giovedì 25 dicembre 2014

Buon Natale a chi........

A chi ama dormire ma si sveglia sempre di buon umore,
a chi saluta ancora con un bacio,
a chi lavora molto e si diverte di più,
a chi ha l'entusiasmo di un bambino e i pensieri di un uomo,
a chi va in fretta in auto ma non suona ai semafori,
a chi arriva in ritardo ma non cerca scuse,
a chi spegne la televisione per fare due chiacchiere,
a chi è felice il doppio quando fa la metà,
a chi si alza presto per aiutare un amico,
a chi vede nero solo quando è buio,
a chi non aspetta il Natale per essere migliore...

a chi vive la sua giornata come una guerra
a chi gira la faccia quando incontra uno di colore
a chi lavora solo per denaro
a chi non sa cosa sia la pazienza
a chi è sempre puntuale ma gli altri no!
A chi mangia in silenzio per ascoltare il tg
a chi non è mai contento di quello che fa
a chi aiuta un amico con parcella scontata
a chi e triste con i suoi desideri da bambino
a chi sogna e rimpiange solo gli anni passati
a chi fa di tutto per non vivere il Natale...

Studio Commerciale Semeraro
Cosenza, Via Dei Mille 14

venerdì 19 dicembre 2014

EVVIVA EVVIVA QUESTA BEFANA

In arrivo il 6 gennaio 2015 i bandi di Horizon 2020 Fast Track to Innovation

 Sostegno alle start-up innovative (Smart&Start): da febbraio 2015 la presentazione delle domande

 Investimenti delle imprese in ricerca e sviluppo: pubblicato il Quadro di Valutazione UE 2014

L’UE lancia un piano di investimenti di 315 miliardi di euro per rilanciare la crescita e l’occupazione

martedì 16 dicembre 2014

RICORDIAMO UN POCHINO DI TRADIZIONI CULINARIE CALABRESI

. "A pitta 'mpigliata" e un tipico dolce Calabrese che si usa maggiormente sotto le feste Natalizie,  e il suo nome deriva appunto da "pitta" sarebbe una ciabella di pasta sfoglia e "'mpigliata" la pasta sfoglia avvolta su se stessa. Un dolce legato maggiormente al territorio di Cosenza e proprio in questo territorio a San Giovanni in fiore che nel 1728 venne sancito un contratto di matrimonio tra i coniugi Giaquinta dello stesso paese che vollero dare in sposa la propria figlia al benestante Battista Caligiuro, che a fine pranzo sara' proprio la famiglia di quest'ultimo ad addolcire la bocca degli invitati con appunto "a pitta 'mpigliata", un dolce molto ricco e raffinato, come tutta la cucina calabrese. Si tratta di un dolce rotondo di circa una ventina di centimetri di diametro e del peso di 200-300 gr. un filone di pane fatto di pasta dolce dove viene riempito con frutta secca, noci, mandorle, pinoli, uvetta e fichi secchi, insomma un dolce dove richiede tanta passione ma soprattutto tanta maestria. A differenza della pitta 'mpigliata, ma non tanto abbiamo la "pitta 'nchiusa", che si produce principalmente nel Crotonese, con gli stessi ingredienti ma con differente forma, infatti la pitta 'nchiusa, prende la forma di una chiocciola.


Foto: RICORDIAMO UN POCHINO DI TRADIZIONI CULINARIE CALABRESI 

 "A pitta 'mpigliata" e un tipico dolce Calabrese che si usa maggiormente sotto le feste Natalizie,  e il suo nome deriva appunto da "pitta" sarebbe una ciabella di pasta sfoglia e "'mpigliata" la pasta sfoglia avvolta su se stessa. 

Un dolce legato maggiormente al territorio di Cosenza e proprio in questo territorio a San Giovanni in fiore che nel 1728 venne sancito un contratto di matrimonio tra i coniugi Giaquinta dello stesso paese che vollero dare in sposa la propria figlia al benestante Battista Caligiuro, che a fine pranzo sara' proprio la famiglia di quest'ultimo ad addolcire la bocca degli invitati con appunto "a pitta 'mpigliata", un dolce molto ricco e raffinato, come tutta la cucina calabrese. Si tratta di un dolce rotondo di circa una ventina di centimetri di diametro e del peso di 200-300 gr. un filone di pane fatto di pasta dolce dove viene riempito con frutta secca, noci, mandorle, pinoli, uvetta e fichi secchi, insomma un dolce dove richiede tanta passione ma soprattutto tanta maestria. A differenza della pitta 'mpigliata, ma non tanto abbiamo la "pitta 'nchiusa", che si produce principalmente nel Crotonese, con gli stessi ingredienti ma con differente forma, infatti la pitta 'nchiusa, prende la forma di una chiocciola.

INGREDIENTI PER LA PASTA:

500 gr. di farina 00
80 gr. di olio di oliva
2 uova
1/2 bustina di lievito di birra in polvere
sale q.b.
1 bicchiere di  Rosolio di agrumi o di liquori misti, mandarinetto, sambuca, vermouth, grappa paesanella oppure vino bianco.
1 cucchiaino di chiodi di garofano in polvere 
2 cucchiaini di cannella in polvere.
PER IL RIPIENO: 

 100 gr. di miele d'arancio o millefiori.
350 gr. di noci a piacere, vanno bene anche i pinoli o mandorle.
150 gr. di uva passa.
PREPARAZIONE: 

Mettere tutto il ripieno in una terrina, miele compreso, rinvenire l'uva passa con dell'acqua tiepida e sminuzzare la frutta secca e mescolare. Prendere un pentolino abbastanza profondo per scaldare  il rosolio o il misto di liquori ed emulsionare dell'olio d'oliva, e quando il tutto sara' tiepido aggiungere il lievito di birra sbriciolato. Versare la farina facendola cascare a pioggia leggera, preparando un'impasto e amalgamando: le uova, lo zucchero, la cannella, i chiodi di garofano, un pizzico di sale e un po' alla volta il mix di liquori e l'olio prima realizzato. Una volta creato il composto dividerlo in due parti uguali e tirarlo in due sfoglie di spessore medio, dove una la mettiamo da parte su di un tovagliolo infarinato e andiamo a lavorare sull'altra. Farciamola con il ripieno di frutta secca e miele, arrotondiamola su se stessa e tagliamola a rondelle, questo uno dei modi piu' semplici per confezionare il dolce. Andiamo poi a sistemare in una tortiera oleata l'altra sfoglia unta e zuccherata in superficie, poniamo sopra le rondelle di pasta farcita e ripieghiamo il bordo verso l'interno, facciamo riposare la pitta per almeno otto ore in un luogo abbastanza tiepido e coperta con un tovagliolo. Mettere in forno a far cuocere per circa 1 ora e mezza a 160-180°C, coprendo la parte superiore se tende a scurire, ed ecco cosi' pronta la nostra "Pitta 'Mpigliata".

