mercoledì 28 novembre 2018

Ed il Governo continua a cambiare le carte


Cambia la #pacefiscale..
Ma stasera non ti tediamo e ti lasciamo in #pace eheheh
#bbuonanotte da #studiosemeraro

martedì 27 novembre 2018

Confermate le detrazioni fiscali per ristrutturazione edilizia

Buone notizie per chi intende ristrutturare casa: la Legge di bilancio ha confermato le detrazioni fiscali per ristrutturazione edilizia, interventi di efficienza energetica, bonus mobili e bonus verde.

Chi effettua lavori di ristrutturazione del proprio immobile e vuole avvalersi dei vari bonus casa previsti, deve fare i conti con la comunicazione Enea, un adempimento che cittadini, condomini e imprese devono compiere per poter usufruire delle agevolazioni fiscali previste dai bonus, quindi delle detrazioni fiscali. L’Agenzia delle Entrate ricorda che l’obbligo di trasmettere all’Enea le informazioni sui lavori effettuati, analogamente a quanto già previsto per la riqualificazione energetica degli edifici, è stato introdotto per monitorare e valutare il risparmio energetico conseguito con la realizzazione degli interventi.
L’obbligo di comunicazione Enea dei lavori che danno diritto al bonus per le ristrutturazioni edilizie è previsto per tutti i lavori ultimati a partire dal 1° gennaio 2018.

lunedì 19 novembre 2018

Le storie di Instagram potrebbero servirti anche per un sano e distensivo shopping

Non solo foto e video, Instagram punta anche sullo shopping. Prima di lanciare una vera e propria funzione di e-commerce, la piattaforma ha rilasciato oggi due aggiornamenti che renderanno piu’ facili gli acquisti.

Lo shopping nelle storie, testato da giugno, sarà disponibile in 46 Paesi. “Ora quando guardi le storie dei tuoi marchi preferiti e vedi qualcosa che ti piace, puoi cliccare su un prodotto per saperne di più” spiega la società in una nota. L’utente può leggere le informazioni e passare al sito di e-commerce del brand per effettuare l’acquisto.

Secondo i dati diffusi da Instagram, “più di 90 milioni di utenti al mese cliccano su un post per avere maggiori informazioni su un prodotto segnalato dal tag”. 400 milioni di persone guardano le storie ogni giorno. E un terzo delle piu’ viste è creato da aziende.

La seconda novità annunciata da Instagram è un canale Shopping nella sezione Esplora, dove l’utente potrà avere aggiornamenti e suggerimenti personalizzati sui post dei marchi che segue o su quelli che potrebbero piacergli. Il canale, lanciato oggi, sarà rilasciato in tutto il mondo nelle prossime settimane.

Come avviene il pignoramento dello stipendio?

Pignoramento dello stipendio
Tra le varie possibilità che un creditore ha a disposizione per recuperare una somma di denaro, oltre alle soluzioni sopra citate, vi è quella del pignoramento di una parte del suo stipendio o pensione. Procedura che potrà avvenire in due modi:

attraverso la banca, una volta che lo stesso viene accreditato dal datore di lavoro;
direttamente attraverso l’azienda che eroga lo stipendio.
Nel primo caso, ovvero quando il pignoramento dello stipendio avveniva attraverso la banca (pignoramento eseguito dopo l’accredito delle somme), fino a qualche anno fa il blocco poteva avvenire sull’intera somma erogata, senza alcun limite, lasciando il lavoratore completamente “a secco” e oltretutto discriminato rispetto a chi subiva un provvedimento analogo ma direttamente alla fonte presso il datore di lavoro. Le regole ora sono cambiate, infatti, non si rischia più il pignoramento dell’intero deposito ma solo di una parte.

Per le somme già depositate in banca, in pratica, il creditore può pignorare solo l’importo che eccede il triplo dell’assegno sociale in base a questa semplice operazione: dallo stipendio mensile si sottrae il triplo dell’assegno sociale (448,07 € X 3 = 1.344,21 €) e il risultato di questa operazione è quanto effettivamente pignorabile dallo stipendio del debitore. Se, ad esempio, il debitore ha uno stipendio di 1.800 € mensili, si sottrae da questa somma il triplo dell’assegno sociale (1.800 – 1.344,21 = 455,79). Quindi 455,79 è il massimo che il creditore potrà prelevare ogni mese a titolo di pignoramento per soddisfare il proprio credito.

Nel secondo caso, quando il pignoramento avviene presso il datore di lavoro, decurtando lo stipendio direttamente dalla busta paga, le regole sono le seguenti:

se il creditore è uno solo, il pignoramento può essere effettuato fino ad un quinto dell’importo erogato;
se sono presenti più creditori per cause diverse (alimenti, tasse, debiti di altra natura), è possibile pignorare fino alla metà dell’importo erogato a titolo di stipendio o pensione;
per debiti con l’Agenzia delle Entrate Riscossione, il pignoramento può avvenire:
nella misura di 1/10 della retribuzione per stipendi fino a 2.500€;
nella misura di 1/7 della retribuzione per stipendi tra 2.501€ a 5.000€;
nella misura di 1/5 della retribuzione per stipendi superiori a 5.000€;
Le stesse regole valgono per il pignoramento della pensione.

E’ ancora utile ricordare, per non far confusione con il pignoramento del conto corrente spiegato nei precedenti paragrafi, che le regole appena citate solo valide soltanto quando sul conto vi sia accreditato lo stipendio e soltanto sulle somme relative alla retribuzione.

Per tutte le altre somme incassate, anche mensilmente, come i canoni di locazione, valgono le regole precedenti e tali importi potranno essere pignorati per intero.

Direttamente dal nostro colloquio con una nostra lettrice

Cosa succede quando il debitore è nullatenente e non ci sono beni da pignorare?
Un punto debole della nostra giurisprudenza è proprio quello per cui il debitore, dato i tempi lunghi della nostra giurisprudenza che impiega anni prima di arrivare a sentenza, riesce spesso a spossessarsi di tutti i suoi beni prima che diventino esecutive le legittime richieste del creditore.

L’Italia è uno dei pochi paesi in Europa in cui, paradossalmente, viene  tutelato maggiormente il debitore rispetto al creditore, proprio a causa dei lunghi tempi per arrivare ad una sentenza che spesso scoraggiano anche le azioni recupero di un credito laddove le possibilità siano minime.

In linea di massima, contrarre e non pagare i debiti, laddove non si riscontri una fraudolenza, ovvero una volontà specifica di truffare qualcuno fin da quando il debito ha origine, non è reato e non viene punito con azioni penali. Per cui il debitore, se nullatenente, potrà vivere serenamente senza la paura che gli succeda nulla, eccezion fatta per chi si ritrova con cambiali protestate o debiti insoluti con banche o finanziarie che procederanno alla segnalazione del debitore in centrale rischi, non permettendogli più di emettere assegni, ricevere finanziamenti o mutui.

Se poi il debitore è un imprenditore, lo si potrà dichiarare fallito se la sua impresa, in stato di insolvenza, non riuscirà ad onorare i debiti, subendo a posteriori alcune limitazioni sul piano politico-amministrativo.

Se il creditore, dopo aver provato tutte le modalità di pignoramento, non trova alcun bene intestato o di proprietà del debitore da pignorare dovrà, di fatto, sotterrare l’ascia di guerra per un periodo e mettersi il cuore in pace. Il debitore non subirà alcuna conseguenza di nessun genere: né civile, né penale e potrà vivere tranquillamente senza pensare al proprio debito.

Il creditore potrà agire attraverso le società investigative, provando ad individuare la reale situazione economica patrimoniale del debitore come ad esempio il rintraccio di altri rapporti bancari da pignorare, della professione o da quale ente percepisce la pensione oppure rintracciare in quale comune ha eventuali beni immobili.

Condividiamo una risposta che abbiamo fornito ad un nostro follower

Quando non è possibile pignorare il conto corrente del debitore?
Se il creditore decide di procedere con il pignoramento presso terzi, andando a colpire il conto corrente del debitore dovrà accertarsi che il rapporto bancario o postale non sia in rosso.

Infatti qualora il debitore abbia il conto corrente con saldo negativo, anche se lo stesso è garantito da un fido, non potrà mai subire pignoramenti sullo stesso.

Quindi se il debitore non ha un conto corrente postale o bancario o non ha soldi sul conto, il pignoramento intentato dal creditore risulterà infruttuoso e negativo e il creditore dovrà rivalersi su altro.

Legge di Stabilità: cedolare secca per l’affitto dei negozi. Ecco tutte le novità

Cresce l’attesa per conoscere tutti i dettagli della Legge di Stabilità 2019 all’interno della quale ci sono alcune novità che riguardano la cedolare secca.

La cedolare secca è un regime di tassazione agevolato, a cui si può fare ricorso quando si decide di dare una casa in affitto e si stipula il contratto, dopo l’accordo con l’inquilino.

Per la cedolare secca sono previste due aliquote differenti: 10% per i contratti di locazione a canone concordato, 21% per i contratti di locazione a canone libero.
Se il proprietario di un immobile che dà in affitto la casa sceglie questa formula, può risparmiare il pagamento dell’Irpef e delle relative addizionali, l’imposta di registro sul contratto di locazione e l’imposta di bollo.Legge di Stabilità 2019: cedolare secca, ecco le novità
Nel disegno di legge di bilancio, come detto in precedenza, è prevista l’introduzione della cedolare secca anche per gli affitti di negozi e capannoni.
La manovra, si legge nella nota stampa diffusa nella notte dal governo, prevede una flat tax per gli affitti con l’introduzione di una cedolare fissa al 21% sui nuovi contratti di affitto degli immobili commerciali, come i capannoni.
L’estensione della cedolare secca alle locazioni commerciali è una misura da tempo sollecitata da Confedilizia.
La principale e grande novità è che questa formula sarà applicabile anche per le locazioni commerciali.
In precedenza la cedolare era riservata soltanto alla locazione residenziale.I vantaggi della cedolare sono evidenti. Oltre al risparmio Irpef, sui contratti sottoposti a tassazione sostitutiva non si pagano imposta di registro e di bollo dovute per registrazioni, risoluzioni e proroghe dei contratti di locazione.

