giovedì 31 ottobre 2013

Ricordando Federico Fellini....due testimonianze, un video, il nostro saluto!



"Ero tra i cronisti che seguirono gli ultimi giorni di Federico Fellini.
Il Maestro nel mese di giugno del 1993, aveva subito un intervento in Svizzera per la riduzione di un aneurisma dell'aorta addominale. Nell'agosto seguente, due mesi dopo, il primo ictus a Rimini, dovute a complicazioni trombo-ischemiche post operatorie.  Fellini cominciò un periodo di riabilitazione (esistono anche foto che testimoniano la sua riscoperta del disegno manuale), ma nel pomeriggio della domenica 17 ottobre viene ricoverato nuovamente a Roma, per un nuovo ictus, seguente a una disfagia indotta da un frammento di cibo che aveva ostruito la trachea.
Fui tra i primi ad arrivare, la sera del 17 ottobre al Policlinico Umberto I.
E soltanto il giorno dopo si scatenò quel circo che avrebbe molto divertito il Maestro e che per molti versi sembrava proprio il set ideale di uno dei suoi film.
L'agonia durò 14 giorni.  Per quel che se ne seppe, Fellini rimase durante quei giorni sempre incosciente.

Ho ricordi molto vivi di quei giorni.  I bollettini medici letti dai medici di turno ai giornalisti, la visita di Ettore Scola e di Franco Zeffirelli il martedì 19 ottobre, gli unici due colleghi a mostrarsi in visita.    I due amici e collaboratori di sempre Maurizio Mein e Roberto Mannoni, fissi sulle panche fuori del reparto di terapia intensiva a fare da raccordo fra la famiglia e l'ansia da notizia dei cronisti. La leggenda dei sotterranei del Policlinico, che consentirono a Giulietta Masina e a molti altri di passare inosservati, schivando i giornalisti.  Uno dei più assidui fu il Cardinale Achille Silvestrini, amico personale di Fellini.
I molti ammiratori, di tutte le età, come quel ragazzo - accompagnato dalla madre, una corpulenta dalla pettinatura bionda tinta - che cercò di convincere fino alla fine gli infermieri a lasciarlo entrare: teneva in una busta di plastica un walkman con una musica miracolosa che avrebbe "risvegliato" il Maestro.
L'orrendo episodio che vide coinvolti alcuni paparazzi - che terribile nemesi per il regista de La Dolce Vita ! - i quali riuscirono proditoriamente, intrufolandosi nel reparto di notte, a scattare alcune foto a Fellini sul letto di morte, intubato, cercando di piazzarle al miglior offerente (impresa che poi fortunatamente non riuscì).
I collegamenti degli inviati e delle televisioni di tutto il mondo, l'ospedale trasformato in una specie di palcoscenico per la diretta TV.
Ci furono molte cose singolari, in quei giorni. Soprattutto per chi conosceva, aveva familiarità con la passione  sempre nutrita in vita da Fellini per l'occulto, per la psicologia e la para-psicologia, per i fenomeni di sincronicità junghiana.
Una cosa che sembrò curiosa fu l'oltrepassamento della data del 30 ottobre. Era la data in cui si celebravano le nozze d'oro: 50 anni del matrimonio con Giulietta Masina.
Fellini morì proprio il giorno dopo, Domenica 31 Ottobre poco prima dell'ora di pranzo.
La camera ardente - prima di quella scenografica nel suo Studio 5 a Cinecittà, dove sfilarono migliaia di persone - fu allestita all'Ospedale. Il primo ad entrare fu il Presidente Scalfaro.
Lunedì 1 Novembre, la chiusura e il trasporto della bara a Cinecittà.
L'omaggio definitivo, nel luogo preferito della sua creazione, proprio il 2 novembre, giorno dei Morti. Coloro che, in fondo, non aveva mai smesso di interrogare, da Otto e mezzo a La voce della Luna.  Ora anche lui ne faceva parte.
I funerali furono celebrati mercoledì 3 Novembre nella Basilica di Santa Maria degli Angeli. Un addio in grande stile, preludio di quel grande vuoto lasciato, che ancora oggi occupa il centro della scena della cultura nel nostro paese."
Fabrizio Falconi


"Un viaggio nell’universo di Federico Fellini, tra ricordi, documenti storici e fiction.

Ettore Scola, porta al Lido la sua “amarcord” dal titolo "Che strano chiamarsi Federico".
E in molti si commuovono. Il regista di Una giornata particolare costruisce un ritratto/ricordo dell’amico conosciuto nel 1947, quando a sedici anni lo incontrò nella redazione del giornale Marc’Aurelio. È stato subito colpo di fulmine, da quel momento i due sono rimasti amici per cinquant’anni. Il film racconta la storia di un’amicizia che ha segnato il cinema italiano. I due registi sono interpretati dai nipoti di Scola, Giacomo e Tommaso Lazotti, ma ci sono anche Sergio Rubini, Maurizio De Santis ed Ernesto D’Argento, nel ruolo di Marcello Mastroianni.
 Si parte dal debutto di Fellini nel 1939 al 1993, anno del suo quinto Oscar e del suo ultimo compleanno, il settantesimo, si attraversano gli studi di Cinecittà e ovviamente si entra nel “suo” Teatro 5 dove Scola ha girato il film.Un film rivolto ai giovani - “Il nostro è un album ricco di fotografie, scritti e ricordi e come capita alcuni ricordi possono essere offuscati, così li abbiamo ricostruiti attraverso la finzione – spiega Scola, premiato qui a Venezia con il Jaeger-Le Coultre Glory To The Filmaker 2013 Award – questo album è rivolto ai giovani perché Fellini ha parlato e parla a loro. “Non è stato facile selezionare la quantità enorme di materiale di repertorio e unirlo a un racconto sceneggiato – racconta Silvia, figlia di Scola, sceneggiatrice insieme alla sorella Paola – comunque il punto di partenza è stato l’ironia tra questi due maestri e l’ammirazione di mio padre per Fellini. Il fatto che in molti ci dicano che il nostro lungometraggio commuove ci ha spiazzato - commenta – e non può che farci piacere”."
Ettore Scola

Sarà la nostalgia di un certo cinema?
Sarà che un regista come Fellini non lo abbiamo ancora trovato?

Non importa, lasciatevi andare e specie stasera riguardatevi un film targato Federico Fellini

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