mercoledì 3 dicembre 2014

2 Dicembre 2014 Lettera aperta al dottore che sta sfidando Ebola per la seconda volta – la prima da medico con lo scafandro addosso e ora da paziente isolato da tutto – nella nostra indifferenza più totale

"[...] Non dovrebbe essere riservata a parole di circostanza, la consapevolezza di quanto sia importante il suo lavoro tra gli appestati di Ebola. Un’epidemia che ha fatto settemila vittime ha spinto medici e infermieri da diverse parti del mondo a prendere un aereo controcorrente e atterrare in Liberia, Guinea, Sierra Leone. Tra malati che vomitano l’anima e il virus, sotto una tenda che spesso dell’ospedale ha soltanto il nome. È uno sporco lavoro. È come il fango da cui emergono i rugbisti Azzurri che tanto ci inorgogliscono. Ma la paura del contagio, pur giustificata, non deve rendere invisibile la Nazionale di chi si gioca la vita in un’emergenza umanitaria. È la squadra di un medico anonimo che in una stanza super asettica in queste ore sfida il virus e (anche) il nostro senso di distacco".



"Lettera aperta al dottore che sta sfidando #Ebola per la seconda volta – la prima da medico con lo scafandro addosso e ora da paziente isolato da tutto – nella nostra indifferenza più totale", di Michele Farina,



2 Dicembre 2014 Lettera aperta al dottore che sta sfidando Ebola per la seconda volta – la prima da medico con lo scafandro addosso e ora da paziente isolato da tutto – nella nostra indifferenza più totale

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