Naspi 2017 disoccupazione: vuoi sapere se ti spetta e quanto ti spetta? Quest'articolo fa per te
La Naspi, Nuova Assicurazione Sociale per l’Impiego, è l’indennità di disoccupazione che spetta a tutti i lavoratori dipendenti che hanno perduto involontariamente il lavoro inclusi gli apprendisti, i soci lavoratori di cooperative con rapporto di lavoro subordinato, il personale artistico con rapporto di lavoro subordinato e i dipendenti a tempo determinato della Pubblica Amministrazione.
Lo status da acquisire è quello di “disoccupato involontario”: ciò significa che l’indennità non spetta nei casi in cui il rapporto di lavoro sia cessato per dimissioni o risoluzione consensuale.
Per poter ottenere l’indennità di disoccupazione sono necessarie 13 settimane di contribuzione negli ultimi 4 anni e almeno 30 giornate di effettivo lavoro nell’ultimo anno; per giornate effettive di lavoro si intende quelle di concreta presenza, a prescindere dal numero di ore di lavoro. Per quanto riguarda invece i contributi, restano validi in questi casi anche quelli dovuti ma non versati.
L’importo spettante al disoccupato viene calcolato sul 75% della media mensile imponibile degli ultimi 4 anni, valida ai fini previdenziali, per un importo massimo di 1.195 euro. Se la cifra imponibile è superiore all’importo massimo, allora si somma al 75% di 1.195, il 25% della differenza tra l’imponibile calcolato e i 1.195 euro. Una volta definito l’importo spettante, la Naspi viene erogata per un numero di settimane pari alla metà delle settimane di contribuzione degli ultimi 4 anni; vengono esclusi, però, i periodi di contribuzione che in passato hanno già dato luogo all’erogazione di indennità di disoccupazione. Il sussidio di disoccupazione può essere percepito per massimo 2 anni.
Negli ultimi anni si è consolidato il tentativo da parte dello Stato di spingere il disoccupato a collaborare con Enti e soggetti preposti a ricollocare il lavoratore; ciò ha portato all’emissione di due decreti legislativi, il numero 150/2015 e 185 del 2016, volti a sanzionare comportamenti poco collaborativi del disoccupato. Quanto definito in questi decreti è stato chiarito con la circolare 224 di dicembre 2016 che coinvolge direttamente coloro che richiederanno la Naspi 2017.
Nella circolare si chiarisce che per confermare lo stato di disoccupazione, il soggetto deve recarsi al Centro per l’Impiego per la profilazione e la sottoscrizione del Patto di servizio personalizzato; tale patto deve contenere la disponibilità del soggetto a effettuare laboratori per rafforzare le competenze lavorative, partecipare a iniziative di politica attiva o a carattere formativo.
Quali sanzioni si rischiano?
Questi obblighi si manifestano in una serie di vincoli che il lavoratore deve rispettare durante il periodo in cui viene erogata l’indennità di disoccupazione. Sono previste una serie di sanzioni nei casi:
Il periodo successivo alla perdita del lavoro è sempre molto difficile, avere il sostegno economico della Naspi è fondamentale nell’attesa di trovare un nuovo impiego.
Lo status da acquisire è quello di “disoccupato involontario”: ciò significa che l’indennità non spetta nei casi in cui il rapporto di lavoro sia cessato per dimissioni o risoluzione consensuale.
Per poter ottenere l’indennità di disoccupazione sono necessarie 13 settimane di contribuzione negli ultimi 4 anni e almeno 30 giornate di effettivo lavoro nell’ultimo anno; per giornate effettive di lavoro si intende quelle di concreta presenza, a prescindere dal numero di ore di lavoro. Per quanto riguarda invece i contributi, restano validi in questi casi anche quelli dovuti ma non versati.
L’importo spettante al disoccupato viene calcolato sul 75% della media mensile imponibile degli ultimi 4 anni, valida ai fini previdenziali, per un importo massimo di 1.195 euro. Se la cifra imponibile è superiore all’importo massimo, allora si somma al 75% di 1.195, il 25% della differenza tra l’imponibile calcolato e i 1.195 euro. Una volta definito l’importo spettante, la Naspi viene erogata per un numero di settimane pari alla metà delle settimane di contribuzione degli ultimi 4 anni; vengono esclusi, però, i periodi di contribuzione che in passato hanno già dato luogo all’erogazione di indennità di disoccupazione. Il sussidio di disoccupazione può essere percepito per massimo 2 anni.
Negli ultimi anni si è consolidato il tentativo da parte dello Stato di spingere il disoccupato a collaborare con Enti e soggetti preposti a ricollocare il lavoratore; ciò ha portato all’emissione di due decreti legislativi, il numero 150/2015 e 185 del 2016, volti a sanzionare comportamenti poco collaborativi del disoccupato. Quanto definito in questi decreti è stato chiarito con la circolare 224 di dicembre 2016 che coinvolge direttamente coloro che richiederanno la Naspi 2017.
Nella circolare si chiarisce che per confermare lo stato di disoccupazione, il soggetto deve recarsi al Centro per l’Impiego per la profilazione e la sottoscrizione del Patto di servizio personalizzato; tale patto deve contenere la disponibilità del soggetto a effettuare laboratori per rafforzare le competenze lavorative, partecipare a iniziative di politica attiva o a carattere formativo.
Quali sanzioni si rischiano?
Questi obblighi si manifestano in una serie di vincoli che il lavoratore deve rispettare durante il periodo in cui viene erogata l’indennità di disoccupazione. Sono previste una serie di sanzioni nei casi:
- di mancata presentazione agli appuntamenti per confermare lo stato di disoccupato e per stipulare il Patto di servizio: se non c’è un giustificato motivo saranno decurtati 8 giorni di prestazione in caso di prima mancata presentazione che diventano 30 alla seconda assenza e decadenza completa della prestazione nel caso l’assenza si ripeta per la terza volta;
- di mancata partecipazione a iniziative e laboratori per rafforzare le competenze; senza un giustificato motivo si applicheranno le sanzioni citate al precedente punto;
- di assenza da iniziative formative e di riqualificazione; se non c’è un motivo valido che giustifichi l’assenza verranno sottratti 30 giorni di prestazione alla prima assenza e ci sarà la decadenza in toto alla seconda;
- di mancata accettazione di un lavoro. In questo caso, sempre in assenza di giustificato motivo, vi è l’immediata decadenza dell’indennità.
Il periodo successivo alla perdita del lavoro è sempre molto difficile, avere il sostegno economico della Naspi è fondamentale nell’attesa di trovare un nuovo impiego.
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