martedì 27 dicembre 2016

Se il Natale non esistesse già, l'uomo dovrebbe inventarlo. Ci deve essere almeno un giorno all'anno a ricordarci che stiamo su questa terra per qualcos'altro oltre che per la nostra generale ostinazione.(Eric Sevareid)



 Se il Natale non esistesse già, l'uomo dovrebbe inventarlo. Ci deve essere almeno un giorno all'anno a ricordarci che stiamo su questa terra per qualcos'altro oltre che per la nostra generale ostinazione.(Eric Sevareid)

sabato 24 dicembre 2016

Buon Natale dallo Studio Commerciale Semeraro

A noi piace sempre l'idea di poter mettere lo spirito del Natale in un barattolo per poterlo tirar fuori mese dopo mese, un po' alla volta, durante tutto l'anno...

Il Natale secondo noi arriva ogni volta che cuore e passione sono in azione, perchè sappiamo che se non trovi il Natale dentro di te, difficilmente potrai trovarlo sotto un albero.

Così è Natale ogni volta che sorridiamo e tendiamo la mano a qualcuno. E' Natale ogni volta che restiamo in silenzio ad ascoltare gli altri. E' Natale ogni volta che doniamo il massimo di noi stessi.

E' Natale ogni volta che aiutiamo una persona a realizzare il suo sogno professionale o imprenditoriale.

E' Natale ogni volta che un Professionista o un Imprenditore ottiene Risultati grazie al nostro aiuto.

In fondo per noi.... è Natale ogni volta che facciamo qualcosa perchè sia Natale...

Il Natale per noi non è solo una data ma uno stato d'animo... e forse è per questo che per noi, è Natale tutto l'anno! :-)

Amici, è con questo auspicio che, con tutto il Cuore, Vi Auguriamo un Buon Natale...
​​​​​​​... un Natale che duri per tutto il 2017!

giovedì 22 dicembre 2016

Il testo della lettera aperta di Lara Lago al ministro Poletti

Il testo della lettera aperta di Lara Lago al ministro Poletti

Caro Ministro Poletti,
questa non è una lettera di protesta ma un invito, suo, personale, lo prenda in considerazione.
La invito a chiudere la sua vita in una valigia, 23 chili per la precisione. Ci metta dentro i suoi effetti personali, vestiti, foto di un paese assolato, speranze, competenze mischiate tra lo spazzolino e le scarpe da ginnastica.
Perché ci sarà da correre.
Venga pure da solo. Preghi non tanto di parlare un buon inglese, quello è vitale e lo diamo per scontato, a lei come a tutta la vostra classe politica, si auguri piuttosto di capire ogni venatura degli accenti inglesi che popolano il mondo: quello spigoloso dell'indiano a cui dovrà chiedere indicazioni in stazione, quello veloce degli autoctoni cresciuti senza doppiaggi anche in un paese non anglofono, quello dei madrelingua in azienda, americani, australiani, inglesi, i capi che la scruteranno dall'alto al basso solo per le sue idee e per la capacità di esprimerle, non certo per la sua cravatta o per come è stirata la sua giacca. Qui nessuno usa il ferro da stiro, tanto per dire, e l'essere brillanti non ha bisogno di essere inamidato.
Venga Ministro.
Nei primi giorni, quando fa buio provi a rientrare a casa con agilità, provi cosa significa il dover partire da zero. E quando dico zero intendo non sapere più fare la spesa perché i nomi sono tutti diversi e a comprare il burro con il sale ci si mette un attimo. Soprattutto se nemmeno si immagina l'esistenza del burro con il sale. Quando dico zero intendo nessuno che la aspetterà a casa, nessuno da chiamare se prenderà una storta sulle scale. Certo, urlando Help qualcuno la sentirà. Ma non si aspetti il calore italiano, caro Ministro, che se tutto il mondo è paese non tutti i paesi sono l'Italia e se le si dovesse fermare la macchina in una strada e se volesse chiamare un collega di lavoro, questo con il suo efficace pragmatismo le manderà un sms con l'indirizzo dell'autorimessa più vicina.
Poi chiami in Comune, prenoti un appuntamento, vada a registrarsi in un paese che la sta accettando nella misura in cui ce la farà da solo contro il mondo, compili carte, burocrazia, apra un conto in banca nel nuovo Paese, condivida con altri la casa, il piano, il bagno, a volte la stanza con la sporcizia, i turni per la cucina. E non osi lamentarsi con altri italiani perché all'inizio si sentirà dire 'È normale che sia così, cosa credi? Di essere in Italia?'.
Lei dice che i 100mila giovani che se ne sono andati non sono i migliori. È vero, ma siamo quelli che non si sono accontentati, quelli che non si arrendono, quelli che non tollerano di avere un futuro impacchettato nella nebbia, quelli che, anche se non saranno i migliori, erano troppo bravi a scuola, con troppe idee, troppo spavaldi, con troppa voglia di farcela. Così tanta da non sopportare un Ministro del lavoro che non capisce che se stiamo andando via è solo per questo: per il lavoro. E quando ci stupiamo che qui dopo tre contratti scatti il tempo indeterminato, i mutui abbiano interessi bassi e vengano concessi anche e soprattutto ai giovani e che sì, lavorando si possa ancora comprare una casa, ci sentiamo rispondere: 'È normale che sia così, cosa credi? Di essere in Italia?'
Un'ultima cosa Ministro. Tra tutti gli italiani che vivono in Olanda non ne ho ancora sentito uno che dica: 'Si sta meglio qui.' Tutti invece dicono: 'Se si potesse vivere una vita così anche in Italia torneremmo di corsa. Ma.'
Non so se il nostro Ma è in mano a lei Ma torneremo solo quando il coraggio e le competenze verranno viste come un valore aggiunto. Coraggio e competenze, non raccomandazioni e furbizia.
La aspetto ministro Poletti, anzi no, troppo facile avere qualche appiglio.
Si tuffi, è morbido. Sicuramente di più di certe sue affermazioni morbide solo perché inconsistenti.
Firmato: una dei 100mila giovani che se n'è andata dall'Italia, una di quelle che 'è meglio non avere tra i piedi' come ha dichiarato lei. Una che ci mette la faccia e le idee. Senza poterle o doverle rettificare.

