet� dei due addendi n� l'insieme su cui � definita
l'operazione. FISICO SPERIMENTALE: (Dopo 2 anni di ricerche e svariati
milioni di investimenti) 4 +/- 1. FISICO TEORICO: dipende dalle
condizioni iniziali e dai sistemi di riferimento. Commercialista:
Detto tra noi... quanto vuoi che lo facciamo risultare?

Proroga rottamazione cartelle Equitalia

Tira un sospiro di sollievo : Ci sarà più tempo per la rottamazione delle cartelle esattoriali.

Con un emendamento al decreto salva-Roma approvato dall'Aula del Senato, il termine della sanatoria inizialmente fissato al 28 febbraio è stato rinviato al 31 marzo 2014.

Decisamente meglio, vero? :)

STUDIO COMMERCIALE SEMERARO




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Studio Commerciale Semeraro       

giovedì 20 febbraio 2014

Bando delle idee 2014 di Fondazione Cattolica Assicurazioni



Fonte: Fondazione Cattolica Assicurazioni

"Intraprendere nel sociale" è il tema che caratterizzerà l'attività della Fondazione Cattolica Assicurazioni nell'anno corrente. Desideriamo investire in attività in grado di proseguire autonomamente, promuovendo un metodo che coniughi competenze e Valori. Ciò perché vorremmo guardare alla Persona prima di ogni urgenza e cercare di offrire risposte ai crescenti bisogni del territorio superando la logica della semplice elargizione.

Fondazione Cattolica

Per questo Fondazione Cattolica Assicurazioni sollecita le associazioni a proporre idee progettuali che attraverso la capacità di auto sostenersi una volta avviate, siano in grado di costruire un nuovo welfare di comunità, espressione di una rigenerata e rigenerante cultura della responsabilità sociale.
Quattro gli ambiti individuati per questo "intraprendere nel sociale": disabilità, famiglia, nuove povertà e inserimento lavorativo.

Riportiamo una notizia rimbalzata sui principali quotidiani

http://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/ContentItem-129a18cf-95fb-4436-aac9-f248e47be5a9.html




Budino Cameo ritirato dai supermercati italiani:
"Contaminato con acqua ossigenata"

Beppe, sicuro di aver fatto bene? E sul blog piovono critiche



 A Cinque minuti di quasi monologo, l'ammissione di «non essere democratico», di essere andato lì «solo perché me l'hanno chiesto» e di «non essere interessato» ad alcun confronto. Ma la nuova puntata via streaming del confronto-scontro tra il Movimento 5 Stelle e il "palazzo", con la prima "apparizione" in prima persona dell'ex comico, finisce con una ulteriore divisione nel Movimento.

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Il giorno dopo essersi divisi sull'opportunità o meno di partecipare alle consultazioni (con l'affermazione dei sì contro il parere del duo Grillo-Casaleggio) i militanti del M5S tornano ad avere opinioni contrastanti sul blog e sui profili Twitter e Facebook dell'ex comico. E se in molti dicono di «aver chiesto di andare alle consultazioni proprio per questo» non sono pochi nemmeno quelli che si dichiarano invece «delusi» dal comportamento tenuto da Grillo ritenendo quanto accaduto «una occasione persa» o «un autogol».

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Come scrive Alessandro, che si dice «elettore» di Grillo, «non vi siete confrontati, ha parlato solo Beppe che era lì per capriccio quando la rete ha deciso che doveva andare lì per CONFRONTARSI e SOTTOPORRE DEI PUNTI... così non ci siamo proprio ragazzi... dovevate sottoporre dei PUNTI che Renzi avrebbe rifiutato e l'avreste smerdato,così invece ha vinto lui sappiatelo... con questo calate del 10%. E te lo dice un tuo elettore». Per Thomas addirittura Grillo ha «fatto una cazzata. I votanti hanno deciso di andare e Grillo non lo ha fatto parlare uscendo subito. Non ha rispettato la volontà popolare. Renzi bastava lasciarlo parlare e si sarebbe scavato la fossa da solo». Manuel critico con Renzi, ma pure con Grillo: «Dovevamo pretendere di più... sparerà minkiate, ma doveva parlare e noi dovevamo farlo sentire sotto ricatto... per me abbiamo sbagliato» mentre per Nicolas addirittura «doveva parlare Di Maio». Dura Alessandra: «Buffone dovevi andare a sentire e portare le tue idee. Altro show! Solo quello sai fare»

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Ma oltre ai militanti, anche tra i parlamentari a 5 stelle la linea tenuta dal "capo" provoca qualche divisione e distinguo. Ché se da un lato i cosiddetti "integralisti" del Movimento si dichiarano «entusiasti» e parlando di «linea corretta perché Renzi non è credibile» e di «modo di Beppe», dall'altro i "dissidenti" sottolineano che si tratta di un'occasione persa perché si poteva giocare una partita sui contenuti. «Vai lì e neanche lo fai parlare 5 minuti - osserva il senatore Luis Alberto Orellana pur precisando - Anch'io penso che Renzi non sia credibile».

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Sulla stessa linea anche l'altro senatore Francesco Campanella, già voce critica in M5S, intervistato da Radio Popolare. «Si poteva farlo parlare, tirargli fuori impegni, sarebbe stato molto importante indurlo a scoprirsi. Mentre non facendolo parlare gli si è reso un servizio - ha detto - Chi ha votato sul blog voleva conoscere le proposte di Renzi. Oppure chi è già contrario a Renzi avrebbe voluto sentirlo per poi magari smascherarlo. Ma nessuno si aspettava un profluvio di parole di Grillo verso Renzi. Se voleva solo dirgli delle cose - conclude il senatore del M5S - poteva farlo con il blog. Secondo me non è stato utile».

RENZI VINCE LA SFIDA DEI TRENDING TOPIC SU TWITTER

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E nella sfida a suon di reciproche battute, l'amata Rete di Grillo (e nello specifico Twitter al capitolo dei "trending topic") premia maggiormente l'espressione "escidaquestoblog" di Renzi rispetto allo "sfiduciamoRenzie" lanciato da Grillo.

Il Destinazione Italia è legge

Risparmi in bolletta per 850 milioni di euro, incentivi alla lettura, misure per favorire il credito alle pmi, crediti d'imposta per ricerca e sviluppo. Il pacchetto "Destinazione Italia" e' stato approvato definitivamente al Senato - con 121 voti a favore e 91 contro - ed è ora diventato legge.

Rispettati dunque i tempi previsti per la conversione in legge, con due giorni di anticipo rispetto alla scadenza prevista.

È quindi legge il provvedimento che nei giorni scorsi ha tanto fatto discutere, soprattutto con riferimento alla possibilità di compensare le imposte per coloro che vantano crediti nei confronti della Pubblica Amministrazione.

Nel corso della discussione, tutti gli emendamenti proposti sono stati respinti, quindi il testo non ha subito modifiche rispetto alla versione varata dalla Camera. Del 'Destinazione Italia' fa parte anche la disposizione che consente di compensare le cartelle esattoriali con i crediti certificati vantati nei confronti della pubblica amministrazione. Ma solo nel 2014 e nel rispetto degli equilibri di finanza pubblica.
Tra i contenuti molte norme che vanno incontro soprattutto alle piccole e medie imprese e alle famiglie, dalle quali pero' manca il 'piatto forte' degli sconti sull'Rc Auto, cassati alla Camera.

Cinque decreti in cerca d'autore. In bilico Destinazione Italia, a rischio il Salva-Roma

Esaminiamo i punti salienti:

TARIFFE ENERGIA: Con l’obiettivo di ridurre i prezzi per l’energia elettrica, l’Autorità dovrà aggiornare i criteri per la determinazione dei prezzi di riferimento dell’elettricità per i clienti in regime di maggior tutela. Entro 90 giorni dalla data di entrata in vigore del decreto legge dovrà provvedere alla revisione dei criteri e a fornire un indirizzo di criteri da seguire.

LAVORO: Vengono introdotte delle misure che da un lato puntano al contrasto del lavoro sommerso e irregolare e dall'altro lato intendono rafforzare la tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro.

LETTURA: Per favorire la diffusione della lettura viene attivato un credito d’imposta per l’acquisto di libri, anche in formato digitale, per gli esercizi commerciali che effettuano la vendita dei libri al dettaglio.

TRIBUNALI AD HOC: E’ prevista la concentrazione in capo ad alcuni tribunali specializzati, di una serie di controversie civili che coinvolgono società con sede all'estero.

CRISI AZIENDALI: Le agevolazioni tributarie in favore delle cooperative vengono estese, stabilendo che non concorrono a formare la base imponibile dell’imposta sostitutiva tutti i finanziamenti erogati dalle società finanziarie.

CREDITO PMI: Sono previste misure per immettere liquidità nel sistema imprenditoriale e, in particolare, per alimentare i canali di finanziamento delle Pmi. Viene stabilita una complessiva riforma della disciplina delle cartolarizzazioni, estendendo le norme in materia anche alle operazioni aventi ad oggetto obbligazioni (e titoli similari) sottoscritti dalle società veicolo.

EXPO 2015: Sono diverse le norme messe in campo per l’esposizione che si terrà il prossimo anno. Viene istituito un commissario unico delegato del governo, che sarà dotato di specifici poteri di governo. I fondi in scadenza nel 2013, destinati all’Expo, vengono revocati e riassegnati. Viene prorogato a fine anno il termine entro cui dovrà essere stipulato il contratto per la linea M4 della metropolitana di Milano.

TAV: Vengono stanziati 7 milioni di euro, nel biennio 2014-2015, per indennizzare le imprese impegnate nel programma di infrastrutture strategiche, che hanno subito danni commessi al fine di ostacolare o rallentare l’ordinaria esecuzione delle attività di cantiere.

METROPOLITANA NAPOLI: Il comune di Napoli potrà contrarre mutui per il perfezionamento dei finanziamenti di propria competenza necessari per la realizzazione della linea 1 della metropolitana. L’autorizzazione viene data in deroga alla procedura di riequilibrio finanziario a cui è sottoposto l’ente.

TRENI CAMPANIA: Vengono destinati 5 mln di euro per l’acquisto di materiale rotabile, al fine di garantire la funzionalità del contratto di servizio ferroviario nella regione Campania, per il biennio 2014-2015.