INGREDIENTI PER LA PASTA:

500 gr. di farina 00
80 gr. di olio di oliva
2 uova
1/2 bustina di lievito di birra in polvere
sale q.b.
1 bicchiere di  Rosolio di agrumi o di liquori misti, mandarinetto, sambuca, vermouth, grappa paesanella oppure vino bianco.
1 cucchiaino di chiodi di garofano in polvere
2 cucchiaini di cannella in polvere.
PER IL RIPIENO:

 100 gr. di miele d'arancio o millefiori.
350 gr. di noci a piacere, vanno bene anche i pinoli o mandorle.
150 gr. di uva passa.
PREPARAZIONE:


Mettere tutto il ripieno in una terrina, miele compreso, rinvenire l'uva passa con dell'acqua tiepida e sminuzzare la frutta secca e mescolare. Prendere un pentolino abbastanza profondo per scaldare  il rosolio o il misto di liquori ed emulsionare dell'olio d'oliva, e quando il tutto sara' tiepido aggiungere il lievito di birra sbriciolato. Versare la farina facendola cascare a pioggia leggera, preparando un'impasto e amalgamando: le uova, lo zucchero, la cannella, i chiodi di garofano, un pizzico di sale e un po' alla volta il mix di liquori e l'olio prima realizzato. Una volta creato il composto dividerlo in due parti uguali e tirarlo in due sfoglie di spessore medio, dove una la mettiamo da parte su di un tovagliolo infarinato e andiamo a lavorare sull'altra. Farciamola con il ripieno di frutta secca e miele, arrotondiamola su se stessa e tagliamola a rondelle, questo uno dei modi piu' semplici per confezionare il dolce. Andiamo poi a sistemare in una tortiera oleata l'altra sfoglia unta e zuccherata in superficie, poniamo sopra le rondelle di pasta farcita e ripieghiamo il bordo verso l'interno, facciamo riposare la pitta per almeno otto ore in un luogo abbastanza tiepido e coperta con un tovagliolo. Mettere in forno a far cuocere per circa 1 ora e mezza a 160-180°C, coprendo la parte superiore se tende a scurire, ed ecco cosi' pronta la nostra "Pitta 'Mpigliata".

.... Come direbbe Totò....... "Ed io pago!!!!!"


Foto: Specialmente oggi.....nella TAX DAY, in cui milioni di italiani vedranno i propri risparmi ingrassare le già ricche tasche dello Stato, .....questi sprechi sono assolutamente  inaccettabili!

Specialmente oggi.....nella TAX DAY, in cui milioni di italiani vedranno i propri risparmi ingrassare le già ricche tasche dello Stato, .....questi sprechi sono assolutamente inaccettabili!

lunedì 15 dicembre 2014

Domani è il "Tax Day" di fine anno da 44 miliardi. La guida alle scadenze


 Entro domani martedì 16 dicembre gli italiani sono chiamati a versare al fisco ben 44 miliardi di euro. Il 16 dicembre segna, infatti, la chiamata di fine anno: i cittadini dovranno versare il saldo 2014 di TASI e IMU. Lo indica l'ufficio studi della Cgia, che ha stimato il gettito che ciascuna scadenza assicurerà al fisco o ai Comuni italiani. Vediamo in dettaglio la suddivisione delle scadenze e quelle restanti fino al 31 dicembre.

NUMERI - Il versamento dell'Iva garantirà l'importo più cospicuo, pari a 16 miliardi di euro; dalle ritenute Irpef dei lavoratori dipendenti l'Erario incasserà altri 12 miliardi, mentre l'ultima rata dell'Imu, che in grandissima parte affluirà nelle casse dei sindaci, costerà agli italiani ben 10,6 miliardi di euro. La Tasi, che in questa speciale graduatoria è presente per la prima volta solo da quest'anno, consentirà ai Comuni di incassare 2,3 miliardi. Dalla Tari, vale a dire il nuovo tributo sull'asporto rifiuti, l'ultima rata di quest'anno assicurerà un gettito di quasi 1,9 miliardi, mentre dal versamento dell'Irpef dei lavoratori autonomi arriverà 1 miliardo.
Infine, dall'imposta sostitutiva sulla rivalutazione del Tfr e dalle ritenute sui bonifici per le detrazioni Irpef, l'Erario incasserà rispettivamente 231 e 72 milioni di euro.

PIOGGIA DI SCADENZE - "Il 16 dicembre – segnala il segretario della CGIA Giuseppe Bortolussi – è tradizionalmente una scadenza fiscale da far tremare i polsi: tra il versamento dell’Iva, delle ritenute Irpef relative ai lavoratori dipendenti, dell’Imu, della Tasi, delle ritenute Irpef degli autonomi, dell’imposta sostitutiva legata alla rivalutazione del Tfr, delle ritenute sui bonifici riconducibili alle detrazioni Irpef e, in moltissime località, anche dell’ultima rata della Tari, l’Erario e i Comuni fanno cassa a scapito della tenuta dei bilanci delle famiglie e delle imprese".
"Una pioggia di scadenze – prosegue Bortolussi – che potrebbe mettere in seria difficoltà molte famiglie e altrettante piccole imprese a causa della cronica mancanza di liquidità. Un periodo, quello di fine d’anno, molto delicato soprattutto per le aziende: oltre all’impegno con il fisco, in questi giorni devono corrispondere anche le tredicesime ai propri dipendenti. E con il perdurare della crisi, questo impegno economico rischia di diventare per molti imprenditori un vero e proprio stress test".

PRESSIONE FISCALE OLTRE IL 43% - La Cgia ricorda che  nel 2014 la pressione fiscale in Italia è prevista al 43,3%. Un livello tra i più elevati d'Europa. "Ma la pressione fiscale reale - conclude Bortolussi - vale a dire quella che grava sui contribuenti onesti, che si misura togliendo dal Pil nominale il 'peso' dell'economia non osservata, si colloca appena sotto il 50% attestandosi, secondo una nostra stima, al 49,5%: oltre 6 punti percentuali in più del dato ufficiale". La Cgia è giunta a questo risultato ricordando che il nostro Pil nazionale, include anche la cifra imputabile all'economia sommersa prodotta dalle attività irregolari che, non essendo conosciute al fisco, non pagano nè tasse nè contributi. Secondo l'Istat, l'economia non osservata - che ora include anche il valore aggiunto "prodotto" dal contrabbando di sigarette, dalla prostituzione e dal traffico di stupefacenti - si aggira attorno ai 200 miliardi di euro all'anno.

29 DICEMBRE: LE PARTITE IVA - E' la scadenza per il popolo delle partite Iva: sono dunque interessati imprenditori, professionisti e artigiani. I titolari di partita Iva dovranno calcolare e versare l’acconto sul saldo dovuto per l’anno 2014. Sono dunque interessati imprenditori, professionisti, artigiani i quali dovranno di regola versare una somma pari all’88% dell’anno precedente. In alternativa, se ritenuto più conveniente, si può procedere a calcoli alternativi che consentono di valutare se le somme da pagare risultano inferiori al metodo storico. Il primo metodo è il cosiddetto previsionale, ovvero considerando la stima delle operazioni che si prevede di effettuare entro il 31 dicembre dell’anno. L’altra ipotesi è quello che consente di effettuare il calcolo analitico dell’imposta dovuta in relazione alle operazioni attive e passive fino al 20 dicembre.

Portati Via ♥ღ¸.•°*♥ Mina





Iniziamo in musica questa settimana ☼♫ ♫ ♫ ♫ ♫☼ ☼



Studio Commerciale Semeraro

mercoledì 10 dicembre 2014

REGIONE CALABRIA. SOSTEGNO ALL’IMPRENDITORIA GIOVANILE

La Regione Calabria ha pubblicato un bando per il finanziamento di nuove iniziative imprenditoriali promosse da Giovani.

I soggetti ammessi alle agevolazioni sono le micro e piccole imprese “giovanili” di “nuova costituzione”, che intendono realizzare Piani di Sviluppo Aziendale nell’ambito di proprie unità produttive ubicate nel territorio della Regione Calabria.

L’ammontare complessivo delle risorse destinate al finanziamento del presente Avviso è pari a euro 4.000.000,00. La Regione sostiene la nascita di nuove imprese costituite da giovani, attraverso Piani di Sviluppo Aziendale che possono essere:

- Piano di Investimenti Produttivi (ad es. opere murarie, macchinari, impianti ed attrezzature);

- Piano Integrato di Servizi Reali (ad es. consulenze specialistiche, conseguimento di certificazioni e/o attestazioni di conformità rilasciate da organismi accreditati, servizi relativi all’internazionalizzazione).

