730 PRECOMPILATO – GIOCO (INNOCENTE?) PER CONTRIBUENTI CREDULONI. A cura di Antonio Gigliotti

Cari amici,
la campagna 730 è cominciata da un po’ e noi, già sommersi da tante inutili incombenze, ci troviamo a dover affrontare anche la questione dei precompilati. Iniziamo mettendo un punto fermo: il 730 precompilato ritengo sia una delle grande bufale propinate negli ultimi tempi, null’altro che un bel giochino per contribuenti creduloni. Insomma, un flop assoluto e ciò nonostante, ne sono certo, anche quest’anno si griderà al trionfo dell’operazione andando a vantare ‘il sempre crescente numero di contribuenti che hanno usufruito del servizio’.

Allora, cominciamo a dare il giusto significato alle parole, cercando di smettere una volta per tutte di farci prendere in giro. Innanzi tutto il fatto che un contribuente accetti il precompilato non significa affatto che abbia accettato un qualcosa di corretto. Di più, non è affatto certo che abbia compreso COSA accettava. Sembrerebbe banale, eppure riceviamo un numero crescente di segnalazioni di contribuenti che, dopo aver accettato, corrono dal consulente pretendendo che rimedi alle incompletezze/inesattezze del 730 precompilato.

Cosa verifichiamo quotidianamente nei nostri studi? Semplicemente che trovare un 730 precompilato corretto, accettabile senza modifiche, è evento da segnare negli annali. E diversamente non potrebbe essere, per la natura stessa del nostro sistema tributario, pregno di ‘se e di ma’, che richiede studio e ragionamento su ogni singola pezza giustificativa, altro che un inconsulto flusso di dati.

C’è veramente di tutto in questi precompilati: figli che appaiono e scompaiono, mutui con interessi regolarmente comunicati dalla banca ma da confermarsi per essere computati in detrazione, ristrutturazioni delle quali risulta pervenuto un bonifico sì e uno no, ed in ogni caso il rigo è da confermarsi, altrimenti in detrazione andrà ZERO. E non finisce qui! Oltre a questi casi, che tutto sommato sono di facile individuazione (ma non risoluzione) da parte di un contribuente un minimo accorto, ci sono quelli più subdoli, come la compresenza di una CU di lavoro dipendente e di mobilità, del ché (scritto piccolino piccolino), entrando nel precompilato si rinviene la segnalazione che i giorni di spettanza delle detrazioni non sono stati inseriti ed è compito del malcapitato di turno calcolarli. Situazione subdola, dicevo, perché entrando nel quadro dei redditi di lavoro dipendente i redditi e le ritenute subite sono esposti, peccato che manchino appunto i giorni per i quali spettano le detrazioni, con la conseguenza che ci si vede affibbiare un conguaglio “da paura”, e non dovuto.

E delle spese mediche, vogliamo parlare? Trovare una coincidenza con la documentazione a proprie mani è un lavoro lungo e laborioso, e spessissimo, la coincidenza proprio non c’è. In tutto questo, ecco il trappolone… non molti hanno ben presente che il modificare un dato qualsiasi del precompilato, fa sì che si possa essere controllati su tutti i dati inseriti. Vogliamo aprire una scommessa su quanti contribuenti ‘fai da te’ hanno trovato maggiori spese mediche di quelle delle quali hanno documentazione e hanno modificato il precompilato per una o più spese di tipo diverso non indicate, ma si son ben guardati dal correggere le mediche ‘tanto se me lo dice lo Stato non mi controllano’?. Eh no, signori, non funziona così.

Torniamo a noi. Un solo dato vorremmo avere, a fine campagna 730: non quanti precompilati sono stati utilizzati, bensì quanti precompilati sono stati CONFERMATI così come proposti. Sarebbe già un indicatore dell’inaffidabilità dello strumento, cui fanno da contraltare le ore di lavoro e le spese sostenute dalle imprese e dai diversi enti per inviare quella montagna di dati, sostanzialmente inutili.
Resteranno comunque sconosciuti tutti quei precompilati errati e tuttavia accettati, e come tali non sanzionabili. E’ curioso però notare come quasi sempre i dati che mancano nella precompilata sono costituiti da spese, oneri, detrazioni o elementi che determinano detrazioni.
Insomma, di solito manca (o deve essere confermato) tutto ciò che va a determinare un minor gettito. E così, per risparmiare - salvo ripensamenti postumi - la consulenza del professionista, l’aver creduto nel precompilato potrebbe essere costato molto caro, in termini di imposte, al contribuente.

Cari amici, ma vorremmo mica stupirci? Siamo in uno Stato che emette una circolare di oltre 300 pagine sulla compilazione del 730, e contestualmente vuole ‘vendere’ che sia tutto fatto, basta un click! (…quand’è che ho già sentito questa frase?). Come si può immaginare che un contribuente possa affrontare tutto questo in autonomia? Come ci si può credere?

In conclusione, abbraccio quando recentemente postato da un collega. Riportava la telefonata intercorsa con un cliente, accortosi di aver accettato un precompilato nel quale lo Stato si era ‘dimenticato’ il figlio, per poi chiedere al professionista lumi sul come rimediare. La risposta è stata da manuale: “Lo vada a chiedere a Renzi!”

“Per avere in mano la propria vita, si deve controllare la quantità e il tipo di messaggi a cui si è esposti.”
CHUCK PALAHNIUK

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