Stop al fermo amministrativo dell’auto se il contribuente paga a rate le cartelle di Equitalia. Sulla linea espressa dall’amministratore delegato, Ernesto Maria Ruffini, a prescindere dal momento in cui la dilazione sia stata richiesta
Sulla linea espressa dall’amministratore delegato, Ernesto Maria Ruffini, a prescindere dal momento in cui la dilazione sia stata richiesta (prima o dopo l’entrata in vigore del decreto legislativo n.159/2015), una volta concessa e pagata la prima rata, tutti i debitori potranno neutralizzare gli effetti del fermo amministrativo, chiedendo a Equitalia di prestare il proprio assenso all’annotazione della sospensione al PRA (Pubblico Registro Automobilistico), che consentirà di circolare con il mezzo fermato.
Oggi, come ieri, un debitore che riceve un preavviso di fermo ha la possibilità di rateizzare e quindi scongiurare l’iscrizione del fermo vera e proprio pagando la prima rata e restando in regola con il piano di dilazione. Ma se il fermo risulta iscritto prima della concessione della dilazione, questo non può essere cancellato. Per ovviare ai disagi nei confronti dei contribuenti che, con il pagamento della prima rata, dimostrano la volontà di ottemperare ai pagamenti, Equitalia ha definito con il PRA un accordo che prevede, in questi casi, la sospensione del fermo ripristinando la possibilità di utilizzare il veicolo. A tal fine, le strutture di Equitalia rilasceranno un’apposita comunicazione con la quale il debitore potrà recarsi negli uffici del PRA. per effettuare l’annotazione. È già allo studio, inoltre, la possibilità di definire una procedura che permetta la sospensione e la cancellazione del fermo direttamente presso Equitalia tramite collegamenti telematici con il PRA. Nel 2015 sono stati inviati circa un milione di preavvisi di fermo amministrativo. Le iscrizioni di fermo vere e proprie sono state poco più di 266 mila.
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