Nuovi spiragli sull'esame di maturità

Novità in arrivo per i maturandi che faranno gli esami di Stato quest’anno, all’orale ci sarà l’analisi del testo. Oggetto del colloquio anche l’alternanza scuola-lavoro.

Le rassicurazioni di Di Maio su Pensioni quota 100


Ieri, il Presidente dell’Inps, Tito Boeri, ha lanciato un allarme attraverso le pagine del Corriere. In una intervista ha mostrato profonda preoccupazione per i conti pubblici.
Accusato sia da Salvini che da Di Maio di essere impegnato a far politica, il Presidente dell’Inps risponde che il Governo ha chiesto al suo istituto delle simulazioni e che da queste si evince che ci sarà un “incremento della spesa nei primi anni: all’inizio c’è un grande gruppo di persone che entra a carico del sistema pensionistico e ogni anno se ne aggiungono altre che maturano i requisiti, dunque la spesa non può che aumentare”.

Secondo il Presidente, l’Idea del Governo di una spesa costante di 7 milairdi l’anno non è presente in nessuna delle simulazioni Inps e si dice preoccupato perché teme che si arrivi a “soluzioni incompatibili con le risorse accantonate.”

Di Maio, si farà
Il quotidiano La Repubblica oggi pubblica la risposta del leader del Movimento 5 Stelle, che rilancia “”Eviterei allarmismi inutili. Quota 100 si farà”.

Poche ore prima aveva risposto al Presidente dell’Inps anche Claudio Durigon,  sottosegretario al ministero del Lavoro, affermando che “non è giusto che un presidente dell’Inps vada sui giornali a fare politica.”

“Boeri – ha continuato – ha raggiunto dei livelli di interlocuzione sbagliati. Le sue azioni non potevano andare incontro a quello che voleva il governo. Lui voleva applicare un ricalcolo generalizzato, quindi con un taglio alle pensioni altissimo e quindi abbiamo scelto di fare un altro percorso”.

MANIFESTAZIONE PER LA SELEZIONE DI UN PROFESSIONISTA CUI AFFIDARE L'INCARICO DI ISPETTORE DI CANTIERE.



Manifestazione per la selezione di un professionista cui affidare l'incarico di ispettore di cantiere "Realizzazione del nuovo Ospedale di Vibo Valentia - lavori complementari delle opere stradali relativi alla viabilità d'accesso", rivolti ai dipendenti, inseriti nel ruolo organico della Regione Calabria.

Visto carattere d'urgenza.

Scadenza giorni (sette) 7 dalla data di pubblicazione.

MANIFESTAZIONE DI INTERESSE PER LA SELEZIONE DI N. 2 PROFESSIONISTI ISPETTORI DI CANTIERI.

Manifestazione di interesse per la selezione di n. 2 professionisti Ispettori di Cantieri "Ripristino Officiosità idraulica fosso calzone - intervento di sistemazione idrogeologica del fosso Calzone Rio Bravo e di raccolta delle acque bianche ai fini della realizzazione del Nuovo Ospedale di Vibo Valentia", rivolto ai dipendenti inseriti nel ruolo Organco della Regione Calabria.

Visto carattere d'urgenza.

Scadenza giorni (sette) 7 dalla data di pubblicazione.

Nuove albe per il Centro storico della Città di Cosenza?



“Il bando sulla valorizzazione dei borghi può avere ricadute importanti per il centro storico della città di Cosenza. È questo l’inizio di un percorso, di un processo partecipato per l'attuazione di azioni di riqualificazione urbana".


E’ quanto affermato dal presidente della Regione Mario Oliverio all’incontro, svoltosi ieri nella Sala deli Specchi della Provincia di Cosenza, dedicato alle opportunità che i bandi della Regione aprono per il centro storico di Cosenza, organizzato da Casco, il Comitato Area Storica di Cosenza, in collaborazione con  l'Associazione CivicaAmica, Kaep, il comitato Attività economiche e produttive centro storico di Cosenza,  il Comitato Rivocati- Riforma.



“Stiamo seguendo un percorso- ha detto ancora Oliverio- guidato da una visione: quella dello sviluppo della Calabria radicalmente diversa e nuova rispetto al passato. Non cementificazione, espansione edilizia, consumo di suolo ma recupero e valorizzazione a 360 gradi puntando sulla organizzazione dei servizi e delle infrastrutture. In questo quadro abbiamo messo in campo risorse e scelto di investire nel recupero, tanto strutturale quanto culturale e delle attività produttive, dei borghi. Una idea allargata anche ai centri storici e alle zone A delle città che sono oggetto di Agenda Urbana”.


“ Sull’area urbana Cosenza-Rende, attraverso Agenda Urbana abbiamo già destinato circa 37 milioni di euro. Abbiamo dato l’orientamento di piegare soprattutto in direzione della valorizzazione e recupero dei centri storici” ha precisato il presidente Oliverio che ha diffusamente parlato dei due bandi (100 milioni di euro il primo destinato ai Comuni; circa 37 il secondo per le imprese e le persone, in scadenza il 26 novembre), spiegandone il duplice scopo che li muove: rivilitalizzare comparti urbani e investire su una cultura d'impresa. Sono previste- ha rimarcato- significative agevolazioni per giovani e donne.


“ Il centro storico della città dei bruzi costituisce un patrimonio che può dare un impulso ad un processo di modernizzazione e qualificazione della intera area urbana. Un patrimonio- ha spiegato Oliverio- che potrà essere un polo attrattivo in un sistema territoriale ed economico di una nuova grande Cosenza. Dobbiamo rimettere in campo una politica rivolta ad una organizzazione urbana propria di un vero e proprio sistema metropolitano. Sono mature le condizioni per andare nella direzione di una città unica. Con la iniziativa odierna-, ha inoltre affermato Oliverio-, diamo avvio ad una campagna di ascolto e consultazione aperta al contributo ed alla partecipazione di tutte le componenti sociali di Cosenza e della area urbana circostante. Riteniamo giusto confrontarci su come finalizzare quote ingenti di finanziamenti e sui diversi progetti che la Regione ha avviato e messo in cantiere per Cosenza. Vogliamo sottrarre alla bramosia delle primogeniture o alla strumentalitá della propaganda elettorale il confronto su progetti concreti. Ciò vale innanzitutto per la modernizzazione dei servizi primari, a partire dalla assistenza sanitaria e della realizzazione non più procrastinabile del nuovo ospedale, per il quale abbiamo reso disponibili 250 milioni di euro. La realizzazione del nuovo ospedale non può essere più ostacolata. Continuare a frapporre ostacoli non va bene, non fa bene alla città di Cosenza”.


In merito alla polemica sulla mancanza di progetti per la utilizzazione di 90 milioni di euro programmati d'intesa tra la Regione ed il Ministero dei Beni Culturali a febbraio scorso, Oliverio ha dichiarato che “occorre avere conoscenza delle cose quando se ne parla, soprattutto se si hanno responsabilità pubbliche. Con il precedente ministro Franceschini abbiamo concordato di investire su un progetto destinato alla valorizzazione del patrimonio storico e culturale di Cosenza. Il provvedimento è stato deliberato dal Cipe il 27 febbraio scorso e registrato alla Corte dei Conti a fine settembre. Subito dopo ho sollecitato formalmente le strutture del Mibac ed il nuovo Ministro affinché si insediasse il comitato tecnico previsto dal deliberato Cipe, coordinato e diretto dalla Regione, nel quale c’è il Comune, la Provincia, il Mibac e altri soggetti. Appena sarà insediato il comitato tecnico noi apriremo la fase operativa. Mi pare evidente- ha chiosato Oliverio-, che sul centro storico e su Cosenza la Regione sta dando conto e dimostrazione solo di fatti e azioni concrete. Lasciamo ad altri azzuffarsi su false promesse e proposte illusorie".

L’incontro è stato moderato dal presidente di Casco, Francesco Alimena; hanno partecipato gli assessori regionali alla Cultura Maria Francesca Corigliano e alla Pianificazione Territoriale e Urbanistica Franco Rossi, il presidente della Provincia di Cosenza Franco Iacucci, il dirigente regionale del Settore Beni Culturali Domanico Schiava, Gilda De Caro, presidente dell’Associazione CivicaAmica, Sergio Molinaro del Kaep, Giulia Fragale presidente del Comitato Rivocati-Riforma.  mdv

E' valido il licenziamento verbale?


Il datore di lavoro che comunica a voce il licenziamento del dipendente commette un abuso. Secondo l’art. 2 della legge 604/66, integrata dal provvedimento n. 108 del 1990, infatti, il licenziamento verbale non ha alcuna validità. In tal caso, il rapporto prosegue di diritto e il datore di lavoro ha l’obbligo di corrispondere un’indennità al lavoratore fino alla suo effettivo reintegro. Ecco i termini entro cui si può presentare ricorso in caso di licenziamento intimato a voce.
Licenziamento a voce: è valido?
La legge parla chiaro: il licenziamento deve avvenire per iscritto e in nessun caso può dirsi legittimo se comunicato in forma orale. Può succedere che in seguito a un diverbio il datore di lavoro possa dire al dipendente di non presentarsi il giorno successivo, ma questa comunicazione non ha nessuna validità ai fini del licenziamento. Esso, infatti, deve avvenire per giusta causa e tramite comunicazione scritta.