lunedì 19 dicembre 2016

La tua MOTIVAZIONE VINCENTE sei solo TU

La paura, quando diventa una fantasia nella nostra mente, ci trasforma nell'ostacolo più grande al nostro progresso.

L'immagine può contenere: sMS

La nostra mente crea l'ostacolo che poi noi non riusciamo più a superare.
Guarda oltre l'ostacolo. Ricordati del perché hai intrapreso questa strada. Tu non sei l'ostacolo.

Se cerchi il successo spegni il computer, esci e agisci

Dopo l’avvento dei social network e dei vari misuratori di popolarità, come like su Facebook e visualizzazioni su Youtube, molte aziende hanno cercato di fare incetta di fan nella convinzione che questo avrebbe portato più business. Se oggi vai da un’agenzia di web marketing seria, ti sconsiglierà questo approccio a favore di uno più pensato e più simile al marketing tradizionale: coltiva con calma i tuoi contatti, mostra quello che sai fare, cresci lentamente. Si sono resi conto che avere un milione di like da persone poco interessate a te non voleva dire nulla. Questo sfortunatamente non è il trend di moltissime persone, che invece continuano a cercare il like e la visualizzazione, spesso non accorgendosi di quanto si rendano ridicoli.

Questo fenomeno è parte di qualcosa di più grande: quando accade una tragedia, in molti scrivono commenti per “ricordare le vittime” oppure ti ricordano che “se non condividi sei senza cuore”. Senza rendersi conto che così facendo in realtà stanno cercando semplicemente l’attenzione rubata loro dalla tragedia – perché il loro commento fa solo incetta di like, e non aiuta certo le persone colpite da un disastro. Vuoi agire? Vai ad aiutare, a dare una mano per ricostruire, dona dei soldi, diventa un volontario. Altrimenti, il tuo commento serve solo a te stesso.

Stanno aumentando a dismisura anche le pagine o i siti che promettono soldi facili con pochi click, senza esperienza, senza competenze, senza soldi. Ti connetti e dopo poche settimane, sei milionario. Garantito.

Questo trend lo stiamo vedendo anche nella vita reale: oggi esistono moltissimi Coach anche in Italia, data la popolarità della professione; molti si propongono per lavorare per la nostra azienda ma, quando vediamo il loro profilo, ci accorgiamo che sono Coach “virtuali”: tanti corsi, un bel sito, pochissima esperienza e un libro auto-pubblicato di bassa qualità.

Cerchiamo like su Facebook, ma cosa ci cambia averne uno oppure cento?
Anche i corsi rischiano di diventare delle illusioni: una grossa società di video online pubblicizza un corso che viene introdotto con il seguente messaggio: “Attenzione, stai per fare parte di un ristretto gruppo di persone (!?) che ha trovato un metodo scientifico per riprogrammare la tua mente con cinque minuti al giorno e…. rullo di tamburi… senza la tua attenzione.” Ma stiamo scherzando?

