martedì 20 febbraio 2018

Anche l’abito fa il leader: come vestire per essere autorevoli.  Datemi una cravatta e vi solleverò i bilanci: ecco il mantra del leader moderno.

Secondo recenti studi, infatti, sembra che indossare un abbigliamento formale e curato al lavoro influisca positivamente sulle performance di un professionista.

La ragione?

Sentirsi eleganti e autorevoli nel look aumenta l’autostima e fa crescere la consapevolezza nelle proprie capacità. Allo stesso tempo, comunicare o negoziare con un interlocutore ben vestito, scatena la sensazione di essere alle prese con un vero professionista e rende le relazioni più mature, leali e fruttuose.

Un mix di benefici verificati da un’approfondita analisi co-condotta da Michael W. Kraus, assistente docente di comportamento organizzativo alla Yale School of Management: lo studioso ha esaminato un campione di oltre 100 uomini compresi tra i 18 ed i 32 anni, osservandoli durante una simulazione di negoziazione.

Le cavie, divise in gruppi differenziati tra loro solo per l’abbigliamento indossato, hanno ottenuto risultati sensibilmente diversi a seconda dell’outfit. I gruppi dal look formale sono risultati più convincenti ed efficaci nella negoziazione, ottenendo revenues più sostenute. Al contrario, la porzione del campione vestita con abiti casual ha più spesso mostrato un atteggiamento remissivo, non riuscendo ad assumere una posizione dominante e vincente nella trattativa.

Ma non basta: oltre alla maggior sicurezza nel gestire le relazioni, vestirsi da leader aiuta a sentirsi tali anche nell’approccio al lavoro. Come in un processo di sottile autoconvincimento, assumere le sembianze di un manager induce il cervello ad immedesimarsi nel ruolo trascurando, ad esempio, i dettagli – vizietto del micro-manager insicuro – e osservando solo la big picture e gli aspetti strategici.

Questa evidenza è stata esaminata da un secondo studio in materia di “look e performance”, pubblicato su Social Psychological and Personality Science. Secondo quest’analisi, chi indossa un abbigliamento formale si proietta nei panni di un dirigente e come tale si comporta, gestendo e manovrando le mosse da una visuale più alta. Al contrario, il collega che ama tanto indossare jeans e maglietta anche in riunione, probabilmente pagherà lo scotto del suo amore per la comodità sentendosi più propenso ad occuparsi di dettagli e attività operative.

Attenzione, però, a non eccedere: dall’eleganza al fuori luogo il passo – con scivolone annesso – è breve.

Valutate il grado di formalità nel look in base all’ambiente in cui operate.

In una società di consulenza dove l’abito da uomo è un must, ad esempio, per alzare il tasso di eleganza aggiungete un dettaglio come un cappotto sartoriale o una pochette nel taschino. Per le donne, questo può tradursi nell’indossare una scarpa con tacco in vista di un meeting importante con un cliente: darsi un tono, vestendo più formali nei momenti cruciali, aiuta a tenere alta l’autostima e ad entrare nel personaggio.

In un ambiente informale, come una start-up digitale o un’agenzia di comunicazione, invece, evitate di apparire fuori contesto, modulando il look in base alle convenzioni sociali. Niente abito formale per l’uomo, che potrà interpretare correttamente il significato di eleganza con un pantalone casual in puro cotone, una camicia ordinata ed un blazer. Per la donna, quando serve un tocco di determinazione in più, indossare una giacca può fare la differenza.

In tutti i casi, ricordatevi di non strafare, applicando la regola del “plus or minus one” secondo cui basta un solo elemento per fare la differenza. Se i vostri colleghi indossano già la camicia, voi aggiungete la giacca. Se loro indossano sempre anche la giacca, salite di un gradino con la cravatta. Se l’abbigliamento è spesso formale per tutti, sfoggiate un orologio prezioso.

Di step in step, affermate la vostra eleganza e la vostra autorità come in una lucida conquista: lenta, ma inesorabile.

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