Commercialisti. Da oggi sì allo sciopero Approvato il codice di autoregolamentazione delle astensioni collettive


L’approvazione - Dallo scorso 15 maggio ogni speranza dei commercialisti in merito alla possibilità di fare sciopero era stata sradicata. In precedenza infatti il coordinamento unitario delle associazioni di categoria aveva presentato il codice di autoregolamentazione delle astensioni collettive ricevendo, proprio in quella fatidica data, una serie di delucidazioni tramite le quali l’autorità di vigilanza competente per la categoria spiegava la ragione per la quale il diritto allo sciopero non poteva essere riconosciuto. Spiegazioni che avevano lasciato l’amaro in bocca e che non avevano pienamente convinto, in quanto venivano chiaramente meno al diritto costituzionale sancito dall’art. 40 della Costituzione italiana. Tuttavia si sentiva già nell’aria che la storia era ben lontana dal dirsi conclusa, tant’è che proprio ieri è arrivata l’ufficialità dell’approvazione del codice di autoregolamentazione delle astensioni collettive dalle attività svolte dai dottori commercialisti e dagli esperti contabili, successivamente al già espresso parere favorevole della Commissione di Garanzia dell’attuazione della legge sullo sciopero nei servizi pubblici essenziali.





Riconoscere un diritto - Le Associazioni nazionali di categoria ADC, AIDC, ANC, ANDOC, UNAGRACO, UNGDCEC, UNICO, riunite in coordinamento, iniziarono a pensare a uno statuto che permettesse ai commercialisti di astenersi dalle attività in segno di protesta verso la fine del 2013. A gennaio 2014 poi le medesime associazioni inviarono alla Commissione il codice di autoregolamentazione interno, nato dall’esigenza di mettere in chiaro che i commercialisti hanno il diritto di scioperare per protesta nei confronti di un sistema fiscale in continuo mutamento, senza mai nulla di certo e chiaro. Considerata comunque la delicatezze delle funzioni svolte dai dottori commercialisti e dagli esperti contabili, nel documento le sigle sindacali avevano indicato i limiti entro i quali tali professionisti avrebbero potuto far valere il loro diritto di astenersi dalle attività. In sostanza, si parlava di otto giorni consecutivi di sciopero nell’arco di un mese e massimo tre giorni di astensione dal servizio di trasmissione telematica del modello F24 per il pagamento dei tributi. Dunque, l’importanza della novità odierna è evidenziata da questa premessa, considerato anche, come spiega lo stesso coordinamento, che “prima di oggi, ai commercialisti, diversamente da altre categorie professionali, era preclusa, di fatto, la possibilità di attuare un’azione di astensione collettiva quale strumento da poter utilizzare, unicamente se costretti e comunque in modo responsabile, per far sentire le proprie ragioni nei riguardi dei principali interlocutori - amministrazione pubblica e autorità politiche - in risposta a condotte che possono comprimere e svilire, più di quanto non sia stato già fatto finora, il ruolo sociale del professionista economico-contabile”.


Tutela dei contribuenti - Il risultato ottenuto è stato l’obiettivo finale conseguito dopo un lavoro meticoloso che ha coinvolto, da una parte, le associazioni di categoria riunite nel Coordinamento ordinario, dall’altra, la Commissione di Garanzia con la quale il confronto è stato aperto e costante. Alla fine di questo lungo processo di consultazioni ed esami, si è giunti al riconoscimento di un diritto insopprimibile per tutelare il quale però si è dovuto pensare a una salvaguardia dei diritti fondamentali dei cittadini utenti. Nello specifico, il Coordinamento delle sigle sindacali spiega che la questione della tutela dei cittadini/contribuenti viene affrontata negli articoli 3 e 5 del codice, rispettivamente “Comunicazione preventiva alla clientela” e “Prestazioni indispensabili”.




Soddisfazione e ruolo del Coordinamento – Vilma Iaria - Presidente ADC, Roberta Dell’Apa - Presidente AIDC, Marco Cuchel - Presidente ANC, Amedeo Sacrestano - Presidente ANDOC, Giuseppe Diretto - Presidente UNAGRACO, Eleonora Di Vona - Presidente UNGDCEC, e Domenico Posca -Presidente UNICO, hanno espresso viva soddisfazione per il risultato ottenuto. L’approvazione del codice coincide con la presa di coscienza di un diritto che finora era stato chiaramente calpestato. Detto ciò, il Coordinamento conclude sottolineando che proprio alle citate associazioni di categoria “appartiene la funzione di tutela e di rappresentanza degli interessi di tutti gli iscritti all’Ordine professionale, mentre altra funzione è quella di tutela della fede pubblica connaturata agli Organismi istituzionali di categoria. Proprio un risultato come quello di oggi dovrebbe contribuire a rimarcare questa importante differenza, che non è superfluo ribadire, tanto più che, in qualche occasione, non sono mancate confusioni sul tema delle funzioni e dei ruoli”.
Autore: Redazione Fiscal Focus

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