Ma cosa succede se il datore di lavoro notifica il licenziamento per iscritto il giorno dopo, adducendo come giusta causa l’assenza ingiustificata? In realtà questo escamotage non è così facile da utilizzare. Il datore di lavoro deve dimostrare che il dipendente si è assentato senza valide ragioni e che non si è trattato di un licenziamento a voce.

Licenziamento verbale: indennità
La Cassazione ha stabilito che in caso di licenziamento a voce al lavoratore non spettano tutte le mensilità che intercorrono tra la comunicazione e il reintegro sul posto di lavoro. Ciò che il datore di lavoro è tenuto a pagare è un’indennità che non può essere comunque inferiore a 5 mensilità.

Licenziamento a voce: come fare ricorso
In caso di licenziamento illegittimo come può essere quello intimato a voce, il lavoratore può impugnare la causa tramite ricorso stragiudiziale. Tale ricorso deve però avvenire secondo tempistiche e modalità ben precisi. Il legislatore ha stabilito che per quanto riguarda il licenziamento orale il lavoratore ha 90 giorni di tempo per ricorrere in giudizio. Questo termine decorre dalla data entro cui i motivi dovevano essere comunicati. L’onere della prova, come detto, spetta sempre al datore di lavoro che deve dimostrare l’esistenza di una giusta causa.

Novità nel Codice Fallimentare

Come si legge nel comunicato stampa del Governo, il Codice ha l’obiettivo di riformare in modo organico la disciplina delle procedure concorsuali, con due principali finalità: consentire una diagnosi precoce dello stato di difficoltà delle imprese e salvaguardare la capacità imprenditoriale di coloro che vanno incontro a un fallimento di impresa dovuto a particolari contingenze.

Tra le principali novità:


  1. si sostituisce il termine fallimento con l’espressione “liquidazione giudiziale” in conformità a quanto avviene in altri Paesi europei, come la Francia o la Spagna, al fine di evitare il discredito sociale anche personale che anche storicamente si accompagna alla parola “fallito”;
  2. si dà priorità di trattazione alle proposte che comportino il superamento della crisi assicurando continuità aziendale;
  3. si uniforma e si semplifica la disciplina dei diversi riti speciali previsti dalle disposizioni in materia concorsuale;
  4. si prevede la riduzione della durata e dei costi delle procedure concorsuali;
  5. si istituisce presso il Ministero della giustizia un albo dei soggetti destinati a svolgere su incarico del tribunale funzioni di gestione o di controllo nell’ambito di procedure concorsuali, con l’indicazione dei requisiti di professionalità esperienza e indipendenza necessari all’iscrizione;
  6. si armonizzano le procedure di gestione della crisi e dell’insolvenza del datore di lavoro con forme di tutela dell’occupazione e del reddito di lavoratori.

Vuoi entrare nell'Arma?

Concorso Polizia di Stato: bando per 654 allievi agenti
Il concorso è aperto solo a volontari VFP1/VFP4 in servizio o in congedo. Puoi inoltrare domanda e partecipare entro il 10 dicembre 2018

Pace fiscale e associazioni sportive dilettantistiche


L’Agenzia delle entrate, con provvedimento n. 301338 del 13 novembre 2018, ha offerto chiarimenti in tema di pace fiscale per le società e associazioni sportive dilettantistiche iscritte nel Registro Coni, precisando che a esse si applicano le disposizioni di cui al provvedimento n. 298724/2018 e, in particolare, in riferimento all’ambito di applicazione, quelle di cui ai punti 1.1, 1.2, 1.3, 1.4 e 1.5, con le specifiche disposizioni previste dall’articolo 7 (Regolarizzazione con versamento volontario di periodi d’imposta precedenti), comma 2, lettera a), e comma 3, D.L. 119/2018, che prevede specifiche modalità di definizione agevolata degli atti del procedimento di accertamento.

La definizione agevolata è limitata agli atti del procedimento di accertamento, notificati o sottoscritti entro il 24 ottobre 2018, alle società e associazioni sportive dilettantistiche, relativi alle sole Ires, Irap e Iva.

Apprendistato: regime contributivo a seguito delle misure di agevolazione delle ultime modifiche intercorse


L’Inps, con circolare n. 108 del 14 novembre 2018, allo scopo di favorire il corretto assolvimento degli obblighi contributivi, ha riepilogato l’assetto del regime contributivo relativo ai rapporti di apprendistato nella necessaria prospettiva di analisi integrata delle misure di agevolazione introdotte nel corso degli ultimi anni, al fine di promuovere l’utilizzo delle predette forme contrattuali. In questo quadro, l’Istituto riporta taluni adeguamenti delle indicazioni fornite con il messaggio n. 2243/2017, in tema di assunzione in apprendistato professionalizzante, senza limiti di età, di lavoratori beneficiari di indennità di mobilità ovvero di un trattamento di disoccupazione, nonché con il messaggio n. 2499/2017 in tema di apprendistato per la qualifica e il diploma professionale, il diploma di istruzione secondaria superiore e il certificato di specializzazione tecnica superiore.

E se nel tuo contratto di lavoro c'è una clausola di stabilità, ne conosci il significato?

Per difendere i tuoi diritti e compiere ottimamente i tuoi doveri devi conoscere tutto.... noi siamo qui per erudirti a dovere.
Stamattina ti parliamo della "clausola di stabilità".
Esiste una specifica pattuizione, utilizzabile nei rapporti di lavoro subordinati, grazie alla quale si riesce ad ottenere una garanzia di stabilità nella durata del contratto. Tale clausola, o patto contrattuale, viene denominato in vari modi: patto di stabilità, clausola di durata minima, patto di permanenza o clausola di fidelizzazione. Si parla, sia ben chiaro, dei rapporti a tempo indeterminato; nei contratti a termine, di fatto, tale stabilità risulta già sussistente.

Con tale pattuizione una parte, o entrambe, si impegnano affinché un contratto di lavoro subordinato, a tempo indeterminato, abbia una durata minima garantita; non risulta dunque effettuabile un recesso, salvo il caso di giusta causa, pena il risarcimento del danno.

In poche righe si possono far rilevare soltanto i tratti essenziali di tale clausola, da cui derivano le principali attenzioni che l’operatore dovrà riservarle. Come detto, potrà aversi un impegno unilaterale al rispetto della durata minima: da parte del datore verso il lavoratore o viceversa; ovvero un impegno bilaterale che coinvolga entrambi gli attori.

Nel caso di impegno da parte del datore a favore dal lavoratore, per una durata minima garantita, non si rilevano specifici problemi, stante il fatto che tale fattispecie aumenta la garanzia per la parte debole del rapporto. Nel caso inverso, invece, si pone il problema della rinuncia del lavoratore a un proprio diritto, sia pure di tipo disponibile: in tale evenienza, quindi, occorre che tale concessione abbia, quale bilanciamento, una propria specifica remunerazione.

Altra questione di rilievo è legata alla durata del patto, ossia al limite massimo che può essere inserito in una simile clausola a limitazione della facoltà di recesso. Ricordando, anzitutto, che non vi è norma che stabilisca con precisione un tale limite, appare tuttavia logico che tale periodo di stabilità garantita non travalichi una durata che debba ritenersi congrua; azzardare delle indicazioni temporali è, a mio avviso, un azzardo. Non è possibile limitare la facoltà di recesso troppo a lungo; fin qui ci siamo. Il quantum di durata, però, non è standardizzabile, dovendosi tenere conto di numerosi fattori caratterizzanti il rapporto. Si pensi, ad esempio, al particolare ruolo svolto dal lavoratore, oppure a un’eventuale rilevante spesa sostenuta per la sua formazione. La durata, quindi, dovrà essere ben calibrata e, se del caso, giustificata da fattori oggettivi.

Vi è poi il profilo risarcitorio, che si manifesta nel caso di violazione del patto di stabilità; esso risulta valorizzabile in maniere distinte a seconda del soggetto inadempiente. A grandi linee possiamo dire: nel caso di inadempienza da parte del datore, il danno in favore del lavoratore risulta manifesto nella perdita retributiva del periodo residuo, garantito, ma non lavorato; nel caso di inadempienza da parte del lavoratore il risarcimento sarà quello in genere previsto, per un motivo di necessaria quantificazione ex ante, nel patto stesso. A tutto questo, però, si aggiunge anche il problema legato al preavviso di recesso; l’esistenza di un patto di stabilità, infatti, non esclude ex se l’onere di preavviso sul recedente. Anche in tale situazione, dunque, si rilevano distinzioni tra: casi di violazione del patto, ma con notifica di preavviso; situazioni di violazione con recesso immediato.

