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Visualizzazione dei post da giugno, 2022

Credito d'imposta 2022 per attività fisica adattata

L’Agenzia delle Entrate ha messo a punto un nuovo credito d’imposta. Esso copre le spese sostenute dal 1° gennaio al 31 dicembre 2022 per le attività motorie.  Per attività fisica adattata si intendono gli esercizi definiti tra medici di medicina generale, pediatri di libera scelta e medici specialisti, destinate a persone che hanno patologie croniche clinicamente controllate e stabilizzate o disabilità fisiche, che li eseguono in gruppo sotto la supervisione di un professionista dotato di specifiche competenze, in luoghi e in strutture di natura non sanitaria (comma 1, lettera e) dell’articolo 2 del Dlgs n. 36/2021). Lo scopo di questi programmi realizzati con esercizi motori è quello di migliorare il benessere e la qualità della vita. Inoltre, favorisce anche la socializzazione delle persone affette da impedimenti che si trovano impossibilitate a svolgere determinati tipi di esercizio fisico. Gli esercizi di attività fisica adattata sono studiati nel dettaglio e variano a seconda del

Assegno unico, scadenza in arrivo per gli arretrati: domanda entro il 30 giugno

C’è tempo fino al 30 giugno per presentare la domanda per l’assegno unico e avere gli arretrati da febbraio scorso. I genitori che presenteranno domanda dopo questa data, riceveranno il contributo a partire dal mese successivo ma senza arretrati. L’assegno unico e universale (AUU), introdotto dall’articolo 2 della legge n. 46/2021 e reso operativo dal Dlgs n. 230/2021, è, lo ricordiamo, un aiuto economico alle famiglie, riconosciuto, a determinate condizioni, per ogni figlio a carico fino al compimento del ventunesimo anno d’età e senza limiti d’età per i figli disabili. È unico, perché, nel semplificare e potenziare gli interventi diretti a sostenere la genitorialità e la natalità, sostituisce i precedenti aiuti: dallo scorso mese di marzo, infatti, non vengono più erogati in busta paga gli assegni per il nucleo familiare e gli assegni familiari. In pratica, ha mandato in pensione gli assegni temporanei per i figli minori (Dl n. 79/2021), le detrazioni per i minori a carico (articolo

I soldi per il Superbonus sono terminati

 Sono terminati i 33,3 miliardi di euro stanziati per il Superbonus 110 per cento, l’agevolazione fiscale per lavori di riqualificazione energetica e riduzione del rischio sismico con l’obiettivo di rendere più sicure le abitazioni. Lo si legge nell’ultimo rapporto dell’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile (Enea), il quale riferisce che al 31 maggio sono stati prenotati ben 33,7 miliardi di euro (33.712.733.098,52 euro), contro i 33,3 miliardi stanziati. Il governo adesso dovrà decidere se rifinanziare la misura e dove prendere le nuove risorse; c’è già a chi pensa ad un nuovo scostamento di bilancio o di un possibile aumento delle tasse. Nuovi stanziamenti da parte del governo sarebbero però necessari considerato che il termine ultimo per accedere al Superbonus è fissato al 30 giugno 2022, ma la misura rimarrà valida fino a fine anno per gli edifici unifamiliari nel caso in cui il 30% dei lavori sia completato entro il 30 settembre e

Bonus terme in scadenza: il voucher di 200 euro potrà essere utilizzato entro il 30 giugno 2022.

 Il “bonus terme”, sostanzialmente, consiste in un voucher pari al 100 per cento del servizio termale acquistato, fino a un valore massimo di 200 euro. Il buono è spendibile solo presso gli enti termali che si sono accreditati attraverso l’apposita piattaforma gestita da Invitalia. Lo stesso può essere utilizzato per qualsiasi prestazione offerta dal centro termale, ad eccezione dei servizi di ristorazione e di ospitalità. Il bonus, originariamente, poteva essere speso entro l’8 gennaio 2022, ma, a causa della risalita dei contagi dovuti alla variante Omicron, molti dei bonus prenotati non sono stati utilizzati entro tali termini. Così, con decreto Sostegni Ter, il parlamento ha deciso di istituire una proroga al 31 marzo 2022. Successivamente, con un emendamento presentato in fase di conversione in legge del Decreto Sostegni ter, la stessa è stata ulteriormente spostata al 30 giugno 2022. Chi sperava in un’ulteriore stanziamento di risorse, invece, resterà deluso: non ci sarà modo di

Finanziamenti per progetti di welfare e conciliazione vita-lavoro per le donne con il bando RiParto

E' stato pubblicato sul sito del dipartimento delle politiche per la famiglia un Avviso pubblico  denominato "RiParto" che prevede  il finanziamento di iniziative di sostegno alla genitorialità e al lavoro femminile, da parte delle imprese.   L'avviso è un'iniziativa prevista dall’articolo 1, commi 23 e 24, della legge 30 dicembre 2020, n.178, che si inserisce nella missione del Dipartimento per le politiche della famiglia, Presidenza del Consiglio dei ministri, di promuovere e sostenere la genitorialità e favorire la conciliazione della vita familiare con il lavoro femminile, in linea con gli obiettivi di sostegno alla genitorialità e di contrasto alla denatalità contenuti nella legge del 7 aprile 2022, n. 32, cd. “Family Act”.  In particolare, l’avviso pubblico #RiParto mira ad incidere positivamente sulla vita professionale delle lavoratrici dopo il parto o l’adozione, offrendo loro gli strumenti per armonizzare le esigenze lavorative con quelle della cura dei

Pos, doppia sanzione dal 30 giugno per chi non lo usa

Con il decreto legge n. 36, pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 30 aprile, sono state anticipate, dal 1° gennaio 2023 al 30 giugno 2022, le sanzioni per chi rifiuta i pagamenti con il Pos. Tutti gli esercenti e professionisti, dunque, saranno obbligati a detenere e ad accettare su richiesta i pagamenti elettronici tramite carte di credito, bancomat e prepagate. Dal 30 giugno 2022 ai soggetti che rifiutano i pagamenti tramite pos sarà applicata una doppia sanzione amministrativa pecuniaria. Tale sanzione sarà così composta: 30 euro in misura fissa; 4 per cento del valore della transazione rifiutata dall’esercente. Per fare un esempio, l’esercente che rifiuta una transazione da 100 euro, rischia una sanzione pari a 34 euro: 30 euro, più il 4 per cento di 100 euro. Tale obbligo non si applicherà soltanto agli esercenti attività commerciali, ma a tutti coloro che vendono un bene o un servizio al pubblico; compresi, ovviamente, anche i tassisti e i liberi professionisti.