Scorporo Iva



Ho sempre pensato che in un mondo perfetto i commercialisti non dovrebbero esistere; non perché mi stiano antipatici, ma perché dovrebbe essere automatico sapere quante tasse pagare a seconda di quanto si guadagna, del proprio stato di famiglia eccetera. E invece, anche oggi nell’era digitale, carte su carte da compilare e firmare. Ecco perché non siamo in un mondo perfetto.

Uno dei capitoli più letti nei libri contabili dai commercialisti e dai loro clienti è quello riguardante l’Iva. I conti per scorporare, accorpare, scaricare e così via sono alquanto misteriosi per me e appartengono al mondo della buona ragioneria: in pratica, su tratta di tenere le cose in ordine nei cassetti. Ci sono però alcuni aspetti matematici interessanti e una volta sono rimasto colpito da un semplice calcoletto riguardante proprio l’Iva, che vorrei condividere con voi.

L’Iva è Imposta sul valore aggiunto di ogni fase della produzione, scambio di beni e servizi.

Nella testa di molti esiste la convinzione che l’Iva sia il 22% per tutti.
A parte il fatto che non è sempre vero (sui libri, per esempio, è del 4), è sempre necessario chiedersi, come abbiamo visto in più di un’occasione, il 22% di che cosa?

Per determinare l’Iva di una merce di cui si conosce il prezzo al netto dell’Iva, si deve calcolare il 22% del prezzo netto e sommarlo a esso per ottenere il prezzo lordo.
Per esempio se un paio di scarpe costa 200 euro al netto dell’Iva, il suo costo totale sarà allora 244 euro calcolati come 200 euro più il 22% di 200 che è 44.
Volete una scorciatoia? Per calcolare il 22%, anziché dividere per 100 e moltiplicare per 22, vi basta moltiplicare per 1,22.


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