Per provare a chiarire questi concetti si propone uno schema che prevede il recesso, in varie casistiche, da parte di un lavoratore:



Situazione operativa                                                      Conseguenza giuridica sul piano                                                                                                                                       risarcitorio
Il lavoratore recede durante il periodo di garanzia senza preavviso Erogazione del risarcimento del danno e dell’indennità di mancato preavviso
Il lavoratore recede durante il periodo di garanzia dandone preavviso Erogazione del risarcimento del danno
Il lavoratore recede al termine del periodo di garanzia senza preavviso Erogazione dell’indennità di mancato preavviso
Il lavoratore recede al termine del periodo di garanzia dandone preavviso Nessuna erogazione


Da quanto sopra emerge come il patto di stabilità possa essere un valido strumento per la gestione contrattuale di alcune peculiari casistiche operative; allo stesso tempo, tuttavia, occorre tener ben presente come per il suo utilizzo vadano adottate diverse precauzioni.


sabato 17 novembre 2018

Impianti sportivi, pubblicato il bando ‘Sport e Periferie’ 2018

Le richieste per la riqualificazione, la realizzazione e il completamento delle strutture andranno spedite entro il 17 dicembre 2018
Si riapre la possibilità di realizzare, rigenerare o completare gli impianti sportivi situati in aree svantaggiate e zone periferiche urbane grazie a 10 milioni di euro previsti dal bando “Sport e Periferie”. È stato, infatti, pubblicato il bando 2018 con la relativa modulistica per la candidatura delle aree.

Il bando ‘Sport e periferie’ 2018
Potranno presentare domanda di contributo per il finanziamento degli interventi: le pubbliche amministrazioni, le istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado anche comunali e gli enti no profit. La richiesta di contributo andrà inviata, tramite posta, all’Ufficio per lo Sport della Presidenza del Consiglio dei Ministri entro le ore 12.00 del 17 dicembre 2018.

Le richieste dovranno essere finalizzate a:
- realizzazione e rigenerazione di impianti sportivi finalizzati all'attività agonistica, localizzati nelle aree svantaggiate del Paese e nelle periferie urbane;
- diffusione di attrezzature sportive con l'obiettivo di rimuovere gli squilibri economici e sociali esistenti;
- completamento e adeguamento di impianti sportivi esistenti da destinare all'attività agonistica nazionale e internazionale.

Impianti sportivi: cosa specificare nella domanda
Ogni richiesta conterrà le informazioni relative alla struttura, tra cui:
- la tipologia di intervento, se si tratta di realizzazione e rigenerazione di impianti sportivi o del completamento e adeguamento di impianti;
- le discipline sportive praticabili nell'impianto, con l’elenco delle discipline sportive praticabili simultaneamente nell'impianto;
-lo stato di avanzamento della progettazione, indicando il livello della progettazione e specificando se si tratta di progetto di fattibilità tecnica economica, progetto definitivo, progetto esecutivo;
- incidenza del contributo richiesto sull'importo complessivo dell'intervento.

L’ente richiedente dovrà, inoltre, dichiarare che l’intervento non è stato già finanziato con altre risorse pubbliche e che non sia stato già assegnatario di finanziamenti a valere sul fondo "Sport e Periferie". 
La documentazione deve comprendere anche un cd contenente il progetto (progetto esecutivo, progetto definitivo, progetto di fattibilità tecnica ed economica).

Sport e periferie: i criteri di scelta delle proposte
Il Bando indica i criteri di cui tener conto nella selezione delle richieste (già indicati dal DPCM 31 ottobre 2018):
 a) localizzazione dell'intervento: saranno privilegiati i lavori in aree con bassi livelli di scolarizzazione e interessate da recenti calamità naturali;
 b) stato di avanzamento della progettazione: il punteggio massimo sarà assegnato ai lavori con progetti esecutivi mentre il minimo a quelli in possesso solo di fattibilità tecnica-economica;
 c) incidenza del contributo richiesto sull'importo complessivo dell'intervento: saranno privilegiati quelli con la quota maggiore di cofinanziamento;
 d) polifunzionalità dell'impianto: un punteggio maggiore sarà assegnato alle strutture in cui è possibile svolgere simultaneamente più attività sportive;
 e) natura giuridica dell'ente titolare del diritto di proprietà dell'impianto: priorità sarà data agli impianti di proprietà pubblica.

Al fine di garantire un'equa distribuzione delle risorse sull'intero territorio nazionale le richieste di finanziamento aventi a oggetto impianti localizzati in una medesima regione non potranno gravare sul fondo per importi cumulativamente superiori al 10 per cento della sua capienza.

L'erogazione del contributo avverrà in modo frazionato e in proporzione agli stati di avanzamento dei lavori, certificati dal direttore dei lavori.

Sport e Periferie: selezione dei progetti e modalità di finanziamento
L'Ufficio per lo Sport procederà alla valutazione delle richieste pervenute tramite una apposita Commissione. Successivamente sarà formata la graduatoria finale dei soggetti ammessi al contributo.

La richiesta di contributo pubblico per ciascun intervento non sarà superiore a 500.000 euro. Il finanziamento verrà erogato sulla base di convenzioni sottoscritte con firma digitale tra il Capo dell'Ufficio per lo Sport e il legale rappresentante del soggetto richiedente.

Sport e Periferie: la storia del Piano
Ricordiamo che il Piano sport e Periferie è nato con il DL 185/2015 con l'obiettivo di rimuovere gli squilibri economico sociali e incrementare la sicurezza urbana attraverso gli investimenti sulle infrastrutture sportive. Il Fondo, inizialmente incardinato presso il Coni, è stato già finanziato con due tranche di importo pari a 100 milioni di euro ciascuna.

Con la prima tranche sono stati finanziati otto interventi urgenti, coi quali si è mirato a risolvere alcune delle situazioni di maggiore difficoltà nelle periferie di Milano, Roma, Napoli e Palermo, e 183 interventi distribuiti sull'intero territorio nazionale in modo omogeneo e con l'interessamento di ventisette discipline sportive.

Con la Legge di Bilancio 2018 il Fondo è divenuto strutturale e gli è stata assegnata una dotazione iniziale di 10 milioni di euro all'anno a decorrere dall'anno 2018.

Il bando appena pubblicato, anticipato dal DPCM 31 ottobre 2018 in cui sono contenute le modalità e i criteri di gestione delle risorse del Fondo, inaugura la serie di bandi annuali istituiti con la Legge di Bilancio 2018

Black Friday 2018: data, giorno, come funziona Quest’anno il Black Friday si terrà venerdì 23 novembre 2018.



Oltreoceano viene considerato il primo giorno di shopping natalizio e le grandi catene di negozi offrono promozioni esclusive, fatte apposta per incentivare l’acquisto dei primi doni. Gli sconti durante il Black Friday arrivano anche al 70% e capita non di rado che le persone stazionino davanti ai negozi in attesa dell’apertura delle porte il venerdì mattina.

Le offerte sono a tempo, ovvero scadono nell’arco di qualche minuto o ora, quindi bisogna essere rapidi nell’acquisto prima che i prodotti vadano a ruba.


Gli affari migliori si concludono proprio nelle 24 ore di venerdì (anche in pochi minuti se non si è abbastanza svelti), ma già da qualche giorno prima gli utenti possono approfittare di offerte e riduzioni sui prezzi correnti.

Le offerte in vista del Black Friday 2018 partono ufficialmente lunedì 19 novembre, ma già dal weekend del 17 novembre nei negozi e online ci sarà una selezione di articoli scontati.

Infatti, per far crescere le aspettative intorno al Black Friday i negozi fisici e online promuovono una Black Week interamente dedicata allo shopping ricco di sconti, che culmina nei prezzi eccezionali di venerdì 23 novembre e ha un nuovo picco durante il Cyber Monday, il “lunedì cibernetico” dedicato ai saldi online.

Si tratta del lunedì successivo al Venerdì Nero che funziona in modo molto simile: gli store danno un’altra possibilità a chi non ha usufruito delle offerte del black weekend e lanciano promozioni che terminano nel giro di poche ore. Naturalmente solo i più veloci e fortunati riusciranno ad accaparrarsele. Quest’anno l’appuntamento con il Cyber Monday è fissato il 26 novembre.

Origini e significato
Sebbene il Black Friday non sia riconosciuto come festività, è una data molto significativa negli Stati Uniti perché è il venerdì che segue il Thanksgiving Day, il Ringraziamento che negli USA e in Canada si celebra il 4° giovedì di novembre.

Il venerdì nero, secondo una tradizione consolidatasi negli anni Sessanta, era la giornata in cui i negozianti americani favorivano lo shopping in vista del Natale proponendo sconti speciali fino all’80%.


Ci sono almeno due teorie sull’origine del nome. Secondo alcuni si chiama Black Friday perché all’epoca i commercianti compilavano i loro registri contabili a penna, usando inchiostro nero per i conti in attivo. E il venerdì dopo il Ringraziamento, proprio a causa dei prezzi al ribasso, i conti finivano in nero.

Secondo un’altra teoria si chiamerebbe venerdì nero a causa del traffico sulle strade e la calca nei negozi provocati proprio dal riversarsi della gente attirata dagli sconti validi solo quel giorno.

In Italia il Black Friday è sbarcato dagli Stati Uniti nel 2011 grazie a Apple, e ha conquistato tutti sin da subito. Ormai sono tantissimi i negozi che partecipano al Black Friday online italiano, e ogni anno sono sempre di più le persone che attendono con ansia la data del Black Friday per sbizzarrirsi con lo shopping online.

Dove trovare le offerte
Amazon.it è il più famoso ma non l’unico sito di e-commerce che aderisce alla giornata di sconti: si possono concludere ottimi affari anche su eBay, Zalando, ePrice, Asos e i siti dei brand internazionali come ad esempio Zara, Sephora, Euronics, MediaWorld ecc.

Anche le compagnie di volo fanno un piccolo regalo agli utenti in occasione del giorno di sconti più atteso dell’anno. Ad esempio l’anno scorso Ryanair, sul suo sito, ha messo voli per il mese di dicembre 2017 al 15% di sconto su tantissime tratte.

