giovedì 26 giugno 2014

Fisco. Governo verso nuova sanatoria Potrebbe trattarsi di un ‘ravvedimento speciale’. Non è un condono, bensì una sanatoria.


Il ‘ravvedimento speciale’ - È approdata ieri in commissione Finanze della Camera una disposizione che, iter parlamentare permettendo, potrebbe andare a finire dritta dritta nel disegno di legge sul rientro dei capitali messo a punto dalle forze partitiche di maggioranza. Il provvedimento non è un vero e proprio condono, bensì una sorta di sanatoria che permetterà di regolarizzare, oltre ai capitali nascosti all’estero, anche quelli presenti in Italia ma celati al fisco. In merito alla disposizione, si parla già di ‘ravvedimento speciale’, che seguirebbe la struttura del ‘ravvedimento operoso’. Tuttavia, se quest’ultimo permette la regolarizzazione entro un anno dall'evasione pagando sanzioni ridotte, il nuovo strumento, qualora venisse approvato, garantirebbe la copertura di un lasso temporale ben più ampio al fine di sanare più annualità ed è riferito a quei contribuenti che hanno evaso solo i redditi prodotti nel nostro Paese.

Non è un condono – Il governo sul punto è stato molto chiaro ribadendo più volte che non siamo al cospetto di un nuovo condono, anche se, a dirla tutta, le premesse indicano una fisionomia del provvedimento quanto mai vicina a quella dei condoni introdotti in passato. Tuttavia è stato lo stesso presidente del Consiglio, Matteo Renzi, a rimarcare la questione, evidenziando che questo cosiddetto ‘ravvedimento speciale’ non ha nulla a che vedere con le precedenti disposizioni.

L’obiettivo – La mission principale della disposizione, fortemente contestata sia dai penta stellati che dai parlamentari di sel, è quello dichiarato di portare a galla quanta più evasione possibile. In sostanza, l’evasione che si punta a far emergere non sarà più anonima e ai fini della regolarizzazione i contribuenti dovranno pagare l’imposta per intero, nonostante siano comunque previsti degli alleggerimenti per le sanzioni. Detto questo, al fine di non fomentare una sorta di disequilibrio o addirittura di disparità tra i contribuenti, il provvedimento indica che la regolarizzazione dell'evasione i cui proventi sono rimasti in Italia necessiterà di un collegamento indiretto con l'esportazione di capitali.

L’operatività – Prestando fede alle indiscrezioni andate diffondendosi nella giornata di ieri, la disposizione potrebbe essere operativa già a partire dai primi giorni del mese prossimo, vale a dire dalla settimana ventura.
Autore: Redazione Fiscal Focus

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