Internet veloce in tutte le classi? Servono 7,9 euro al mese per studente
di Eugenio Bruno
Uno dei capitoli della «buona scuola» delineata dal governo è l'approdo massiccio e definitivo al digitale. Parte da qui il Censis nel suo "Diario della transizione" per stimare quanto costa il fabbisogno di connettività degli istituti scolastici. Solo per internet veloce servirebbero 7,9 euro al mese per studente. Nel complesso portare l'innovazione in tutte le classi costerebbe 650 milioni. Da finanziare con nuovi impegni di spesa sul bilancio dello Stato o delle amministrazioni territoriali oppure con un maggiore coinvolgimento dei privati.Che già oggi però versano un contributo di 110 euro all'anno per alunno.
Una riforma di sistema
Ripensare la scuola - scrive l'istituto presieduto da Giuseppe De Rita - significa intervenire sia sulle risorse umane che sulle strutture. Sul primo punto si punterà sulla stabilizzazione, a partire dal prossimo anno scolastico, di 148.100 docenti. Una misura - si legge nella nota del Censis - che ha ancora il difetto di «guardare alla scuola e di destinare le relative risorse in modo autoreferenziale, secondo una logica corporativa, non toccando tutti i difetti strutturali sui quali è necessario investire ulteriori e significative risorse per attuare una riforma di sistema della funzione educativa».
Le risorse per gli interventi strutturali
Affrontare la transizione strutturale della scuola (edifici, impianti, attrezzature, connessioni veloci) richiede, secondo la stima del Censis, investimenti per 2,2 miliardi di euro all'anno per i prossimi cinque anni. Di questi, il 76% da destinare agli edifici e il 24% alle attrezzature e all'arredo scolastico. Per l'edilizia le risorse messe in campo dal governo per il biennio 2014-2015 ammontano a poco più di un miliardo di euro, a cui si dovrebbe aggiungere un altro miliardo grazie agli investimenti Inail e ai mutui per l'edilizia scolastica, oltre alle risorse derivanti dall'8 per mille e dai fondi europei. Importi definiti appena sufficienti ad affrontare l'emergenza. Il fabbisogno per compiere la transizione strutturale della scuola è di 1.377 euro all'anno per ciascun alunno. Ma chi li paga?
Il contributo delle famiglie
Su 2,5 miliardi di euro di esborso complessivo per tenerle aperte, il 37,2% arriva dallo Stato, il 29,7% dalle famiglie (mense, gite, contributi volontari), il 13% dai fondi europei, il 7,5% dai Comuni, il 7,1% dalle Regioni e il 3,2% dalle Province. I soggetti privati, diversi dalle famiglie, contribuiscono solo per il 2,3% (donazioni, sponsorizzazioni, affitti). Il costo medio per alunno a carico delle famiglie è così di 110 euro all'anno, con significative differenze a livello territoriale. Si passa da 177 euro all'anno per alunno nella regione Lazio a 101 euro in Lombardia, a 81 euro in Sicilia e 74 euro in Campania.
Il costo della digitalizzazione
Arriviamo così ai costi della scuola digitale. Che necessita di connessioni veloci e reti robuste: almeno 100 Mbps oggi e, in prospettiva, almeno dieci volte tanto fra tre anni. A causa del gravissimo ritardo negli investimenti di rete, oggi il nostro Paese non è in grado di far fronte a questa domanda. Secondo gli obiettivi europei, nel 2020 il 100% della popolazione dovrebbe essere connesso ad almeno 30 Mbps e il 50% ad almeno 100 Mbps. Ma oggi le aree territoriali oggetto di nuovi investimenti per le connessioni veloci coprono solo il 20% della popolazione italiana. Dopo la chiusura nel 2013 del progetto Scuole nell'ambito del Sistema pubblico di connettività (Spc), i contributi in questa direzione si sono praticamente azzerati. Prevedere, in termini anche più modesti rispetto agli altri Paesi, di arrivare a connessioni standard nelle scuole di almeno 30 Mbps equivale a stimare per l'anno prossimo costi correnti per circa 650 milioni di euro, dei quali 184 milioni per la connettività, 274 milioni per la sicurezza e 192 milioni per l'utilizzo delle infrastrutture e delle apparecchiature tecnologiche. Tradotto in costo medio, il Censis stima una bolletta per internet veloce nelle scuole «chiavi in mano» di 7,9 euro al mese per studente. Che potrebbero scendere grazie alle economie di scala Un piano di connettività basato su una copertura non dei singoli istituti, ma dei distretti scolastici (dopo la riforma del 2002 non sono più entità autonome, ma possono comunque funzionare come basi territoriali operative), ad esempio, farebbe scendere la bolletta internet a 6,5 euro al mese per studente.
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