Esistono anche altri due tipi di Black Friday: il cosiddetto “Black Friday di luglio” e quello “di primavera”. Con il primo si fa riferimento all’Amazon Prime Day, che quest’anno si festeggia il 16 e 17 luglio, mentre lo Spring Black Friday, tipicamente anglosassone, è un evento importante per i negozi di casa e giardino come Home Depot, Lowes, Sears, Walmart e altri.

Consigli per gli acquisti

Il giorno del Black Friday non è facile barcamenarsi tra le offerte e i siti che le propongono: bisogna trovare l’articolo desiderato del modello che cerchiamo, confrontare i prezzi, capire se vale la pena o no comprarlo, e concludere l’acquisto prima che qualcuno ce lo soffi sotto il naso. Ecco perché è importante prepararsi al Black Friday per arrivare pronti a comprare esattamente quello che vogliamo al miglior prezzo. Qui trovi alcuni consigli da seguire.

1) Fai le tue ricerche in anticipo
La conoscenza e la preparazione sono la chiave per fare acquisti consapevoli. Comincia a cercare quello che ti piace e vorresti comprare: ti permetterà di risparmiare tempo ed energie prima del gran giorno. Informati bene sulle caratteristiche del prodotto e non dimenticare di leggere le recensioni degli utenti.

2) Iscriviti alla newsletter
Resta aggiornato sulle novità, gli arrivi e le promozioni dei rivenditori per il Venerdì Nero, e salva i prodotti che desideri in anticipo, così allo scoccare della mezzanotte non dovrai scorrere migliaia di pagine alla ricerca di quello che ti piace.

3) Connettiti ai tuoi siti di shopping online in anticipo
In occasione delle offerte del Black Friday i server vengono presi d’assalto e potresti non riuscire a navigare con tranquillità.

4) Confronta i prezzi
Vuoi accaparrarti l’iPhone 8 in offerta su Amazon ma anche ePrice ha prezzi convenienti? Per esser certo di massimizzare i risparmi confronta le offerte dei rivenditori senza dimenticare le eventuali spese di spedizione e le modalità di pagamento.


Il Black Friday e i codici sconto
Un’iniziativa molto utile per quanto riguarda il Black Friday è quella dei siti di codici sconto, siti web specializzati in codici sconto per i maggiori portali di E-commerce italiani e non: oltre ad una selezione di offerte specifiche grazie alla pagina dedicata al Black Friday, sarà possibile scaricare sin da ora dei codici sconto da utilizzare subito oppure direttamente il 24 novembre per ottenere davvero il massimo del risparmio!

Amazon Prime e Black Friday
Amazon Prime è un must-have per il Black Friday, e se non sei ancora iscritto ti consigliamo di farlo in previsione della Black Week 2018. In quei giorni di grande fervore Amazon riceve milioni di ordini e capita che le spedizioni subiscano gravi ritardi. Amazon Prime ha i suoi vantaggi, e tra questi la spedizione gratuita in 1-2 giorni lavorativi.

Inoltre i membri Prime possono avere accesso anticipato alle offerte lampo di Amazon che restano disponibili per poco tempo; in altri casi possono godere di sconti ulteriori sui prezzi già scontati o di offerte che non riguardano gli utenti non Prime.

Realizza i tuoi sogni con #restoalsud

Resto al Sud è il nuovo bando di Invitalia che consente di coprire il 100% delle spese per nuovi progetti imprenditoriali di giovani fino a 35 anni nelle regioni del Sud.

COME FUNZIONA RESTO AL SUD

QUALI AGEVOLAZIONI PUOI OTTENERE

Finanziamento agevolato: 65 %

Il restante 65% è erogato tramite un finanziamento bancario di 8 anni, garantito fino all'80% dallo Stato, grazie al Fondo di Garanzia di Medio Credito Centrale.
A copertura degli interessi sul finanziamento bancario il 100% degli interessi sul finanziamento saranno pagati direttamente da Invitalia alla Banca, così avrai un finanziamento a tasso zero.


Contributo in conto interessi : 100 %


Contributo a fondo perduto . 35 %

Invitalia ti eroga il 35% del totale delle spese richieste a fondo perduto! Un grande aiuto per un nuovo progetto, come il tuo!



Andiamo per step : A chi è rivolto RESTO AL SUD?


Le agevolazioni sono rivolte ai giovani tra 18 e 35 anni che:


  • siano residenti in Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia al momento della presentazione della domanda di finanziamento
  • trasferiscano la residenza nelle regioni indicate dopo la comunicazione di esito positivo
  • non abbiano un rapporto di lavoro a tempo indeterminato per tutta la durata del finanziamento
  • non siano già titolari di altra attività di impresa in esercizio


Possono presentare richiesta di finanziamento le società, anche cooperative, le ditte individuali costituite successivamente alla data del 21 giugno 2017, o i team di persone che si costituiscono entro 60 giorni (o 120 se residenti all’estero) dopo l’esito positivo della valutazione.

Resta al Sud con..... RESTO AL SUD

Vuoi creare la tua fortuna nella tua terra natale?
Ora puoi con..... Resto al Sud

Guarda questo video e poi ne riparliamo meglio

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Boom dei tatuaggi. E io li faccio vegani

Boom dei tatuaggi. E io li faccio vegani: In Italia si spendono ogni anno 100 milioni di euro in tatuaggi. 7 milioni di italiani hanno almeno un disegno sulla pelle. La richiesta aumenta. E c'è chi ne fa un business. Come Cecilia Granata, 35 anni, tatuatrice vegana e illustratrice in California. Tatuaggio vegano: cos’è? «È un tatuaggio normale, con un’attenzione prestata all’uso di…

Jeff Bezos ai giovani: “Imparate a imparare per affrontare il futuro”







amazon bezos

Jeff Bezos ai giovani: “Imparate a imparare per affrontare il futuro”: «Dovete imparare a imparare». Ecco il consiglio che Jeff Bezos dà ai giovani per prepararsi al meglio per il futuro. Intervistato l'1 novembre durante un evento di beneficenza a New York, organizzato dalla no profit First, il fondatore di Amazon ha parlato alla platea di futuro, tecnologia e istruzione. «Non siamo bravi a immaginare i…

I 10 consigli per il successo di Derek Thompson













I 10 consigli per il successo di Derek Thompson: Dal Web alla tv, dal marketing alla musica: i fenomeni di grande successo hanno alla base precise caratteristiche, ma quali? Ha cercato di individuarle Derek Thompson, giornalista americano per la rivista The Atlantic (l’editore è Laurene Powell, vedova di Steve Jobs). Si occupa di tecnologia e business nel suo libro Creare succesi. 1. Meno è meglio.…

Il credito professionale vantato verso il cliente inadempiente si prova con .......


Nel giudizio fallimentare, allo scopo di accertare il credito professionale per l’attività di consulenza, il Giudice può ammettere l’interessato a provare, anche con testimoni, l’esistenza del contratto e del suo contenuto. È quanto emerge dalla Sentenza n. 29614/18 della Prima Sezione Civile della Corte di Cassazione.

Con la pronuncia in esame, la Suprema Corte affronta la questione della prova del contratto professionale e della sua stipulazione in data anteriore alla dichiarazione di fallimento. Ciò, rispetto a un credito per prestazioni professionali stragiudiziali svolte da un avvocato, non ammesso allo stato passivo.

Il Tribunale ha rigettato la domanda del legale osservando, fra l’altro, che il contratto con cui era stato conferito l’incarico non era opponibile alla procedura perché privo di data certa, la quale non poteva essere attribuita né con prova testimoniale né ricavata dall’ulteriore documentazione presente nel fascicolo.

Invece, secondo i Massimi giudici, il ricorrente ha ragione quando sostiene che la certezza della data del conferimento dell'incarico può essere fornita con testimoni, posto che il conferimento del mandato professionale per l'espletamento di attività stragiudiziale e il suo contenuto possono essere dimostrati con tutti i mezzi consentiti dall'ordinamento, salve le limitazioni derivanti dalla natura e dall'oggetto del negozio stesso, e dunque anche in via testimoniale.

La Suprema Corte, nell’accogliere il ricorso, osserva che, diversamente da quanto ritenuto nel provvedimento impugnato, la certezza della data del conferimento dell'incarico può essere dimostrata anche facendo ricorso a una prova testimoniale. Al riguardo, la giurisprudenza di legittimità ha chiarito «che il mandato professionale per l'espletamento di attività di consulenza e, comunque, di attività stragiudiziale non deve essere provato necessariamente con la forma scritta, ad substantiam ovvero ad probationem, poiché può essere conferito in qualsiasi forma idonea a manifestare il consenso delle parti e il giudice, in sede di accertamento del relativo credito nel passivo fallimentare, tenuto conto della qualità delle parti, della natura del contratto e di ogni altra circostanza, può ammettere l'interessato a provare, anche con testimoni, sia il contratto che il suo contenuto; inoltre l’inopponibilità, per difetto di data certa ex art. 2704 c.c., non riguarda il negozio, ma la data della scrittura prodotta, sicché il negozio e la sua stipulazione in data anteriore al fallimento possono essere oggetto di prova, prescindendo dal documento, con tutti gli altri mezzi consentiti dall’ordinamento, salve le limitazioni derivanti dalla natura e dall’oggetto del negozio stesso» (Cass. n. 2319/2016 e n. 4705/2011).

Peraltro la Corte specifica che non osta all’ammissione di una simile prova il fatto che il Codice civile prescriva la forma scritta per i patti che stabiliscono i compensi professionali degli avvocati, in quanto questa prescrizione riguarda non l’esistenza del mandato professionale, ma la sola misura del compenso, da determinarsi, in caso di mancato ricorso alla forma necessaria per la validità della pattuizione, secondo i criteri previsti dall’art. 2233 cod. civ.