Gli aiuti previsti sono riconosciuti nella forma di contributo in conto capitale, a copertura delle spese agevolabili per la realizzazione del Piano. In particolare, la misura massima d’aiuto concedibile corrisponde:

- al 70% per le spese ammissibili sostenute per la realizzazione del Piano di Investimenti Produttivi ;

- al 50% per le spese ammissibili sostenute per la realizzazione del Piano Integrato dei Servizi Reali, e comunque fino a un massimo di 20.000 euro.

Gli investimenti possono avere una spesa ammissibile non inferiore a 50.000 euro e non superiore a 150.000 euro.

Gli interessati potranno presentare Domanda di Agevolazione entro il 5 Gennaio 2015

Foto: La Regione Calabria ha pubblicato un bando per il finanziamento di nuove iniziative imprenditoriali promosse da Giovani.
I soggetti ammessi alle agevolazioni sono le micro e piccole imprese “giovanili” di “nuova costituzione”, che intendono realizzare Piani di Sviluppo Aziendale nell’ambito di proprie unità produttive ubicate nel territorio della Regione Calabria.

L’ammontare complessivo delle risorse destinate al finanziamento del presente Avviso è pari a euro 4.000.000,00. La Regione sostiene la nascita di nuove imprese costituite da giovani, attraverso Piani di Sviluppo Aziendale che possono essere:

- Piano di Investimenti Produttivi (ad es. opere murarie, macchinari, impianti ed attrezzature);
- Piano Integrato di Servizi Reali (ad es. consulenze specialistiche, conseguimento di certificazioni e/o attestazioni di conformità rilasciate da organismi accreditati, servizi relativi all’internazionalizzazione).

Gli aiuti previsti sono riconosciuti nella forma di contributo in conto capitale, a copertura delle spese agevolabili per la realizzazione del Piano. In particolare, la misura massima d’aiuto concedibile corrisponde:
- al 70% per le spese ammissibili sostenute per la realizzazione del Piano di Investimenti Produttivi ;
- al 50% per le spese ammissibili sostenute per la realizzazione del Piano Integrato dei Servizi Reali, e comunque fino a un massimo di 20.000 euro.

Gli investimenti possono avere una spesa ammissibile non inferiore a 50.000 euro e non superiore a 150.000 euro.
Gli interessati potranno presentare Domanda di Agevolazione entro il 5 Gennaio 2015

martedì 9 dicembre 2014

Il nostro augurio per una bella serata



STUDIO COMMERCIALE SEMERARO

IMU/TASI… BOTTI DI NATALE A cura di Antonio Gigliotti


Cari amici,
le feste si avvicinano e, come tradizione insegna, ci si accinge a preparare l’albero o il presepe.

Non so cosa porteranno in dote i Re Magi quest’anno, certamente né incenso né oro né mirra. Ma sappiamo cosa ci han portato in questi anni i vari governi e politicanti di ultimo grido.

Avremo certamente un Natale coi botti che inizieranno già il 16 dicembre in occasione del pagamento del saldo dell’accoppiata (poco vincente) di IMU/TASI.

Le cose stanno così e a noi non resta che darci pena ascoltando irritati i vari talk show nei quali sfilano politici e governanti che, divenuti esperti di diritto ed economia, ci ripetono la solita manfrina delle tasse ridotte e degli ottanta euro in busta paga. Per fortuna (o purtroppo) ci sono i numeri a parlare e ci dicono che gli ottanta euro non sono serviti a niente e le tasse non sono state ridotte: anzi, ciò che si è contratto è il trend dei consumi. Per quel che concerne le tasse, invece, più che di riduzione siamo stati al cospetto di un evidente aumento ad esempio per quel che concerne le tasse sulla casa, che sono passate dai 10 miliardi della vecchia ICI a circa 25 miliardi della nuova TASI/IMU.

A ciò va ad aggiungersi l’ormai palese caos che ha contribuito ad acuire lo sconforto di contribuenti e professionisti. Pensavamo di aver toccato il fondo con le file interminabili in occasione della vecchia IMU, ma la combinata IMU/TASI con una denominazione che doveva essere IUC, salvo poi scoprire che di unico c’era solo il nome e son diventate tre (TASI, IMU E TARI), ha superato ogni grado di indecenza: centinaia di delibere ognuna diversa dall’altra, con migliaia e migliaia di esenzioni, detrazioni e aliquote diverse da fare incazzare anche i monaci buddisti, famosi per la loro “calma”.

E non finisce qui, perché ora ci dicono che per il 2015 ci aspetta la Tassa locale, che dovrebbe assorbire la Tasi e l’IMU. Il problema non è più soltanto il livello di tassazione, quanto l’assoluta mancanza di una programmazione. Si parla di semplificazione e ti accorgi che nulla va in quella direzione. Si vive alla giornata… servono soldi e allora che si fa? Si tagliano i fondi ai comuni, i quali a loro volta aumentano le tasse locali. E per il 2015, dopo che gli enti locali hanno saputo dei vari tagli, ahimè, hanno già anticipato l’aumento delle tasse locali, a prescindere del nome che avranno.

Che dire infine della questione Imu sui terreni montani? Servivano 350 milioni e cosa han fatto? Hanno ridotto i comuni montani esentati dall’Imu e con il provvedimento del mese di aprile del 2014 (D.L. 66/2014) hanno resuscitato una norma inattuata del 2012 prevedendo di recuperare dai terreni agricoli i 350 milioni. Purtroppo però non v’è stato il tempo di emettere il decreto attuativo entro il 22 settembre (TROPPO IMPEGNATI, POVERINI!), quindi in spregio alle più elementari regole di rispetto in uno Stato democratico, a pochi giorni dalla scadenza del 16 dicembre viene emesso con effetto retroattivo un comunicato stampa nel quale viene anticipata la bozza di decreto che individua i criteri per individuare i comuni esclusi e quelli da assoggettare a IMU. Visti i tempi stretti, ci si è precipitati a calcolare la nuova imposta a carico di contribuenti che non avevamo mai pagato, ma l’ennesimo coro di proteste ha fatto sì che venisse annunciata una proroga disposta per il 26 gennaio 2015. A cosa serve una proroga al 26 gennaio?

Siamo oramai allo sbando completo… Che triste Natale! Da una parte gente con seri problemi, che ha perso il lavoro, imprese che chiudono, professionisti oramai privi di certezze su cui lavorare, e dall’altra invece il magna magna… Che nonostante tutto è sempre più presente e ciò che è accaduto in questi giorni a Roma ne è un esempio.
Fin qui i fatti, tutto il resto è solo fumo che si continua a vendere… Ma temo che il vaso stia per traboccare…

Purtroppo però, come sosteneva l’intellettuale statunitense Henry Adams, “la politica pratica consiste nell'ignorare i fatti”, e i nostri governanti lo stanno amaramente dimostrando.

