lunedì 25 novembre 2013

Le spese che non faranno parte del redditometro grazie all'intervento del Garante della Privacy che ha estromesso dallo strumento del Fisco diverse voci che non permetteranno di ricostruire il tenore di vita dei contribuenti.


Il Garante della Privacy è intervenuto in maniera piuttosto precisa per modificare il redditometro: manca poco al debutto di questo strumento anti-evasione, ma le novità imposte sono diverse e riguardano voci di spesa con cui abbiamo a che fare ogni giorno. Dunque, è necessario fare chiarezza, distinguendo tra gli elementi che non consentiranno al Fisco di ricostruire un determinato tenore di vita e quelli su cui bisogna ancora pronunciarsi nei prossimi giorni.

Prescritte modifiche per rendere conforme lo strumento antievasione alle norme sulla privacy.
Il Garante per la privacy ha dato infatti il via libera al cosiddetto "redditometro", ma ha prescritto all'Agenzia delle entrate l´adozione di una serie di misure e accorgimenti per ridurre al minimo i rischi per la privacy delle persone e nel contempo rendere lo strumento di accertamento più efficace nella lotta all'evasione fiscale. Ricorda poi il Garante che per calcolare lo scostamento tra i redditi dichiarati e le spese effettuate e per selezionare i contribuenti da sottoporre a controlli, il nuovo redditometro si fonda sul trattamento automatizzato di dati personali in possesso dell´Agenzia delle entrate - comunicati dallo stesso contribuente o da soggetti esterni (es. società telefoniche, assicurazioni) - e sull'imputazione anche di spese presunte, determinate sulla base dell´attribuzione automatica al contribuente di un determinato "profilo". Questo tipo di trattamento, che comporta la "profilazione" dei contribuenti e presenta rischi specifici per i diritti fondamentali delle persone, ha reso necessaria la verifica preliminare del redditometro da parte del Garante. L'Amministrazione finanziaria ha scelto di quantificare le spese presunte anche ricorrendo alle cosiddette "spese medie Istat" ricavate dall´appartenenza del contribuente ad una specifica tipologia di famiglia e alla residenza in una determinata aera geografica

Gli aspetti da considerare nel ricostruire il reddito di una persona riguardano le spese (tra cui particolare attenzione agli affitti e all'abitazione), la raccolta dei dati, l'informativa e il contraddittorio in caso di rilevazioni anomale e non corrispondenti alla realtà.

SPESE CERTE 
Per ricostruire il reddito è necessario utilizzare unicamente spese certe e spese che valorizzano elementi certi (possesso di beni o utilizzo di servizi e relativo mantenimento) senza utilizzare spese presunte basate unicamente sulla media Istat. Il cosiddetto 'fitto figurativo' (attribuito al contribuente in assenza di abitazione in proprietà o locazione nel comune di residenza) non verrà utilizzato per selezionare i contribuenti da sottoporre ad accertamento, ma solo ove necessario a seguito del contraddittorio.

RACCOLTA DATI
L’Agenzia dovrà porre particolare attenzione alla qualità e all’esattezza dei dati.

INFORMATIVA AI CONTRIBUENTI
Il contribuente dovrà essere informato, attraverso l’apposita informativa allegata al modello di dichiarazione dei redditi del fatto che i suoi dati personali saranno utilizzati anche ai fini del redditometro.

CONTRADDITTORIO 
Nell’invito al contraddittorio dovrà essere specificata chiaramente al contribuente la natura obbligatoria o facoltativa degli ulteriori dati richiesti dall'Agenzia (es. estratto conto) e le conseguenze di un eventuale rifiuto anche parziale a rispondere.
Alimentari, bevande, vestiti e scarpe ma anche il barbiere e l'istituto di bellezza. Il Garante della privacy ha bloccato l'utilizzo di tutte quelle voci di spesa che derivano dalle medie Istat nel nuovo redditometro: se il Fisco cioè non ha altri elementi in suo possesso non può ricostruire il tenore di vita dei contribuenti solo con le medie Istat, neanche quindi in una seconda fase. Ma ci sono anche altre voci di acquisto in cui le medie Istat concorrono a determinare il valore e bisognerà vedere cosa deciderà l'Agenzia nelle prossime settimane.

Fitto figurativo -
Il cosiddetto "fitto figurativo" (attribuito al contribuente in assenza di abitazione in proprietà o locazione nel comune di residenza) non verrà utilizzato per selezionare i contribuenti da sottoporre ad accertamento, ma solo ove necessario a seguito del contraddittorio. Il "fitto figurativo" dovrà essere attribuito solo una volta verificata la corretta composizione del nucleo familiare, per evitare le incongruenze riscontrate dal Garante (che comportavano l’attribuzione automatica a 2 milioni di minori della spesa fittizia per l’affitto di una abitazione).

Abbigliamento e scarpe
Il valore della spesa media per abbigliamento e scarpe ricavato dai valori Istat è stato messo fuori gioco dal Garante della privacy. Quindi il Fisco non potrà utilizzare questa voce per calcolare il tenore di vita dei soggetti più a rischio evasione. Naturalmente il vincolo vale solo per le medie Istat. Se invece il Fisco dovesse avere dati certi, per esempio attraverso lo spesometro, quelle informazioni potrebbero essere utilizzate a patto che – come ha raccomandato la Privacy – si faccia sempre attenzione alla qualità e all'esattezza dei numeri disponibili.


