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COMMERCIALISTI: PAROLE CHE ARRIVANO AL CUORE
A cura di Antonio Gigliotti

Cari amici e colleghi,
oggi voglio mettere a disposizione della categoria lo spazio e la visibilità di queste pagine. Negli ultimi giorni è infatti giunta in redazione, tra le tante missive inoltrate da voi, colleghi lettori, una lettera che ha smosso in maniera profonda e particolare la mia sensibilità. Ho deciso pertanto di condividerla con voi, senza aggiungere alcun commento. Nelle parole che troverete qui di seguito vi capiterà, così come è successo a me, di leggere quella storia comune di una quotidianità che ormai da troppo tempo ci opprime.


Caro Dott. Gigliotti,

sono un collega commercialista iscritto all'Ordine di XXX.
Un paio di volte ci siamo incontrati in qualche convegno.
Sono anche un cliente della rivista fiscale Fiscal Focus.
Sto rubando 5 minuti al mio lavoro per scriverLe qualche frase che mi frulla per la testa.
Da sempre ho ammirato la sua chiarezza, schiettezza e onestà di pensiero nei convegni o nelle introduzioni della sua rivista.
La situazione attuale è molto critica. Nella mia città specialmente, già zona emarginata del profondo sud ancora prima della crisi economica.
La gente è disperata. Le piccole aziende che caratterizzano il nostro territorio sono allo sbando.
Molte hanno cessato l'attività altre non pagano più né tasse né contributi.
Molti operai sono stati licenziati, molte famiglie sono entrate in un profondo tunnel di povertà.
Come professionista non riesco più ad incassare un centesimo di onorario e ultimamente non ho più nemmeno il coraggio di chiederlo.
Molti clienti imprenditori sono stressati, in depressione mentale e molto spesso mi ritrovo ad assistere nel mio studio a scene di padri di famiglia in lacrime.
Cerco di fare coraggio a tutti i miei clienti, ma capisco che la cosa è davvero difficile.
Arrivati alla vigilia delle festività di Natale, dopo le ulteriori stangate di IMU, Tares, acconto IVA,
non avendo un centesimo in tasca, vantando solo crediti per dozzine e dozzine di migliaia di euro, non avendo avuto la possibilità neppure di poter pagare gli ultimi 2 anni di contributi alla cassa di previdenza, le fatture per il canone del software, il contributo annuale all'ordine, che futuro devo aspettarmi?
Ho perso la voglia di lavorare, mi manca lo stimolo, la sera non vedo l'ora di tornare a casa e abbracciare i miei 2 figli e mia moglie, cercando di non fare trapelare nulla sul mio stato d'animo.
Mi viene poi da pensare. E se l'intero ordine nazionale dei commercialisti, sfruttati dall'amministrazione finanziaria con mille adempimenti, mille scadenze, mille imposte, mille tasse,
mille balzelli mai certi e sempre soggetti a modifiche e variazioni tanto da non capirci più nulla, si rivoltasse organizzando uno sciopero generale o qualcosa di simile, non facendo pagare ai clienti nessun F24, potrebbe essere un segnale chiaro per questi ladri, incompetenti e inconcludenti che ci governano.
È mai possibile che non riescano a capire che ci stanno asfissiando di tasse e adempimenti?
È così complicato capire che se le aziende chiudono, non beccano più un quattrino di tasse, ma che abbassando la pressione fiscale le aziende possono respirare e rimanere in piedi?
Ma i posti di lavoro chi li crea lo Stato o le imprese?
Mi viene allora da pensare che è tutto voluto per ridurre gli italiani in povertà.
Eppure mi reputo in "italianista". Cioè una persona che pensa che l'Italia sia un Paese al quale non manchi nulla per essere il n.1 nel mondo.
Il Bel Paese fatto di bellezze naturali, storia, cultura, artigianato, turismo, moda, auto, cervelli, arte culinaria, prodotti agricoli e alimentari che tutto il mondo ci invidia e ci copia, energie naturali come il sole e il vento, cosa potremmo volere di più se non quello di essere governati da persone competenti anziché da bastardi e ladri.
Mi scusi per questo sfogo, mi è servito per svuotarmi da un po’ di tensione accumulata durante la giornata lavorativa.

Le Auguro un Sereno Natale e un Felice Anno Nuovo.

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