APPALTI: Vengono introdotte disposizioni finalizzate a garantire la prosecuzione dei contratti di appalto e subappalto, che prevedono il pagamento diretto dell’importo dovuto per le prestazioni eseguite. Le norme di svincolo delle garanzie di buona esecuzione, viene estesa a tutti i contratti che hanno ad oggetto opere pubbliche.

AEROPORTI: I gestori di aeroporti dovranno introdurre delle procedure concorrenziali, per la scelta dei vettori ai quelli erogare contributi, sussidi o altre forme di emolumento per lo sviluppo delle rotte e la successiva verifica da parte dell’Enac.

INCENTIVI PMI GIOVANI E DONNE: Riforma della disciplina degli incentivi all’autoimprenditorialità, attraverso interventi che puntano a migliorare l’accesso al credito per le piccole imprese dei giovani e delle donne. Gli incentivi, che sono applicabili su tutto il territorio, consistono nella concessione di mutui agevolati per gli investimenti, a tasso zero, per una durata massima di otto anni e un importo non superiore al 75% della spesa. Possono beneficiare delle agevolazioni le imprese costituite da non più di 12 mesi, con meno di 50 dipendenti e con un fatturato non superiore a 10 mln.

AREE CRISI INDUSTRIALE: Vengono modificati i criteri di individuazione delle aree di crisi industriale complessa, che potrà essere riconosciuta dal ministero dello Sviluppo economico, senza la necessità di presentazione dell’istanza da parte della regione in cui si trova la zona interessata dalla riconversione produttiva.

RICERCA E SVILUPPO: Credito d’imposta per le attività di ricerca e sviluppo, per un limite massimo di 600 mln di euro nel triennio 2014-2016. E’ previsto un credito d’imposta pari al 50% delle spese sostenute dalle aziende, rispetto all’anno precedente, fino a un massimo di 2,5 mln di euro per impresa (la spesa minima è di 50.000 euro).

BONIFICA SITI: Per la realizzazione delle bonificazione dei siti di interesse nazionale è prevista la stipula di accordi di programma per l’attuazione di progetti integrati di messa in sicurezza o bonifica e di riconversione industriale. E’ previsto un credito d’imposta per le aziende che sottoscrivono gli accordi, a fronte dell’acquisto di nuovi beni strumentali. Per accelerare l’attuazione di interventi di bonifica in siti contaminati di interesse nazionale d Crotone e di Brescia Caffaro, è prevista la nomina di due commissari straordinari.

PORTO TORINO: Misure per l’area di crisi industriale del porto di Trieste, che dovranno essere attuate da un apposito commissario straordinario che dovrà essere individuato dal presidente della regione Friuli Venezia Giulia.

SULCIS: E’ previsto un incentivo per convertire la centrale a carbone, da trasformare in una centrale elettrica a stoccaggio di anidride carbonica.

SOSTEGNO INTERNAZIONALIZZAZIONE: le risorse a favore del sostegno all’internazionalizzazione delle imprese vengono rinforzate di 22,6 mln di euro nel 2014. Le risorse dovranno essere destinate, in particolare, alle pmi e il Mise dovrà pubblicare sul web il bilancio del Fondo destinato alla promozione dell’internazionalizzazione (a partire dal 30 giugno 2014).

UFFICI DOGANALI: L’orario di apertura degli uffici doganali frontalieri sono aperte 24 ore su 24, per i controlli e le formalità relative al traffico passeggeri o su mezzi di trasporto che circolano vuoti e con merci in regime doganale di transito.

EXTRACOMUNITARI E RICERCA: Per gli extracomunitari impegnati in attività di ricerca saranno individuate forme di agevolazione della trattazione delle domande di visto di ingresso e di permesso di soggiorno connesse con start-up innovative, con iniziative di investimento, di ricerca o di mecenatismo.

MADE ITALY: Nei progetti e nelle attività di sostegno all’internazionalizzazione delle imprese italiane dovranno essere coinvolte, dove possibile, le comunità d’origine italiana presenti all’estero (in particolare il Com.It.Es e il Consiglio generale degli italiani all’estero). Con un’altra norma la società Finest viene autorizzata a operare nei paesi del Mediterraneo.

TURISMO: Vengono introdotte norme per favorire la dotazione di beni storici, culturali e per migliorare l’attività turistica. E’ previsto un finanziamento massimo fino a 500 milioni di euro, per progetti presentati dai comuni.

DIGITALIZZAZIONE PMI: Misure per favorire la digitalizzazione e la connettività delle pmi, attraverso l’accesso ai finanziamenti a fondo perduto tramite voucher di importo non superiore a 10.000 euro. E’ prevista inoltre una detrazione del 65% dell’imposta lorda, per le spese rimaste a carico delle imprese, fino a un valore massimo di 20.000 euro.

DIGITALE TERRESTRE: L’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni dovrà avviare le procedure per escludere dalla pianificazione delle frequenze per il servizio televisivo digitale terrestre le frequenze riconosciute a livello internazionale, ed utilizzate dai paesi confinanti, pianificate ed assegnate a operatori di rete televisivi in Italia e oggetto di situazioni interferenziali.


Dietrofront del Tesoro dopo le polemiche: “Stop a ritenuta 20%” sui bonifici esteri"

Su richiesta del Ministero dell’Economia, il 19 febbraio 2014,è stato adottato un provvedimento del Direttore dell’Agenzia delle Entrate che sospende l’operatività della ritenuta del 20% sui redditi derivanti da investimenti e attività estere di natura finanziaria applicata automaticamente dagli intermediari finanziari.

L’Agenzia delle Entrate ha disposto, infatti, la sospensione dell’operatività della ritenuta....sottolineando che “gli acconti eventualmente già trattenuti da intermediari finanziari ....saranno rimessi a disposizione degli interessati”. 

La marcia indietro, però è soltanto temporanea. La stessa Agenzia delle entrate ha infatti precisato che lo stop al prelievo vale fino al primo luglio.

Il provvedimento aveva scatenato da subito un gran polverone. La trattenuta, che lasciava al contribuente l’onere di dimostrare che le somme non avessero natura di “compenso reddituale” per chiedere la restituzione dell’imposta, era finita nei giorni scorsi sotto l’esame di Bruxelles. “Esamineremo se la misura è proporzionata o no”, aveva dichiarato il portavoce del commissario Ue per la Fiscalità, Algirdas Semeta. Pressioni contro la maxi trattenuta erano arrivate anche dalle petizioni lanciate in rete e dalle associazioni di consumatori Adusbef eFederconsumatori, che avevano denunciato “l’ennesimo abuso di potere”.

Le ragioni “ufficiali” dello stop alla normativa fornite dal Tesoro e dall’Agenzia delle entrate, però, sono discordanti. Il provvedimento dell’Agenzia delle entrate parla di “difficoltà applicative riscontrate dagli intermediari e dai contribuenti in ordine ai suddetti obblighi e alle necessarie implementazioni procedurali”. Il ministero dell’Economia, invece, cita l’“evoluzione del contesto internazionale”, facendo riferimento all’evoluzione “in materia di contrasto all’evasione fiscale cross-border, che ha subito una forte accelerazione, attraverso la creazione di un modello di accordo intergovernativo (Iga) per lo scambio di informazioni tra gli Stati Uniti e gli altri Paesi, che fa ritenere ormai superata la disposizione che ha introdotto la predetta ritenuta alla fonte”.

mercoledì 19 febbraio 2014

Perché si continua a protestare in Ucraina? Noi dello Studio Semeraro esprimiamo, di cuore e con cuore, la nostra MASSIMA SOLIDARIETA'


Una guida per chi vuole capirlo dopo le violenze di ieri: c'entrano soprattutto la Russia e l'UE, ma anche l'autoritarismo del presidente e un'opposizione che chiede sempre di più


Domenica 24 novembre 2013 si tenne a Kiev, capitale dell’Ucraina, la più grande e partecipata manifestazione dai tempi della “rivoluzione arancione” del 2004: più di 100mila persone si radunarono dentro e nei pressi di piazza Indipendenza, nel centro di Kiev, per protestare contro le reticenze del governo e del presidente ucraino, Viktor Yanukovych (leader del Partito delle Regioni, filo-russo), di concludere un vantaggioso accordo commerciale con l’Unione Europea. Il problema, come sempre nella storia recente dell’Ucraina, era la Russia: Il presidente russo Vladimir Putin non voleva che l’Ucraina firmasse quell’accordo, perché avrebbe allontanato il paese dall’influenza russa e l’avrebbe avvicinato a quella europea.
Nei mesi successivi la situazione peggiorò, e ieri, 18 febbraio 2014, gli scontri tra manifestanti anti-governativi e forze di polizia hanno provocato la morte di 25 persone: è stato il giorno più violento dall’inizio delle proteste. Nel mezzo tra queste due date, il 24 novembre e il 18 febbraio, sono successe molte cose, che rendono difficile pensare oggi a una soluzione rapida e pacifica della crisi ucraina. Ma andiamo per ordine.


L’accordo mancato con l’UE e quello fatto con la Russia
L’accordo commerciale di libero scambio che l’Ucraina stava negoziando da anni con l’Unione Europea era solo l’ultima delle questioni che avevano messo il governo di Kiev di fronte a una scelta: stare con la Russia o con l’Europa. Fino al 21 novembre scorso l’accordo sembrava inevitabile, anche se era già emerso qualche ostacolo di troppo nei colloqui tra le parti. Il più importante e difficile da superare riguardava la scarcerazione di Yulia Tymoshenko, ex primo ministro ucraino arrestata nel 2011 per abuso di potere: la sua liberazione era stata posta dall’UE come condizione necessaria per la buona riuscita dell’accordo, ma Yanukovych, avversario politico di Tymoshenko, non ne voleva sapere di soddisfarla.
Il 21 novembre successero due cose: il parlamento ucraino – con la decisiva astensione del Partito delle Regioni di Yanukovych – bocciò una legge che avrebbe permesso a Tymoshenko di uscire dal carcere; inoltre, lo stesso Yanukovich annunciò la sospensione delle negoziazioni con l’UE relative all’accordo di libero scambio. La combinazione di questi due eventi fece sì che le proteste a Kiev si sviluppassero molto rapidamente: i diversi gruppi di opposizione accusarono il governo di essere un burattino di Putin e di svendere il paese alla Russia. L’accordo proposto dall’UE avrebbe consentito di rendere più trasparente e dinamica l’economia ucraina, ancora molto chiusa e incapace di attrarre nuovi investitori. In cambio le autorità dell’Unione avevano chiesto una serie di riforme del mercato ucraino, che avrebbero potuto creare conseguenze dirette sulle numerose società che hanno stretti rapporti commerciali con la Russia. Questa era stata la ragione del ripensamento di Yanukovych, dissero le opposizioni.


