Rischio stangata per i cittadini con la nuova #RIFORMADELCATASTO (vi avevamo avvisato purtroppo)
Rischio stangata per i cittadini con la nuova #RIFORMADELCATASTO (vi avevamo avvisato purtroppo)
La riforma si propone di eliminare le grosse disparità esistenti nella tassazione immobiliare, stante il mancato allineamento delle rendite catastali con il valore di mercato; una situazione che aveva provocato casi paradossali, come abitazioni in periferia su cui gravava un prelievo fiscale addirittura maggiore di quelle in centro storico.
Tuttavia, il rischio futuro è che con la riforma le rendite catastali subiscano un aumento e venga enormemente innalzato anche il prelievo fiscale. Infatti, nonostante la riforma non preveda ulteriori costi per lo Stato, saranno i cittadini presumibilmente a veder aggravata la propria situazione.
Nonostante la garanzia di maggiore equità, infatti, alcuni proprietari potrebbero veder aumentare la rendita catastale (dato su cui si basa il calcolo dell'imponibile IMU) con un contestuale aggravamento delle imposte, comprese le tasse su compravendite, donazioni o successioni. Il sistema di revisione, infine, potrebbe avere un impatto anche sul reddito ISEE nel quale vengono calcolate anche le proprietà immobiliari.
L' allarme è stato lanciato anche dal Presidente della Commissione di vigilanza sull'anagrafe tributaria: "La riforma del catasto porti a una maggiore equità, ma non consideri la casa un limone da spremere. Serve semplificare e ridurre il carico fiscale per il ceto medio basso. Questa è la nostra sfida per avvicinarci al resto d'Europa".
Stessa preoccupazione anche da parte di Confedilizia, che in una nota ha precisato che "Non è certo questo il momento per iniziare un nuovo percorso, checché ne dica la Commissione europea, che inserisce pigramente il tema catasto nelle sue rituali raccomandazioni copia e incolla, senza avere un minimo contatto con la realtà. Per il settore immobiliare l'urgenza non è la riforma del catasto, ma una decisa riduzione di un carico fiscale che dal 2012 è stato quasi triplicato e che continua a causare danni incalcolabili a tutta l'economia: crollo dei valori, impoverimento, caduta dei consumi, desertificazione commerciale, chiusura di imprese, perdita di posti di lavoro. Dovrebbe essere questa la priorità di un Governo responsabile".
La riforma si propone di eliminare le grosse disparità esistenti nella tassazione immobiliare, stante il mancato allineamento delle rendite catastali con il valore di mercato; una situazione che aveva provocato casi paradossali, come abitazioni in periferia su cui gravava un prelievo fiscale addirittura maggiore di quelle in centro storico.
Tuttavia, il rischio futuro è che con la riforma le rendite catastali subiscano un aumento e venga enormemente innalzato anche il prelievo fiscale. Infatti, nonostante la riforma non preveda ulteriori costi per lo Stato, saranno i cittadini presumibilmente a veder aggravata la propria situazione.
Nonostante la garanzia di maggiore equità, infatti, alcuni proprietari potrebbero veder aumentare la rendita catastale (dato su cui si basa il calcolo dell'imponibile IMU) con un contestuale aggravamento delle imposte, comprese le tasse su compravendite, donazioni o successioni. Il sistema di revisione, infine, potrebbe avere un impatto anche sul reddito ISEE nel quale vengono calcolate anche le proprietà immobiliari.
L' allarme è stato lanciato anche dal Presidente della Commissione di vigilanza sull'anagrafe tributaria: "La riforma del catasto porti a una maggiore equità, ma non consideri la casa un limone da spremere. Serve semplificare e ridurre il carico fiscale per il ceto medio basso. Questa è la nostra sfida per avvicinarci al resto d'Europa".
Stessa preoccupazione anche da parte di Confedilizia, che in una nota ha precisato che "Non è certo questo il momento per iniziare un nuovo percorso, checché ne dica la Commissione europea, che inserisce pigramente il tema catasto nelle sue rituali raccomandazioni copia e incolla, senza avere un minimo contatto con la realtà. Per il settore immobiliare l'urgenza non è la riforma del catasto, ma una decisa riduzione di un carico fiscale che dal 2012 è stato quasi triplicato e che continua a causare danni incalcolabili a tutta l'economia: crollo dei valori, impoverimento, caduta dei consumi, desertificazione commerciale, chiusura di imprese, perdita di posti di lavoro. Dovrebbe essere questa la priorità di un Governo responsabile".
Commenti
Posta un commento