Mi pare ci sia la preoccupante tendenza di confondere l’”agire virtuale” con quello reale. Il tanto agognato “segreto del successo”, qualsiasi cosa voglia dire, risiede in un fattore che, per quanto possa sembrare antiquato, funziona sempre: l’azione. Intendo, l’azione reale. Fisica, quella che ti costringe a scendere nell’arena, a rischiare, a metterti in discussione, a levare l’ancora e dubitare di te stesso per cercare nuove strategie di vita. Ha funzionato in tutta la storia dell’umanità, ha funzionato per i nostri nonni, per i nostri padri e madri e funzionerà anche per noi.

L’azione virtuale, quella senza sforzi, quella dei like e delle diete senza sacrifici, sembra prendere il sopravvento. Il successo, in realtà, non è così difficile da raggiungere. I nostri obiettivi non sono così difficili da conquistare. Ma dobbiamo alzare gli occhi dal telefonino, smettere di cercare le soluzioni facili e pronte, e partire. E non intendo metaforicamente, intendo mettersi le scarpe, tirarsi su le maniche e cominciare a sporcarsi le mani. Perché è lì che si nasconde il nostro, il tuo, il mio successo: nell’azione reale, quella che ti graffia le ginocchia e ti fa sudare. Quella lontana dai riflettori, dove non riceverai nessun like e dove fallirai tante volte senza che nessuno correrà su una tastiera ad incoraggiarti o a dirti “oh poverino, io sono con te.” Obiettivi ambiziosi richiedono azioni profonde, scollegarsi dal virtuale per entrare nel reale e cominciare a sfidare la montagna davanti a noi. Altrimenti sarà sempre un rincorrere il “like” che non porterà a nulla, la soluzione facile proposta dal filibustiere di turno, che ovviamente si rivelerà una delusione, dallo sbattere contro lo stesso muro perché non vogliamo convincerci che quel muro non si sposterà da solo, siamo noi che dobbiamo scavalcarlo. Questo vale per il lavoro, per un’impresa, per una famiglia, per la vita.

Uno dei più grandi rimpianti di una persona sul punto di morte è quella di non avere agito nei momenti cruciali della vita: azione reale, viva, profonda. Di non avere rischiato di più, di non essersi messi in cammino, di essere rimasto dietro lo schermo di un computer ad aspettare la soluzione facile, ad aspettare che il mondo gli serva il successo su un piatto.

Il mondo sta cambiando e siamo tutti confusi, è vero: l’incertezza aumenta, le direzioni e le opportunità, come del resto i rischi, sono tanti. Anche per questo è ora di spegnere il computer, mettere via il telefonino, chiudere il libro che ci promette di diventare milionari in cinque minuti e cominciare ad agire. Veramente.

10 strategie per trovare o ritrovare il lavoro giusto per noi

Vuoi trovare o ritrovare il lavoro dei tuoi sogni?
Parti da te stesso mettendo in pratica questi consigli elargiti dai guru del marketing



1. Focalizza il perimetro di azione: chiarire in partenza le proprie disponibilità/richieste (di spostamento, di salario, di ruolo, onde evitare di scartare opportunità di lavoro che si potrebbero rimpiangere in futuro.

2. Conosci bene forze e debolezze: colmare i gap e sentire propria la responsabilità di essere aggiornati sono elementi chiave nella ricerca di un nuovo impiego.

3. Definisci il tuo progetto: una volta chiaro cosa si vuole e si può fare, bisogna saperlo esporre efficacemente in un breve discorso, di circa 7 minuti, da usare nei colloqui di lavoro e nelle conversazioni conoscitive.

4. Strategia per i contatti con il mercato: una lettera di accompagnamento al cv da inviare a un head hunter e una lettera di autocandidatura per un’azienda sono strumenti simili ma diversi.

5. Prepara la comunicazione: utilizzare lo strumento giusto per i diversi canali di contatto. Non esistono regole d’oro per scrivere un cv, ma è importante che emergano le capacità che servono a contraddistinguersi.

6. Fai networking: il network personale è il patrimonio più prezioso ed è facile bruciarlo con una tecnica non corretta. Occorre poi espanderlo continuamente, con tecniche adeguate. La prima regola comunque è dare, prima di chiedere.

7. Fai personal branding: essere presenti nel Web in modo coerente sulle varie piattaforme è indispensabile per essere individuati e contattati. L’immagine che il Web restituisce di noi deve essere autentica e sincera.

8. Prepara bene i colloqui di lavoro: non basta dare un’occhiata al sito web della società, bisogna studiarla, parlare con chi ci lavora o ci ha lavorato recentemente e sfruttare l’aiuto del Web per conoscere i segreti dell’azienda.

9. Sii flessibili: è importante conoscere i tipi di contratto oggi offerti per essere assunti a fronte di una buona prestazione. Bisogna riconoscere un’opportunità e, nel caso, reinventarsi.