A metà dicembre Ucraina e Russia strinsero il loro accordo, che tagliava fuori definitivamente l’Unione Europea: la Russia avrebbe investito 15 miliardi di dollari in titoli di stato ucraini e avrebbe ridotto il prezzo del gas che fornisce all’Ucraina di circa un terzo (da 400 dollari a 268,5 dollari ogni mille metri cubi). L’obiettivo era di ridare slancio all’economia dell’Ucraina e sostituirsi ad altri possibili salvatori, come il Fondo Monetario Internazionale e l’Unione Europea. I vantaggi dell’intesa erano – chiaramente – parecchi anche per la Russia: concludendo l’accordo, Putin rafforzò la sua influenza sull’economia e sulla politica dell’Ucraina. Klitschko – ex campione di boxe, capo del partito liberale di centrodestra Udar e uno dei leader più importanti delle proteste – disse dell’accordo: «Yanukovych ha svenduto gli interessi nazionali dell’Ucraina e l’indipendenza del paese. Ha accettato il piano di aiuti e messo le fabbriche, le centrali elettriche e le industrie pesanti ucraine a garanzia».


Si alza la posta in palio: i fatti di gennaio
Il 22 gennaio entrarono in vigore in Ucraina una serie di norme in materia di libertà di associazione e di manifestazione pensate per limitare le proteste e sanzionare in maniera molto dura i dimostranti. Le norme furono contrastatissime dalle opposizioni, e non solo per il loro contenuto: furono infatti adottate per alzata di mano e senza dibattito dalla maggioranza del parlamento e vennero definite «incostituzionali» e considerate responsabili di trasformare l’Ucraina «in uno stato di polizia». Le nuove leggi prevedevano, tra le altre cose, fino a cinque anni di carcere per chi decideva di partecipare a manifestazioni non autorizzate, vietavano di protestare a volto coperto o indossando un casco e di utilizzare megafoni in un luogo pubblico, e stabilivano una serie di provvedimenti restrittivi verso le ONG che ricevevano finanziamenti esteri. Riniziarono le proteste e le manifestazioni, dure e partecipate come quelle di novembre.
Lo stesso 22 gennaio la polizia iniziò lo sgombero con la forza di alcuni accampamenti nel centro di Kiev. Il 24 gennaio Yanukovych provò a fare qualche concessione alle opposizioni, promettendo un’amnistia e un rimpasto di governo e offrendo i posti di primo ministro e viceprimo ministro a due importanti leader delle opposizioni, rispettivamente Arseniy Yatsenyuk – uno dei più importanti esponenti di Unione Pan-Ucraina “Patria” – e Vitali Klitschko. Entrambi rifiutarono e alzarono la posta in palio: le dimissioni di Yanukovych. Passarono pochi giorni, e il 28 gennaio il parlamento abolì le legge anti-proteste e il governo si dimise, sotto la pressione delle enormi manifestazioni che si stavano tenendo a Kiev e che si erano diffuse in altre regioni dell’Ucraina occidentale.


In pratica la situazione politica da allora è rimasta uguale: Yanukovich accusa i leader dei partiti di opposizione di non essere in grado di controllare le frange più “radicali” ed “estreme” delle proteste di piazza, e chiede ai manifestanti di abbandonare piazza Indipendenza a Kiev; mentre le opposizioni chiedono le dimissioni di Yanukovich, le elezioni anticipate – anche forti di un rinnovato interessamento della comunità internazionale, e dell’UE in particolare – e una nuova politica estera che abbandoni la vicinanza alla Russia promossa dal Partito delle Regioni del presidente.
Si protesta in tutta l’Ucraina?
No. La maggior parte delle proteste degli ultimi mesi si sono concentrate a Kiev, specialmente in piazza Indipendenza, nella quale gli attivisti hanno da tempo messo in piedi alcuni sit-in permanenti: piazza Indipendenza – o Maidan, come viene chiamata in Ucraina – è diventata il simbolo di queste proteste, come è stato per piazza Tahrir in Egitto e piazza Taksim a Istanbul. Al di là a Kiev, gli ultimi mesi sono stati molto movimentati anche per le regioni occidentali dell’Ucraina, quelle in cui la maggioranza ha votato per Yulia Tymoshenko alle presidenziali del 2010, la popolazione parla prevalentemente ucraino (e non russo) e l’identità nazionale è più legata all’Europa. Una mappa che chiarisce bene la divisione politico-linguistica in Ucraina si può trovare qui.


Alcune delle città dell’Ucraina occidentale coinvolte nelle proteste sono state Ivano-Frankivsk, Černivci, Luc’k, Užhorod e Leopoli, dove nelle ultime settimane i manifestanti anti-governativi hanno preso di mira soprattutto gli edifici amministrativi locali. Recentemente le proteste si sono diffuse soprattutto in tutta la regione di Leopoli (che si chiama anch’essa Leopoli). Il Comitato Esecutivo del Consiglio regionale di Leopoli, organo esecutivo formato dai manifestanti, ha diffuso ieri un comunicato dicendo di essersi preso tutti i poteri legati all’amministrazione regionale: il suo scopo, dice nel comunicato, è quello di governare e mantenere ordine nella regione, facilitando l’invio di attivisti a Kiev. Invita inoltre tutti i dipendenti pubblici e i cittadini a rispettare le decisioni prese dal presidente del Comitato Esecutivo, Peter Kolodiy. Come hanno osservato alcuni giornalisti, questo potrebbe diventare un modello anche per altre regioni “dissidenti” dell’Ucraina.

I piani di Matteo Renzi per riformare il welfare e combattere la disoccupazione


La scadenza è fissata a marzo. Entro la fine del prossimo mese, il premier incaricato Matteo Renzi ha promesso di far partire un nuovo piano per il lavoro, con misure ad hoc per combattere la disoccupazione e stimolare la crescita economica. Probabilmente, le riforme ideate dal nuovo esecutivo avranno molti elementi in comune con il Job Act, il pacchetto di proposte che, proprio sul lavoro, lo stesso Renzi ha preannunciato nei mesi scorsi, in qualità di neo-segretario del Pd. A questo progetto, si aggiungeranno altri provvedimenti per il taglio del cuneo fiscale, cioè delle tasse e dei contributi che pesano sulle retribuzioni dei dipendenti. Ma ecco, in sintesi, quali misure potrebbero essere messe in cantiere nei prossimi mesi.

CONTRATTO UNICO
Uno dei pilastri del Job Act renziano è la creazione per i neo-assunti di un nuovo contratto unico di lavoro a tutele progressive. In pratica, si tratterebbe di un inquadramento a tempo indeterminato che, nei primi tre anni dall'ingresso nell'azienda, non gode delle tutele contro i licenziamenti previste dall'articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori (già in parte modificato dall'ultima riforma del welfare, ideata dall'ex-ministro Fornero). Inizialmente, secondo le proposte del Job Act, il dipendente licenziato da un'impresa senza un giustificato motivo non avrebbe diritto al reintegro nell'organico (come prevede in certi casi l'articolo 18) ma soltanto a un indennizzo in denaro che cresce nel tempo, man mano che aumenta l'anzianità di carriera. Dopo 36 mesi dall'assunzione, però, scatterebbero le tutele “piene”, sancite dallo Statuto del Lavoratori. Non è ancora ben chiaro, tuttavia, come verrà applicato nello specifico il piano di Renzi poiché il premier incaricato si è mantenuto vago sui dettagli.

IL JOB ACT SI MATTEO RENZI
A prima vista, la proposta dell'ex-sindaco di Firenze somiglia a quella avanzata da tempo dagli economisti Pietro Garibaldi e Tito Boeri (uno dei papabili ministri). Progetti simili sono stati però ideati e proposti in Parlamento anche dalla deputata del Pd Marianna Madia (che oggi è nello staff di Renzi nella direzione del Partito Democratico e si occupa proprio di lavoro). Resta inoltre da chiarire se questo contratto unico, con meno tutele contro i licenziamenti, sostituirà completamente molte assunzioni precarie oggi esistenti (come vorrebbe il segretario della Fiom, Maurizio Landini) o se sarà considerato soltanto come una semplice alternativa agli inquadramenti flessibili.

AMMORTIZZATORI SOCIALI
Tra i cavalli di battaglia del premier incaricato, c'è anche l'estensione dei sussidi ai disoccupati, includendo tra i beneficiari anche chi oggi non li ha (per esempio numerosi dipendenti inquadrati con contratti flessibili come le collaborazioni a progetto o le “false” partita iva). Per allargare il raggio di azione degli ammortizzatori sociali, occorrono però molti soldi. Un'ipotesi in campo è quella di utilizzare una parte delle risorse oggi destinate alla cassa integrazione (soprattutto quella straordinaria). Su questo punto, tuttavia, ci sono forti resistenze dei sindacati.

CUNEO FISCALE
Il taglio delle tasse e dei contributi sul lavoro (il cosiddetto cuneo fiscale) viene considerato da Renzi una delle priorità per rilanciare la crescita economica. Pure su questo fronte, però, i dettagli dei futuri provvedimenti restano ancora tutti da scoprire. Si parla per esempio di sottrarre dalla base imponibile dell'irap (l'imposta regionale sulle attività produttive) l'intero costo del lavoro, che oggi è deducibile solo parzialmente. Un'altra ipotesi è una riduzione delle aliquote irpef (imposta sui redditi delle persone fisiche) sulle retribuzioni medio-basse e soprattutto sugli stipendi dei neo-assunti con meno di 30 anni (per combattere così la disoccupazione giovanile). Sono invece molto ristretti i margini di manovra per attuare una riduzione dei contributi a carico del lavoro, oggi rappresentati prevalentemente da contributi previdenziali, destinati a pagare le pensioni di chi si è già messo a riposo. Renzi è da tempo un sostenitore dei tagli alle pensioni d'oro , cioè degli assegni Inps più alti. Si tratta però di un provvedimento già attuato (seppur in piccola parte) dal governo Letta, con l'ultima Legge di Stabilità.

martedì 18 febbraio 2014

Stanziati 167 milioni di euro per portare anche nelle regioni del Mezzogiorno la carta per l'inclusione attiva: ecco la ripartizione del fondi nel decreto interministeriale appena firmato.


