Caro Amato odiato bancomat

Cari amici,
Ci risiamo. E’ tornato il tormentone dell’estate. Per qualche misteriosa ragione il solleone suscita, oltre ad un caldo esagerato, la voglia irrefrenabile di… bancomat!

Correva l’anno 2014, quando, ai senti del D.L. 179/2012, il cosiddetto “Decreto crescita 2.0”, a partire dal 1 luglio sarebbe stato imposto a tutti i professionisti, commercianti, imprese in genere aventi contatti con il pubblico di dotarsi di bancomat ed accettarlo per pagamenti di importo superiore a 30 euro.

Tre anni son passati da quella disposizione, di fatto passata inosservata perché priva di sanzioni.

Ora la questione torna in auge, a seguito di un’intervista rilasciata dal vice ministro Casero, che ha dichiarato che entro settembre sarà approvato un decreto che imporrà le sanzioni a tutti i commercianti che rifiuteranno il pagamento con il bancomat.

Di fatto bancomat (inteso come apparecchio) obbligatorio per tutti (con i connessi costi fissi) e addio ai cartelli “non si accettano pagamenti con carte di credito / bancomat”.

Un provvedimento di modernizzazione, certamente, che ci dovrebbe avvicinare ad una realtà ormai consolidata all’estero, ma che certamente non è vista con favore dai soggetti interessati al nuovo obbligo. A questo punto i soliti invocheranno la scusante della caccia all’evasore, quasi che il pagamento con altri strumenti non fosse altrettanto tracciabile (si pensi ai bonifici), ma è chiaro che alle proteste degli operatori è sottesa una domanda ovvia ed incontestabile: CHI PAGA? Altrettanto ovvia la risposta… sempre i soliti. Ovvero i piccoli commercianti, gli artigiani, i piccoli professionisti, già vessati ed inseguiti da una marea di disposizioni fiscali, tributarie, previdenziali, di sicurezza sul lavoro, di privacy, di antiriciclaggio etc. etc.

Costi che si accumulano, e che con ogni probabilità in qualche modo potrebbero essere ribaltati sull’utenza finale, ma che in gran parte graveranno sugli esercenti, “il popolo del – tiro giù serranda”.

A fronte di tutto questo, pare, uno sgravio per ciascuna spesa onorata con carta di credito o bancomat, in piena ottica di “conflitto di interessi”.
Prepariamoci dunque ad un autunno caldo che vedrà contrapposti, come sempre, due fazioni di “poveri”: quelli che vedono in ogni commerciante (e simili) un nababbo che fonda il suo successo sull’evasione. Dall’altra i consumatori, contenti di poter usare la carta come e quando vogliono, ignari del fatto che probabilmente questo loro costerà un aumento di tariffe. A latere il famoso “terzo che gode” … le banche. Quelle alle quali, chissà perché, va sempre tutto bene.

Godetevi le vacanze, se le fate, cari amici. In autunno ci sarà da ridere.
Editoriale di Antonio Gigliotti

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