10. Fatti aiutare: rivolgersi a consulenti specializzati può rivelarsi fondamentale per cercare un nuovo lavoro, ma anche per aiutare a non perderlo, intervenendo in anticipo per andare a colmare i gap, frutto dell’accelerata evoluzione delle dinamiche di mercato.








10 strategie per trovare o ritrovare il lavoro giusto per noi: Ecco una lista di 10 consigli da seguire non solo nella ricerca di un nuovo impiego, ma anche nell’arco di tutta la carriera professionale. 1. Focalizza il perimetro di azione: chiarire in partenza le proprie disponibilità/richieste (di spostamento, di salario, di ruolo, onde evitare di scartare opportunità di lavoro che si potrebbero rimpiangere in futuro.…

giovedì 15 dicembre 2016

Scegli sempre la felicità?

Osho, ci  ha  raccontato  una  volta  la  storia  di  un  vecchio  che  aveva  più  di  cent’anni.

Un  giorno  era  il  suo compleanno,  gli  domandarono  perché  era  sempre  felice.

 Il  vecchio  rispose:  “Ogni  mattina,  quando mi sveglio, posso scegliere di essere felice o infelice e scelgo sempre di essere felice.”

 Com’è che di solito scegliamo l’infelicità? Come mai non siamo consapevoli di poter scegliere??

La  scelta  è  vostra,  ma  voi  ne  siete  diventati  inconsapevoli.  Avete  fatto  sempre  la  scelta  sbagliata  ed è  diventata  un’abitudine  così  meccanica  che  la  fate  automaticamente.  Oramai  non  avete  altra  scelta. Diventa  consapevole  di  quello  che  fai.  Ogni  momento,  quando  scegli  di  essere  infelice  ricordati:  è per tua scelta.

Tenere questo a mente ti sarà di grande aiuto.
La  consapevolezza  che  è  per  mia  scelta  e  che  sono  io  il  responsabile  e  questo  è  quello  che  sto facendo  a  me  stesso  e  che  sono  io  che  lo  sto  facendo,  ti  farà  avvertire  immediatamente  una differenza:  la  qualità  della  mente  verrà  a  cambiare  e  ti  diventerà  sempre  più  facile  muoverti  verso  la felicità. E  una  volta  che  sai  che  è  una  tua  scelta  allora  tutta  la  faccenda  diventa  un  gioco. Allora  se  ti  piace essere  infelice  sii  pure  infelice,  se  vuoi  star  male  stai  male.  Ma  ricordati:  l’hai  scelto  tu.  E  non lamentarti perché nessun altro ne è responsabile: è la tua commedia, sei tu l’autore dei testi. Se  è  così  che  ti  piace  vivere,  se  ti  piace  una  vita  miserabile,  se  vuoi  passare  la  tua  vita  a  star  male, va bene, hai diritto di scegliere, il gioco è tuo.

Lo stai giocando: giocalo bene!  Ma  allora  smettila  di  domandare  alla  gente  come  si  fa  a  non star  male  perché  questo  è  assurdo. Allora  smettila  di  andare  dai  Maestri  e  dai  Guru  a  chiedere  come  si  fa  a  essere  felici.  I  cosiddetti Guru  esistono  a  causa  della  tua  stupidità.  Sei  tu  a  creare  l’infelicità  e  poi  vai  a  domandare  agli  altri come  si  fa  a  non  crearla.  E  continuerai  sempre  a  crearla  perché  non  sei  consapevole  che  sei  tu  stesso a produrla. Da questo preciso momento cerca di essere felice e beato.  Vi  voglio  parlare  di  una  delle  più  profonde  leggi  dell’esistenza,  perché  può  darsi  benissimo  che  non ci abbiate mai pensato.

Avrete  sentito  parlare,  tutta  la  Scienza  ne  viene  a  dipendere,  della  Legge  di  causa  ed  effetto.  Voi create  la  causa  e  l’effetto  segue  da  solo.  La  vita  è  un  nesso  causale.  Lasciate  che  il  seme  cada  nella terra arata e germoglierà.

Se esiste la causa allora l’albero seguirà.  C’è  una  fiamma  accesa,  ci  metti  sopra  la  mano  e  ti  bruci:  alla  causa  è  seguito  l’effetto.  Prendi  del veleno e muori.  Produci  la  causa  e  l’effetto  non  può  che  seguire.  Questa  è  una  delle  Leggi  scientifiche  più importanti, causa/effetto è il nesso più profondo di tutti i processi vitali.

