La prova dell'iPhone 5S, il telefono che riconosce le impronte di Luca Salvioli.
Per la prima volta Apple rinnova il suo iPhone con due nuovi modelli: l'iPhone 5S e 5C (leggi la prova dell'iPhone 5C). L'iPhone 5S come da tradizione (è già successo con l'iPhone 3GS e il 4S) rappresenta un'evoluzione del modello precedente che lascia sostanzialmente invariato il design. Stesso peso, stesse dimensioni. Solo due novità: il tasto home rinnovato e due led al posto di uno per il flash della fotocamera.
Da fuori non si direbbe, ma il nuovo iPhone porta alcune innovazioni sostanziali. La prima riguarda il touch ID. Quando si blocca lo schermo, per rientrare nel telefono basta appoggiare il dito sul tasto home e in una frazione di secondo si riapre. Lo stesso vale per gli acquisti da iTunes, App store, iBooks e acquisti in app. Non serve inserire codici numerici e password. Impostare la funzione è semplice: il sistema chiede di appoggiare il dito (se ne possono "archiviare" fino a 5) sul tasto home più volte fino a registrare l'immagine delle nostre impronte digitali.
Funziona bene. Lo abbiamo provato per 4 giorni in maniera ossessiva. In condizioni normali il sistema riconosce le impronte anche se ruotiamo il dito di 360 gradi. Se abbiamo le mani bagnate, invece, fa molta più fatica. La stessa Apple segnala che con le dita sporche o con la sudorazione durante l'attività sportiva le performance sono peggiori, in quel caso si può ricorrere al tradizionale codice numerico. La possibilità di fare delle proprie dita una password è davvero comoda.
Per ottenere il risultato Apple ha inserito nel tasto home un cristallo di zaffiro tagliato a laser che funziona da lente, aumentando il dettaglio per il sensore sottostante. L'anello di acciaio che dà la forma circolare al pulsante, invece, rileva il dito e attiva il sensore. Apple, incalzata dalle crescenti preoccupazioni in tema di sicurezza, dice che l'impronta digitale non viene conservata da nessuna parte, soltanto una sua rappresentazione numerica. Se ne occupa il processore, nulla va nella nuvola di iCloud né viene messo a disposizione delle app. L'impronta digitale, inoltre, ha una possibilità di sovrapposizione parziale di 1:50mila contro 1:10mila della password.
Il codice numerico viene comunque chiesto a ogni avvio del telefono (pin), quando per 48 ore non viene sbloccato e ogni volta che si vuole entrare nelle impostazioni del touch ID. L'altra novità sostanziale riguarda il processore. Apple sostituisce l'A6 dell'iPhone 5 con l'A7 a 64 bit. La cpu e le performance grafiche hanno il doppio della velocità. Nella prova abbiamo notato che il device è un po' più rapido dell'iPhone 5 nel passare da un'app all'altra, ma non è una differenza di cui si sente il bisogno. Va però detto che al momento poche app beneficiano dei 64 bit. Una di queste (usata da Apple durante la presentazione come demo) è Infinity Blade 3: le performance grafiche sono notevoli e i videogiochi saranno probabilmente un importante campo di applicazione.
Si nota di più l'attività del coprocessore M7.
Apple lo ha inserito con la funzione di lavorare sui dati di movimento che arrivano dal giroscopio, l'accelerometro e il compasso dell'iPhone. In questo modo il processore principale è meno sollecitato e il risultato è una maggiore ottimizzazione della batteria, soprattutto quando si utilizzano app per fare attività sportiva. In generale, abbiamo notato che la batteria del telefono è migliorata e consente di arrivare a fine giornata anche con un uso intensivo (con l'iPhone 5 non succedeva). Il coprocessore inoltre è in grado di capire in base ai movimenti che rileva se siamo in macchina, a piedi e così via dando le informazioni, per esempio, alle mappe in modo da avere tempi di percorrenza più pertinenti oppure limitando la ricerca di reti wifi.
C'è poi il capitolo fotocamera. Resta da 8 megapixel, ma con pixel più grandi e un sensore più largo del 15%. Apple dice che il risultato è una capacità migliorata del 30% di raccogliere la luminosità. In effetti le foto sono migliori, specie in condizioni di luce scarsa. C'è poi un doppio led di colore diverso nel flash, in modo da riprodurre in maniera più naturale il colore della pelle nei ritratti. A questo si aggiunge la possibilità di registrare i video in slow motion, lo zoom nei video e lo scatto multiplo nelle foto con la possibilità di scegliere il migliore. Complessivamente – se si aggiungono i nuovi filtri di iOS 7 – la fotocamera consente di fare di più e meglio. Nell'ultimo anno Nokia Lumia 1020, Htc One e Samsung Galaxy S4 si sono inventati di tutto per ottenere foto di qualità con funzioni che consentono di personalizzare il risultato divertendosi. Apple recupera ma quello delle foto non è certamente il terreno in cui si distingue.
È il risultato complessivo a funzionare.
Per chi ha un iPhone 5 gli unici motivi per un upgrade così oneroso (il telefono costa 729 euro) sono le impronte digitali e la batteria.
Scelta da appassionati.
Rispetto all'iPhone 4S il salto invece c'è e consente di sfruttare meglio iOS 7. Quanto alla concorrenza, che nell'ultimo anno ha fatto un salto di qualità, Apple resta in vantaggio sul design, la massima integrazione tra hardware e software e l'introduzione di elementi innovativi semplici da usare con la touch ID. Resta il benchmark. In controtendenza, Cupertino è fedele a un display da 4 pollici e quindi abbastanza piccolo. Soluzione comoda con un vantaggio di design, ma sacrificata per chi vuole sfruttare uno schermo maggiore.
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