Nel caso di specie il decreto impugnato contrasta con questi principi; quindi gli Ermellini hanno rinviato la causa al Giudice di merito, per nuovo giudizio.

A sorpresa il Garante della Privacy BOCCIA la fattura elettronica ...ed ora cosa succede?

Come un fulmine a ciel poco sereno, il Garante della Privacy ha bocciato, o per meglio dire rimandato all'Agenzia delle Entrate il sistema della fatturazione elettronica obbligatoria dal 1 gennaio 2019. Il sistema in rampa di lancio, secondo il Garante privacy, “presenta rilevanti criticità in ordine alla compatibilità con la normativa in materia di protezione dei dati personali”. In altre parole, espone i dati trasmessi dai contribuenti italiani ad un rischio di uso improprio da parte di terzi.

Il Garante privacy ha inoltre sottolineato la mancata consultazione da parte dell'Agenzia delle Entrate nella progettazione del sistema.

Un sistema definito "potenzialmente relativo ad ogni aspetto della vita quotidiana dell’intera popolazione, sproporzionato rispetto all’obiettivo di interesse pubblico, pur legittimo, perseguito".
Secondo il Garante, infatti, vi è una "sproporzionata raccolta di informazioni", in primis la fattura vera e propria e non i soli dati contabili. Ciò comporta una trasmissione rischiosa di dati afferenti i beni e servizi acquistati dai contribuenti, nonché alcune informazioni sulla regolarità dei pagamenti dei contribuenti. E addirittura la descrizione di prestazioni sanitarie e legali. Ciò ha costretto il Garante privacy a chiedere una profonda revisione del sistema.

Dal 2019 torna, tra applausi di chi ne ha bisogno, il Bonus Bebè

Con la manovra torna il bonus bebè. Lo ha annunciato il ministro per la Famiglia Lorenzo Fontana ripresentando gli incentivi alla natalità con una dote finanziaria potenziata (444 milioni di euro, invece dei circa 400 previsti per l'ultima annualità dal precedente governo) e con una nuova formulazione. Se dovesse passare la proposta, dall'anno prossimo per ogni figlio successivo al primo è previsto un incremento del 20% sugli importi erogati. Due le fasce di reddito che potranno richiedere l'assegno: le famiglie con meno di 7mila euro annue e quelle tra i 7 e i 25mila euro.

Gli interventi sono contenuti in un emendamento governativo messo a punto dal Ministro Fontana e presentato oggi alla Camera, nell'ambito di un "pacchetto famiglia", che - tra emendamenti governativi ed emendamenti presentati d'intesa col gruppo Lega - prevede una serie di azioni e stanziamenti: 40milioni di euro per il congedo di 4 giorni per i padri; l'istituzione del "Fondo di sostegno per le crisi familiari" per 10milioni di euro annui; il raddoppio (da 400 a 800 euro) delle detrazioni fiscali per i figli con disabilità. Nella proposta presentata, per le mamme sarà inoltre possibile scegliere se accedere a un periodo di tre mesi di maternità retribuita al 60% oppure di sei mesi di maternità retribuita al 30%. Il fondo politiche per la famiglia, potenziato a 300milioni di euro per il triennio 2019 - 2021 (e di 100milioni per ogni anno successivo) è stato poi finalizzato con forte orientamento alla promozione del welfare aziendale

Nel "pacchetto famiglia" il ministro rilancia inoltre l'iniziativa della Carta famiglia, che consente l'accesso a sconti sull'acquisto di beni o servizi oppure a riduzioni tariffarie. Già in ddl bilancio sono stati previsti 960milioni di euro per tre anni per gli asili nido. Inoltre il Ministro per la Famiglia ha presentato un emendamento per il rifinanziamento del cosiddetto voucher baby sitting, per 50milioni di euro. Lo stanziamento è rivolto sia alle lavoratrici autonome che alle lavoratrici dipendenti.

"Con il nuovo fondo e le nuove misure di incentivo alla natalità abbiamo voluto perfezionare il meccanismo precedente e rendere le misure più efficaci, considerato che i dati emersi dall'impiego del precedente bonus bebè hanno evidenziato un allarmante calo demografico di 22mila neonati dal 2015 al 2017 e una contrazione del 16% nel periodo 2008-2016 sui figli di ordine successivo al primo", ha spiegato Fontana, "Era quindi fondamentale operare una riflessione, quindi potenziare e ristrutturare la misura, che il precedente governo aveva peraltro previsto in scadenza. Ho inoltre inserito il nuovo incentivo in un più ampio 'pacchetto' di misure, organico e strutturato, per ampliare benefici e risposte alle famiglie. Si tratta del primo passo di un percorso che nel corso dei prossimi anni mi auguro ci porterà ad avere una politica di rilancio demografico completa ed efficace, anche con un codice specifico a favore della famiglia e dell'incremento della natalità".

Lavoro nero e reddito di cittadinanza: i rischi


Considerato che, secondo le tabelle di sostituzione elaborate da Jobpricing, il reddito di cittadinanza può valere quanto un salario part-time (dal 58 al 63% a seconda del tipo di CCNL), quali potrebbero essere gli effetti sul mercato del lavoro? Esiste il rischio di alimentare il sommerso, o di disincentivare la ricerca di lavoro? ”Il rischio sul sommerso è concreto – ammette Gianluca d’Ascenzo: - i dati parlano di una forte presenza di “lavoro nero”, soprattutto nel Mezzogiorno, che di fatto consente in molte situazioni di tirare avanti impedendo l’esplodere di tensioni sociali. Del resto il Paese si regge anche sul welfare familiare, sull’aiuto economico dei nonni. Ma quando questo venga a mancare, l’alternativa per molti giovani, che nonostante la laurea non riescono a trovare lavoro, fino a ieri andare all’estero a lavorare come camerieri per imparare le lingue e tentare di riqualificarsi. Quando esisterà il reddito di cittadinanza non sarà da sottovalutare la possibilità di accostarvi altri lavoretti che consentano di mettere insieme un reddito”.
reddito di cittadinanza

Codice tributo per pagare la tua Tasi 2018

Codice tributo per la tasi
3958 TASI –  tributo per i servizi indivisibili su abitazione principale e relative pertinenze – art. 1, c. 639, L. n. 147/2013 e succ. modif
3959 TASI – tributo per i servizi indivisibili per fabbricati rurali ad uso strumentale – art. 1, c. 639, L. n. 147/2013 e succ. modif.”
3960 TASI – tributo per i servizi indivisibili per le aree fabbricabili – art. 1, c. 639, L. n. 147/2013 e succ. modif.
3961 TASI – tributo per i servizi indivisibili per altri fabbricati – art. 1, c. 639, L. n. 147/2013 e succ. modif.
3962 TASI –  tributo per i servizi indivisibili – art. 1, c. 639, L. n. 147/2013 e succ. modif. INTERESSI
3963 TASI –  tributo per i servizi indivisibili – art. 1, c. 639, L. n. 147/2013 e succ. modif. SANZIONI

I codici Tributo che ti occorreranno nel prossimo mese di Dicembre 2018

Per effettuare il pagamento della seconda rata di Imu e Tasi, la cui scadenza è prevista il 17 dicembre 2018, i proprietari di prime case di lusso e di immobili diversi dall'abitazione principale devono utilizzare il modello F24.

Codice tributo per l'Imu
3912 abitazione principale e relative pertinenze (destinatario il Comune)
3913 fabbricati rurali ad uso strumentale (destinatario il Comune)
3914 terreni (destinatario il Comune)
3916 aree fabbricabili (destinatario il Comune)
3918 altri fabbricati (destinatario il Comune)
3923 interessi da accertamento (destinatario il Comune) da utilizzare solo in caso di accertamenti
3924 sanzioni da accertamento (destinatario il Comune) da utilizzare solo in caso di accertamenti
3925 denominato “IMU – imposta municipale propria per gli immobili ad uso produttivo classificati nel gruppo catastale D – STATO”
3930 denominato “IMU – imposta municipale propria per gli immobili ad uso produttivo classificati nel gruppo catastale D – INCREMENTO COMUNE”

Tasi prima casa

Tasi 2018 prima casa
Non saranno interessati dal pagamento della Tasi, come ogni anno, i proprietari di prima casa (sempre e quando non si tratti di un immobile di lusso). Se i componenti del nucleo familiare, invece, vivono in immobili differenti, solo uno avrà pero' diritto all'esenzione.

Ma è prevista l'esenzione anche per quanto riguarda le pertinenze dell'abitazione principale. Capitolo aliquote, la scelta spetta ai Comuni che possono scegliere mantenere le aliquote maggiorate dello scorso anno (+0,8%), ma non possono aumentarle.

Se ancora non sai se devi o meno pagare l'IMU 2018 quest'articolo fa per te

Hai l'assillo se "Ma io devo pagarla l'IMU o sono esente"?
Niente paura: Studio Semeraro indovina le tue domande anche se non formulate e ti illumina d'immenso con la sua dottrina ;)

Per quanto riguarda la prima casa, è prevista l'esenzione. Il pagamento dell'Imu avviene solo se l'abitazione è considerata di lusso: e quindi se rientra nelle categorie catastali A/1, A/8 e A/9, ovvero case signorili, ville e castelli. Se l'immobile di proprietà rientra in una di queste categorie, allora l'Imu si paga con un'aliquota del 4 per mille. Ma in questo caso si ha anche diritto a una detrazione sulla prima casa, il cui importo viene stabilito dal Comune di appartenenza con una specifica delibera.

