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La Legge di Bilancio aveva ha introdotto lo scorso anno il cosiddetto Bonus occhiali, ossia un contributo per l’acquisto di occhiali da vista e lenti a contatto reso possibile grazie allo stanziamento di 10 milioni di euro per il biennio 2022-2023. Il bonus occhiali da vista e lenti a contatto, noto anche come bonus vista, è un contributo una tantum dal valore di 50 euro riconosciuto a chi ha acquistato occhiali nuovi o lenti a contatto nel 2021, nel 2022 o nel 2023, e a chi ha un ISEE non superiore a 10.000 euro. Attualmente, tuttavia, l’agevolazione non è ancora attiva. Dietro questo ritardo si cela la mancanza di un decreto attuativo ad hoc, che avrebbe dovuto dettare regole precise per quanto riguarda le modalità di richiesta e concessione del Bonus occhiali.
Una misura significativa e attesa, introdotta dal decreto Coesione, è rappresentata dalle agevolazioni contributive per le aziende che ingaggiano giovani disoccupati sotto i 35 anni con contratti a tempo indeterminato. Questo provvedimento sarà attivo dal 1° settembre 2024 e costituisce un'opportunità fondamentale sia per i giovani in cerca di lavoro sia per le imprese. L'incentivo consiste in un esonero completo dal versamento dei contributi previdenziali per due anni, fino a un tetto massimo di 500 euro mensili per ciascun lavoratore assunto. Tale beneficio è applicabile alle assunzioni realizzate tra il 1° settembre 2024 e il 31 dicembre 2025. Per accedere a questo vantaggio, i datori di lavoro devono reclutare giovani disoccupati che non abbiano precedentemente stipulato un contratto a tempo indeterminato e che siano al di sotto dei 35 anni. L'incentivo è circoscritto ai contratti a tempo indeterminato, escludendo quindi contratti di apprendistato e di lavoro domestico,...
Un’impresa individuale che fa parte di un patrimonio ereditario forma oggetto di una comunione tra gli eredi. Se gli eredi non manifestano, in modo espresso o tacito, la loro volontà di proseguire l’attività aziendale, la gestione della stessa è soggetta alle regole della comunione. Nel caso in cui gli eredi del de cuius sono più d’uno e optano per la prosecuzione dell’attività d’impresa, la comunione ereditaria è assimilabile alla società di fatto. Tale società deve poi essere regolarizzata, entro un anno, in una società regolare di persone o di capitali. La società di fatto, non essendo costituita per atto scritto e non essendo nemmeno iscritta nel registro delle imprese tenuto dalle Camere di Commercio, è una società irregolare. Fino a quando la società non viene iscritta nel registro delle imprese, essa è regolata dalle disposizioni relative alla società semplice e di conseguenza ha una minore autonomia patrimoniale, rispetto alle società regolari. Gli eredi dell’imprenditore ...
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