Estesa al Mezzogiorno la sperimentazione della carta per l'inclusione attiva

Firmato il decreto che estende alle regioni del Mezzogiorno la sperimentazione della Carta per l’Inclusione Attiva con uno stanziamento di 167 milioni di euro (140 per il 2014 e 27 per il 2015), che vanno a sommarsi agli altri 300 assegnati a dicembre e derivanti dalla riprogrammazione di risorse europee. Si tratta di una iniziativa volta al sostegno al reddito dei lavoratori e alla lotta alla povertà in Italia.

Le risorse vengono ripartite in funzione dell’ampiezza della popolazione che versa in condizioni di maggior bisogno, secondo lo schema del decreto firmato dai Ministri del Lavoro e delle Politiche Sociali, Enrico Giovannini, dell’Economia e delle Finanze, Fabrizio Saccomanni, e della Coesione Territoriale, Carlo Trigilia:


  • Abruzzo 7.067.553 euro;
  • Molise 1.948.075 euro;
  • Campania 46.906.988 euro;
  • Puglia 34.153.790 euro;
  • Basilicata 4.848.306 euro;
  • Calabria 18.600.236 euro;
  • Sicilia 43.073.981 euro;
  • Sardegna 10.401.070 euro.

Sostegno Inclusione Attiva

Un passo importante verso il Sostegno per l’Inclusione Attiva (SIA) l’ha definito Giovannini: «il primo strumento nazionale e universale di contrasto alla povertà che abbiamo disegnato ex-novo a settembre, colmando un ritardo storico del nostro Paese». Il SIA finora mancava infatti in Italia, pur essendo presente in altri Paesi Europei come strumento di protezione sociale. Difficoltà che in Italia verrà valutata sulla base di determinate soglie patrimoniali che fanno riferimento alla componente ISEE, mentre il controllo dei criteri di ammissibilità verrà affidato all’INPS.

Si tratta di un sistema diverso da un reddito di cittadinanza o di una carta acquisti perché è finalizzato a promuovere l’occupazione, e non solo, prevedendo da parte dei beneficiari la stipula di un patto di inserimento con i servizi sociali locali che li impegni a:


  • cercare lavoro;
  • prendersi cura dei familiari disabili;
  • mandare i figli a scuola;
  • far sottoporre i figli alle visite mediche periodiche.

Il 2014, sottolinea poi il ministro, si configura come l’anno nel quale si realizzerà il più ampio intervento contro la povertà mai realizzato in Italia, pienamente giustificato dalla drammaticità della situazione». (Fonte: Ministero del Lavoro).

Scorporo Iva



Ho sempre pensato che in un mondo perfetto i commercialisti non dovrebbero esistere; non perché mi stiano antipatici, ma perché dovrebbe essere automatico sapere quante tasse pagare a seconda di quanto si guadagna, del proprio stato di famiglia eccetera. E invece, anche oggi nell’era digitale, carte su carte da compilare e firmare. Ecco perché non siamo in un mondo perfetto.

Uno dei capitoli più letti nei libri contabili dai commercialisti e dai loro clienti è quello riguardante l’Iva. I conti per scorporare, accorpare, scaricare e così via sono alquanto misteriosi per me e appartengono al mondo della buona ragioneria: in pratica, su tratta di tenere le cose in ordine nei cassetti. Ci sono però alcuni aspetti matematici interessanti e una volta sono rimasto colpito da un semplice calcoletto riguardante proprio l’Iva, che vorrei condividere con voi.

L’Iva è Imposta sul valore aggiunto di ogni fase della produzione, scambio di beni e servizi.

Nella testa di molti esiste la convinzione che l’Iva sia il 22% per tutti.
A parte il fatto che non è sempre vero (sui libri, per esempio, è del 4), è sempre necessario chiedersi, come abbiamo visto in più di un’occasione, il 22% di che cosa?

Per determinare l’Iva di una merce di cui si conosce il prezzo al netto dell’Iva, si deve calcolare il 22% del prezzo netto e sommarlo a esso per ottenere il prezzo lordo.
Per esempio se un paio di scarpe costa 200 euro al netto dell’Iva, il suo costo totale sarà allora 244 euro calcolati come 200 euro più il 22% di 200 che è 44.
Volete una scorciatoia? Per calcolare il 22%, anziché dividere per 100 e moltiplicare per 22, vi basta moltiplicare per 1,22.


Come scorporare l'IVA da un importo totale

Qualche volta può essere utile, se non addirittura necessario, riuscire a risalire al prezzo originale di un articolo, prima dell'applicazione dell'IVA. Sembrerebbe una cosa facile ma ci siamo resi conto che molta gente non è capace di scorporare l'IVA. Ecco come puoi fare, semplicemente.

Assicurati di avere a portata di mano:

  • una calcolatrice con le quattro operazioni di base
  • anche un telefonino può andare bene (di solito hanno tutti la funzione calcolo)


  1. Se vuoi fare lo scorporo dell'IVA per semplice curiosità, per avere un riferimento riguardo al prezzo di base, e applichi una formula sbagliata, otterrai un errore ma non sarà tanto grave, in quanto a te interessava solo avere un'idea del prezzo di partenza. Diverso è quando invece ti serve il prezzo esatto, perchè allora i calcoli devono essere precisi.
  2. In questo caso bisogna applicare la formula esatta, che non va confusa, come fanno in molti, con quella dello sconto. Mi spiego. Poniamo che hai un prezzo finito di un articolo sul quale è stata applicata l'IVA del 20% (l'aliquota più diffusa). Se calcoli il 20% del totale e lo sottrai, commetti un errore grave! NON SI FA COSI'!
  3. La formula giusta è quella che ti scrivo qui sotto.  Indico con P(I) il prezzo con IVA e con P il prezzo senza.  
Allora, se l'IVA è al 22%, il calcolo è:
    P = P(I): 1,22
      Cioè:
        il prezzo senza IVA si trova prendendo quello con IVA e dividendolo per 1,22.
          E' chiaro?
            Ad esempio, se il prezzo totale è pari a 144,00 %  e l'IVA è del 22%, il prezzo senza IVA è uguale a 144 diviso 1,22, cioè 118,03
              Ti torna?

              4.  Le formule per le altre aliquote IVA sono analoghe. Eccole:
               IVA al 4% (quella sui prodotti alimentari base - es. riso)
                P = P(I): 1,04
                  -IVA al 10% (quella sui prodotti alimentari lavorati - es. il risotto in busta precotto)
                    P = P(I): 1,10
                      Con queste formule puoi calcolare rapidamente tutti i prezzi base, senza effettuare errori.

                      Sportello informativo Jeremie Calabria

                      Sportello informativo Jeremie Calabria

                      Si comunica che  MCC ha attivato uno sportello informativo Jeremie presso  il Dipartimento  Attività Produttive (Catanzaro).
                      A tal fine un rappresentante sarà presente presso la sede del Dipartimento  Attività Produttive nei seguenti giorni:

                      19/02/2014   –   05/03/2014   –   09/04/2014    –    07/05/2014    –     04/06/2014    –      09/07/2014

                      Lo sportello è operativo dalle ore 9,30 alle ore 13,30

                      Calabria friends



                      "Senza impresa non c'è Italia. Riprendiamoci il futuro": Lo Studio Commerciale Semeraro esprime la MASSIMA solidarietà

                      Sotto lo slogan 'Senza impresa non c'è Italia. Riprendiamoci il futuro', oggi18 febbraio del 2014 a Roma ci sarà una grande manifestazione.

                      A scendere in piazza saranno in particolare gli artigiani e gli imprenditori nell'ambito di una mobilitazione che è stata annunciata da Rete Imprese Italia in rappresentanza di Confcommercio, Casartigiani, Confesercenti, Cna e Confartigianato.

                      Garanzia Giovani: I principali strumenti di intervento nazionale e regionale per trovare opportunità lavorative spiegati dal tuo Studio Commerciale Semeraro



                      Giovani e lavoro, un binomio in crisi da troppo tempo ormai, eppure dall’osservatorio Adapt (l’associazione per gli studi sul diritto del lavoro e delle relazioni industriali) arriva una speranza: è stato di recente pubblicato un “Working Paper” in cui vengono illustrate le misure di sostegno nazionali e regionali per l’occupazione giovanile.

                      Per Garanzia Giovani, o Youth Guarantee, si intende un piano di intervento europeo attuato per fronteggiare la disoccupazione giovanile e favorire l’occupabilità dei soggetti maggiormente svantaggiati: giovani inoccupati, disoccupati, laureati e/o diplomati. Essa è stata istituita dall’Unione Europea, che ha invitato, con una raccomandazione del 22 aprile 2013, tutti gli Stati membri ad attuare una Garanzia per i Giovani attraverso un piano di intervento mirato ad offrire un’opportunità lavorativa, di apprendistato o formativa a quel target di soggetti potenzialmente a rischio di non riuscire ad inserirsi nel mercato del lavoro.

                      Vediamo, ora, quali sono in Italia, le principali misure intraprese, a livello nazionale e regionale, in particolare dalla Regione Puglia, negli ultimi mesi per raggiungere l’obiettivo fissato dalla “Youth Guarantee”.

