Conti correnti, carte credito e titoli monitorati dal 31 ottobre: ECCO COME CI CONTROLLERANNO
Entro fine mese banche, Poste Italiane e gli altri operatori finanziari devono trasmettere all’Anagrafe tributaria importi e movimenti rilevati alla propria clientela: conti correnti, titoli e carte di credito saranno sotto il controllo del Fisco; nasce il database più completo al mondo.
Entro il 31 ottobre gli intermediari dovranno trasmettere all’Anagrafe Tributaria saldi e movimenti dei conti correnti di tutti gli italiani a partire dal 2011. Si tratta del più massiccio controllo che la nostra storia – e forse quella di qualsiasi altro Paese – abbia mai conosciuto. Ad essere segnalati al Fisco non saranno solo i conti correnti, ma anche i conti deposito titoli, le gestioni patrimoniali, le carte di credito/debito e i certificati di deposito. Qualsiasi dato servirà per contrastare le frodi piccoli e grandi ai danni dell’Erario che avrà così a disposizione il database più ricco e completo al mondo.
Sono tenuti all’invio le banche, Poste italiane, gli organismi di investimento e le società di gestione del risparmio.
In effetti dal 2006, l’agenzia delle Entrate attraverso l’Anagrafe dei conti è già in grado di conoscere i nominativi dei contribuenti che hanno avviato un rapporto finanziario e, per esempio, il numero di conti aperti in una o più banche. Ma d’ora in avanti potrà “vedere” molto di più. Lo spettro di dati trasmessi dagli intermediari alla “nuova” anagrafe dei rapporti finanziari sarà piuttosto vasto e penetrante, anche per gli anni passati.
Ciò che infatti intimorisce di più è la “retroattività” del nuovo Grande Fratello. Esso infatti andrà a scandagliare anche ciò che è avvenuto in tempi non sospetti, quando il comportamento degli italiani era più leggero e meno “accorto”.
Nei prossimi quattro giorni, infatti, si dovrà completare la comunicazione dei rapporti esistenti nel 2011 ed entro il 31 marzo 2014 dovranno essere censiti quelli del 2012. Dopodiché, i rapporti e i conti accesi dal 2013 in poi saranno invece trasmessi entro il 20 aprile dell’anno successivo. In questo modo il sistema andrà a regime.
Se, per esempio, aprirete un conto corrente presso una filiale, la vostra banca dovrà comunicare tutti i dati identificativi del rapporto, compreso il cosiddetto “codice univoco”, riferito al soggetto persona fisica o alla società che ne ha la disponibilità e a tutti i cointestatari (nel caso di intestazione a più soggetti), nonché i dati relativi al saldo iniziale al 1° gennaio e al saldo finale al 31 dicembre.
Inoltre, la banca dovrà comunicare gli importi totali delle movimentazioni effettuate nei 12 mesi, distinte tra dare e avere. In altre parole, dovranno essere specificati l’importo totale degli accrediti e degli addebiti dell’anno.
Oltre ai conti correnti, nel censimento fiscale saranno inclusi conti deposito titoli, gestioni patrimoniali, carte di credito/debito, certificati di deposito, buoni fruttiferi e perfino gli acquisti o le vendite di oro e metalli preziosi.
Per le cassette di sicurezza occorrerà segnalare, ad esempio, quante volte il titolare vi avrà avuto accesso.
Non confluiranno, al contrario, nell’archivio dei rapporti finanziari saldi e movimenti collegati a finanziamenti, crediti, garanzie e fondi pensione.
Nell’epoca dei social network, del Datagate, dei geolocalizzatori, non dovrebbe sorprendere più di tanto che il Fisco abbia libero accesso ai dati dei nostri conti correnti.
Se la nostra vita (anche privata) è facilmente raggiungibile via Facebook, se nessuna conversazione telefonica è inviolabile (neppure quelle della cancelliera Merkel), se le nostre abitudini d’acquisto sono scandagliate attimo per attimo con le carte fedeltà, perché dovremmo scandalizzarci se l’agenzia delle Entrate dispone nel dettaglio dei nostri movimenti bancari?
In realtà, era esattamente quello che dovevamo attenderci dopo anni di piccole e grandi evasioni, di furberie di ogni tipo. E se è vero che da un eccesso si passa sempre all’altro, e che siamo ormai transitati definitivamente dall’era del segreto bancario a quella della massima trasparenza, è anche vero che sarà ora difficile per gli italiani confrontarsi con una situazione completamente nuova. Le future generazioni dovranno rapportarsi con una realtà capovolta rispetto a quella in cui erano abituati ad operare i loro padri.
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