Il Contratto unico? Meglio l’apprendistato
Nell’agenda del governo, la questione campeggia alla pagina del mese di marzo, sotto il titolo impegnativo di "Jobs Act". La riforma del lavoro che il nuovo governo si appresterebbe a varare ha al centro un nuovo contratto unico di inserimento. Ancora da precisare in molti dettagli decisivi, ma con alcuni caratteri già definiti: rivolto ai giovani, a tempo indeterminato, con la possibilità però di interrompere il rapporto nei primi tre anni. In pratica, verrebbe sospesa l’applicazione dell’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori. Il lavoratore licenziato, oltre a ricevere un indennizzo economico, verrebbe affidato a una rete di servizi di ricollocamento verso un nuovo impiego, attivata anche grazie al contemporaneo ripensamento degli ammortizzatori sociali. Ma è davvero necessario introdurre un nuovo contratto di ingresso per i giovani dopo appena un anno dalla eliminazione, da parte della riforma Fornero, dei contratti di inserimento della legge Biagi? Non esiste già u...