Giornata della Memoria. Io ricordo, io rivivo... di Vittoria Coppola
Mi succede ogni anno, intorno alla data di oggi.
Rivivo un malessere che non vuole passare. Rivivo l’angoscia. La tristezza.
Ricordo di averla sempre attraversata, la tristezza. Da che ho cominciato a capire.
Da che ho letto sui libri quanto noi uomini possiamo essere bestie. E mi permetto di usare questo termine, non tanto perché sia adatto alla circostanza, piuttosto perché al momento non me ne viene un altro.
Dovrei scavare, fino ad afferrare l’indicibile.
Ricordo quante domande ho fatto e quante ancora sono ferme lì, a graffiare le viscere con aberrante costanza.
E poi comprendo che la mia è una angoscia scaturente dal ricordo di una sensazione che silenziosa mi accompagna. Perché io non ho vissuto in prima persona.
Perché, se avessi vissuto, oggi mi sentirei dannatamente sola.
E non perché la gente non ricordi, non abbia memoria, non voglia fermarsi a pensare.
Semplicemente perché si è soli nella gioia, figuriamoci nel dolore.
Io ricordo. Rivivo sensazioni.
E mai vorrò smettere di farlo.
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