8 consigli per una startup di successo di Peter Thiel: «Meglio imprudenti che insignificanti»

8 consigli per una startup di successo di Peter Thiel: «Meglio imprudenti che insignificanti»: È noto per essere il cofondatore di PayPal, servizio di pagamento elettronico veicolato dal Web. Peter Thiel, 47 anni, è stato uno startupper di successo. Celebre la sua exit: PayPal venduto a eBay per 1,5 miliardi di dollari. Dopo l’esperienza di startupper, investe in startup: è stato il primo a credere in Facebook, quando il…

Come conquistare tutti? Usa il metodo delle 7S


1. Semplicità. Farsi capire anche dai bambini, senza però essere superficiali né banali.
2. Sintesi. Spiegarsi in breve. Comunicare per sottrazione. Ci si riesce schematizzando e ascoltando gli altri (per vedere se li annoiamo).
3. Sorriso. La comunicazione non verbale conta al 55%. E un sorriso colpisce sempre, a patto che sia sincero. E alle presentazioni: sguardo diretto e sorriso (non lo fa quasi nessuno).
4. Sostenibilità. Bisogna essere onesti, nel proprio messaggio. Se non subito, alla lunga pagherà.
5. Silenzio. Oggi meno si comunica e meglio si comunica. Ascoltare e osservare aiutano a calibrare la comunicazione.
6. Sensibilità. Viene con l’esperienza e consiste nella capacità di sdoppiarsi mentre si sta parlando e guardarsi da fuori per giudicarsi. E verificare che la performance sia in linea con l’obiettivo finale.
7. Seduzione. Consiste nella capacità di portare a sé l’interlocutore. Convincerlo della bontà delle nostre idee. Creare empatia. Seduce chi è stato bravo con le sei S precedenti.

Come battezzare la tua impresa e non fare errori? Ecco qualche consiglio…


1. Per un prodotto
«Deve essere breve, facile da ricordare, pronunciare e scrivere, ricco di evocazioni positive e coerenti col posizionamento» spiega Alberto Cellotto, marketing manager e autore del blog dedicato al naming Alce (http://albertocellotto.blogspot.it).
2. Per un’App
Controlla il significato in tutte le lingue
3. Per un sito
Meglio non usare nomi con trattino. Obiettivo: comparire nella prima pagina delle ricerche Internet. Ma come riuscirci? «Si parte da una parola-nome libera e si costruisce attorno un marchio. Per esempio Segugio.it, sito di comparazione di assicurazioni, mutui, prestiti, rende benissimo la promessa di scovare le migliori soluzioni. Attenti invece ai nomi con numeri all’interno o con il trattino separatore» prosegue Cellotto. La fluidità del mondo digitale impone anche considerazioni più ampie.
4. Per una Startup
Ci vuole coraggio
La prima considerazione da fare: è bene sapere se stiamo nominando una ragione sociale che si ramificherà in vari prodotti o se l’azienda diventerà anche azienda-prodotto (per esempio Barilla). Poi bisogna avere il coraggio di esporsi, come ha fatto la Apple a suo tempo.
Le 5 regole di Meerman, guru americano della comunicazione
1. Evita nomi comuni, così come quelli già molto noti e usati per film o libri: obiettivo è arrivare primo nelle ricerche online.
2. Quando si inventa un nome, attenzione a eccentricità e pronunciabilità.
3. Unisci due parole: così spesso si creano abbinamenti intriganti, come SurveyMonkey (scimmia ricerca in inglese).
4. Buoni risultati si ottengono con uno spelling alternativo (Flickr è la contrazione di flicker, scintillio in inglese).
5. Gioca con la sostituzione alfabetica. Per battezzare uno yogurt confezionato in un tubetto, per esempio, sostituendo la y si ottiene “GoGurt”. La tecnica è suggerita dal consulente creativo Sam Horn (http:// samhorn.co)

Come si inventa qualcosa di nuovo?

Come nasce un’idea rivoluzionaria? La rivista americana FastCompany ha scoperto le 8 abitudini vincenti di chi crea grandi imprese.


  1. Cerca idee in settori in cui è poco esperto.
  2. Prende decisioni con calma.
  3. Trova le motivazioni dentro di sé e non all’esterno.
  4. Pone le domande giuste.
  5. È coraggioso e votato al rischio.
  6. Non è legato a idee del passato, prova cose nuove, odia la routine.
  7. Mette in comunicazione esperienze diverse, come faceva Steve Jobs.
  8. Vede il mondo con gli occhi di un bambino.

