Il reddito d’inclusione da 485 euro è legge

Sì definitivo da parte del Consiglio dei ministri al decreto legislativo che introduce il reddito di inclusione (Rei). «Un aiuto a famiglie più deboli, un impegno di Governo, Parlamento e Alleanza contro la povertà» scrive su twitter il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, dopo che l’esecutivo ha dato il via libera definitivo alla misura. Il reddito di inclusione (Rei) sostituisce il sostegno all'inclusione attiva (Sia), partirà il primo gennaio 2018 e consiste in un assegno mensile di importo variabile dai 190 fino ai 485 euro in caso di famiglie molto numerose per una durata massima di 18 mesi. Interessata una platea di 400mila nuclei, pari a circa 1,8 milioni di persone.

Ecco il reddito di inclusione: a chi spetta e quanto vale
Per la prima volta l'Italia si dota così di uno strumento contro la povertà, partendo da coloro che negli anni di crisi hanno subito il calo peggiore delle proprie condizioni di vita, i nuclei con bambini. Un grande passo in avanti a dire del premier, che ha firmato in aprile il memorandum di intesa con l'Alleanza contro la povertà sull'attuazione della legge delega che istituisce il reddito di inclusione ( «la crisi che abbiamo attraversato, la più grave dal Dopoguerra, ci ha lasciato un incremento della povertà e chi governa deve riconoscere il problema» era stato il suo commento).


Il reddito di inclusione (Rei), come precisa la nota diffusa al termine del Consiglio dei ministri, viene riconosciuto ai nuclei familiari che rispondano a determinati requisiti relativi alla situazione economica. In particolare, il nucleo familiare del richiedente dovrà avere un valore dell'Isee, in corso di validità, non superiore a 6mila euro e un valore del patrimonio immobiliare, diverso dalla casa di abitazione, non superiore a 20mila euro. In prima applicazione sono prioritariamente ammessi al Rei i nuclei con figli minorenni o disabili, donne in stato di gravidanza o disoccupati ultra cinquantacinquenni. Fermo restando il possesso dei requisiti economici, il Rei è compatibile con lo svolgimento di un'attività lavorativa. Viceversa, non è compatibile con la contemporanea fruizione, da parte di qualsiasi componente il nucleo familiare, della Naspi o di altro ammortizzatore sociale per la disoccupazione involontaria. Il reddito di inclusione sarà concesso per un periodo continuativo non superiore a 18 mesi e sarà necessario che trascorrano almeno 6 mesi dall'ultima erogazione prima di poterlo richiedere nuovamente. Al Rei si accederà attraverso una dichiarazione a fini Isee “precompilata”.

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