Alimentari e bevande
Lo stop del Garante alle medie Istat coinvolge anche la spesa di alimentari e bevande. Così gli acquisti al supermercato o alla bottega sotto casa non potranno essere ricavati dai valori statistici. Il redditometro potrà utilizzare solo quegli importi che risultano da «dati certi» già presenti in Anagrafe tributaria, di cui comunque dovrà sempre essere valutata l'esattezza.


Riscaldamento centralizzato
Le temperature si sono abbassate improvvisamente in tutta Italia, segno che l’autunno è entrato nel vivo: il freddo sta dunque per arrivare, dunque diventa fondamentale, verificare il perfetto funzionamento delle nostre caldaie. Non si tratta soltanto di una questione di riscaldamento, ma anche della necessità di consumare il giusto e di evitare le multe. In effetti, c’è un regolamento piuttosto recente da rispettare.
Che cosa prevede? Stiamo parlando del Dpr 74 dello scorso 16 aprile: questo testo prevede nuove regole per quel che riguarda l’efficienza energetica degli impianti. Anzitutto, quelli domestici (la potenza è compresa tra dieci e cento chilowatt) e che funzionano a combustibile vanno controllati ogni due anni, mentre ogni quattro anni se si tratta di impianti a metano o Gpl. Ma sono diverse le precisazioni da fare.
Ad esempio, questi limiti temporali sono validi per quelle regioni che non hanno regolamentato il settore (alcune, come Liguria, Piemonte, Lombardia, Toscana e Sicilia, lo hanno già fatto). Ogni ispezione di sicurezza, inoltre, è diversa a seconda del territorio. Cosa bisogna fare allora? Chi abita in un comune con più di 40mila abitanti deve verificare la frequenza degli interventi presso il municipio stesso o la provincia. A questo punto, c’è un’ultima, fondamentale domanda a cui rispondere.

Niente medie Istat per determinare la spesa per il riscaldamento centralizzato.
Anche in questo caso il Fisco deve puntare sulle risorse a disposizione: se dall'Anagrafe tributaria il dato è in qualche modo ricavabile allora può partecipare alla ricostruzione dei consumi complessivi, altrimenti il solo ricorso ai valori dell'Istituto nazionale di statistica non sarà ammesso.

Tram, autobus, metro e taxi
Il decreto attuativo del nuovo redditometro (Dm Economia del 24 dicembre 2012) inseriva anche la spesa per i trasporti pubblici tra quelle utilizzabili per ricostruire l'effettivo tenore di vita del contribuente. Dopo il provvedimento della Privacy di giovedì 21 novembre, però, anche questa voce di spesa ricavata dalle medie Istat non potrà essere impiegata nel nuovo redditometro.

Computer, telefonini, televisori
Fuori dal redditometro – secondo le indicazioni della Privacy – anche spese rispettivamente per i telefonini e per tutta un'altra serie di prodotti anche hi-tech (computer, televisori) e di altri acquisti per il tempo libero se vengono usati come riferimento i valori dell'Istat. Solo quando l'agenzia delle Entrate avrà dati di prima mano (dati «certi») potrà avvalersene nella ricostruzione del reddito.

Barbieri, istituti di bellezza, cura della persona
Barbieri, parrucchieri, istituti di bellezza ma anche prodotti per la cura della persona. Tutte queste voci di spesa ricavate dall'Istat dovranno essere messe da parte secondo il provvedimento del Garante della privacy. Anche in questo caso il redditometro potrà ripescarle solo se derivano da dati certi già acquisiti in Anagrafe tributaria, per esempio attraverso lo spesometro o indagini mirate condotte su chi eroga questo tipo di servizi.

Pranzo fuori csa
Più che un lusso, una necessità per tanti lavoratori che escono di casa la mattina e rientrano il pomeriggio o addirittura la sera. La spesa per pasti e consumazioni fuori casa – prevista dal decreto attuativo sul nuovo redditometro – non potrà essere utilizzata nel nuovo redditometro se desunta solo dalle medie Istat.

Alberghi, pensioni, viaggi organizzati
Pernottamenti fuori casa e viaggi organizzati dovranno anche loro essere «estromessi» dal redditometro se il Fisco non dispone di altri dati rispetto alle medie Istat
Medicinali e visite mediche

Medie Istat fuori gioco per quantificare la spesa per medicinali e visite mediche. Va, però, ricordato che in questo caso molto probabilmente il Fisco già dispone di dati «certi»: le spese per farmaci e visite mediche entrano in Anagrafe tributaria tutte le volte che i contribuenti le portano in detrazione nella dichiarazione dei redditi (modello Unico o 730). Pertanto, quando il dato è già mappato dall'amministrazione finanziaria il redditometro potrà tenerne conto.

Animali domestici
Una delle domande paradossali che circolava nei mesi scorsi era la seguente: «Ma se non ho un animale domestico come faccio a dimostrarlo al Fisco nel caso in cui dovesse contestarmelo?». L'intervento del Garante della privacy dovrebbe consentire di rispondere a questo interrogativo: il redditometro dovrà fare a meno delle spese per animali domestici se l'unico dato di cui l'agenzia delle Entrate può disporre è quello delle medie Istat.

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