Dieci passi per raggiungere la vetta!!!!

step felicità infografica

8 consigli per fare impresa (ed essere liberi)


8 consigli per fare impresa (ed essere liberi)



1.Il mercato ha fatto sparire il concetto di lavoro indeterminato: o diventi imprenditore di te stesso o avrai problemi.
2.Parti da un settore che conosci bene.
3.Cerca un problema da risolvere: inizia dalla soluzione prima che dall’idea.
4.Chiediti qual è il tipo di vita che vuoi: se vuoi lavorare mezza giornata per poi andare al mare, la startup non fa per te.
5.Formati: sul Web le cose cambiano rapidamente. Non restare indietro.
6.Non fermarti di fronte a una porta chiusa.
7.Non esistono solo imprese colossali. Puoi realizzare anche iniziative dove i guadagni permettono di sostenerti ed essere contento. Usa le tue competenze.
8........ Aggiungilo tu :)










8 consigli per fare impresa (ed essere liberi): Fare impresa? La cosa più bella del mondo. Ecco gli 8 consigli di Millionaire.   Il mercato ha fatto sparire il concetto di lavoro indeterminato: o diventi imprenditore di te stesso o avrai problemi. Parti da un settore che conosci bene. Cerca un problema da risolvere: inizia dalla soluzione prima che dall’idea. Chiediti qual è…

mercoledì 14 dicembre 2016

Apre lo "Sportello Autentico"

Da martedì 13 dicembre le imprese italiane avranno un nuovo alleato nella ricerca di soluzioni tecnologiche “ad hoc” per la prevenzione e la lotta alla contraffazione: lo “Sportello Autentico” che, su iniziativa congiunta del Ministero dello Sviluppo Economico e dell’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato, offrirà loro assistenza gratuita.
Finalmente tutto il patrimonio sull’anticontraffazione è a disposizione delle imprese che vogliano suggerimenti su come attuare soluzioni tecnologiche per tutelare i propri prodotti.
Le aziende interessate potranno incontrare gli esperti dello “Sportello Autentico” previa prenotazione (compilando un modulo disponibile sul sito www.uibm.gov.it da inviare all’indirizzo uibm.tecnologieac@mise.gov.it). Gli incontri si terranno ogni secondo martedì del mese, dalle 9:30 alle 13:30, presso la “Sala Pubblico” del Mise, a Roma, in via di San Basilio 14.

lunedì 12 dicembre 2016

E buongiorno ☕️☕️☺️

E buongiorno ☕️☕️☺️

Saldo IMU-TASI 2016: aliquote e scadenze

Conto alla rovescia per il saldo IMU-TASI del 16 dicembre, che va effettuato sulla base delle nuove delibere del Comune di appartenenza. Le nuove FAQ del Ministero delle Finanze ricordano al contribuente come verificare le aliquote da applicare e come calcolare la tassa sugli immobili dovuta per l’intero anno per poi sottrarre quanto pagato in giugno in sede di acconto.

Le delibere valide sono quelle consultabili sul portale del Dipartimento delle Finanze. I requisiti che il provvedimento deve possedere per poter essere applicato sono:

approvazione entro il 30 aprile 2016 (uniche eccezioni 30 giugno per il Friuli Venezia Giulia e 31 luglio per Comuni che hanno svolto elezioni amministrative);
pubblicazione sul sito del Ministero entro il 28 ottobre 2016;
aliquote non superiori a quelle 2015.
Il sito del ministero è organizzato in modo da consentire il controllo sulla sussistenza di tutte e tre le condizioni appena esposte. Selezionando il Comune di riferimento, compare una pagina con le delibere approvate, che indica data di adozione (data documento) e quella di pubblicazione. E poi possibile consultare le delibere 2015 per verificare che non ci siano stati aumenti.

Si applicano aliquote e regole IMU-TASI 2015:


  • se non compare alcuna delibera approvata nel 2016,
  • se la delibera è pubblicata sul sito ma è stata approvata dopo il 30 aprile 2016,
  • se la delibera è stata pubblicata dopo il 28 ottobre,
  • se ci sono delibere che prevedono aumenti (tranne nei Comuni in dissesto o predissesto finanziario),
  • se la maggiorazione dello 0,8 per mille non rientra in una delibera 2016 di proroga.

Ricordiamo che dal 2016 non si paga la TASI sulla prima casa (ad eccezione delle categorie catastali A1, A8 e A9), sono cambiate le regole di esenzione per i terreni agricoli (IMU non dovuta da coltivatori diretti e imprenditori agricoli professionali e nei Comuni montani o parzialmente montani) e che c’è la riduzione al 50% di IMU-TASI dalla base imponibile per immobili in comodato a parenti di primo grado e del 25% per gli affitti a canone concordato.

IVA: la Legge di Stabilità 2017 blocca l'aumento fino al 2018, ma prevede anche un ulteriore aggravio dal 2019.

Il rischio di un aumento IVA è sempre dietro l’angolo, ma per il momento si può tirare un piccolo sospiro di sollievo: la possibilità di portare l’IVA al 25% è rimandata, per ora, al 2018. È quanto prevede la Legge di Stabilità 2017, blindata e approvata con voto di fiducia all’Aula del Senato, senza modifiche rispetto al testo uscito dalla Camera. Abrogato anche l’aumento delle accise previsto per il 2017.