                      I più significativi bandi e progetti realizzati sul territorio nazionale a favore dell’occupazione giovanile, sono pubblicati da Italia Lavoro, l’agenzia tecnica del Ministero del Lavoro: si indicano, a seguire, le iniziative più rilevanti:


                      1. Progetto Fixo - Scuola & Università, è finalizzato all’occupazione di giovani attraverso la promozione del contratto di apprendistato: concessi benefici di 6 mila euro per contatti full- time e 4 mila per i contratti part-time
                      2. Progetto AMVA (apprendistato e mestieri a vocazione artigianale) e “Botteghe di Mestiere” sono azioni mirate all’assunzione di giovani apprendisti in aziende o laboratori artigianali e prevedono erogazione di incentivi ai datori di lavoro ed ai giovani assunti
                      3. Welfare to Work ("staffetta generazionale") è un’azione volta all’assunzione di giovani con contratto di apprendistato o a tempo indeterminato ed, al contempo, una conversione del rapporto di lavoro da full-time a part-time dei lavoratori over 50 impiegati nella medesima azienda
                      4. A livello regionale si segnala un importante bando della Regione Puglia, rivolto a giovani under 35 (o donne di qualsiasi età), disoccupati, inoccupati, in mobilità o in cassa integrazione. Prende il nome di NIDI ed è possibile leggere tutte le informazioni qui. 


                      A livello nazionale gli strumenti di sostegno riguardano per lo più gli incentivi erogati ai datori di lavoro per l’assunzione dei giovani, e sono indicati nei seguenti provvedimenti normativi:


                      • la legge n. 99/2013 (art. 1): incentivi contributivi pari ad 1/3 per 18 mesi (650 euro massimo al mese) per chi assume giovani
                      • la legge n. 92/2012 (art. 4): prevede la riduzione del 50% dei contributi (per 12 mesi in caso di contratto a termine, e di 18 mesi in caso di trasformazione del rapporto) a carico dei datori di lavoro che assumano donne di qualsiasi età purché inoccupate o disoccupate dal almeno 6 mesi
                      • decreto legge n. 76/2013 (art. 2, co. 5 bis, co. 6 e 10): prevede un incentivo economico per i tirocini formativi e di orientamento svolti presso pubbliche amministrazioni prive di risorse, o tirocini curriculari previsti dal piano formativo universitario

                      Bonifici dall'estero : Lo Studio Commerciale Semeraro ti illustra come evitare la ritenuta del 20%



                      Regalino del defunto Governo Letta. E’ entrata in vigore la nuova normativa che introduce una ritenuta del 20% sui bonifici bancari e flussi simili che i cittadini italiani ricevono dall'estero.

                      Dal 1 febbraio 2014, infatti, è in vigore la norma del DL 167/1990 (art. 4 comma 2) modificato dalla legge 97 2013 che prevede che i bonifici dall'estero sul conto corrente del contribuente (persona fisica) vengano automaticamente tassati del 20% dalla Banca presso cui viene effettuato il movimento.

                      Ma perché è stata introdotta quest’ennesima tassa? Secondo il Governo Letta potrebbe trattarsi di una prestazione reddituale. Detta in altre parole, questi soldi arrivano perché noi abbiamo fatto un qualche tipo di lavoro e in questo modo ci viene pagato. Il contribuente onesto già paga le tasse su questo importo, se è legato proprio ad un’attività professionale (ad es. vendo un mio prodotto negli Stati Uniti, incasso il pagamento e ci pago le tasse), ma in questo modo il Governo tenta di stanare anche i soliti “furbetti” che non pagano le tasse, tassando anche coloro che non dovrebbero farlo.

                      Per usare le parole di Elio Lannutti, presidente dell’Adusbef, in Italia è stato introdotto il concetto di presunzione di colpevolezza. Far pagare a tutti, a meno che non si dimostri che quel bonifico non deriva da un’attività professionale. Ciò avviene in quanto si presume che tali somme siano redditi da capitali esteri o redditi diversi cioè di origine patrimoniale, originati da attività finanziarie del contribuente stesso situate all’estero.  Insomma, ci troviamo davanti a una trattenuta che va a mettere le mani in tasca anche al contribuente il cui importo ricevuto o bonificato non abbia una connotazione reddituale ma unicamente patrimoniale.

                      Come evitare la ritenuta all'ingresso
                      Le somme  non soggette alla  tassazione alla fonte   sono le seguenti:

                      •  Redditi di impresa
                      •  Redditi da lavoro autonomo

                      Dato però che le banche sono tenute in quanto intermediari finanziari ad adempiere a precisi obblighi di monitoraggio fiscale e antiriciclaggio,come da provvedimento dell'Agenzia, in realtà  il meccanismo di ritenuta automatica  si applicherà  su  tutti bonifici dall'estero  nei conti correnti intestati a persone fisiche  e ciò rischia di avere un forte impatto sui rapporti bancari di una vasta tipologia di contribuenti  con entrate dall'estero che nulla hanno a che fare con i redditi  esteri.  Vi possono essere  ad esempio i casi di somme inviate in Italia da figli residenti all'estero  ai genitori o restituzioni  di finanziamenti precedenti,  ecc.
                      La ritenuta sui bonifici esteri è evitabile solo previa presentazione alla banca di una autocertificazione che non si possiedono  attività o immobili all'estero come persone fisiche, eventualmente corredata da copia del Modello  RW o dall'intera dichiarazione dei redditi dell'interessato .

                      In mancanza di tali informazioni, le ritenute o le imposte sostitutive vanno applicate sull'intero importo del flusso ricevuto in pagamento

                      Complesso, però, il meccanismo che prevede un ruolo primario al funzionario di banca che deve ricevere la dichiarazione del contribuente e valutarla. In ogni caso, che si effettui la ritenuta o meno, il nominativo del percipiente andrà segnalato dalla banca all'agenzia delle Entrate. E il contribuente avrà tempo fino al 28 febbraio dell'anno successivo a quello della trattenuta per attestare l'impropria applicazione della ritenuta e chiedere alla banca la restituzione.

                      I BONIFICI TASSATI

                      In conclusione ricordiamo che sono assoggettate a ritenuta d'ingresso, i bonifici provenienti dall'estero che siano rappresentativi delle seguenti fattispecie impositive:


                      • gli interessi e proventi, diversi da quelli bancari, derivanti dall'impiego di capitali all'estero;
                      • le rendite perpetue e i compensi per le prestazioni fideiussorie, conseguite al di fuori dell'Italia;
                      • le plusvalenze derivanti da cessioni di immobili, terreni edificabili e partecipazioni qualificate, detenuti all'estero;
                      • i redditi derivanti dai canoni di locazione, concessione in usufrutto e sublocazione di beni immobili all'estero e quelli di natura fondiaria, ivi compresi i canoni dall'affitto di terreni per usi non agricoli;
                      • i proventi conseguiti dalla locazione, affitto, noleggio o concessione in uso di veicoli, macchine e altri beni mobili, comunque, detenuti all'estero.


                      lunedì 17 febbraio 2014

                      Incentivi imprese 2014: lo Studio Commerciale Semeraro ti spiega come funziona la nuova Sabatini

                      Come funziona la nuova Sabatini? A partire dal 31 marzo le imprese in possesso dei requisiti previsti potranno fare domanda per gli incentivi. Ecco tutto le info necessarie.
                        
                      La cosiddetta nuova Sabatini è una delle misure più attese del Decreto del Fare, volta ad accrescere la competitività del sistema produttivo italiano, nonché migliorare l’accesso al credito PMI di tutti i settori produttivi (pesca e agricoltura inclusi), che investono in:

                      1. macchinari, impianti e attrezzature ad uso produttivo;
                      2. così come in hardware, software e tecnologie digitali.
                      Cosa prevede la nuova Sabatini?
                      Le misure possono essere riassunte in 3 punti:

                      1. l’istituzione presso la Cdp (Cassa Depositi e Prestiti) di un plafond di risorse (sino al tetto massimo di 2,5 miliardi di euro, eventualmente incrementabili con successivi provvedimenti fino a 5 miliardi), a cui gli istituti bancari e gli intermediari finanziari, previa adesione a una o più apposite convenzioni tra il Ministero dello Sviluppo Economico (sentito quello dell’Economia), l’ABI e la Cdp, potranno attingere per concedere alle PMI, fino al 31 dicembre 2016, finanziamenti di importo compreso tra 20.000 e 2 milioni di euro per gli investimenti suddetti;
                      2. la concessione da parte del Ministero dello Sviluppo Economico di un contributo a favore delle PMI che possa coprire una parte degli interessi a carico delle aziende sui finanziamenti bancari, in funzione degli investimenti realizzati. A quanto ammonta lo stanziamento complessivo di bilancio? 191,5 milioni di euro per gli anni 2014-2021. Detto contributo è pari all’importo degli interessi, calcolati su un piano di ammortamento convenzionale con rate semestrali, al tasso del 2,75% annuo per 5 anni;
                      3. l’opportunità di godere della garanzia proprio del Fondo di garanzia per le PMI, fino alla misura massima dell’80% dell’ammontare del finanziamento sul finanziamento bancario.
                      Incentivi imprese 2014: come si accede?
                      Le imprese devono presentare alla banca, mediante PEC (posta elettronica certificata), un’unica dichiarazione per richiedere sia il finanziamento, sia l’accesso al contributo ministeriale, dimostrando il possesso dei requisiti.
                      Una volta adottata la delibera di finanziamento dalla banca, il Ministero dello Sviluppo Economico si occupa, in tempi brevi, della concessione del contributo,comunicandolo alle imprese.

                      Le imprese potranno fare domanda per ottenere i finanziamenti e i contributi alle banche dalle ore 9.00 del 31 marzo 2014. Gli istituti aderenti alla convenzione tra Ministero dello sviluppo economico, Cassa Depositi e Prestiti e Associazione Bancaria Italiana sarà prossimamente disponibile sul sito del Mise o su quello della Cdp.

                      La domanda dovrà essere presentata solo in formato elettronico e, pena l’invalidità, deve essere sottoscritta mediante firma digitale, nel rispetto di quanto disposto dal “Codice dell’amministrazione digitale” di cui al decreto legislativo n. 82/2005.

                      I moduli saranno disponibili per la compilazione entro il 10 marzo 2014 sul sito del Ministero dello Sviluppo Economico (“Beni strumentali (Nuova Sabatini)”).

                      Per info potete scrivere a iai.benistrumentali@mise.gov.it o consultare la circolare n. 4567 del 10 febbraio 2014 del Mise.

                      Social Card 2014, novità su requisiti e definizione nucleo familiare: Lo Studio Commerciale Semeraro ti spiega come funziona :)

                      Social Card 2014, è entrato in vigore il decreto interministeriale che introduce modifiche operative su 4 punti fondamentali. Vediamo insieme quali sono.
                      Social Card 2014, è in dirittura d’arrivo il quadro regolamentare per la sperimentazione della nuova carta acquisti in distribuzione già in questi giorni. Proprio ieri, infatti, è entrato in vigore il decreto interministeriale 24 dicembre 2013, il quale introduce importanti novità rispetto a quanto stabilito dal decreto del 10 gennaio 2013.