"Ciao #Mango salutaci le stelle". Sui social il cordoglio dei Vip -

http://www.rainews.it/dl/rainews/media/Il-cordoglio-dei-Vip-su-Twitter-per-Mango-7d4e13ff-9d9c-457c-9247-2558fa2d166b.html

venerdì 5 dicembre 2014

Buttiamola a ridere che è meglio


Possibile procedere alla presentazione tardiva di UNICO 2014 entro il 29 dicembre 2014


Entro 90 giorni dalla scadenza del termine ordinario è possibile procedere alla presentazione tardiva della dichiarazione dei redditi, della dichiarazione IVA, della dichiarazione IRAP, nonché del Mod. 770/semplificato od ordinario, beneficiando della riduzione delle sanzioni prevista dalla normativa sul ravvedimento operoso (art. 13, 1° comma, lett. c) del D.Lgs. n. 472/1997)


Entro e non oltre il prossimo 29 dicembre 2014 i contribuenti potranno sanare le violazioni relative alla mancata presentazione di UNICO 2014, decorso tale termine la dichiarazione è considerata omessa e, se presentata, costituisce titolo per la riscossione delle imposte in essa liquidate.
Si ricorda inoltre che, superati i 90 giorni dalla scadenza del termine ordinario di presentazione ed entro il termine di presentazione di Unico 2015 (30 settembre 2015) è possibile regolarizzare una dichiarazione validamente presentata, contenente errori formali o sostanziali, mediante l’invio di una dichiarazione “integrativa”.

Cosenza. 5, 6 e 7 Dicembre, raccolta giocattoli nuovi ed usati per bambini meno fortunati

http://www.notia.it/2014/12/cosenza-5-6-7-dicembre-raccolta-giocattoli-ed-usati-per-bambini-meno-fortunati/

foto raccolta cosenza
I giocattoli che i tuoi bimbi non usano più possono rallegrare i piccoli meno fortunati.... Non buttarli via, regalali a chi non li ha mai avuti

Che sia Natale per tutti

mercoledì 3 dicembre 2014



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IMU TERRENI MONTANI… MA NON VI VERGOGNATE? A cura di Antonio Gigliotti


Cari amici,

il Natale si sta avvicinando e proprio per tale ragione mi ero ripromesso di star tranquillo cercando di godere dei pochi giorni di pausa che mi si prospettano. Purtroppo però spesso i desideri rimangono tali e noi siamo costretti a fare i conti con la dura realtà. Non posso più tacere innanzi alla vergogna che sta perpetrandosi nella questione Imu, vulnus ancora da sanare. Con l’ultimo provvedimento si è davvero rasentato il fondo del bicchiere tant’è che nelle diverse occasioni di confronto alle quali ho preso parte e alle quali era presente anche il nostro presidente, gli ho esplicitamente chiesto di far sentire la voce di sdegno dell’intera categoria. Vedremo! Intanto provo a condividere con voi l’ennesima notizia che ha alimentato il mio disgusto innanzi alle scelte di chi ci governa. Una nuova beffa che ci umilia sia come professionisti che come contribuenti.

Come accennavo, la questione riguarda il mai concluso capitolo Imu nel caso specifico dei comuni montani. Ebbene, è proprio vero che al peggio non c’è mai fine, in quanto sono trascorsi già otto mesi da quando il decreto 66/2014 (bonus IRPEF) modificava le regole di esenzione IMU per i comuni montani e veniva demandato ad un provvedimento da emanare entro 90 giorni dalla pubblicazione della legge di conversione. Ora, da quella deadline sono passati ben 70 giorni e fra poco, il prossimo 16 dicembre, scadrà l’ultimo termine per pagare l’Imu… E del provvedimento neanche l’ombra! Abbiamo però un recentissimo comunicato stampa a mezzo del quale si annuncia la pubblicazione del decreto circa l’esenzione totale dall’IMU ai comuni con altitudine superiore ai 600 metri sul livello del mare, limitandola ai coltivatori diretti e I.A.P., per le altitudini comprese fra i 281 e i 600 metri.

E non finisce qui! In quanto si tratta di una norma ancora una volta retroattiva, nel senso che va a cambiare le regole a partire dal 1° gennaio 2014.

Considerato che i soggetti interessati sono circa un milione, si tenga presente che questi (e i loro intermediari fiscali) dovranno calcolare l’ammontare da pagare e versarlo… Il tutto entro il 16 dicembre! Loro si prendono ben oltre 70 giorni e noi in pochi giorni dobbiamo farci carico di tutto, tralasciando ancora una volta l’attività quotidiano dello studio!

Bene, questa è l’ulteriore goccia che fa traboccare il vaso, peraltro già colmo fino all’orlo. Non ce la facciamo più! Basta! Questa gente dovrebbe vergognarsi per il modo in cui gestisce il sistema fiscale, stritolando noi contribuenti e professionisti dentro una morsa alla quale a stento riusciamo a resistere. Questo selvaggio modus operandi di un Legislatore distratto e poco riguardoso nei confronti del contribuente finirà ancora una volta per gravare sulle spalle dei commercialisti, che come spugne dovranno raccogliere i cocci del vaso frantumato. E non sarà facile! Anche perché le software house hanno fatto sapere che il tempo è esiguo e non riusciranno a raccogliere tutti i dati necessari. Morale della favola? Noi commercialisti dovremo riguardare tutti i nostri clienti, rileggere tutte le delibere e fare i calcoli a mano.

È fin troppo chiaro quindi che, nonostante i tanti proclami, la sostanza non cambia. Servono soldi e allora si calpestano diritti e norme dello Stato come appunto lo Statuto dei diritti del contribuente… Detto questo, caro presidente Longobardi, che si fa? Stiamo a guardare o alziamo la voce?

Qui non servono più toni pacati o parole, serve agire! Anche perché se non si agisce, la base rischia seriamente di esplodere! FATE PRESTO!

Grazie Commercialista

Finanziamenti imprenditoria giovanile in Calabria



Le anticipazioni sul bando per l’imprenditoria giovanile promosso dalla Regione Calabria: contributi a fondo perduto per la nascita di nuove imprese.

Presto i giovani imprenditori calabresi potranno beneficiare di nuove risorse per promuovere l’avvio di iniziative sul territorio: è in corso di pubblicazione, infatti, il decreto di approvazione del bando della Regione Calabria a favore dell’imprenditoria giovanile locale. Sono previsti finanziamenti alle nuove imprese giovanili grazie a un plafond di 4 milioni di euro, come ha annunciato l’Assessore alle attività produttive Demetrio Arena.


Il bando, gestito da Fincalabra Spa e di prossima pubblicazione nel Bollettino Ufficiale Regionale, si basa sulla concessione di contributi a fondo perduto fino al 70% delle spese, a fronte di programmi di investimento non superiori a 150mila euro. Spiega l’Assessore Arena:

«Grazie al lavoro sinergico di assessorato e dipartimento sono state reperite economie del POR 2007/2013. Nello specifico, la linea di intervento sostiene la nascita di nuove imprese costituite da giovani attraverso pacchetti di agevolazioni per l’imprenditorialità giovanile, per il finanziamento di piani di sviluppo aziendale articolati nei piani di investimenti produttivi e piani integrati di servizi reali.Questo bando parte con una dotazione finanziaria di 4 milioni di euro ma è previsto l’incremento delle risorse a seguito di riallocazione o riprogrammazione delle stesse, per cui l’auspicio è che in futuro si arrivi ad un aumento delle somme disponibili».



https://lh5.googleusercontent.com/-yMfh4Ce8wSY/VH76d3NNE6I/AAAAAAAABzo/H6xTLZb9bPM/w235-h221-no/bpranzo01.gif

2 Dicembre 2014 Lettera aperta al dottore che sta sfidando Ebola per la seconda volta – la prima da medico con lo scafandro addosso e ora da paziente isolato da tutto – nella nostra indifferenza più totale

"[...] Non dovrebbe essere riservata a parole di circostanza, la consapevolezza di quanto sia importante il suo lavoro tra gli appestati di Ebola. Un’epidemia che ha fatto settemila vittime ha spinto medici e infermieri da diverse parti del mondo a prendere un aereo controcorrente e atterrare in Liberia, Guinea, Sierra Leone. Tra malati che vomitano l’anima e il virus, sotto una tenda che spesso dell’ospedale ha soltanto il nome. È uno sporco lavoro. È come il fango da cui emergono i rugbisti Azzurri che tanto ci inorgogliscono. Ma la paura del contagio, pur giustificata, non deve rendere invisibile la Nazionale di chi si gioca la vita in un’emergenza umanitaria. È la squadra di un medico anonimo che in una stanza super asettica in queste ore sfida il virus e (anche) il nostro senso di distacco".



