venerdì 13 luglio 2018

Addio ai vitalizi, addio a rimpolparsi la saccoccia più del dovuto

Addio ai vitalizi. L’ufficio di presidenza della Camera ha dato il via libera alla delibera del presidente Roberto Fico che taglia i vitalizi degli ex deputati, ricalcolando gli assegni percepiti in base al metodo contributivo.
La delibera sarà valida dal primo gennaio 2019 e prevede il taglio di 1.338 assegni, che saranno ricalcolati e dunque abbassati (il totale di quelli erogati alla Camera ammonta a 1.405) mentre gli altri 67 non verranno ritoccati. I 67 riguardano i deputati che hanno versato contributi per 4-5 legislature.

TAGLI DEL 40-60% – Nella maggioranza dei casi i vitalizi saranno tagliati dal 40 al 60%. Tutto ciò porterà a un risparmio “di oltre 40 milioni di euro all’anno” ha ribadito Fico, rivolgendosi agli ex parlamentari: “Non è un provvedimento punitivo è una delibera che ripara i guasti sociali. C’era un solco, un burrone che noi stiamo colmando”. Ad accogliere con soddisfazione il via libera della Camera ai vitalizi anche il leader della Lega e ministro dell’Interno, Matteo Salvini: “Stop a vecchi e assurdi privilegi. Con la Lega, dalle parole ai fatti!”.

CHI RIGUARDA – Sono circa 2.600 le persone che subiranno tagli. Alla Camera riguarda 1338 vitalizi su 1405 erogati. Per 67 ex deputati l’assegno sarà invariato. Ci sono due tetti minimi: uno di 980 euro per chi ha poche legislature alle spalle e uno di 1470 euro per i vitalizi che avrebbero un taglio di oltre il 50% con le nuove regole. A Montecitorio ci sarebbe un taglio di 40 milioni di euro che arriverebbe a 200 la legislatura. Le vedove di ex parlamentari non dovrebbero subire effetti dalla riforma. Nessun vitalizio invece per i condannati in via definitiva.

ULTRAOTTANTENNI DECURTATI- Cala l’assegno di tutti quelli che sono stati in Parlamento e sono in età da pensione. Molti sono ultraottentenni, come il democristiano veronese Valentino Perdonà che di anni ne ha ben 103: il suo assegno passa da 4480 euro al mese a 1250. L’88enne Luciana Castellina, volto storico della sinistra, passa da 3.140 euro a 500 circa, con un taglio dell’84,06 per cento. Non va meglio a Rossana Rossanda, 94enne punto di riferimento per almeno due generazioni della sinistra, che perde il 72,58 per cento dell’assegno pari a 2.123 euro netti.

TANTI NOMI FAMOSI – L’ex presidente della Federcalcio Antonio Matarrese vedrebbe più che dimezzarsi il suo assegno, frutto di 5 legislature: da 7.709 euro (lordi) a 3.045. Stessa percentuale per un altro big della Prima Repubblica, l’ex ministro socialista Claudio Martelli, in auge per quattro legislature. Per lui l’assegno passa da 8.455 euro a 3.398 lordi.
Veltroni e Prodi avrebbero tagli di 3.000 e 1.000 euro rispettivamente. Nichi Vendola passerebbe da 8 mila a 5 mila euro. Walter Veltroni da poco più di 9 mila a 6 mila. Calogero Mannino da 10 mila euro a 6.695.

GINO PAOLI E ILONA STALLER – La decurtazione maggiore riguarderà coloro che hanno trascorso in Parlamento il tempo di una sola legislatura: è il caso di Gino Paoli, alla Camera solo dall’87 al ’92, dal ’94 beneficiario di un vitalizio da 3.108 euro lordi che saranno ridotti a 1.088. Stessa legislatura e stesso taglio anche per la ex onorevole e pornostar Ilona Staller, meglio nota come Cicciolina.

E ORA LA SCURE SULLE PENSIONI D’ORO – Il prossimo passo sarà l’abolizion delle cosiddette “pensioni d’oro” che saranno tagliate “anche sopra i 4mila euro” per coloro che non hanno versato i contributi a sufficienza. È sempre Di Maio ad annunciare che il provvedimento è già pronto e sarà il passo successivo dopo il taglio ai vitalizi. Fino a oggi si era sempre parlato della soglia di 5mila euro ma per il ministro del Lavoro “l’obiettivo è quello di tagliare le pensioni d’oro per ridare alle minime”.

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