                      Le novità in 4 punti: attenzione ai requisiti economici e alla definizione di nucleo familiare
                      In particolare, l’ultimo decreto ministeriale pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale dello scorso 13 febbraio, interviene su 4 punti:

                      I requisiti economici richiesti per poter beneficiare della carta acquisti:
                      la definizione del nucleo familiare;
                      le modalità per richiedere la correzione dei risultati derivanti dai controlli sui requisiti;
                      il monitoraggio dei progetti di presa in carico al fine di superare la condizione di povertà.
                      Dal punto di vista dei requisiti economici, il reddito familiare per l’accesso al beneficio è soggetto alla perequazione automatica. Invece, nella definizione del nucleo familiare vanno escluse le persone a carico dei fini Irpef soltanto se sono “non conviventi”. Un’impostazione meno restrittiva rispetto a quanto previsto dalle regole del 2013, che escludevano tutte le persone a carico Irpef eccetto coniuge e figli.

                      Cosa fare per chiedere il riesame?
                      Inoltre, i Comuni potranno prendere in considerazione richieste di riesame da parte del cittadino richiedente che si sia visto contestare dall’Inps la coerenza tra le informazioni auto dichiarate e quelle verificate, purché la richiesta sia supportata da adeguata documentazione.

                      La Social Card per gli stranieri
                      E’ pronto anche il decreto direttoriale per l’estensione della carta acquisti ai cittadini stranieri, secondo quanto previsto dal comma 216 dell’articolo 1 della legge 147/2013. La suddetta estensione è partita lo scorso mese e per il primo bimestre del 2014 verrà concessa a coloro che ne faranno richiesta entro il prossimo 30 aprile.

                      Il Ministero del Lavoro ha comunque tenuto ad assicurare che queste novità non avranno alcun impatto sul progredire dell’entrata a pieno regime della Social Card. Il nuovo decreto nasce, infatti, proprio per recepire le considerazioni svolte dai 12 Comuni che hanno già sperimentato la carta acquisti durante la sua prima fase introduttiva quindi, dal punto di vista meramente pratico, sono state già pienamente adottate. Non resta che aspettare e vedere se, come si desume dalle previsioni più recenti, le social card saranno effettivamente recapitate entro la fine di questo mese.

                      Come scrivere un curriculum perfetto? Lo Studio Commerciale Semeraro ti regala 6 consigli per non sbagliare


                      Come scrivere un curriculum? Ecco la prima domanda che si pone chi si affaccia sul mercato del lavoro. Ma come farlo al meglio? Vi proponiamo alcuni consigli di Forbes.
                       
                      Come scrivere un curriculum è un problema che, prima o poi, ci siamo posti tutti quanti, ma che in un’epoca caratterizzata dalla crisi economica e occupazionale più devastante che l’Italia abbia conosciuto negli ultimi decenni, rappresenta ormai una vera e propria sfida.

                      Sfida per la quale bisogna prepararsi al meglio, senza lasciare nulla al caso, tenendo in adeguata considerazione il fatto che il curriculum rappresenta il primo biglietto da visita che mostriamo a un possibile datore di lavoro. Dobbiamo quindi tentare di superare la mannaia della selezione dei cv che si cela dietro ogni annuncio, proprio per evitare che alla nostra speranzosa candidatura segua il solito imbarazzante silenzio che significa “ritenta, sarai più fortunato”. Sempre più spesso, infatti, all’invio di un curriculum non si risponde neanche con un "no, grazie" e dobbiamo cercare di non far naufragare il nostro cv tra i moti ondosi di tutte le candidature concorrenti.

                      I consigli di Forbes
                      A dare una mano a chi cerca lavoro, stavolta, è la rivista economica e finanziaria statunitense Forbes, che ci dà alcuni consigli mirati a evitare proprio il temuto “buco nero” che si cela negli uffici di selezione del personale, dove il nostro ambizioso curriculum rischia di essere cestinato senza neanche essere letto, travolto da centinaia (se non migliaia) di altre candidature analoghe.

                      1. Usate le stesse parole indicate nell’annuncio
                      Richiamare nella lettera di presentazione e/o nel curriculum le stesse parole contenute nell’annuncio può renderlo più appetibile agli occhi dei selezionatori, che noteranno similitudini sia che lo leggano in forma cartacea o che cerchino apposite parole chiave tramite pc.

                      2. Fate networking nell’azienda che vi interessa
                      Nell’epoca del social recruiting coltivare significative relazioni sociali può rappresentare la carta vincente per ottenere un lavoro. Se mirate semplicemente a non far finire nel cestino il nostro curriculum, basterebbe riuscire a contattare qualcuno in grado di inoltrare il nostro curriculum direttamente al responsabile per le risorse umane.

                      3. L’intraprendenza paga
                      Nell’articolo di Forbes c’è chi consiglia anche approcci più diretti, con tanto di telefonate e messaggi in segreteria allo scopo di imprimere nella mente dei selezionatori il nostro nome.

                      4. Niente candidature anonime
                      Allegare una nota specificamente indirizzata a chi si occuperà della selezione può aiutarci a risaltare in un mare di curriculum anonimi.

                      5. Fate rileggere a qualcuno il vostro cv prima di inviarlo
                      Anche qui rientriamo nei consigli forse scontati, ma un’attenta rilettura del cv (magari da parte di un amico) può essere utile a evitare errori di battitura (ma anche orrori grammaticali e sintattici) tali da compromettere le vostre possibilità di ottenere almeno un colloquio.

                      6. La parola d’ordine è: semplicità
                      La semplicità facilita la lettura. E’ questo il primo comandamento che bisogna tenere a mente quando si scrive un curriculum. Evitate quindi qualsiasi cosa che possa comprometterne la fruibilità: niente grafici o immagini troppo pesanti ed evitate anche caratteri tipografici speciali.

                      Direttamente dal sito AdE : per problemi contatta lo Studio Semeraro

                      http://www.agenziaentrate.gov.it/wps/file/Nsilib/Nsi/Home/CosaDeviFare/Dichiarare/Dichiarazioni+Iva/Iva+2014/Modello+Iva2014/Modello+Iva+2014+istruzioni/IVA_annuale_2014_istruzioni.pdf

                      Dubbi? lo Studio Commerciale Semeraro ti illustra, circa l'IVA 2014, differenze intercorrenti fra Comunicazione e Dichiarazione


                      Entro febbraio bisogna effettuare la Comunicazione IVA mentre dal primo del mese si può presentare anche la Dichiarazione annuale o Base: modelli e istruzioni dall'Agenzia delle Entrate.

                      Modelli IVA 2014
                      Modelli e istruzioni per la Dichiarazione e Comunicazione IVA 2014 in vista delle prime scadenze: è tutto disponibile online sul sito dell‘Agenzia delle Entrate a diposizione dei contribuenti che devono effettuare i relativi adempimenti mensili e annuali. Vediamo in questo articolo i link diretti ai modelli da scaricare, le istruzioni per l’invio entro i termini di scadenza e tutti i casi particolari in cui scattano le esenzioni dagli obblighi.

                      Comunicazione IVA
                      La Comunicazione annuale sui dati IVA – esclusivamente per via telematica, direttamente o tramite intermediario abilitato – si effettua entro il 28 febbraio. Devono presentarla di norma tutte le Partite IVA, ma sono esclusi: enti pubblici; soggetti sottoposti a procedure concorsuali; persone fisiche con volume di affari 2013 entro i 25mila euro;  contribuenti in regime dei minimi; chi presenta Dichiarazione in forma autonoma entro febbraio. Chi è chiamato alla trasmissione, deve compilare apposito modello predisposto dall’Agenzia delle Entrate seguendo le istruzioni pubblicate con provvedimento emesso il 15 gennaio 2014.

                      Scarica: Modello 2014 per la Comunicazione IVA
                      Una volta effettuata la comunicazione, entro 5 giorni l’Agenzia delle Entrate invia attestazione di avvenuto ricevimento (non è prevista la possibilità di rettifica o integrazione: i dati definitivi saranno poi inseriti nella Dichiarazione IVA annuale). In caso di mancata o incompleta comunicazione scatta una sanzione da 258 a 2.065 euro (articolo 11 Dlgs 471/97).

                      Dichiarazione IVA
                      Devono presentare la Dichiarazione annuale le Partite IVA che esercitano attività d’impresa, professionali o artistiche. L’obbligo riguarda sia i contribuenti tenuti alla presentazione in via autonoma sia coloro che la presentano in forma unificata (nel modello UNICO). La Dichiarazione IVA si presenta per via telematica, su Fisconline/Entratel o tramite intermediari abilitati, dal 1° febbraio fino al 30 settembre 2014. Per ritardi entro 90 giorni sono previste sanzioni (eventualmente ridotte se versare spontaneamente), dopodichè la Dichiarazione di considera omessa. In caso di errori, entro i termini si può presentare nuova dichiarazione barrando la casella “correttiva dei termini“, se sono scaduti (ravvedimento operoso) si presenta dichiarazione integrativa, “a favore” se c’è un credito d’imposta o in aumento.

                      IVA Base 2014  è invece il modello semplificato, utilizzabile in alternativa a quello ordinario, con gli stessi termini e modalità di tramissione:




                      Modello IVA Base 2014
                      Sono esonerati dalla Dichiarazione IVA 2014 , tra gli altri, i contribuenti in regime dei minimi, i produttori agricoli di cui all’articolo 34, comma 6, Dpr 633/1972, gli esercenti attività di organizzazione giochi, intrattenimenti e attività simili che non hanno optato per l’applicazione IVA nei modi ordinari e le imprese individuali che hanno dato in affitto l’unica azienda e non esercitano altre attività rilevanti IVA.