"Lettera aperta al dottore che sta sfidando #Ebola per la seconda volta – la prima da medico con lo scafandro addosso e ora da paziente isolato da tutto – nella nostra indifferenza più totale", di Michele Farina,



2 Dicembre 2014 Lettera aperta al dottore che sta sfidando Ebola per la seconda volta – la prima da medico con lo scafandro addosso e ora da paziente isolato da tutto – nella nostra indifferenza più totale

martedì 2 dicembre 2014

Una chicca for you :)


Devi comprare un'autoveicolo, motoveicolo o rimorchio?
Hai visto la targa sul sito web del venditore?
Vuoi sapere automaticamente l'importo del bollo?
Vuoi anche conoscere i seguenti dettagli dell'autoveicolo, motoveicolo o rimorchio in oggetto?
Tipo veicolo
Dati relativi al veicolo
Regione
Cilindrata
Potenza in KW
Direttiva Euro
Alimentazione
EcoDiesel
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Posti
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Peso
Numero Assi
Categoria
Data immatricolazione
Codice uso
Dati relativi il pagamento
Riduzione
Termine pagamento

Clicca sul seguente link e rimarrai sorpreso per la rapidità di calcolo e per tutte le informazioni di cui potrai avere conoscenza!

http://www1.agenziaentrate.gov.it/servizi/bollo/calcolo/RichiestaPagamentoSemplice.htm

Il recesso anticipato del dipendente dal contratto a termine

Nel rapporto a tempo determinato, il recesso ante tempus da parte del lavoratore può essere legittimato unicamente dalla sussistenza di una giusta causa. Solo in tal caso può essere invocato il risarcimento del danno. E’ questo uno degli aspetti d’interesse che rivengono dalla recente sentenza della Corte di Cassazione nr. 6342/2012. La Corte di Appello aveva respinto il gravame proposto da un lavoratore avverso la pronunzia di primo grado, che aveva ritenuto valido il recesso di quest'ultimo dal rapporto di lavoro a seguito di valide dimissioni .

Rilevava la Corte territoriale che nel rapporto di lavoro a tempo determinato - quale era quello che legava le parti in causa - il dipendente non può legittimamente rassegnare le dimissioni prima della scadenza del termine se non per giusta causa, ma che il difetto di giusta causa delle dimissioni non determina, né potrebbe determinare, come sostenuto dal lavoratore, la nullità o l'inefficacia del recesso, con il conseguente diritto alla riammissione in servizio ed al pagamento delle retribuzioni sino alla scadenza del contratto: sussiste in tal caso viceversa per la controparte il diritto al
risarcimento del danno qualora sia in grado di provare che la brusca ed immotivata cessazione del rapporto abbia compromesso l'attività aziendale.

Osservavano conclusivamente i gidici d’appello che, solo in caso di recesso ante tempus per giusta causa, il lavoratore avrebbe avuto diritto al risarcimento del danno pari all'ammontare delle
retribuzioni che avrebbe percepito se il contratto avesse avuto la durata prevista, come analogamente nel caso di recesso anticipato senza giusta causa del datore, ma che nell'ipotesi di valida manifestazione della volontà di recesso del lavoratore senza giusta causa, il rapporto non poteva che rimanere definitivamente risolto, senza conseguenze risarcitone e ripristinatone.

Il che del resto era conforme ai principi generali secondo cui il soggetto che ha posto in essere una condotta vietata dalla legge non può invocarne la nullità al fine di ottenere un beneficio dalla parte che con tale condotta ha danneggiato.
Per la cassazione di tale sentenza ricorreva ulteriormente il lavoratore. La suprema Corte ha ritenuto destituita di fondamento la prospettazione giuridica avanzata dal ricorrente. Questi sostiene, che solo un recesso assistito da giusta causa possa avere idoneità risolutiva del rapporto di lavoro a termine intercorrente tra le parti, dovendo ritenersi prive di effetti e quindi tali da non incidere sulla continuità del vincolo contrattuale le dimissioni rassegnate in assenza di una causa . Al riguardo deve rilevarsi che la dichiarazione di recesso del lavoratore, una volta comunicata al datore di lavoro, è idonea "ex se" a produrre l'effetto della estinzione del rapporto, che è nella disponibilità delle parti, a prescindere dai motivi che abbiano determinato le dimissioni (a meno che queste ultime non siano inficiate, alla minaccia di licenziamento e risultino perciò viziate come atto di volontà) e dalla eventuale esistenza di una giusta causa, posto che, anche in tal caso, l'effetto risolutorio si ricollega pur sempre, a differenza di quanto avviene per il licenziamento illegittimo o ingiustificato, ad un atto negoziale del lavoratore, che è preclusivo di un'azione intesa alla conservazione del medesimo rapporto . Anche in presenza di giusta causa del recesso, la questione se possa essere risarcito il pregiudizio derivante dall'effetto estintivo del rapporto determinato dalle dimissioni, rappresentato dallo stato di disoccupazione e dalla mancata percezione della retribuzione è stata, peraltro, risolta in termini negativi dalla giurisprudenza di legittimità, osservandosi che, in concreto, le scarse opportunità e condizioni di reimpiego offerte dal mercato per le energie lavorative costituiscono fattori estranei al sinallagma, sicché l'eventuale condizione sfavorevole in cui venga a trovarsi il lavoratore dimissionario non costituisce la conseguenza immediata e diretta dell'inadempimento del datore di lavoro e della risoluzione del rapporto che ne è conseguita.

A tali considerazioni risulta ispirata la scelta legislativa di risarcire lo specifico danno da risoluzione del rapporto per inadempimento del datore di lavoro con la sola corresponsione, in via forfettaria e presuntiva, di un'indennità pari a quella di preavviso, con funzione compensativa della mancata percezione delle retribuzioni per il periodo presuntivamente necessario al reperimento di una nuova occupazione, ferma restando la risarcibilità, secondo le regole comuni, di tutti gli altri danni, diversi dai pregiudizi direttamente derivanti dalla risoluzione, cagionati dall'inadempimento del datore di
lavoro.

Pertanto, è stato in modo condivisibile già osservato dalla stessa Corte che, ai sensi dell'art. 2119 c.c., così come il sistema preclude al datore di lavoro che licenzi il lavoratore inadempiente, di domandare il risarcimento del pregiudizio sofferto per trovarsi costretto a reperire sul mercato un nuovo collaboratore a condizioni meno vantaggiose, non è consentito al lavoratore dimissionario per giusta causa ottenere altro che l'indennità di preavviso a compenso del pregiudizio specifico determinato dalla risoluzione del rapporto.
L'interpretazione appare, del resto, la sola in grado di assicurare la necessaria coerenza dell'ordinamento, poiché la risoluzione del rapporto causata dalla volontà del dipendente non può essere regolata in termini più vantaggiosi rispetto al licenziamento ingiustificato. Nessuna peculiarità si può collegare alla presenza del termine, restando pienamente applicabile l'art. 2119 c.c. ed i principi del quale è lo stesso espressione. Non è, invero, consentito assimilare le dimissioni per giusta causa al recesso del datore di lavoro, atteso che quest'ultimo, se ingiustificato, è privo di effetti ed il rapporto continua giuridicamente inalterato fino alla scadenza del termine, con l'obbligo di risarcire il danno cagionato dal rifiuto delle prestazioni offerte. Le dimissioni per giusta causa, invece, determinano la risoluzione del rapporto e, oltre al risarcimento dei danni cagionati dagli inadempimenti imputabili al datore di lavoro, non consentono di compensare il pregiudizio da risoluzione se non con l'indennità commisurata al preavviso dovuto ai lavoratori a tempo
indeterminato .

