Piano inclusione sociale e contrasto povertà
ReI, sussidi e casa: i fondi 2018 per gli aiuti sociali
Ripartizione risorse per il piano di contrasto alla povertà: nel 2018 ci sono a disposizione 300 milioni di euro, che dal 2020 saliranno a 470 milioni. La decisione è stata presa nell’ambito della Conferenza Unificata, con apposito decreto di riparto. Il piano prevede una serie di misure su tutto il territorio nazionale, fra cui il Reddito di inclusione che garantisce un sostegno economico ed offre un programma di reinserimento lavorativo e sociale.
Per ottenere il ReI bisogna rientrare in una delle tipologie familiari previste previste ma, dal prossimo luglio 2018, non sono più previsti requisiti di reddito. Soddisfatto il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti per la condivisione di intenti e la positiva collaborazione con la Conferenza delle Regioni e con l’Associazione Nazionale Comuni Italiani, che «rappresenta un traguardo importantissimo e assicura al REI le gambe per camminare». Ora il Governo può emanare il decreto (Lavoro – Economia) che consente di trasferire ai territori le risorse per rafforzare i servizi di accompagnamento delle persone in condizione di povertà nei percorsi di attivazione e di inclusione sociale.
Il piano nazionale di contrasto alla povertà è contenuto nella legge delega 33/2017, che introduce il ReI e sostituisce precedenti ammortizzatori sociali come l’ASDI e il SIA. Regolamentato dal dlgs attuativo 147/2017, prevede una serie di altri strumenti come il rafforzamento della programmazione e degli interventi territoriali per l’inclusione sociale, e stimola accordi territoriali tra i servizi sociali e gli altri enti e organismi competenti per l’inserimento lavorativo, l’istruzione e la formazione, le politiche abitative e la salute finalizzati alla realizzazione di un’offerta integrata di interventi e di servizi.
Fra le risorse stanziate, ci sono 20 milioni di euro l’anno in favore delle persone in povertà estrema e senza dimora, da utilizzare secondo l’approccio del cosiddetto housing first, un modello strategico integrato di intervento dei servizi sociali che pone la casa come prima soluzione ai problemi di chi vive in strada.
Vengono stanziati anche 5 milioni di euro l’anno per finanziare interventi innovativi indirizzati ai neo maggiorenni che vivono fuori dalla famiglia di origine sulla base di un provvedimento dell’autorità giudiziaria.
Di natura sperimentale, questo tipo di intervento è volto a prevenire le condizioni di povertà e a fornire ai ragazzi in condizioni di fragilità strumenti utili a completare il percorso di crescita verso l’autonomia.
Ripartizione risorse per il piano di contrasto alla povertà: nel 2018 ci sono a disposizione 300 milioni di euro, che dal 2020 saliranno a 470 milioni. La decisione è stata presa nell’ambito della Conferenza Unificata, con apposito decreto di riparto. Il piano prevede una serie di misure su tutto il territorio nazionale, fra cui il Reddito di inclusione che garantisce un sostegno economico ed offre un programma di reinserimento lavorativo e sociale.
Per ottenere il ReI bisogna rientrare in una delle tipologie familiari previste previste ma, dal prossimo luglio 2018, non sono più previsti requisiti di reddito. Soddisfatto il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti per la condivisione di intenti e la positiva collaborazione con la Conferenza delle Regioni e con l’Associazione Nazionale Comuni Italiani, che «rappresenta un traguardo importantissimo e assicura al REI le gambe per camminare». Ora il Governo può emanare il decreto (Lavoro – Economia) che consente di trasferire ai territori le risorse per rafforzare i servizi di accompagnamento delle persone in condizione di povertà nei percorsi di attivazione e di inclusione sociale.
Il piano nazionale di contrasto alla povertà è contenuto nella legge delega 33/2017, che introduce il ReI e sostituisce precedenti ammortizzatori sociali come l’ASDI e il SIA. Regolamentato dal dlgs attuativo 147/2017, prevede una serie di altri strumenti come il rafforzamento della programmazione e degli interventi territoriali per l’inclusione sociale, e stimola accordi territoriali tra i servizi sociali e gli altri enti e organismi competenti per l’inserimento lavorativo, l’istruzione e la formazione, le politiche abitative e la salute finalizzati alla realizzazione di un’offerta integrata di interventi e di servizi.
Fra le risorse stanziate, ci sono 20 milioni di euro l’anno in favore delle persone in povertà estrema e senza dimora, da utilizzare secondo l’approccio del cosiddetto housing first, un modello strategico integrato di intervento dei servizi sociali che pone la casa come prima soluzione ai problemi di chi vive in strada.
Vengono stanziati anche 5 milioni di euro l’anno per finanziare interventi innovativi indirizzati ai neo maggiorenni che vivono fuori dalla famiglia di origine sulla base di un provvedimento dell’autorità giudiziaria.
Di natura sperimentale, questo tipo di intervento è volto a prevenire le condizioni di povertà e a fornire ai ragazzi in condizioni di fragilità strumenti utili a completare il percorso di crescita verso l’autonomia.
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