venerdì 28 febbraio 2014

La delega fiscale è legge

La Camera ha approvato in via definitiva il disegno di legge sulla delega fiscale, che arriva così a compiere il suo iter parlamentare oltre due anni dopo la sua presentazione.
Con 309 voti a favore, 99 astenuti e zero contrari, da Montecitorio è così arrivato il sì, definitivo alla riforma del fisco, che contiene, al proprio interno, anche le nuove, attesissime disposizioni per il catasto.
La legge entrerà in vigore nel quindicesimo giorno dalla pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale. Da quella data decorreranno i dodici mesi di tempo a disposizione del Governo per emanare i decreti legislativi di attuazione.

Non si tratta di una delega per una vera riforma del sistema fiscale, poiché non interviene sui presupposti fondamentali del sistema tributario né sui tributi che lo caratterizzano. Tuttavia prevede una tale miriade di interventi di revisione e razionalizzazione del sistema vigente, che il Governo si trova conferiti i poteri per un'opera di manutenzione profondissima e di aggiornamento pressoché completo di tutti gli aspetti delle regole fiscali.

Nel seguire la struttura della legge di delegazione, si scorgono le seguenti: revisione del catasto; stima e monitoraggio dell'evasione fiscale; monitoraggio e riordino delle disposizioni in materia di erosione fiscale; disciplina dell'abuso del diritto ed elusione fiscale; gestione del rischio fiscale, governance aziendale, tutoraggio, rateizzazione dei debiti tributari e revisione della disciplina degli interpelli; semplificazione; revisione del sistema sanzionatorio; rafforzamento dell'attività conoscitiva e di controllo; revisione del contenzioso tributario e della riscossione degli enti locali; revisione dell'imposizione sui redditi d'impresa e di lavoro autonomo e sui redditi soggetti a tassazione separata; previsione di regimi forfetari per i contribuenti di minori dimensioni; razionalizzazione della determinazione del reddito d'impresa e della produzione netta; razionalizzazione dell'imposta sul valore aggiunto e di altre imposte indirette; fiscalità energetica e ambientale; giochi pubblici.

Riguardo il catasto, si tratta di una riforma epocale, che mancava da circa ottant’anni e che terrà impegnati uffici territoriali e agenzie almeno per un quinquennio nella ridefinizione dei valori catastali. Resta da capire quanto le novità nel calcolo delle rendite, inciderà sul portafogli dei contribuenti, ora che le tasse sugli immobili son state riscritte per l’ennesima volta.

Sul fronte più strettamente fiscale, poi, numerose e tutte rilevanti le modifiche introdotte dalla nuova legge delega, a cominciare dalla lotta all’evasione, che viene implementata con la nuova spinta verso i pagamenti elettronici, più le limitazioni sull’utilizzo del contante e al ricorso alla fatturazione elettronica, finanche all’utilizzo dell’anagrafe tributaria da mettere a confronto con le informazioni disponibili su scala nazionale.
Sugli sconti fiscali, poi, la legge appena approvata interviene al fine di rivedere centinaia di voci diverse sia inerenti i nuclei famigliari – e a questo senso rimandiamo alla riforma sul nuovo Isee – che le aziende.
In ottica economica, alle imprese viene destinato il piano che prevedde per le Pmi l’adesione volontaria a programmi specifici di tutoraggio per il taglio degli adempimenti fiscali, mente vengono introdotte nuove modalità di accedere a pagamento a rate per i debiti con il fisco.

Poi, nel provvedimento è inclusa un’ulteriore agevolazione per l’ecobonus ristrutturazioni, recentemente prolungato dalla legge di stabilità: in caso di lavori di riqualificazione energetica, vengono introdotti nuove agevolazioni fiscali. Ancora, da ultimo, la legge delega stabilisce il divieto di pubblicità sui mass media di giochi che prevedano vincite in denaro, con l’obiettivo di ridurre la dilagante “azzardopatia”.

Per darsi un'immagine migliore, la legge si conclude con un'affermazione che, per le speranze della nostra economia soffocata dalle tasse, finisce col risultare quasi irritante: la legge “persegue l'obiettivo della riduzione della pressione tributaria”, ma attraverso “la crescita economica”. Come dire, sperando in un aumento del prodotto interno lordo per ridurre il rapporto tra entrate fiscali, che mantiene invariate, e Pil.

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