In tali termini dovendo risolversi la questione delle conseguenze economiche connesse al recesso del lavoratore per giusta causa nel rapporto a termine, non può, a maggior ragione, per la complessiva coerenza del sistema, ritenersi che il recesso ingiustificato, per non essere contemplato dalla norma, sia privo di effetti, con la conseguenza che il rapporto di lavoro non possa ritenersi inciso dalla manifestazione di volontà dismissiva e prosegua inalterato nella configurazione voluta dalle parti fino alla naturale scadenza. Nessuna valenza e significatività può, dunque, attribuirsi all'atto di costituzione in mora del datore da parte del lavoratore, che, secondo quest'ultimo, imporrebbe al primo di provvedere all'adempimento del contratto e ciò anche per la ragione, sopra evidenziata, che l'effetto risolutorio si ricollega anche e pure sempre in tal caso ad un atto negoziale del lavoratore,
che è come tale preclusivo di un'azione intesa alla conservazione del medesimo rapporto .
Il ricorso , in conclusione, è stato respinto.

Modello 730/2015 (quasi) precompilato. Articolo redatto da Alex Naro – Centro Studi CGN


Nonostante il direttore dell’Agenzia delle Entrate, Rossella Orlandi, lo abbia definito una “rivoluzione copernicana nella gestione del rapporto tra Amministrazione Finanziaria e cittadino-contribuente”, il futuro modello 730 precompilato, presenta, oltre ai conclamati e indiscutibili vantaggi per i contribuenti, anche diversi lati controversi che lasciano intravedere qualche falla nel nuovo impianto di gestione telematica delle dichiarazioni dei redditi.
La “rivoluzione” non sarà immediata, bensì graduale e avrà inizio con il modello 730/2015. Saranno necessari alcuni anni prima di raggiungere l’obiettivo finale dell’Agenzia delle Entrate: un modello 730 completamente precompilato che non necessiterà di essere integrato con ulteriori informazioni dal contribuente o da chi presta l’assistenza fiscale; aspetto, quest’ultimo, assolutamente non secondario e dal quale dipenderà il successo o meno di questa iniziativa. Il modello 730 precompilato non sarà cartaceo, come il precompilato classico a cui siamo stati abituati fino ad ora, ma sarà solamente “online” per coloro che avranno il codice PIN del portale dell’Agenzia delle Entrate.


modello730.15



L’Amministrazione Finanziaria riceverà, e fornirà ai contribuenti, i dati di coloro che definisce come “soggetti terzi”, vale a dire sostituti d’imposta, istituti bancari, assicurativi e previdenziali: l’Agenzia delle Entrate recepirà telematicamente le informazioni fornite da questi soggetti, con tempistiche rimodulate rispetto a quelle attuali (più stringenti rispetto a quelle ad oggi previste ad esempio per i modelli 770), pena una sanzione in caso di omessa o errata comunicazione dei dati.
Nel 2015 quindi, la dichiarazione sarà precompilata per tutti i contribuenti, ma circa il 75% di essi dovrà integrare, autonomamente sul portale dell’Agenzia delle Entrate o con l’ausilio di un Centro di Assistenza Fiscale, i dati pre-forniti con le informazioni che non sono a disposizione dell’Agenzia delle Entrate: si pensi ad esempio agli oneri detraibili e/o deducibili, come le spese sanitarie, che interessano la stragrande maggioranza dei contribuenti che presentano la dichiarazione dei redditi. Solo a partire dal 2016, attraverso la tracciabilità delle prestazioni sanitarie che richiedono la tessera sanitaria, verranno forniti nel precompilato anche i dati delle spese sanitarie, riducendo sensibilmente il numero di 730 che dovranno essere integrati (circa il 50% del totale secondo l’Agenzia delle Entrate). È altresì vero che quando si parla di prestazioni sanitarie non ci si riferisce solo agli scontrini per i farmaci o agli esami clinici, che potranno così essere tracciati e quindi precaricati nella dichiarazione dei redditi, ma anche a tutte quelle prestazioni mediche “collaterali”, come ad esempio le prestazioni specialistiche non ospedaliere, le spese dentistiche o tutte quelle spese che attualmente non richiedono l’utilizzo della tessera sanitaria, ma la semplice indicazione del codice fiscale nella fattura o ricevuta di pagamento.
modello730.15

Per proporre, a regime, un modello 730 precompilato senza necessità di integrazione dei dati da parte del contribuente, appare evidente che la “rivoluzione” in atto non dovrà essere semplicemente formale e non dovrà interessare solo la precompilazione del dichiarativo, ma dovrà avere un impatto su tutti gli operatori e su tutti gli adempimenti che ruotano attorno alla dichiarazione dei redditi, senza considerare quella parte di dichiarazioni la cui compilazione è influenzata da condizioni soggettive del singolo contribuente e per le quali la precompilazione sarà alquanto difficile da proporre.
A tal proposito, bisogna anche considerare il problema dell’analisi, da parte dei contribuenti, dei dati forniti dall’Agenzia delle Entrate: i contribuenti saranno in grado di valutare se i dati forniti nel modello 730 precompilato sono corretti oppure no? Considerato il numero elevatissimo di soggetti che si sono serviti, fino ad ora, dell’assistenza fiscale di un CAF, di un professionista abilitato o di un sostituto d’imposta, la risposta è certamente negativa. La questione non è di poco conto, in quanto, nel caso di modifica del modello 730 precompilato da parte del contribuente, che comporti una variazione d’imposta nella dichiarazione, questa è passibile di verifica da parte dell’Agenzia delle Entrate con possibili sanzioni e interessi nel caso in cui vengano riscontrati errori od omissioni.

Da questo scenario, appare chiaro che il modello 730 precompilato dovrebbe essere l’ultimo step di questa rivoluzione e non il punto di partenza: questo nuovo approccio alla semplificazione avrebbe dovuto riguardare prima tutto ciò che ruota intorno alla dichiarazione dei redditi e ai suoi adempimenti. Si sarebbe dovuti partire innanzitutto da una sensibile semplificazione del sistema tributario e della relativa compilazione del modello di dichiarazione dei redditi che, per ammissione della stessa Agenzia delle Entrate, è stato definito “complesso” e a volte troppo “oneroso”, in modo da renderlo più a misura di contribuente, facilitando al tempo stesso anche la precompilazione del modello da parte dell’Agenzia delle Entrate.
Con la rivoluzione a senso unico che è in atto, il rischio che il castello di buone intenzioni crolli è molto più che una remota possibilità.

Articolo redatto da Alex Naro – Centro Studi CGN

730/2015.......... le prime "avvisaglie"


Il 730/2015 è da ieri 1° dicembre 2014 già visibile in anteprima sul sito delle Entrate con le relative istruzioni.