                      Sono inoltre esentati: residenti in altri stati UE se hanno effettuato solo operazioni non imponibili, esenti, non soggette o senza obbligo d’imposta; soggetti che hanno esercitato l’opzione per l’applicazione delle disposizioni in materia di attività di intrattenimento e di spettacolo, esonerati dagli adempimenti Iva per tutti i proventi conseguiti nell’esercizio di attività commerciali connesse agli scopi istituzionali (legge 398/1991); domiciliati o residenti fuori UE non identificati in ambito comunitario, identificati ai fini IVA nel territorio dello Stato per l’assolvimento degli adempimenti relativi ai servizi resi tramite mezzi elettronici a committenti, non soggetti passivi d’imposta, domiciliati o residenti in Italia o in altro Stato membro; contribuenti che nel 2013 hanno registrato esclusivamente operazioni esenti (articolo 10 del Dpr n. 633/1972); che si sono avvalsi della dispensa dagli obblighi di fatturazione e registrazione (articolo 36-bis del Dpr n. 633/1972) e hanno effettuato solo operazioni esenti.  esonero non si applica se il contribuente ha effettuato anche operazioni imponibili (pur riferite ad attività in contabilità separata), ha registrato operazioni intracomunitarie, eseguito rettifiche (articolo 19-bis2 del Dpr n. 633/1972), effettuato acquisti con imposta dovuta dal cessionario (es.: oro, argento puro, rottami).

                      Opzione Dichiarazione IVA autonoma


                      Società di capitali e soggetti Ires con periodo d’imposta non coincidente con l’anno solare e soggetti, diversi dalle persone fisiche, con periodo d’imposta chiuso in data anteriore al 31 dicembre 2013.
                      Società controllanti e controllate, che partecipano alla liquidazione IVA di gruppo, anche per periodi inferiori all’anno.
                      Soggetti risultanti da operazioni straordinarie o altre trasformazioni sostanziali soggettive (fusioni, trasformazioni ecc.), tenuti a comprendere nella propria dichiarazione annuale il modulo relativo alle operazioni dei soggetti fusi, incorporati, trasformati, qualora abbiano partecipato durante l’anno alla procedura della liquidazione IVA di gruppo.
                      Curatori fallimentari e commissari liquidatori, per le dichiarazioni presentate per conto dei soggetti falliti o sottoposti a procedura di liquidazione coatta amministrativa.
                      Soggetti non residenti che si avvalgono di un rappresentante fiscale tenuto a presentare la dichiarazione IVA per loro conto.
                      Soggetti non residenti identificati direttamente (articolo 35-ter Dpr n. 633/1972).
                      Particolari soggetti (per esempio, i venditori “porta a porta”), che normalmente non sono tenuti alla presentazione della dichiarazione dei redditi, a meno che non siano titolari di altri redditi per i quali sia previsto l’invio di UNICO.
                      I soggetti risultanti da operazioni straordinarie o da altre trasformazioni sostanziali soggettive, tenuti a presentare la dichiarazione annuale per conto dei soggetti estinti a seguito della operazione intervenuta (fusione, scissione, ecc.).
                      I soggetti che intendono utilizzare in compensazione o chiedere a rimborso il credito d’imposta risultante dalla dichiarazione annuale, o che presentano la dichiarazione entro il mese di febbraio al fine di poter usufruire dell’esonero dalla presentazione della comunicazione annuale dati IVA.

                      Per ridere un po' : perchè ai nostri lettori li coccoliamo in tutti i modi. Parola di Studio Commerciale Semeraro



                      http://oltreuomo.com/ministri-ideali-per-il-nuovo-governo-di-renzi/


                      Ministri ideali per il nuovo governo di Renzi
                      Siamo davvero convinti di volere Matteo Renzi premier? No, ma non importa, perché tanto nessuno ce l’ha chiesto. La sensazione è la stessa di quando, al ristorante, ti portano un piatto che non avevi ordinato. “Le lasagne le abbiamo finite. In sostituzione le portiamo dei maccheroni. Eccoli. Va bene?” Boh. Magari anche sì, ma chi ti ha detto di prendere questa iniziativa?

                      Comunque, ben conscio di essere uno dei siti preferiti del nuovo premier, l’Oltreuomo ha deciso di giocare la propria parte in questa fase così delicata. Ha quindi stilato una lista dei ministri che vorrebbe venissero nominati e di ciò che potrebbe accadere con loro al governo.

                      Barbara D’Urso, Ministro degli Esteri

                      Chiede la liberazione dei marò, ma il governo indiano rifiuta. La D’Urso allora si propone di trovare un capro espiatorio per risolvere la vicenda. Si tratta di Zio Michele, che ammette di aver ucciso i due pescatori indiani perché non gli partiva il trattore. I marò vengono liberati e lo Zio si trasferisce a Bombay, dove diventa una star della tv locale.
                      La D’Urso, in linea lo spirito rottamatore del premier, caccia tutti gli ambasciatori in servizio. Verranno sostituiti da ex concorrenti de La Talpa, anziane di Caserta che hanno appena compiuto 102 anni e Serena Garitta.


                      Enzo Miccio, Ministro della Giustizia

                      Preoccupato per la situazione delle carceri, Miccio procura ai detenuti degli abiti nuovi. Viene quindi introdotto il criterio del buon gusto come parametro per concedere permessi premio e sconti di pena.
                      Da una sua idea nascono le “Giornate della Moda di Rebibbia”, una serie di sfilate in cui le grandi firme della moda presentano le loro collezioni. Sono ammessi solo abiti a righe.


                      Roberto Giacobbo, Ministro dell’Economia

                      Fa uscire l’Italia dall’euro, riconoscendo la natura giudaico-massonica dell’Unione Europea. Tenta quindi di stipulare o un accordo economico con le forme di vita presenti su Marte. I primi contatti sono positivi. Successivamente i Marziani guardano su YouTube alcune vecchie puntate di Voyager e si ritirano dalla trattativa, ritenendo Giacobbo un interlocutore poco affidabile.
                      Spolpa le magre casse dello Stato per finanziare spedizioni di ricerca del Sacro Graal. Il tesoro, secondo Giacobbo, potrebbe ripianare il debito pubblico. Non verrà mai ritrovato.




                      Divino Otelma, Ministro della Salute

                      Il metodo “Stamina” viene finalmente dichiarato illegale. La motivazione non sono le evidenze scientifiche, ma la posizione di Mercurio rispetto al Sole. I pazienti delusi vengono presi in carico dal Servizio Sanitario Nazionale, i cui principi ispiratori si trovano ora nel Libro di Orion.
                      Infermieri e operatori sanitari sono sottoposti a intensivi corsi di aggiornamento a cura dello studio di consulenza del Divino. I medici invece, ritenuti inutili, vengono sacrificati sull’altare dell’Ordine Teurgico di Elios.


                      Papa Francesco, Ministro delle Telecomunicazioni

                      Passa le sue giornate chiuso in ufficio, chiamando e richiamando il servizio assistenza clienti di Fastweb affinché porti la banda larga gratuita in tutta Italia. Nel tempo libero chatta su Whatsapp o twitta battute sulle suore.
                      Mette a disposizione fondi statali per la creazione di applicazioni innovative. In particolare, AppOcalisse offre il countdown per la fine del mondo. AppOstasia permette di abiurare la propria religione con un semplice clic. Infine, AppArizione rivela il terzo segreto di Fatima.


                      Max Pezzali, Ministro dell’Istruzione

                      Riforma il sistema scolastico. Viene abolito l’insegnamento della filosofia, sostituita da corsi di esegesi dei testi dell’album La dura legge del gol! E’ istituita per decreto ministeriale la scuola di avviamento professionale per aspiranti regine del Celebrità.
                      Il DAMS è abolito. Le professioni artistiche possono essere svolte solo dai pochi studenti ammessi ogni anno in un apposito polo di eccellenza ideato da Pezzali. L’istituto ha sede in una vecchia sala giochi di Pavia ed è gestito da Mauro Repetto, che insegna danza, recitazione, economia gestionale dei parchi di divertimento.


                      Andrea Diprè, Ministro dei Beni Culturali

                      Diprè dismette le collezioni di tutti i musei nazionali. Al posto delle vecchie croste di Raffaello vengono esposte gigantografie dei pompini di celebri pornostar. Agli Uffizi trova finalmente una sede stabile la “Collezione Sattoh” di Osvaldo Paniccia.
                      La strategia di Diprè solleva molte critiche, anche a livello internazionale. Il viceministro dei Beni Culturali, Giuseppe Simone, si reca quindi a New York e, all’assemblea generale dell’ONU, interviene con un discorso che fa scalpore. L’intervento esalta la bellezza e la femminilità, la stampa ne è colpita. Le idee di Diprè sono finalmente sdoganate nel mondo e Simone diventa un’icona del movimento femminista.

                      20 buoni motivi per fidarsi di Renzi


                      Lo trascriviamo non per presa di posizione pro Renzi, ma per auspicio : Speriamo segni la svolta per il nostro Paese, per la nostra Terra!
                      Perchè se va bene va bene a tutti, se va male va male a tutti!

                      E’ accaduto. Le previsioni che galleggiavano tra le reti televisive, i giornale e i blog si sono rivelate veritiere. Matteo Renzi è ormai ufficialmente presidente del consiglio. Nonostante la sua caratura politica, c’è chi è ancora sospettoso nei confronti del sindaco di Firenze. Ma per combattere tutti gli scettici ecco dei buoni motivi per fidarsi del bischero toscano.
                      Maremma Maiala!



                      1. Perché è giovane
                      2. Perché mette di buon umore come un personaggio di un film di Pieraccioni
                      3. Perché va in giro in bicicletta come Pieraccioni
                      4. Perché promulgherà un sacco di hashtag
                      5. Perché è giovane
                      6. Perché è il rottamatore dei vecchi politici, tipo Letta
                      7. Perché dialoga con la nuova politica, tipo Berlusconi
                      8. Perché se lo dice Napolitano io mi fido
                      9. Perché è giovane
                      10. Perché ha fatto finalmente una nuova legge elettorale
                      11. Perché la nuova legge elettorale è così innovativa che non necessita del voto
                      12. Perché le sue donne di fiducia sono delle fighe atomiche
                      13. Perché è stato regolarmente eletto da tutti gli italiani che hanno votato Renzi alle primarie del PD
                      14. Perché è giovane
                      15. Perché è uno che lavora di squadra ma anche di stecca
                      16. Perché i nei alla Vespa che gli ricoprono la faccia sono tenerissimi
                      17. Perché farà vincere lo scudo alla Fiorentina
                      18. Perché se sta sui coglioni a D’Alema qualcosa di buono deve avercelo di sicuro
                      19. Perché se si fida Alfano dobbiamo fidarci tutti
                      20. Infine perché è giovane, un giovane vecchio ma pur sempre giovane

                      Vendita di farmaci senza prescrizione medica presso esercizi commerciali: i chiarimenti del MiSE


                      Il titolare dell'esercizio commerciale, nel quale viene inserito il reparto per la vendita dei farmaci in oggetto, non deve essere necessariamente un farmacista e può affidare a un altro soggetto la gestione del reparto stesso. Quest'ultimo è tenuto all'iscrizione nel Registro delle Imprese
                      Il Ministero dello Sviluppo Economico, con Risoluzione n. 6456 del 15 gennaio 2014 risponde a un quesito in merito alla vendita di farmaci non soggetta a prescrizione medica.