Un voto di fiducia tecnico necessario per permettere al Capo del Governo, Matteo Renzi, di dimettersi e al Capo dello Stato, Sergio Mattarella, di aprire le consultazioni

Secondo quanto previsto dalla Legge di Stabilità 2017, gli aumenti IVA previsti per il 2018 sono i seguenti:

  1. l’attuale IVA al 10% salirebbe al 13%;
  2. l’VA al 22% salirebbe al 25%, con un ulteriore aumento del +0,9% nel 2019.

L’aumento dell’IVA verrà sostituito, in tutto o in parte, da provvedimenti normativi che assicurino in maniera completa o parziale gli stessi effetti su saldi di finanza pubblica attraverso il conseguimento di maggiori entrate e/o risparmi mediante interventi di razionalizzazione e di revisione della spesa pubblica.

Legge di Bilancio 2017: transazione fiscale estesa ad IVA e ritenute




Con una modifica alla legge Fallimentare, per mezzo della legge di Bilancio 2017, viene ammessa la transazione fiscale anche per i debiti aventi ad oggetto IVA o ritenute omesse. La novità amplia l’ambito applicativo dell’istituto con potenziali effetti benefici sul numero dei concordati preventivi e degli accordi di ristrutturazione dei debiti che potranno fruirne. Nel contempo, rimane ferma l’esigenza di evitare il moltiplicarsi di comportamenti opportunistici attraverso l’introduzione di opportuni meccanismi di vigilanza che permettano di individuare prontamente le imprese che presentano segnali di potenziale crisi e di imporne un’anticipata gestione.

Gli interventi operati sulla legge fallimentare (R.D. n. 267/42), da ultimo anche con legge di Bilancio 2017, sono stati molti e ripetuti a testimonianza della continua evoluzione degli scenari di riferimento e della necessità di adattare le norme a tali cambiamenti.
Nel contempo vi è una forte domanda di riforma della materia fallimentare, comprese le speciali procedure dettate dalla l. n. 3/2012 per risolvere l’insolvenza degli imprenditori non fallibili e dei debitori civili, che dia uno stop definitivo agli interventi spot a tutto vantaggio della chiarezza delle norme.

La commissione Rordorf è stata incaricata di formulare un disegno di legge delega (atto Camera 3671-bis) sulla riforma organica delle discipline della crisi di impresa e del fallimento che attualmente è all’esame della Commissione Giustizia della Camera la quale sta valutando gli emendamenti presentati lo scorso 21 novembre.


Si vuole, in sostanza, pervenire ad una serie di norme che tengano conto delle esperienze maturate nei tribunali fallimentari con specifica attenzione alla disciplina del concordato preventivo, degli accordi di ristrutturazione dei debiti (art. 182-bis, L.F.) e delle crisi da sovraindebitamento.
In tale contesto, desta qualche perplessità l’inserimento nella legge di Bilancio per il 2017 di un emendamento contenente modifiche in tema di transazione fiscale. Si tratterebbe, infatti, dell’ennesimo intervento frammentario operato sulla legge fallimentare in stridente contrasto con la volontà di affrontare il riordino dell’intera disciplina in essa contenuta.
Sotto altro profilo, non vi è dubbio che ciò origini dalla necessità di anticipare alcune riforme rispetto al varo della legge delega, con ovvi vantaggi in termini di tempestività delle riforme e di risposta alle esigenze manifestate dagli operatori del settore.