Le novità sono tante:
- l’introduzione del modello precompilato, che l’Agenzia metterà a disposizione dei contribuenti entro il 15 aprile 2015, cui è strettamente legata anche la nuova certificazione unica (modello Cu) che, dal 2015 sostituirà il “vecchio” Cud;
- viene uniformata all’1 gennaio la data di riferimento del domicilio fiscale per il calcolo delle addizionali regionale e comunale
- previsto l’obbligo di indicare, nel prospetto dei familiari a carico, il codice fiscale anche dei figli a carico residenti all’estero;
- ridotta dal 15 al 10% l’aliquota agevolata per i canoni concordati nei comuni ad alta densità abitativa, nel caso di opzione per la cedolare secca
- eliminata, nel quadro B, l’indicazione dell’Imu dovuta per ciascun fabbricato dichiarato;
- modificati gli importi delle detrazioni per redditi di lavoro dipendente e assimilati;
- introdotte una detrazione a favore degli inquilini di alloggi sociali, adibiti ad abitazione principale (pari a 900 euro, se il reddito complessivo non supera 15.493,71 euro e a 450 euro, se il reddito non supera 30.987,41 euro)
- e per i coltivatori diretti e gli imprenditori agricoli professionali iscritti nella previdenza agricola con meno di 35 anni di età, una detrazione del 19% delle spese sostenute per i canoni di affitto dei terreni agricoli (massimo 80 euro per ettaro e fino a 1.200 euro annui)
- riconosciuto un credito d’imposta pari al 65% delle erogazioni liberali a sostegno della cultura (“art bonus”), nel limite del 15% del reddito imponibile
- in relazione agli oneri detraibili: prorogati il “bonus ristrutturazioni” nella misura del 50%, il “bonus arredi” (nella misura del 50%), la detrazione al 65% per il risparmio energetico e quella al 65% per l’adozione di misure antisismiche; elevata dal 24 al 26% la detrazione per le erogazioni liberali a favore delle Onlus e quelle a favore dei partiti politici; fissati a 530 euro e a 1.291,14 euro gli importi massimi detraibili dei premi per assicurazioni aventi per oggetto, rispettivamente, il rischio di morte o di invalidità non inferiore al 5% e il rischio di non autosufficienza
- in relazione agli oneri deducibili: introdotta una deduzione pari al 20% delle spese sostenute – fino a un massimo di 300mila euro – per l’acquisto o la costruzione di immobili abitativi da dare in locazione per almeno otto anni; eliminata definitivamente la deducibilità dei contributi obbligatori versati al Servizio sanitario nazionale con la Rc auto.

Destinazione dell’8, del 5 e del 2 per mille -

Dal 2015, i contribuenti avranno a disposizione un’unica scheda (modello 730-1) per esprimere le scelte relative all’8, al 5 e al 2 per mille dell’Irpef. Con essa, sarà possibile destinare:
- l’otto per mille del gettito Irpef allo Stato oppure a una istituzione religiosa
- il cinque per mille della propria Irpef per determinate finalità sociali
- il due per mille della propria Irpef in favore di un partito politico.
Le scelte non sono alternative tra loro e possono, pertanto, essere tutte espresse, senza determinare maggiori imposte dovute. La scheda va presentata integralmente anche nel caso in cui sia stata operata una soltanto delle scelte consentite.

Bonus Irpef 80 euro (rigo C14) -


A partire da maggio 2014, ai lavoratori dipendenti, con reddito complessivo non superiore a 26.000 euro, è stato erogato in busta paga, dal datore di lavoro, un credito per un importo massimo di 80 euro al mese.
In sede di presentazione del modello 730/2015, l’ammontare del credito dovrà essere ricalcolato, da chi presta l’assistenza fiscale, in base alla somma di tutti i redditi dichiarati.
Nel caso in cui non sia stato possibile percepire il bonus, ad esempio perché il datore di lavoro non riveste la qualifica di sostituto d’imposta (es. lavoratori domestici) o perché il rapporto di lavoro si è chiuso prima del mese di maggio, il credito verrà riconosciuto direttamente con il modello 730.
Per consentire a chi presta l’assistenza fiscale di calcolare correttamente il bonus, tutti i lavoratori dipendenti dovranno compilare il rigo C14, per segnalare se il credito è stato o no erogato e, in caso affermativo, in che misura.
Inoltre, sempre per consentire la corretta determinazione del bonus Irpef, da quest’anno andranno indicate, nel rigo C4, le somme percepite per incremento della produttività.

Crediti in compensazione -

Dal 1° ottobre 2014, per utilizzare in compensazione crediti scaturenti dalla dichiarazione, se il saldo finale è uguale a zero, il contribuente deve utilizzare, direttamente o tramite un intermediario abilitato, esclusivamente i servizi telematici dell’Agenzia delle Entrate.
Invece, i modelli F24 contenenti compensazioni:
- con saldo finale superiore a zero
- e quelli con saldo oltre i 1.000 euro, possono viaggiare anche tramite i servizi di home banking degli intermediari della riscossione.

lunedì 1 dicembre 2014

Buon inizio di Dicembre 2014 e grazie per leggerci sempre :)

“Oggi non è che un giorno qualunque
di tutti i giorni che verranno,
ma ciò che farai
in tutti i giorni che verranno
dipende da quello che farai oggi”
Ernest Hemingway


Buon inizio di Dicembre 2014 e grazie per leggerci sempre :)

Studio Commerciale Semeraro




"Noi troveremo una strada. Oppure ne apriremo una nuova. " (Annibale risponde all'impossibilità di attraversare le Alpi con gli elefanti)....così dobbiamo INIZIARE a pensare anche noi....il CAMBIAMENTO inizia da noi stessi

Quiz con le risposte esatte :)



Nei giorni scorsi IL SOLE24H proponeva un quiz "Conti correnti e depositi, dal 2015 cambiano i controlli su chi evade e sull'Isee" ...... Vuoi le risposte esatte senza l'ansia di rispondere alle domande? Ti veniamo in soccorso noi....fornendoti le domande e le risposte esatte

:)

Domanda: La modifica approvata alla Camera al Ddl di Stabilità stabilisce che:
Risposta esatta:i dati della Superanagrafe siano utilizzabili per l'analisi del rischio evasione.

Domanda: In base a quanto assicurato dal direttore dell’agenzia delle Entrate, Rossella Orlandi, sull'emendamento al Ddl di stabilità 2015 approvato dalla Camera:
Risposta esatta: l’amministrazione finanziaria potrà effettuare controlli solo in base a profili di soggetti a rischio evasione

Domanda: Il Ddl di Stabilità prevede anche che:
Risposta esatta: l’agenzia delle Entrate metterà a disposizione dei singoli contribuenti e dei loro intermediari le informazioni che riguardano il singolo cittadino

Domanda: Almeno a norma della nuova formulazione, le liste selettive vengono quindi:
Risposta esatta: superate

Domanda: Attualmente le banche dati a disposizione di tutti gli organismi dell'amministrazione finanziaria (quindi non solo dell'agenzia delle Entrate) sono:
Risposta esatta: 128

Domanda: Le informazioni sui conti correnti di tutti i cittadini saranno accessibili:
Risposta esatta: solo dagli uffici centrali dell’agenzia delle Entrate

Domanda: Attualmente nella Superanagrafe dei conti correnti sono disponibili i dati di sintesi:
Risposta esatta: relativi agli anni 2011 e 2012

Domanda: Attualmente le banche e gli intermediari finanziari sono obbligati a comunicare annualmente alla Superanagrafe per quanto riguarda i conti correnti:
Risposta esatta: i dati su saldo a inizio e fine anno, il totale dei movimenti in entrata e in uscita

Domanda: La giacenza media annua dei conti correnti bancari e postali, utile per il calcolo dell’indicatore della situazione economica equivalente (Isee) delle famiglie:
Risposta esatta: è un dato che attualmente non è disponibile nella Superanagrafe dei conti ma che dovrà essere inserito.

Domanda: I dati sulla giacenza media serviranno anche per:
Risposta esatta: i controlli sulle dichiarazioni sostitutive uniche (Dsu) presentate per l'Isee

Conti correnti e depositi, dal 2015 cambiano i controlli su chi evade e sull’Isee

Nuove regole per i controlli fiscali con le informazioni arrivate nella Superanagrafe dei conti correnti. Il testo del Ddl di stabilità, approvato ieri dalla Camera e ora passato all'esame del Senato va infatti a modificare la precedente versione delle norme che disciplinano l'utilizzo dei database in cui arrivano le macro-cifre sui flussi finanziari degli italiani.

