Dal 2017 la NASpI sostituirà la mobilità
Il 1° gennaio 2017 si concluderà il processo di abrogazione dell’indennità di mobilità previsto dalla Legge Fornero del 2012, con profondi cambiamenti per i datori di lavoro che potranno gestire gli esuberi con minori costi sia economici che amministrativi. I lavoratori, invece, che nella fase di transizione hanno visto ridursi l’orizzonte temporale della prestazione, accederanno alla NASpI che diverrà l’unico strumento a tutela della disoccupazione. Inoltre, la loro ricollocazione sul mercato del lavoro sarà meno appetibile, in quanto non più sorretta dagli incentivi attualmente esistenti. Cosa cambia per imprese e lavoratori?
Il 2017 costituirà un momento di cambiamento epocale nella gestione dei processi di licenziamento collettivo. Infatti, dopo una lenta fase di transizione, verrà definitivamente abrogata la disciplina sull’indennità di mobilità e la NASpI diverrà l’unico strumento universale di sostegno al reddito per i lavoratori dipendenti espulsi dal ciclo produttivo in seguito di licenziamento, anche di natura collettiva.
Si premette che in caso di licenziamento collettivo per riduzione del personale effettuata da aziende rientranti nel campo di applicazione della CIGS, l’impresa è oggi tenuta, per ciascun lavoratore messo in mobilità, a versare all’INPS, in caso di accordo sindacale, una somma pari a 3 volte il trattamento mensile iniziale netto di mobilità spettante al lavoratore.
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