                      Il quesito
                      Nello specifico una Provincia fa presente di aver ricevuto da parte di una società, una comunicazione per la vendita al pubblico di farmaci da banco non soggetti a prescrizione medica presso gli esercizi commerciali di cui all’articolo 4, comma 1, lettere d), e) e f) del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 114, il cui titolo autorizzatorio è però intestato a un soggetto diverso da quello indicato nella comunicazione stessa, ovvero il titolare dell'esercizio commerciale.

                      Chiede, dunque:
                      di chiarire se, ferma la necessaria presenza di farmacisti impiegati, il soggetto abilitato a presentare la comunicazione di vendita al pubblico dei farmaci da banco non soggetti a prescrizione medica debba necessariamente coincidere con il titolare dell'esercizio commerciale o possa essere anche un soggetto diverso da quest'ultimo.
                      nell'eventualità che altro soggetto possa presentare tale comunicazione chiede come lo stesso potrebbe tenere l'iscrizione al registro delle imprese senza titolo autorizzatorio per la vendita al dettaglio e soprattutto come potranno essere accertati i requisiti morali all'accesso e all'esercizio delle attività commerciali, di cui all'art.61,D.Lgs. 59/2010.

                      Disposizioni finali
                      Il Ministero conferma che l'inizio dell'attività di vendita dei farmaci in oggetto in esercizi commerciali diversi dalle farmacie è soggetta a una preventiva comunicazione al ministero della salute, alla regione e al comune in cui ha sede l'esercizio.

                      Il titolare dell'esercizio commerciale, nel quale viene inserito il reparto per la vendita dei farmaci in discorso, non deve essere necessariamente un farmacista. Inoltre è ammissibile che il titolare dell'autorizzazione commerciale affidi a un altro soggetto la gestione del reparto per la vendita dei farmaci (circostanza da indicare nella comunicazione).

                      Iscrizione al registro delle imprese - l'affidamento in gestione di un reparto sfugge alle previsioni dell'art.2556 del c.c. che prevede l'iscrizione nel registro delle imprese "dei contratti che hanno per oggetto il trasferimento della proprietà o di godimento dell'azienda" ed impone ad essi la forma dell'atto pubblico o della scrittura privata autenticata.

                      Solo in caso di cessione di ramo d'azienda ( trasferimento di un reparto commerciale ad altro soggetto che lo gestisca autonomamente anche da un punto di vista fiscale), sorge l'obbligo del rispetto dell'art.2556 c.c con l'obbligo di contratto formale e deposito al Registo dell Imprese per l'iscrizione.

                      Il Ministero rileva, comunque, che nel caso in cui un soggetto prenda in affido un reparto di un esercizio commerciale, lo stesso svolge comunque un 'attività economica e quindi è obbligato all'iscrizione nel Registro delle Imprese

                       Requisiti per accesso all'esercizio delle attività commerciali - il soggetto interessato deve rispettare i requisiti di onorabilità prescritti nel caso della sola vendita al dettaglio di prodotti appartenenti al settore merceologico non alimentare (Dlgs 59/2010, art.71, co.1)

                      Il 28 febbraio 2014 si presenta la Comunicazione dei dati IVA del 2013

                      Il 28 Febbraio c.m. è l'ultimo giorno utile per la trasmissione telematica diretta, ovvero per la presentazione ad un intermediario abilitato, della comunicazione dei dati IVA relativi al 2013.

                      Modalità di esecuzione
                      Il modello di comunicazione annuale IVA deve essere presentato esclusivamente in via telematica, entro il mese di febbraio di ciascun anno. La presentazione può avvenire direttamente a cura del contribuente o tramite intermediari abilitati.

                      L'obbligo di presentare la comunicazione annuale dati IVA riguarda tutti i titolari di partita IVA, anche se nell'anno non hanno effettuato operazioni imponibili, oppure non sono tenuti a effettuare le liquidazioni periodiche.

                      Sono invece esclusi dall'adempimento:

                      • i contribuenti che presentano la dichiarazione Iva, in forma autonoma, entro il mese di febbraio;
                      • i contribuenti che per l'anno cui si riferisce la comunicazione sono esonerati dalla presentazione della dichiarazione annuale IVA (ad esempio gli imprenditori individuali che hanno affittato l'unica azienda)
                      • gli organi e le amministrazioni dello Stato, i comuni, i consorzi tra enti locali, le associazioni e gli enti gestori di demani collettivi, le comunità montane, le province e le regioni, gli enti pubblici che svolgono funzioni statali, previdenziali, assistenziali e sanitarie, comprese le aziende sanitarie locali;
                      • i soggetti sottoposti a procedure concorsuali;
                      • le persone fisiche che hanno realizzato nell'anno d'imposta cui si riferisce la comunicazione un volume di affari uguale o inferiore a 25.000 euro anche se tenuti a presentare la dichiarazione annuale;
                      • le persone fisiche che si avvalgono del regime riservato ai contribuenti minimi.



                      Nel modello il contribuente deve riportare l'indicazione complessiva del risultato delle liquidazioni periodiche (oppure il dato annuale per i contribuenti non tenuti a quest'ultimo adempimento) per determinare l'IVA dovuta o a credito.

                      Non vanno indicati invece:


                      1. le eventuali operazioni di rettifica e conguaglio (per esempio, il calcolo definitivo del pro rata), oltre a altri dati sintetici relativi alle operazioni effettuate nel periodo;
                      2. le compensazioni effettuate nell'anno d'imposta;
                      3. il riporto del credito Iva relativo all'anno precedente;
                      4. i rimborsi infrannuali richiesti nonché la parte del credito Iva relativo all'anno d'imposta che il contribuente intende richiedere a rimborso.

                      Questi dati, infatti, rilevanti per la definitiva liquidazione dell'imposta, devono essere indicati esclusivamente nella dichiarazione annuale IVA.

                      Riepilogate le novità contenute nel modello CUD 2014

                      CUD 2014. Il punto di Assonime


                      Con l’avvicinarsi dell’imminente scadenza del 28 febbraio 2014 per il rilascio del modello CUD 2014 - approvato dall’Agenzia delle Entrate con il provvedimento n. 5131 del 15 gennaio 2014 – Assonime (circolare n. 4/2014) ha fornito un attento riepilogo delle novità più rilevanti rispetto allo scorso anno. La prima modifica che salta immediatamente all’occhio è la grafica; da quest’anno infatti le istruzioni per la compilazione sono dotate di una copertina che funge da “indice” per gli argomenti, al fine di rendere più agevole la loro individuazione all’interno delle istruzioni e facilitare i sostituti d’imposta nella compilazione dei campi. Le principali modifiche, sottolinea la circolare, sono state determinate dalla mutata disciplina delle detrazioni per le ONLUS e per i partiti e i movimenti politici, nonché dalla ridefinizione delle modalità di fruizione del regime agevolato per la tassazione degli importi corrisposti a titolo di incremento della produttività. Illustriamone le novità principali.

                      Parte A
                      Dati generali

                       L’unica modifica presente nella Parte A “Dati generali” del modello CUD 2014 riguarda il campo 11 “Eventi eccezionali”. In tale campo, infatti, è stato inserito il codice 2 riferito agli alluvionati della Sardegna, mentre il codice 7 è diventato codice 4. Con il codice 3, invece, si segnala la proroga, fino al 31 dicembre 2013, della sospensione dei versamenti tributari in favore dei contribuenti, residenti alla data del 12 febbraio 2011 nel comune di Lampedusa e Linosa, interessati dall’emergenza umanitaria legata all’afflusso di migranti dal Nord Africa.

                      Parte B
                      Dati fiscali

                       Le maggiori novità contenute nel modello CUD 2014 si riscontrano nella Parte B (“Dati fiscali”) per effetto dei diversi provvedimenti normativi succedutisi nel corso del 2013 che hanno inciso sulla determinazione del reddito imponibile. In particolare, nel campo 102 “Detrazioni per carichi di famiglia”, qualora il rapporto di lavoro abbia avuto una durata inferiore all’anno solare, il sostituto calcola la riduzione in relazione al periodo di lavoro, a meno che il sostituto – ricorrendone i presupposti – non abbia chiesto di poterne usufruire per tutto il periodo di imposta. Le detrazioni vanno indicate nelle Annotazioni con il codice AC (di nuova istituzione), se riproporzionate. Mentre nei campi da 120 a 127 vanno riportati i dati relativi alla previdenza complementare che, da quest’anno, sono stati ampliati per consentire di riportare informazioni aggiuntive che consentono ai dipendenti i cui dati previdenziali siano riportati in più CUD non conguagliati di evitare di commentare errori nella compilazione della dichiarazione dei redditi. Particolare attenzione viene riservata anche alle erogazioni liberali a favore delle Onlus e dei partiti e movimenti politici, che godono di una maggiore detrazione di imposta (24% in luogo del 19%). È presente anche un nuovo sconto d’imposta del 19% riguardante le somme corrisposte al Fondo per l’ammortamento di titolo di Stato. Con riferimento ai campi che vanno da 251 a 255, occorre indicare gli importi relativi alle componenti accessorie alla retribuzione corrisposti per l’incremento della produttività del lavoro che fruiscono del regime agevolato. Da quest’anno, come precisato in premessa, vi è la possibilità peri contribuenti (lavoratori con redditi fino a 40.000 euro annui nel 2013) di poter optare tra l’imposta sostitutiva del 10% e la tassazione ordinaria.