Informazioni che verranno utilizzate non solo per le verifiche fiscali in senso stretto, perché potranno essere impiegate anche per i riscontri su chi bara relativamente alla ricchezza familiare nella richiesta di prestazioni agevolate (per esempio, asili, scuolabus, libri di testo eccetera).


Comuni in affanno in vista del nuovo Isee


Il debutto del nuovo Isee, dal 1° gennaio, porta in dote ai Comuni tre sfide pesanti: prevedere gli effetti del “riccometro” riformato con simulazioni fatte su dati teorici; rivedere le soglie di accesso alle agevolazioni sui servizi sociali per non penalizzare i cittadini, mantenendo il bilancio in equilibrio; dialogare con le banche dati dell'Inps, che è il collettore di quasi tutte le informazioni. Tre compiti non da poco, soprattutto per il 70% degli 8mila municipi italiani, con meno di 5mila abitanti e una struttura ben diversa da quella dei grandi capoluoghi.

Cambia radicalmente, dal 2015, il metodo di calcolo dell'indicatore della situazione economica delle famiglie, che serve per accedere a sconti di vario genere, principalmente per i servizi sociali, socio-sanitari e scolastici: dalle rette degli asili nido alle tasse universitarie, dalle case di cura per gli anziani ai risparmi sulla Tares.

Il nuovo Isee, regolato dal Dpcm 159/2013, ha appena trovato le istruzioni operative necessarie per richiederne il calcolo ai Caf, all'Inps o agli sportelli comunali. I risultati, rispetto al vecchio sistema in uso dal 1998, saranno diversi. In alcuni casi la fotografia della situazione economica sarà meno generosa. Per gli anziani ricoverati in casa di cura, per esempio, che abbiano una casa di proprietà, l'indicatore aumenterà, perché l'immobile pesa di più nel calcolo; nella determinazione del reddito, poi, rientrano anche la pensione di invalidità o l'assegno sociale e il reddito dei figli che possano contribuire alle esigenze del genitore. Molti anziani ricoverati in Rsa, dunque, potrebbero perdere il diritto alla compartecipazione del Comune alla retta mensile, qualora le soglie per l'agevolazione non fossero aggiornate.

In altri casi, invece, l'Isee sarà più vantaggioso, per esempio per le persone con disabilità gravi o per le famiglie con tre o più figli. Per queste situazioni il Comune potrebbe trovarsi ad affrontare un aumento della spesa sociale.
In buona parte degli enti, dunque, sono in corso le simulazioni sull'impatto della riforma. Peraltro, dato che non si è ancora formata una banca dati dei nuovi Isee, mancano alcuni elementi rilevanti sulla situazione economica dei potenziali beneficiari di prestazioni agevolate e sull'incidenza delle franchigie previste da gennaio. Calcoli teorici, sì, ma le conseguenze per le casse comunali potrebbero essere concrete.

Alcuni tecnici del Comune di Milano hanno provato a stimare quanto potrebbe “costare”, potenzialmente, la differenza di un euro nella determinazione delle soglie d'accesso ai pasti scontati nelle mense scolastiche: in un anno, l'”errore” potrebbe produrre fino a nove milioni di entrate in meno nelle casse dell'amministrazione. Si sta dunque lavorando per ridurre al massimo le eventuali perdite.

A Brescia, su 37 milioni di spesa per il sociale, quasi sette sono destinati ai servizi per i minori, per i disabili e per gli anziani in casa di cura (quest'ultimo settore da solo comporta uscite per 7 milioni, ma il 60% della spesa rientra sotto forma di compartecipazione ai costi da parte degli utenti). «È evidente che bisogna ridefinire con estrema attenzione le soglie Isee per il contributo del Comune ai servizi socio-assistenziali», spiega Cristina Albertini, responsabile amministrativo dei servizi sociali del Comune di Brescia.

Un altro tasto dolente è il dialogo con l'Inps, che sarà fondamentale per il rilascio del nuovo Isee: l'indicatore, infatti, solo in parte deriverà da dati autocertificati. La maggior parte delle informazioni deve arrivare dalle banche dati dell'Inps e dell'agenzia delle Entrate (quest'ultima, a regime, dovrebbe usare la super-anagrafe dei conti correnti per conoscere la giacenza media dei depositi). «A oggi - spiega Gianni Sgaragli, del Comune di Bologna - mancano ancora le specifiche informatiche per adeguare i nostri sistemi al nuovo metodo di calcolo dell'Isee e farli dialogare con le banche dati Inps».

Infine, è indispensabile che anche le Regioni adeguino i regolamenti nelle materie su cui hanno competenza, che vanno dall'edilizia residenziale pubblica al campo socio-sanitario (per esempio, assegni di cura per mantenere a casa gli anziani non autosufficienti). Se non cambiano le regole, si rischia di partire, per le nuove richieste di prestazioni, con l'Isee riformato, ma applicato con criteri vecchi.http://www.ilsole24ore.com/art/norme-e-tributi/2014-11-28/comuni-affanno-vista-nuovo-isee-214608.shtml?uuid=ABWxMaJC

Sei proprio certo di conoscere come cambierà l'Isee da Gennaio 2015? Allora non leggere quest'articolo :)

L'abc dell'Isee in sei punti che dovrai tenere a mente

Che cos'è l'Isee e chi lo rilascia


Isee significa Indicatore della situazione economica equivalente. È lo strumento di valutazione della situazione economica di coloro che richiedono prestazioni sociali agevolate. L'indicatore è calcolato con riferimento al nucleo familiare del richiedente, tiene conto del reddito e del patrimonio. È rilasciato dall'Inps, dai Caf o dai Comuni

Come cambia dal 1° gennaio
Dal 1° gennaio 2015 l'Isee sarà calcolato con regole completamente nuove, fissate dal Dpcm 159/2013. Il nuovo indicatore darà più peso al patrimonio, terrà conto dei redditi esenti da Irpef (come pensioni di invalidità o assegni di accompagnamento) e della giacenza media annua dei conti correnti. Il risultato finale, dunque, per molti cittadini cambierà

Il ruolo di regioni e comuni
Per l'attuazione del nuovo Isee, i Comuni devono ridefinire le soglie di accesso alle prestazioni sociali agevolate che erogano, come i contributi per ricoveri in Rsa per gli anziani o gli sconti per le rette degli asili nido. Le Regioni devono adeguare i regolamenti in alcune materie su cui hanno competenza (edilizia residenziale o campo socio-sanitario)

 L'uso per i servizi di welfare
L'Isee serve per agevolazioni su servizi di welfare locali e nazionali: sussidi comunali per il sostegno al reddito, assegni al nucleo familiare con tre figli minori, tariffe agevolate per gas ed energia, carta acquisti. Dovrebbe essere legato all'Isee, dal 2015, anche il bonus bebé

L'uso per scuola e università

In base a soglie Isee sono determinati gli sconti o le esenzioni per le rette delle mense scolastiche e degli asili nido, per i servizi di trasporto degli studenti, per corsi extrascolastici e campi-scuola. Sono attribuite borse di studio, buoni libro e, per gli universitari, sconti sulle tasse e posti alloggio

L'uso per gli sconti sui tributi
All'Isee possono essere legate agevolazioni anche sul piano fiscale. Per la Tares, il tributo per la gestione dei rifiuti, i regolamenti di diversi Comuni prevedono sconti o esenzioni sugli importi da versare (più salati rispetto alla vecchia Tarsu) in base alla situazione economica della famiglia

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