L'esenzione è prevista anche quando l'immobile adibito ad abitazione principale rientra in una di queste categorie catastali:

A/2 abitazioni di tipo civile;
A/3 abitazione di tipo economico;
A/4 abitazioni di tipo popolare;
A/5 abitazioni di tipo utrapopolare;
A/6 abitazioni di tipo rurale;
A/7 abitazioni in villini.
Proprio quest'ultima categoria catastale è stata oggetto di controversia perché pur essendo fabbricati di un certo valore sono esenti dal pagamento dell'Imu se adibiti ad abitazione principale.

Segna in agenda le Scadenze Imu e Tasi 2018


Quest'anno la scadenza Imu e Tasi 2018 cade il 17 dicembre 2018. Si tratta della seconda rata, dopo l'acconto del giugno scorso, e deve essere pari al restante 50% da versare secondo le nuove aliquote approvate per il 2018.

... E mannaggia al diavoletto che ci ha fatto litigar....pace pace e pace

Ricordi il simpatico ritornello che recitavamo da bimbi quando litigavamo con qualcuno?
"E mannaggia al diavoletto che ci ha fatto litigar....pace pace e pace" ....e come la mettiamo se questo diavoletto è nientepopodimeno che il Fisco?
Semplice : facciamo pace con la pace fiscale.

La terza edizione della rottamazione (già ribattezzata rottamazione ter) delle cartelle di Equitalia (ma non solo), infatti, ha già messo in calendario le prime scadenze per saldare le rate del debito. Ecco tutto quello che c’è da sapere su come funziona la nuova rottamazione.

Rottamazione ter, per quali cartelle
Questa nuova edizione, riveduta e corretta dal decreto fiscale approvato a ottobre 2018, di fatto sostituisce la rottamazione bis. Saranno interessate dal provvedimento tutte le cartelle affidate a Equitalia e all’Agenzia Entrate Riscossione dal 1° gennaio 2000 e il 31 dicembre 2017.

La pace fiscale prevede la possibilità di aderire dalla rottamazione ter anche per coloro che hanno già aderito alle precedenti rottamazioni poi decadute per il mancato pagamento delle rate. Nel dettaglio, ecco chi potrà aderire alla rottamazione ter:

i contribuenti che non sono in regola con il pagamento delle rate della rottamazione in corso, a patto che effettuino i versamenti delle rate scadute a luglio, settembre e ottobre entro il 7 dicembre 2018;
i contribuenti con cartelle ammesse alla prima rottamazione (DL 193/2016) che non hanno finalizzato il pagamento delle rate;
i contribuenti che, dopo aver aderito alla rottamazione bis (DL 148/2017), non hanno ancora pagato tutte le rate scadute entro il 31 dicembre 2016 di vecchi piani di dilazione in essere alla data del 24 ottobre 2016;
i contribuenti con debiti che derivano da carichi affidati all’agente della riscossione rientranti nei procedimenti instaurati a seguito di istanza presentata dai debitori (legge 27 gennaio 2012, n. 3).

Come funziona la rottamazione
Rispetto alle precedenti edizioni, la rottamazione ter è decisamente più vantaggiosa per i contribuenti che vogliono sanare i loro debiti. Le novità più rilevanti riguardano sostanzialmente le modalità di rateizzazione del debito. È previsto:

un periodo temporale fino 10 rate ripartite in 5 anni;
un tasso di interesse ridotto, del 2% annuo a partire dal 1° agosto 2019 invece del 4,5% come previsto precedentemente.
È necessario richiedere esplicitamente di aderire alla rottamazione ter, per farlo basta inviare la dichiarazione di adesione ad Agenzia delle entrate-Riscossione entro il 30 aprile 2019. Il modulo DA-2018 è disponibile sia sul sito online che negli sportelli della stessa Agenzia.

Le modalità di invio prevedono che i titolari di una casella di posta elettronica certificata (pec) possono spedire il modulo DA-2018, insieme alla copia del documento di identità, direttamente per via telematica alla casella pec della Direzione Regionale dell’Agenzia delle entrate-Riscossione di riferimento.

Successivamente, l’Agenzia invierà una comunicazione di accoglimento o di diniego entro il 30 giugno 2019. In caso di risposta positiva, l’Agente della riscossione comunicherà l’ammontare del debito ammesso alla rottamazione inviando i relativi bollettini di pagamento.

Il termine per pagare la prima (o unica, se si sceglie di pagare in unica soluzione) rata è fissato al 31 luglio 2019. Se, invece, si sceglie di rateizzare il pagamento, il numero delle rate dovrà essere indicato nella dichiarazione di adesione alla rottamazione ter (pagina 2 del modulo DA-2018).

Nel caso di rateizzazione, verrà calcolato un tasso di interesse ridotto del 2% annuo, a partire dal 1° agosto 2019, sulle rate successive alla prima. I pagamenti dovranno avvenire secondo le date di scadenza riportate sulla “Comunicazione delle somme dovute” che Agenzia delle entrate-Riscossione invierà entro il 30 giugno 2019 unitamente ai bollettini di pagamento.

venerdì 9 novembre 2018

Nasce il fondo ‘Blockchain e Internet of things”

 La manovra, bollinata dalla Ragioneria dello Stato, prevede un nuovo fondo per “interventi in nuove tecnologie e applicazioni di intelligenza artificiale”, con risorse pari a 15 milioni l’anno per il triennio 2019-2021. L’obiettivo è finanziarie progetti di ricerca e innovazione da realizzare in Italia da opera di soggetti pubblici e privati.

Tolgono i voucher per i lavoratori ed arrivano quelli per le PMI

 Il testo prevede un “voucher manager” fino a 40mila euro per le Pmi che acquisiscono “prestazioni consulenziali” di natura specialistica con l’obiettivo si sostenere i processi di trasformazione tecnologica e digitale attraverso le tecnologie previste dal “Piano nazionale Impresa 4.0”. Si tratta di un contributo a fondo perduto non superiore al 50 per cento dei costi sostenuti a decorrere dal periodo di imposta successivo a quello in corso al 31 dicembre 2018 e fino al 31 dicembre 2020. Gli stessi contributi sono concessi alle imprese che sottoscrivono o aderiscono a “un contratto di rete” che abbia nel programma “lo sviluppo di processi innovativi in materia di trasformazione tecnologica e digitale attraverso quanto previsto da Impresa 4.0”. In questo caso il voucher ha un tetto di 80mila euro.

Quasi quasi mi dò alla scuola :)

Passano a tempo pieno gli assistenti tecnici e amministrativi (Ata) assunti nel 2018-19: “A decorrere dall’anno scolastico 2019/2020, è autorizzata la trasformazione, da tempo parziale a tempo pieno, del rapporto di lavoro degli assistenti amministrativi e tecnici assunti nell’anno scolastico 2018/2019”. Verranno inoltre tassate le ripetizioni: l’aliquota è stata stabilita nel 15%. Inoltre “dall’anno scolastico 2019/2020 – si legge – l’organico del personale docente dei licei musicali è incrementato di 400 posti”. “A tal fine – si legge nella bozza – è autorizzata la spesa di euro 4,85 milioni, per il 2019, di 18,16 milioni, per il 2020, di 23,56 milioni, per il 2021, di 19,96 milioni per ciascuno degli anni 2022, 2023, 2024 e 2025, di 20,49 milioni, per l’anno 2026 e di 21,56 milioni a decorrere dal 2027″.

Mancava lei..... tranquilli è arrivata la Cabina di regia

Arriva, dal primo gennaio 2019, la “centrale per la progettazione delle opere pubbliche”, che opera “in autonomia amministrativa, organizzativa e funzionale”. Saranno assunte 300 unità attraverso una procedura pubblica svolta da una commissione il cui presidente è designato dal premier e composta da 4 membri rispettivamente individuati dai ministri del Tesoro, del Mise, delle Infrastrutture e degli Affari regionali.

SENTI IL VAGITO DEL NUOVO NATO?

Arriva una “struttura di missione per il supporto alle attività del presidente del Consiglio dei ministri di coordinamento delle politiche del governo e dell’indirizzo politico e amministrativo dei ministri in materia di investimenti pubblici e privati”:  la struttura prende il nome di ‘InvestItalià. La misura è “in attesa di valutazione politica“: proprio di questo si è discusso in una riunione ieri sera a Palazzo Chigi il cui esito sarebbe stato – viene referito da più fonti di governo – interlocutorio. Per la norma vengono stanziati 25 milioni all’anno dal 2019 e si prevede che la struttura sia istituita “con decreto del presidente del Consiglio dei ministri”, che operi alle dirette dipendenze del premier anche in raccordo con la Cabina di regia Strategia Italia prevista dal dl Genova.

Ma con tutti i soldi che diamo alla sanità.... perchè non funziona come dovrebbe?

 Per il 2019, il finanziamento al Servizio sanitario nazionale sale a 114,4 miliardi di euro, 1 miliardo in più sul 2018. Per il 2020 il Fondo è però incrementato di 2 miliardi e per il 2021 di un altro miliardo e mezzo. L’aumento delle risorse “è subordinato alla stipula, entro il 31 gennaio 2019, di una specifica intesa in sede di Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province autonome di Trento e di Bolzano per il Patto per la salute 2019-2021, che contempli misure di programmazione e di miglioramento della qualità delle cure e dei servizi erogati e di efficientamento dei costi”. Per attivare ulteriori borse di studio per i medici di medicina generale che partecipano ai corsi di formazione, vengono messi sul piatto altri 10 milioni di euro dal 2019. Per aumentare, invece, il numero dei contratti di formazione specialistica dei medici, “l’autorizzazione di spesa è incrementata di 22,5 milioni di euro per il 2019, di 45 milioni di euro per il 2020, di 68,4 milioni di euro per il 2021, di 91,8 milioni di euro per il 2022 e di 100 milioni di euro a decorrere dall’anno 2023”.

