STUDIO COMMERCIALE SEMERARO APPLAUDE E CONDIVIDE
Aidc. Commercialisti promotori del cambiamento
Tra principio di legalità, riconoscimento e retroattività, Barbara Ricciardi fa il punto sullo Statuto del contribuente
Si è svolto a Roma lo scorso giovedì il IV convegno dell'Aidc sul tema del principio di legalità connesso alle rilevanti violazioni della Legge n. 212 del 2000. Proprio in occasione dell'incontro, al quale hanno preso parte diverse personalità del mondo professionale e di quello istituzionale, abbiamo raccolto le opinioni del presidente della sezione capitolina dell'Aidc, Barbara Ricciardi. Il leader territoriale della sigla sindacale ha tracciato un lucido quadro della situazione posta in evidenza dai commercialisti.
Lo Statuto del contribuente regola i rapporti tra Amministrazione finanziaria e contribuenti. Si tratta però di una relazione spesso 'violata'. Come si pongono i commercialisti in questo rapporto?
Ricciardi - Dunque, noi abbiamo deciso di fare questo convegno proprio per cercare di ristabilire un giusto rapporto tra fisco e contribuenti, così come previsto dallo Statuto del contribuente ormai piu di dieci anni fa. Il nostro obiettivo è quello di far divenire lo Statuto una norma effettivamente vigente e autorevole, anche a livello istituzionale. Il nostro ruolo all'interno del rapporto è pertanto quello di intermediari tra l'Amministrazione Finanziaria e i contribuenti, siano essi persone fisiche o imprese.
Questo Statuto doveva essere 'rivoluzionario', ma ha invece mostrato subito delle lacune. Quali sono quelle principali, secondo lei?
Ricciardi - Ebbene, lo Statuto avrebbe dovuto garantire l'irretroattività delle norme, quindi un diverso tipo di rapporto tra fisco e contribuente. Inoltre, se quanto stabilito nel 2000 fosse stato concretamente applicato, ci sarebbe stato anche un altro tipo di approccio tra commercialisti e Amministrazione finanziaria. Perché non dimentichiamo che i commercialisti sono proprio nel mezzo tra il contribuente e le istituzioni. Insomma, senza queste lacune sarebbe stato tutto molto diverso. Tuttavia è doveroso ammettere che qualcosa è radicalmente cambiato rispetto a quanto avveniva prima del 2000. Con l'avvento dello Statuto è divenuto più semplice relazionarsi con gli uffici delle Entrate. Il commercialista che si reca presso l'Agenzia competente trova dei funzionari disposti a rapportarsi su un livello differente rispetto al passato, cosa che non accade a chi si presenta lì non in veste di commercialista. Ci viene tributato un minimo riconoscimento. Io svolgo la mia attività a Roma dove ci sono otto Agenzie delle Entrate. È una realtà piuttosto complessa, per cui la natura del rapporto dipende dalla maturità dell'agenzia e dei relativi funzionari. In linea generale, quindi, c'è la possibilità di un maggiore dialogo. Purtroppo però la realtà è ancora distante da quanto ha previsto lo Statuto del contribuente, sebbene non sia neanche paragonabile a quello che accadeva vent'anni fa.
In questo progetto di riflessione sullo Statuto del contribuente, che ruolo hanno i commercialisti?
Ricciardi - Il mio parere è che i commercialisti siano chiamati a dare un apporto di tipo molto pratico. In sostanza, noi dobbiamo essere portavoce presso le istituzioni, presso chi fa le leggi. Dobbiamo dare testimonianza in merito a ciò che davvero dovrebbe essere il rapporto tra fisco e contribuente, vale a dire l'applicazione concreta dello Statuto del contribuente. Noi dovremmo essere i promotori di tale "rivoluzione". Questo è il nostro auspicio.
Autore: Daniela Lucia
Tra principio di legalità, riconoscimento e retroattività, Barbara Ricciardi fa il punto sullo Statuto del contribuente
Si è svolto a Roma lo scorso giovedì il IV convegno dell'Aidc sul tema del principio di legalità connesso alle rilevanti violazioni della Legge n. 212 del 2000. Proprio in occasione dell'incontro, al quale hanno preso parte diverse personalità del mondo professionale e di quello istituzionale, abbiamo raccolto le opinioni del presidente della sezione capitolina dell'Aidc, Barbara Ricciardi. Il leader territoriale della sigla sindacale ha tracciato un lucido quadro della situazione posta in evidenza dai commercialisti.
Lo Statuto del contribuente regola i rapporti tra Amministrazione finanziaria e contribuenti. Si tratta però di una relazione spesso 'violata'. Come si pongono i commercialisti in questo rapporto?
Ricciardi - Dunque, noi abbiamo deciso di fare questo convegno proprio per cercare di ristabilire un giusto rapporto tra fisco e contribuenti, così come previsto dallo Statuto del contribuente ormai piu di dieci anni fa. Il nostro obiettivo è quello di far divenire lo Statuto una norma effettivamente vigente e autorevole, anche a livello istituzionale. Il nostro ruolo all'interno del rapporto è pertanto quello di intermediari tra l'Amministrazione Finanziaria e i contribuenti, siano essi persone fisiche o imprese.
Questo Statuto doveva essere 'rivoluzionario', ma ha invece mostrato subito delle lacune. Quali sono quelle principali, secondo lei?
Ricciardi - Ebbene, lo Statuto avrebbe dovuto garantire l'irretroattività delle norme, quindi un diverso tipo di rapporto tra fisco e contribuente. Inoltre, se quanto stabilito nel 2000 fosse stato concretamente applicato, ci sarebbe stato anche un altro tipo di approccio tra commercialisti e Amministrazione finanziaria. Perché non dimentichiamo che i commercialisti sono proprio nel mezzo tra il contribuente e le istituzioni. Insomma, senza queste lacune sarebbe stato tutto molto diverso. Tuttavia è doveroso ammettere che qualcosa è radicalmente cambiato rispetto a quanto avveniva prima del 2000. Con l'avvento dello Statuto è divenuto più semplice relazionarsi con gli uffici delle Entrate. Il commercialista che si reca presso l'Agenzia competente trova dei funzionari disposti a rapportarsi su un livello differente rispetto al passato, cosa che non accade a chi si presenta lì non in veste di commercialista. Ci viene tributato un minimo riconoscimento. Io svolgo la mia attività a Roma dove ci sono otto Agenzie delle Entrate. È una realtà piuttosto complessa, per cui la natura del rapporto dipende dalla maturità dell'agenzia e dei relativi funzionari. In linea generale, quindi, c'è la possibilità di un maggiore dialogo. Purtroppo però la realtà è ancora distante da quanto ha previsto lo Statuto del contribuente, sebbene non sia neanche paragonabile a quello che accadeva vent'anni fa.
In questo progetto di riflessione sullo Statuto del contribuente, che ruolo hanno i commercialisti?
Ricciardi - Il mio parere è che i commercialisti siano chiamati a dare un apporto di tipo molto pratico. In sostanza, noi dobbiamo essere portavoce presso le istituzioni, presso chi fa le leggi. Dobbiamo dare testimonianza in merito a ciò che davvero dovrebbe essere il rapporto tra fisco e contribuente, vale a dire l'applicazione concreta dello Statuto del contribuente. Noi dovremmo essere i promotori di tale "rivoluzione". Questo è il nostro auspicio.
Autore: Daniela Lucia
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