E veniamo al tema dibattuto: l’ampliamento, in sede di concordato preventivo o di accordo di ristrutturazione dei debiti, dell’ambito operativo della transazione fiscale disciplinata dall’art. 182-ter L.F.
La norma, attualmente, dispone che il debitore che ricorre al concordato preventivo o all’accordo ex art. 182-bis L.F., possa proporre il pagamento, parziale o anche dilazionato, dei tributi amministrati dalle agenzie fiscali.
Tuttavia, tale possibilità è preclusa se il debito riguarda tributi costituenti risorse proprie dell'Unione europea, l’IVA o le ritenute operate e non versate. Per questi ultimi debiti è infatti ammesso proporre la sola dilazione del pagamento.
Altro limite attiene poi al rispetto della gerarchia dei privilegi e infatti la norma precisa che: “Se il credito tributario o contributivo è assistito da privilegio, la percentuale, i tempi di pagamento e le eventuali garanzie non possono essere inferiori a quelli offerti ai creditori che hanno un grado di privilegio inferiore o a quelli che hanno una posizione giuridica ed interessi economici omogenei a quelli delle agenzie e degli enti gestori di forme di previdenza e assistenza obbligatorie; se il credito tributario o contributivo ha natura chirografaria, il trattamento non può essere differenziato rispetto a quello degli altri creditori chirografari ovvero, nel caso di suddivisione in classi, dei creditori rispetto ai quali è previsto un trattamento più favorevole”.
L’emendamento proposto modifica l’istituto della transazione fiscale estendendone l’uso anche ai debiti tributari aventi per oggetto l’IVA o le ritenute qualora il piano proposto dal debitore ne preveda una soddisfazione: “in misura non inferiore a quella realizzabile, in ragione della collocazione preferenziale, sul ricavato in caso di liquidazione, avuto riguardo al valore di mercato attribuibile ai beni o diritti sui quali sussiste la causa di prelazione indicato nella relazione di un professionista in possesso dei requisiti di cui all’articolo 67, terzo comma, lettera d)» della Legge fallimentare”.
Un’apertura che appare in linea, oltre che con la recente giurisprudenza della Corte di Giustizia europea, anche con l’ormai consolidato orientamento del Fisco che privilegia rapidità e certezza nella riscossione rispetto al dato formale delle somme accertate e di cui sono esempi: il proliferare di norme sul pagamento rateizzato dei tributi, ora addirittura sfociate nella sanatoria degli importi a ruolo, e l’atteggiamento più conciliante degli uffici nell’ambito delle procedure deflattive del contenzioso tributario, queste ultime validamente supportate dalla recente ammissibilità della deduzione dagli imponibili accertati di eventuali perdite pregresse non compensate.
Nello specifico, l’ampliamento dell’ambito operativo della transazione fiscale darebbe al concordato preventivo e agli accordi di ristrutturazione dei debiti maggiori possibilità di successo, stante il fatto che molte di queste procedure non si concludono proprio per l’impossibilità di sottoporre a falcidia tali debiti fiscali.
La novità verrebbe così a colmare un vuoto lamentato da più parti e, anzi, potrebbe essere l’occasione per estendere l’istituto della transazione fiscale, così potenziato, anche alla crisi da sovraindebitamento.
Resta da risolvere il problema di fondo: se è vero che la soluzione di molte crisi di impresa è ostacolata dall’impossibilità, per il Fisco, di accettare riduzioni sui crediti per IVA e ritenute, vi è, nel contempo, la necessità di porre un argine alla tendenza dei soggetti in crisi a posporre, in primo luogo, il pagamento dei debiti tributari e tra questi proprio quelli relativi per IVA e ritenute, vista la periodicità dei versamenti che li caratterizza. Il rischio, insomma, è che i soggetti più spregiudicati, sapendo di poter contare su una riduzione di tali debiti in sede di concordato o di accordi ex art. 182-bis, si sentano maggiormente indotti ad ometterne il pagamento.
Da notare, che proprio l’esigenza di porre un argine a tali condotte ha portato, specie nel comparto IVA, al varo di norme, come lo split payment e il reverse charge, pensate per la salvaguardia di tali entrate o di altre destinate ad efficientarne il controllo, come la recente trasmissione telematica trimestrale (semestrale per il 2017) dei dati delle fatture ricevute ed emesse, corredata dei dati delle liquidazioni mensili o trimestrali, con conseguente aumento del numero e della complessità degli adempimenti imposti ai contribuenti.


La possibilità di evitare tali effetti distorsivi viene sempre più spesso ancorata all’introduzione di opportuni meccanismi di vigilanza che permettano di individuare prontamente le imprese che presentano segnali di potenziale crisi e di imporne un’anticipata gestione, con conseguente riduzione del danno per i creditori. Circostanza che spiega la previsione di apposite procedure di allerta nel disegno di legge Rordorf.









AGGIORNAMENTO GRADUATORIE ISTITUTO SCUOLA

L’aggiornamento delle graduatorie di istituto di II e III fascia è previsto nella primavera del 2017, manca davvero poco tempo per aggiornare il proprio curriculum.

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Il docente per ottenere il massimo punteggio nel più breve tempo possibile ha a disposizione le supplenze, brevi o lunghe che siano, master e corsi di formazione, facendo, ovviamente, riferimento alle tabelle di valutazione del DM 308 del 15 maggio 2014. In questo decreto il MIUR ha indicato i criteri dei corsi che verranno accreditati.

In particolare, si specifica che il master universitario di I o II livello deve essere di 1500 ore e di 60 crediti.


Da precisare che il master consente al docente di acquisire 3 punti e di salire, quindi, più facilmente in graduatoria. Senza contare che ad esso possono essere aggiunte certificazioni informatiche con punteggio massimo di 4 punti, corsi di perfezionamento 1 punto e certificazioni linguistiche.