Mamma ce lo diceva sempre: un posto statale conviene sempre

.....eh già, le mamme hanno davvero sempre ragione!
Per il triennio sono stanziati 4,2 miliardi per il rinnovo dei contratti degli statali. Previste anche risorse per le assunzioni, destinate, in via prioritaria a nuovi concorsi per accelerare su digitalizzazione e gestione di fondi strutturali e investimenti. Nella manovra si dispone anche l’assunzione di 1.500 vigili del fuoco.

Continuiamo con lo spiegarti step by step la manovra finanziaria

Credito di imposta dimezzato, rivisto l’iperammortamento – Dimezzato il tetto annuale del credito di imposta per attività di ricerca e sviluppo, che sarà nella misura del 50% solo per alcune spese (come personale e contratti con le università) mentre per le altre scenderà al 25%. Avrà invece 3 aliquote l’iperammortamento per i beni funzionali alla trasformazione tecnologica e/o digitale delle imprese in chiave Industria 4.0: 150% fino a 2,5 milioni di euro, al 100% fino 10 milioni e 50% fino a 20 milioni. Confermata la maggiorazione del 40% per i software. Scompare il superammortamento. Arriva una cedolare secca al 21% sugli affitti di immobili a uso commerciale, per i nuovi contratti del 2019, purché al 15 ottobre 2018 non risultino altri contratti.

se sei ECCELLENTE ti premia non solo la vita, ma anche il bonus che......

 Tra le novità inserite negli ultimi giorni c’è poi il riconoscimento dello stesso incentivo, nel limite di 8mila euro per ogni assunzione, a chi assume con contratto stabile laureati magistrali in corso a patto che siano under 30 e con una votazione di 110 e lode oppure dottori di ricerca con meno di 34 anni. Per aspirare al bonus, battezzato “giovani eccellenze”, bisognerà aver ottenuto la laurea magistrale o il dottorato tra 1 gennaio 2018 e 30 giugno 2019.

In arrivo un bel pieno di carburante per i centri per l'impiego

 Nella bozza sono previsti due miliardi tra il 2019 e il 2020 (uno all’anno) per migliorare il funzionamento (assumendo personale e automatizzandoli) dei centri per l’impiego senza i quali la norma sul reddito di cittadinanza diventa impraticabile: “Nell’ambito del Fondo per il reddito di cittadinanza di cui al comma 1, fino a 1 miliardo di euro per ciascuno degli anni 2019 e 2020, è destinato ai centri per l’impiego al fine del loro potenziamento e, fino a 10 milioni di euro per l’anno 2019, è destinato al finanziamento del contributo per il funzionamento di ANPAL Servizi S.p.A”.

Conviene o meno assumere nel prossimo anno che verrà?

 Il taglio di 9 punti dell’Ires, dal 24 al 15%, sarà garantito alle imprese che assumono personale non solo a tempo indeterminato, ma anche determinato. Le assunzioni dovranno essere incrementali rispetto al personale dipendente conteggiato al 30 settembre 2018 “al netto delle diminuzioni occupazionali verificatosi in società controllate o collegate”. I nuovi assunti dovranno inoltre essere destinati “per la maggior parte del periodo d’imposta” a strutture produttive localizzate in Italia. Nella misura vengono infatti fissati precisi paletti antidelocalizzazioni sia sul lato occupazionale che su quello degli investimenti. Beneficiarie dello sconto saranno infatti le imprese che realizzano investimenti – con l’esclusione di immobili e veicoli – “nel territorio dello Stato”. Avranno lo sconto anche le nuove imprese che assumono già negli ultimi tre mesi dell’anno.

Come promesso ecco il primo step : Flat tax per gli autonomi e cancellazione Ace e Iri

Di cosa tratta la flat tax ne abbiamo parlato ieri in un nostro articolo, ora ti spieghiamo altro.
Capitolo flat tax: l’arrivo della “tassa piatta” forfait al 15% per i lavoratori autonomi il primo anno costerà solo 330 milioni, con un impatto sui soli versamenti Iva ma, dopo un rimbalzo di 1,9 miliardi di costo nel 2020, si attesterà su un impegno per lo Stato pari a 1,4 miliardi.
Nel 2020, comunque, arriva anche la tassa al 20% tra i 65 e i 100 mila euro per imprenditori e negozianti: questa misura impegnerà 109 milioni nel 2020, 1,1 miliardi nel 2021 e 856 milioni nel 2022. Viene in compenso cancellata l’Ace (Aiuto alla crescita economica) ed è abrogata l’Iri che avrebbe dovuto entrare in vigore nel 2019.

I punti salienti che dovrai tenere a mente della nuova Manovra 2018/2019

Caro lettore, caro cittadino e contribuente, caro cliente o semplice follower, in questa breve introduzione non ti stiamo ad elencare tutti i punti della manovra (troppo lunghi, lo faremo step by step), ma tutti quelli che saranno il centro di gravità tuo e di tutti noi.
I fondi per il reddito di cittadinanza e il superamento della Fornero, che saranno però normati con provvedimenti successivi. La flat tax al 15% per gli autonomi e una mini-Ires con la stessa aliquota sugli utili reinvestiti. La proroga degli sgravi per le assunzioni al Sud. Un aumento di 1 miliardo del fondo sanitario nazionale, 100 milioni in più per le politiche per la famiglia, la conferma dei bonus per le ristrutturazioni e del bonus verde, la novità dei terreni agricoli in concessione gratuita alle famiglie che fanno il terzo figlio e quella del “bonus giovani eccellenze” per chi assume laureati in corso con 110 e lode o dottori di ricerca under 34. E poi assunzioni nella pubblica amministrazione e risorse per il rinnovo dei contratti, la riforma del percorso per diventare insegnanti, una nuova struttura per il coordinamento degli investimenti presso Palazzo Chigi e la nuova centrale per la progettazione delle opere pubbliche. Sono le principali misure contenute nei 108 articoli della legge di Bilancio bollinata il 30 ottobre dalla Ragioneria generale dello Stato e inviata alle Camere dopo la firma del capo dello Stato Sergio Mattarella.

L'impatto della flat tax al 15% sul lavoro autonomo

Secondo diverse analisi, lo renderà più remunerativo rispetto al lavoro dipendente.

Essendo applicabile fino a un reddito di 65mila euro (che con la tassazione piena scontano l’aliquota fiscale più alta) risulta particolarmente conveniente man mano che si alza il reddito. E comporta un vantaggio per la Partita IVA individuale che applica la flat tax:

è intorno al 10% su un reddito di 20mila euro,
sale al 20% intorno ai 30mila euro,
supera il 30% per i redditi fra i 60 e 65mila euro.
La convenienza resta anche applicando l’aliquota del 20% che scatterà dal 2020 in base alla manovra economica.

Stando ai calcoli il vantaggio riguarda in particolare coloro che guadagnano fra 35mila e 80mila euro lordi annui. Lo studio prende come riferimento diverse ipotesi di reddito e calcola il risparmio fiscale che si ha applicando la flat tax al 15% invece della tassazione ordinaria.

Dunque, aumenta il vantaggio fiscale per i lavoratori autonomi rispetto a quelli dipendenti, controbilanciato dalle minori tutele di questa tipologia di prestazione lavorativa rispetto all’assunzione da lavoro dipendente in termini di rischio di perdere il lavoro, trattamenti di fine rapporto, ammortizzatori sociali.

giovedì 8 novembre 2018

I paesi in cui è in vigore la flat tax



Attualmente applicano il sistema della flat tax paesi come Russia, Lituania, Lettonia, Ucraina, Georgia, Serbia e Romania.

Gli effetti variano molto da paese a paese e sono ovviamente condizionati dalla specificità delle condizioni di ciascuna nazione.

In ogni caso, se nei paesi baltici gli effetti possono essere considerati positivi, ci sono nazioni come la Repubblica Ceca e la Slovacchia che, pochi anni dopo aver introdotto la flat tax, l’hanno abolita a causa dei risultati molto negativi che il sistema aveva prodotto.


Hai capito cos'è la Flat Tax?

Con flat tax (letteralmente “tassa piatta”) ci si riferisce a un sistema fiscale che applica la stessa tassazione, in termini di aliquota, a tutti i contribuenti, indipendentemente dal loro reddito.

Differisce quindi dai sistemi di tassazione progressiva, che differenziano le aliquote a seconda dei redditi dei contribuenti.
In Italia, che come la quasi totalità dei paesi occidentali adotta un sistema progressivo, l’imposta sul reddito delle persone fisiche (Irpef) si applica sulla base di scaglioni che vanno dal 23 al 43 per cento.

Coloro che guadagnano di meno versano allo stato il 23 per cento (in Italia ciò vale per i redditi fino a 15mila euro, ad esclusione della no tax area), mentre per chi guadagna più di 75mila euro l’aliquota è del 43 per cento.
Con la flat tax, queste differenti soglie verrebbero uniformate, e a tutti i contribuenti verrebbe applicata la medesima aliquota fiscale.

Per fare un esempio, con una flat tax al 30 per cento, chi guadagna 100mila euro l’anno ne verserebbe 30mila alle casse dello stato, mentre chi ne guadagna 30mila ne verserebbe 9mila.