Come comportarsi con il Signor "So tutto Io, lascia fare solo a me!"
Come comportarsi di fronte ad un Signor “So Tutto Io”?
L’atteggiamento giusto varia a seconda della posizione del saccente: valutiamo, ruolo per ruolo, qual è la reazione migliore per placare le tensioni e proteggere l’integrità del team.
1.Il “So Tutto Io” è un dipendente
La formazione di un dipendente passa anche dall’insegnamento dell’attitude giusta per meritare stima e rispetto.
Se una vostra risorsa si rivolge al team in modo troppo pretenzioso, non tardate a correggere il suo comportamento: assicuratevi di dare i feedback giusti al momento giusto, spiegandogli come il suo atteggiamento rischia di ripercuotersi negativamente sulla carriera. Nel dare la valutazione, evitate astrattismi: siate concreti, basandovi su fatti realmente osservati – ad esempio, spiegate che avete notato troppa prepotenza su come impostare un documento di presentazione – così da evitare fraintendimenti e incomprensioni.
2.Il “So Tutto Io” è un peer
Se il saccente è un collega, prima di parlare valutate la natura della vostra relazione. Decidere di “bacchettare” un professionista con cui non siete in confidenza potrebbe farvi apparire invadenti, competitivi e saccenti, a vostra volta.
Se, invece, la conoscenza c’è, potreste esporvi, procedendo sempre con cautela.
Impostate il discorso in modo colloquiale, consigliando al collega di essere più liberale a vantaggio della crescita del team che, sotto la sua ombra, rischia di perdere spirito d’iniziativa e di proattività. Usate un tono di voce rilassato e conversate con tranquillità, alternando velate critiche a rinforzi positivi.
3.Il “So Tutto Io” è il boss
La questione è delicata: criticare la presunzione del manager rischia di mettervi nei guai. Per questo, valutate attentamente il da farsi.
Evitate di esporvi su questioni di poco conto e risparmiate il fiato per quando ne varrà la pena.
Se ritenete che la presunzione del capo rischi di danneggiare seriamente il team o la Company, agite, ma con cautela. Cercate di fare cambiare idea al boss, accennando a possibili alternative: “Secondo te, se aprissimo una consultazione tra fornitori, piuttosto che ingaggiare il solito partner, potremmo ottenere prezzi più competitivi?”.
Per avere credibilità, portate con voi dati concreti a supporto: “Lanciare un nuovo prodotto potrebbe essere interessante: vorrei condurre un’analisi per valutare le opportunità di mercato ed essere certo che non ci siano rischi. Conto di sottoporti i risultati la prossima settimana”.
E in caso di successo, rendete pubblicamente il “So Tutto Io” parte attiva del buon esito: “Il boss mi ha incaricato di svolgere una ricerca di settore per valutare le potenzialità di lancio di un nuovo prodotto, e abbiamo riscontrato rischi concreti che ci hanno fatto cambiare idea”.
In tutti i casi, siate diplomatici ed empatici, sotterrando ogni sfumatura competitiva. Pena l’etichetta, a vostra volta, di “So Tutto Io”!
L’atteggiamento giusto varia a seconda della posizione del saccente: valutiamo, ruolo per ruolo, qual è la reazione migliore per placare le tensioni e proteggere l’integrità del team.
1.Il “So Tutto Io” è un dipendente
La formazione di un dipendente passa anche dall’insegnamento dell’attitude giusta per meritare stima e rispetto.
Se una vostra risorsa si rivolge al team in modo troppo pretenzioso, non tardate a correggere il suo comportamento: assicuratevi di dare i feedback giusti al momento giusto, spiegandogli come il suo atteggiamento rischia di ripercuotersi negativamente sulla carriera. Nel dare la valutazione, evitate astrattismi: siate concreti, basandovi su fatti realmente osservati – ad esempio, spiegate che avete notato troppa prepotenza su come impostare un documento di presentazione – così da evitare fraintendimenti e incomprensioni.
2.Il “So Tutto Io” è un peer
Se il saccente è un collega, prima di parlare valutate la natura della vostra relazione. Decidere di “bacchettare” un professionista con cui non siete in confidenza potrebbe farvi apparire invadenti, competitivi e saccenti, a vostra volta.
Se, invece, la conoscenza c’è, potreste esporvi, procedendo sempre con cautela.
Impostate il discorso in modo colloquiale, consigliando al collega di essere più liberale a vantaggio della crescita del team che, sotto la sua ombra, rischia di perdere spirito d’iniziativa e di proattività. Usate un tono di voce rilassato e conversate con tranquillità, alternando velate critiche a rinforzi positivi.
3.Il “So Tutto Io” è il boss
La questione è delicata: criticare la presunzione del manager rischia di mettervi nei guai. Per questo, valutate attentamente il da farsi.
Evitate di esporvi su questioni di poco conto e risparmiate il fiato per quando ne varrà la pena.
Se ritenete che la presunzione del capo rischi di danneggiare seriamente il team o la Company, agite, ma con cautela. Cercate di fare cambiare idea al boss, accennando a possibili alternative: “Secondo te, se aprissimo una consultazione tra fornitori, piuttosto che ingaggiare il solito partner, potremmo ottenere prezzi più competitivi?”.
Per avere credibilità, portate con voi dati concreti a supporto: “Lanciare un nuovo prodotto potrebbe essere interessante: vorrei condurre un’analisi per valutare le opportunità di mercato ed essere certo che non ci siano rischi. Conto di sottoporti i risultati la prossima settimana”.
E in caso di successo, rendete pubblicamente il “So Tutto Io” parte attiva del buon esito: “Il boss mi ha incaricato di svolgere una ricerca di settore per valutare le potenzialità di lancio di un nuovo prodotto, e abbiamo riscontrato rischi concreti che ci hanno fatto cambiare idea”.
In tutti i casi, siate diplomatici ed empatici, sotterrando ogni sfumatura competitiva. Pena l’etichetta, a vostra volta, di “So Tutto Io”!
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